Un documentario prezioso capace di entrare in uno spazio intimo, dove le donne rivelano segreti mai svelati prima sulla maternità. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
Intorno a un'ostetrica esperta, una comunità di donne in gravidanza nasce e si confronta nel parco del
Bosco di Capodimonte, a Napoli. Espandi ▽
Un gruppo di donne incinte si ritrovano all'aria aperta (anche quando piove) insieme a Teresa De Pascale, ostetrica settantenne e fondatrice di Terra Prena, "un'associazione che favorisce l'incontro e lo scambio di esperienze durante il periodo della gravidanza e dopo il parto". Il gruppo è disomogeneo per età, provenienza, ceto sociale, ma unito dall'unicità del periodo di gestazione, e spesso dalla preoccupazione per il parto a venire, che per molte è il primo.
Teresa le guida, le consiglia, talvolta le abbraccia con slancio materno, e le accompagna nel lungo viaggio per diventare madri, anche dopo che il loro bambino è nato, perché "C'è sempre un'ambivalenza durante la gravidanza", dice De Pascale, sdoganando la sensazione che ogni puerpera ha provato quando una parte di sé si è detta con sgomento: "Non potrò più tornare indietro".
Tempo d'attesa è più di un documentario: è un viatico verso una maternità consapevole, fuori dai tempi affrettati che la società e la professione medica spesso impongono, ed è la testimonianza del clima di fiducia che si può creare fra donne anche molto diverse fra loro, così come nei confronti di una figura femminile con maggiore esperienza e un grande cuore. Recensione ❯
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Un dramma commovente che riflette sulla fragilità umana e la capacità di amare e resistere nelle situazioni più difficili. Espandi ▽
Margherita, un’attrice che si sta preparando per il prossimo ruolo in un film internazionale che si girerà a Los Angeles, ha appena festeggiato il suo compleanno con gli amici più cari e il figlio Enea, un musicista insoddisfatto della sua carriera. Tra le persone che le sono più vicine c’è la sua agente Michela e l’amico medico Ramiro. La sua vita cambia all’improvviso quando non riesce più a muoversi. Simone Petralia, al secondo lungometraggio dopo Cenere, firma un melodramma autunnale molto attento ai dettagli e capace di mostrare in maniera credibile i progressivi segni della malattia di Margherita a cominciare dalla scena in cui le cade la brocca di vetro dalla mano. Anna Galiena e Franco Nero mostrano di essere in sintonia nei panni di una coppia che si sta riavvicinando dopo anni di lontananza e la loro vicenda richiama gli echi di Nick Cassavetes di Le pagine della nostra vita. Recensione ❯
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Un'esperta profiler si trova tra le mani una serie di delitti sempre più inquietanti. Espandi ▽
Quando nel paese di montagna di Travenì viene trovato sulla neve un cadavere nudo e senza occhi, Letizia Battaglia, una profiler della sezione omicidi di Udine e la sua squadra, vengono incaricati di seguire l'indagine che porterà in breve tempo ad una serie di macabri misfatti. La donna, già sofferente di diabete, si accorge che la sua mente inizia a cedere ai primi sintomi di Alzheimer, ma il suo essere tenace ed orgogliosa la spinge a dedicarsi al caso con ancora maggiore dedizione.
L'Ispettore-Capo Giacomo Parisi e il nuovo arrivato dalla Sicilia, Massimo Marini, l'affiancheranno nella caccia al killer che terrorizza il paesino e faranno i conti con le preoccupazioni e le spigolosità di Teresa. L'uomo assassinato è il padre di Diego, un bambino di 10 anni che insieme ai suoi tre amici, Mathias, Oliver e Lucia saranno misteriosamente al centro di una serie di efferati omicidi.
Fiori sopra l'inferno si avvale di splendide location di montagna, con un assetto nevoso che richiama un thriller scandinavo e solo potenzialmente grottesco come Fargo per una crime story che poteva avere tutte le carte in regola per sedurre lo spettatore ma che, di fatto, non sempre convince del tutto. Il primo aspetto sono i bambini, protagonisti, in parte vittime e in parte co-investigatori. Recensione ❯
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Una rivisitazione del West molto interessante ma altrettanto dispersiva. Che adatta (e abbandona) il cult di Corbucci. Western, Italia, Francia2023. Durata 60 Minuti.
