Titolo originale | They Cloned Tyrone |
Anno | 2023 |
Genere | Azione, Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Juel Taylor |
Attori | Jamie Foxx, Kiefer Sutherland, David Alan Grier, John Boyega, Teyonah Parris Austin Freeman, Joshua Mikel, James Moses Black, Nick Arapoglou, Jason Burkey, David Shae, Myrom Kingery, Jason Louder, Ryan Dinning, Megan Sousa, Patrick Fleming (II), Trayce Malachi, Saif Mohsen, Swift Rice, Shariff Earp, Adam Cronan, Shiquita James, Jared Warren, Chris Ward (I). |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | 2,83 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 luglio 2023
Una serie di eventi inquietanti mette un trio improbabile sulle tracce di un terribile complotto governativo.
CONSIGLIATO SÌ
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Fontaine è uno spacciatore che vive alla giornata in una cittadina fatiscente. Abita con la madre a cui chiede ogni giorno se vuole qualcosa da mangiare e non si è ancora ripreso dalla morte del fratellino Ronald. Slick è un magnaccia che, secondo le sue parole, era considerato come il migliore nel suo campo nel 1995 e Yo-Yo è una prostituta che lavora per lui. Una sera Fontaine viene ucciso da colpi di arma da fuoco, ma la mattina dopo però si risveglia nel suo letto. In realtà è stato clonato. Così, assieme a Slick e Yo-Yo inizia ad indagare per capire cosa gli è successo. I tre entrano in una casa abbandonata da dove, attraverso un luminoso ascensore, arrivano a un laboratorio sotterraneo dove scoprono cosa c'è dietro la clonazione di Fontaine; il governo sta infatti facendo degli esperimenti sulla popolazione nera.
Probabilmente quella di L'uomo senza ombra non è soltanto una citazione. Nel film di Paul Verhoeven è protagonista uno scienziato che diventa invisibile. In Hanno clonato Tyrone c'è invece la clonazione di corpi che vengono manovrati come marionette da un potere superiore.
Juel Taylor, regista al primo lungometraggio che è già stato cosceneggiatore di Creed II, incrocia più volte il cinema del regista olandese proprio per come affronta la manipolazione dei personaggi, il potere sulla mente, la dimensione fantastica che crea una realtà parallela. Lo fa in modo caotico e appassionato, sulla linea di un film che inizialmente sembra mostrare il quartiere come un set teatrale dove Fontaine si arrangia tra piccole vendette, soldi nei cartoni della pizza e la vita in casa con la madre prima della scena dell'omicidio che fa cambiare continuamente direzione.
John Boyega, Jamie Foxx e Teyonah Parris potrebbero arrivare dai cinecomic senza però il look dei supereroi. Il tempo si è come fermato e la loro vita scorre in un'altra dimensione. Taylor fonde il fantasy con il giallo, recupera echi tra polizieschi della blaxploitation degli anni Settanta e li mescola con The Walking Dead (la scena della macchina circondata) e lascia emergere anche un sottotesto politico nella rivolta dei neri.
Emergono i rimandi non solo a Spike Lee ma anche a Barry Jenkins proprio nel modo di raccontare il quartiere, la dimensione privata (l'immagine in casa del fratellino di Fontaine che è stato ucciso) ma anche la rivolta come una fuga verso la libertà. Ci sono tantissimi spunti in Hanno clonato Tyrone e il film riesce ad essere compatto fino al momento dell'omicidio. Ma poi le strade che prende, anche se non definite, portano il film a un confronto continuo con i generi, con un immaginario pulp (la luce rosa del motel) con azioni che si ripetono (il dialogo di Fontaine con la madre che non si vede ma si sente solo la sua voce) e trasformazioni di ambienti tra case abbandonate, chiese, ascensori luminosi e inquietanti laboratori dove si entra in un labirinto e poi è difficile trovare la via d'uscita.
C'è qualche tocco kitch tra Gesù che indica la via e gli occhi sbarrati di Arancia meccanica. Ma alla fine forse, nel climax di Hanno clonato Tyrone, ci può stare anche bene. Taylor entra nella testa dei suoi personaggi, trova il mix giusto tra azione e umorismo, guarda anche al ciclo dei romanzi su Nancy Drew che ispirano Yo-Yo. C'è la strada ma sembra di andare nello spazio. Nella sua apparente mancanza di punti di riferimenti, Hanno clonato Tyrone trova invece molti provvisori approdi e riesce a sprigionare la sua energia a cominciare da John Boyega, forse la vera reincarnazione di Kevin Bacon da Verhoeven.
Loro malgrado finiranno per diventare i protagonisti di una detection che li porterà a scoprire un enorme complotto governativo che regola le loro esistenze e quelle dell'intera cittadina di Glen, immaginario e distopico sobborgo a maggioranza afroamericana. L'esordio alla regia di Juel Taylor - disponibile su Netflix - è un ben più che discreto prodotto derivativo capace di trarre ispirazione tanto [...] Vai alla recensione »
They Cloned Tyrone è un film che assomiglia anche troppo ai suoi personaggi. Infatti, la storia ruota intorno ad un ghetto qualsiasi in cui quasi tutti gli abitanti sono stati costruiti in laboratorio. L'imitazione di uno spazio urbano malfamato è così riuscita perché persino le imperfezioni sono levigate fino al minimo dettaglio. Allo stesso modo, il film di Juel Taylor è una sintesi senza nessuna [...] Vai alla recensione »
Uno spacciatore, un pappone e una squillo entrano in un bar... La battuta viene in mente prima ancora che compaia un villain a pronunciarla, perché effettivamente il trio protagonista di Hanno clonato Tyrone - Fontaine, piccolo gangster ombroso; Slick Charles, magnaccia logorroico e sbruffone; Yo-Yo, prostituta dalle mille risorse - non solo sembra uscito da una barzelletta, ma ci si dirige pure di [...] Vai alla recensione »
Cinema politico e commedia si mescolano in Hanno clonato Tyrone film primo lungometraggio diretto da Juel Taylor, adesso disponibile su Netflix. Fontaine è uno spacciatore di piccolo calibro, amico di Slick, un magnaccia che continua a vivere nei ricordi di vecchi fasti passati e che ha arruolato tra le sue ragazze la celebre Yo-Yo: questi tre personaggi diventano loro malgrado i prodi protagonisti [...] Vai alla recensione »