Il classico del cinema western Django rivisitato in una serie internazionale liberamente tratta dal film di Sergio Corbucci. Espandi ▽
Ambientata nel 1872, sette anni dopo la Guerra di Secessione, la serie segue le vicende di Django, un ex soldato confederato che si muove alla ricerca della verità sul massacro che ha totalmente distrutto la sua famiglia. Nelle sue peregrinazioni l'eroe raggiungerà New Babylon, una comunità utopica: una vera e propria oasi di libertà, fondata dall'enigmatico John Ellis, un uomo di colore. Nella comunità risiede anche Sarah il cui passato si intreccia amaramente con quello del protagonista, la quale dovrà fronteggiare la signora - e guida spirituale - della città rivale di Elmdale, Elizabeth Thurmann, donna tanto potente quanto crudele.
La miniserie Django è un'interessante operazione di "revisionismo": d'altronde di questo dobbiamo parlare se inseriamo all'interno di una trama originariamente caratterizzata per la sua violenza e ambientata in un periodo storico del tutto respingente le contemporanee politiche "di piattaforma".
Una rivisitazione del West molto interessante, ma altrettanto dispersiva e controproducente, dal momento che si perdono totalmente le affinità col prodotto originario - rendendo la miniserie solo l'ennesimo sequel ufficioso del brand "Django" - di cui si trascurano la durezza e la violenza. Recensione ❯
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Un film intenso che riesce a cogliere l'incertezza di una ragazza estranea a sé stessa e al mondo. Senza cadere negli eccessi. Drammatico, Italia2023. Durata 100 Minuti.
Una storia di formazione emotiva girata nel carcere di Nisida. Espandi ▽
Desiré è una ragazza napoletana di origini senegalesi. Insieme con il suo amico Emanuele svolge piccoli lavori per una banda di spacciatori, con il solo obiettivo di recuperare l'eroina per la madre tossicomane. Arrestata mentre sta effettuando una consegna, Desiré finisce in un penitenziario minorile. Ostinata e silenziosa, Desiré si apre un po' alla volta alle compagne. La vita di Desiré deve però ancora cominciare, e per lei il futuro esisterà solamente fuori dal penitenziario.
La prova di Nassiratou Zanre illumina il film diretto da Mario Vezza, ennesima incursione nel mondo della criminalità giovanile di Napoli che sceglie però di raccontare il punto di vista di una ragazza figlia d'immigrati.
Il film riesce a cogliere l'incertezza di una ragazza estranea a sé stessa e al mondo, raccontando l'universo concentrazionario non come una condanna inappellabile ma come una fase di passaggio. Una pausa dalla vecchia vita, in attesa che quella nuova cominci. Recensione ❯
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UN family movie ingenuo ed elementare. Ma con qualche traccia di verità. Commedia, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Filippo e Michela sono marito e moglie prossimi alla separazione e genitori di Francesco, che ha nove anni, un carattere vivace ed è molto furbo. Espandi ▽
Filippo e Michela hanno un figlio, Francesco, un bambino furbetto e vivace, e si stanno per separare. In tribunale, nell' impossibilità di capire chi è il genitore giusto con cui il bambino debba vivere, il giudice sorprendentemente assegna la casa proprio al bambino e stabilisce che saranno madre e padre ad alternarsi ogni lunedì dentro casa. Ora il boss della casa è un bambino di nove anni.
La separazione dei genitori vista dagli occhi di una bambino è al centro del nuovo film di Federico Moccia che, per il suo settimo lungometraggio, si rivolge al pubblico di tutta la famiglia. Ma a uscirne peggio è proprio la generazione più adulta, paradossalmente la più bambina. Dal punto di vista registico, Moccia sceglie un'elementarità che appiattisce la storia e che non rende onore neanche al pubblico dei più piccoli abituato a una narrazione visiva già più complessa.
Rimane invece qua e là qualche traccia di verità nello scollamento dei rapporti dettato dalla routine, negli innamoramenti che si hanno da bambini, nello sguardo, sconfortato, che i piccoli hanno verso gli adulti e le loro piccole miserie. Recensione ❯
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Una storia universale che racconta il difficile rapporto con i genitori, ma racconta anche di un conto in sospeso, di un lutto non ancora elaborato e della difficolta` di diventare adulti. Espandi ▽
In una città portuale di provincia Leo ha un piccolo negozio di oggettistica e modesto antiquariato. Le cose non gli vanno bene, e si fa sempre più presente la minaccia di uno strozzino. Leo è disposto a tutto, per evitare lo strozzino, con una tanica di benzina e con l'aiuto di un ragazzo cinese, trasforma il suo negozio in un cumulo di cenere. È disposto anche a rubare. A rubare un quadro di valore: la tela di un esponente delle avanguardie del Novecento. Il quadro si trova nella villa di un facoltoso imprenditore, collezionista d'arte, aspirante sindaco nella lista "Famiglia Unita". Destino vuole che il figlio dell'imprenditore e la figlia dello strozzino abbiano una relazione...
È un film d'esordio, e di un film d'esordio ha la sgangheratezza e il coraggio. Coraggio di usare la macchina a mano in ogni istante, coraggio di mettere in scena, senza paura, le situazioni più paradossali; coraggio di giocare con i luoghi obbligati del cinema di genere.
La cosa bella del film è il suo modo di mescolare le miserie della vita quotidiana allo stra/ordinario di una trama avventurosa, gangsteristica, seppure in modo grottesco. Piace la disperazione che alberga anche nei personaggi "cattivi". Piace meno il continuo ricorrere ai passaggi obbligati del genere, e la stilizzazione fumettistica dei personaggi. Recensione ❯
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L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato. Espandi ▽
É una densa pagina di storia quella minuziosamente narrata nel film. La figura del pittore Giotto è un pretesto per lo spettatore per scoprire, in maniera approfondita, appassionata e analitica, un medioevo per nulla oscuro, ma ricchissimo e variegato, contestualizzato in una Padova speciale dove le famiglie che salivano al potere si destreggiavano tra guerre e cultura.
Il racconto del film si sviluppa attraverso le narrazioni di professionisti e storici che mettono in scena racconti dove storia, politiche e arti sono indistricabilmente unite. Politica, società, urbanistica, scienza, arte visiva sono infatti discipline che nella Padova del 1300 creavano un contesto multidisciplinare che reggeva la città: famiglie aristocratiche come gli Scrovegni e i Carraresi, sia per ego che per filantropia, chiamavano a corte maestri e intellettuali per lasciare tracce che rimanessero nel tempo. Frammenti di storia che, ancora oggi, sono visibili in opere speciali, che sono riuscite a superare il loro tempo. Un documentario ricco che tratta Giotto e una Padova dagli alti splendori, da Giotto passando per Filippo Lippi, Niccolò Baroncelli, Paolo Uccello, giungendo allo scultore Donatello. Dove Petrarca si stanzia a lavorare e la famiglia Strozzi decide di trasferirsi dopo l’esilio da Firenze. Una grande storia dell’arte che, qui, arriva fino a Mantegna. Arte e politica, cultura e società, del resto, sono sempre state conseguenza l’una dell’altra. E gli artisti i maggiori testimoni di ogni tempo. Di fatto, quando si guarda un cielo affrescato stellato, l’immediato rimando non può che essere quello dei dipinti di Giotto. Recensione ❯
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Un coming of age adolescenziale sulle strade di Roma e dell'amatissimo noir americano. Espandi ▽
In una Roma torrida inondata da rifiuti e monopattini elettrici, Al è un sognatore seriale che sente di essere destinato al successo. Quando assiste impotente allo sgretolamento del suo sogno di sfondare con la sua rock band, il destino gli indica una seconda strada: un telefono in cui ci sono le prove di un delitto. Con la conoscenza dei noir dalla sua, Al si convince di poter risolvere il caso. Appena inizia le indagini incontra Betty, una giovane outsider amante dell'avventura, tramite un'app di incontri. Entrambi in cerca di un posto nel mondo, si addentrano in un mistero che presto si rivelerà oltre la loro portata. Recensione ❯
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Un film a sketch sull'Italia di oggi. Un esperimento (riuscito) per chi lo ha realizzato e per chi lo deve guardare. Satirico, Italia2023. Durata 60 Minuti.
Il nuovo progetto de "Il Terzo Segreto di Satira", uno special satirico, non a episodi, ma a intrecci. Espandi ▽
Dodici quadri, uno dentro l’altro. E poi in ogni quadro il suo opposto, il negativo satirico che ne ribalta la visione e il senso, così i migranti forse non sono tutti migranti, gli imprenditori non pensano e agiscono smart, green e open-minded, gli spot vogliono dire il contrario di quello che annunciano. Dodici pezzi facili di comicità su politica, lavoro, ambiente, diritti. Domino 23 è un esperimento. Per chi lo ha realizzato, per chi lo deve proiettare e per chi lo deve guardare. Un esperimento che aggiorna le ambizioni del collettivo Il Terzo Segreto di Satira. Già, perché c’è sempre da esplorare e reinventare, soprattutto in un sistema audiovisivo alla caccia di contenuti cross-mediali, ibridi, da sfruttare più e più volte in modo esponenziale su differenti canali, formati, device. Tra momenti alti e dolorosi (il segmento sui giornalisti), citazioni pop raffinate e non (Full Metal Jacket e Get Out), si va avanti veloci in questa ora fatta di pezzi più riusciti e altri meno efficaci, tutti comunque alla ricerca di un angolo fatale, letale, dal quale mostrare la realtà italiana di oggi. Recensione ❯
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Vittorio, un uomo sui quarantacinque anni, un borgataro, una mattina si avvia da via del Mandrione, a
piedi, per raggiungere il Rio della Grana, di cui conosce genericamente l'ubicazione. Espandi ▽
Un gruppo di ragazzi romani si aggira per le zone periferiche della Città eterna bighellonando senza lavoro, battibeccando e perdendosi lungo le strade assolate di un'estate senza prospettive. Il punto di incontro è un bar con una cameriera che non vuole servire chi non ha i soldi per pagarle le consumazioni; il mezzo di trasporto, oltre alle proprie gambe, è un'automobile a corto di benzina il cui proprietario cerca di vendere il suo crick per fare quattro soldi.
Fra sogni ricordati dai protagonisti che suscitano gelosie e preoccupazioni e trame di capolavori cinematografici come Mamma Roma, Accattone e La Ricotta raccontate dall'unico over-30 del gruppo la giornata trascorre nella calura e nell'inedia, consumandosi in litigi, battute e dinamiche relazionali fra i ragazzi che sembrano avere fra di loro legami estemporanei.
Daniele Costantini mette in scena un gruppo di studenti di un'accademia di cinema romana. Purtroppo però il lungometraggio mantiene tutte le caratteristiche del saggio di fine corso, a cominciare dall'impianto fortemente teatrale e dall'utilizzo di dialoghi enunciati in quel romanesco che caratterizza ormai gran parte della produzione scolastica della Capitale. Recensione ❯
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Cosa può accadere in un mondo in cui la distanza tra il virtuale e il reale si annulla? Espandi ▽
FoXMinD è il nuovo campione degli E-Games. Sulla piattaforma Zzip, la più seguita e commentata, si parla solo di lui e di come abbia sottratto lo scettro a B4arD_Out_OF_TuN3, ora in cerca di riscatto. La scalata è così feroce che quando FoXMinD annuncia di voler creare una squadra di giocatori, l'hype è alle stelle. Nascono così i Wind Arrows. La notte dopo l'ultimo torneo mondiale di E-Games, tutto cambia: un gruppo di cyber-rivoluzionari, i Deep Oblivion, rapiscono otto tra i più famosi gamer per farli scontrare in modalità deathmatch dentro un'arena segreta.
Ogni elemento del film è altamente riconoscibile, eppure tutto viene dilatato a dismisura per sopperire a quello che invece manca.
Braschi scrive di un deathmatch che non parte dall'arena ma dal mondo che c'era prima, eppure dimentica di dare spessore reale, affilato, ai suoi personaggi. Così tutto rimane lì, tutto è quello che è: già visto ma non elaborato, già sentito ma non vissuto, già prodotto ma non riappropriato. Un colpo alla testa indolore e torni a (ri)vedere altro. Recensione ❯
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Un'esperienza immersiva in un disastro fitosanitario che costringe a rivedere il nostro stile di vita. Documentario, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella Piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l'arrivo dell'epidemia. Espandi ▽
Nel Salento è in corso un'emergenza fitosanitaria causata dal batterio xylella, che priva le piante di ulivo di idratazione fino al disseccamento. Le ricadute sono ambientali, economiche, sociali, paesaggistiche. E l'infezione botanica, contro cui non esiste ancora una cura, continua la sua avanzata verso nord, vista con preoccupazione dai Paesi del Mediterraneo e dalla Comunità europea. Forse in nessun altro territorio la crisi è evidente come nella Piana degli ulivi monumentali, fra Bari, Brindisi e Taranto, dove si trovavano piante che arrivavano ad avere due secoli anni, come il cosiddetto Re. Recensione ❯
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L'assenza materna sublimata dall'immaginazione di una Roma acquatica e di un pianeta della cura. Un esordio sorprendente. Documentario, Italia, Lituania2023. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una sera d'estate di molti anni fa Roma è deserta: una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia attraversa la città per salvarla. Espandi ▽
"Quando vedo Roma vedo mia madre. E' così da quando lei è morta". Una sera d'estate di molti anni fa: la città è deserta, è in corso la finale del campionato del mondo di calcio. Una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia, nel buio della notte, attraversa Roma: vuole trovarla e salvarla. Virginia deve attraversare le profondità delle acque, della storia, dei miti, delle sciagure e dei bagliori vitali di una Roma senza tempo. Così può vedere di nuovo sua madre che emerge dall'oscurità del Tevere per volare verso Amor, "il pianeta della cura" circondato dall'acqua e dove le vie, le piazze, le fontane ricordano quelle di Roma e gli animali sono liberi di circolare. Recensione ❯
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