Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Federico Moccia |
Attori | Simone Montedoro, Daniela Virgilio, Aida Folch, Corinne Cléry, Maurizio Mattioli Alessio Di Domenicantonio, Pep Munné, Pepa López, Marco Giuliani. |
Uscita | giovedì 14 settembre 2023 |
Distribuzione | RS Productions |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,09 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 settembre 2023
Filippo e Michela sono marito e moglie prossimi alla separazione e genitori di Francesco, che ha nove anni, un carattere vivace ed è molto furbo. In Italia al Box Office Mamma qui comando io ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 32,9 mila euro e 12,2 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Filippo (Simone Montedoro) e Michela (Daniela Virgilio) hanno un figlio, Francesco (Alessio Di Domenicantonio), un bambino furbetto e vivace, e si stanno per separare. In tribunale, nell' impossibilità di capire chi è il genitore giusto con cui il bambino debba vivere, il giudice sorprendentemente assegna la casa proprio al bambino e stabilisce che saranno madre e padre ad alternarsi ogni lunedì dentro casa. Ora il boss della casa è un bambino di nove anni...
La separazione dei genitori vista dagli occhi di una bambino è al centro del nuovo film di Federico Moccia che, per il suo settimo lungometraggio, si rivolge al pubblico di tutta la famiglia. Ma a uscirne peggio è proprio la generazione più adulta, paradossalmente la più bambina.
Il settimo lungometraggio diretto da Federico Moccia prende spunto da un'insolita sentenza del Tribunale di Matera che nel 2018, in un caso di separazione consensuale, aveva previsto che la casa di famiglia venisse affidata al figlio minore facendo alternare i genitori settimanalmente. Anticipando di fatto i principi della cosiddetta "bigenitorialità perfetta" portati avanti dal disegno di legge Pillon, poi affossato. Naturalmente tutti gli aspetti legali e sociali che sottintendono questi temi non vengono minimamente affrontati nella sceneggiatura che il regista ha scritto con Luca Biglione e Giorgia Colli.
Questa volta, l'autore di Tre metri sopra il cielo assume il punto di vista del bambino di nove anni che vorrebbe, come tutti i suoi coetanei in quella situazione, rivedere insieme il papà e la mamma perché vivano tutti felici e contenti. Proprio per avvicinarsi a questo pubblico più piccolo, Mamma qui comando io sceglie di edulcorare tutti i conflitti, in primis quelli di coppia che si limitano al dentifricio che si secca perché il coniuge si dimentica sempre il tappo. Insomma niente che alla fine non si possa rimediare.
Così il piccolo Filippo ha gioco facile nel cercare di far riavvicinare i suoi genitori che, intanto, seguono tutta la trafila dei neoseparati con il sondaggio di altri partner diversamente interessanti e interessati. Certo, a ben guardare, la storia pensata da Moccia raffigura il mondo dei genitori come se stessero ancora alle scuole medie, preda di sentimenti che non riescono ancora bene a elaborare. In questo senso il mondo dei bambini risulta largamente più adulto e consapevole non fosse altro per le frasi che gli vengono messe in bocca e che naturalmente non direbbero mai con quella sicumera.
C'è però un altro mondo che il film racconta bene come non spesso capita, quello dei nonni. E, fortunatamente, c'è un po' più di cattiveria in questa parte del racconto soprattutto con la madre del protagonista che non aspettava altro che la separazione per proporre al figlio finalmente un matrimonio di vera convenienza. Sarà forse un caso ma sono proprio il padre di lei (Maurizio Mattioli) e la madre di lui (Corinne Clery) a tenere in piedi il film, anche come performance attoriali. In questo senso è giusto sottolineare la consueta bravura di Maurizio Mattioli nei tempi e nei modi in cui porge le sue sarcastiche battute ma anche quella di Corinne Clery, molto equilibrata tanto da far dimenticare il suo ruolo da strega.
Dal punto di vista registico, Moccia sceglie un'elementarità che appiattisce la storia e che non rende onore neanche al pubblico dei più piccoli abituato a una narrazione visiva già più complessa. Ma forse l'utilizzo insistito dei droni per riprendere la casa dall'alto e contestualizzare così la location nelle singole scene è un atto d'amore verso l'estetica delle sit-com americane alle quali sarebbe stato bello che il film si fosse conformato anche nella scrittura dei dialoghi privi di qualche accenno un po' più surreale che i semplici giochi di parole dei detti, appunto detti male.
Rimane invece qua e là qualche traccia di verità nello scollamento dei rapporti dettato dalla routine, negli innamoramenti che si hanno da bambini, nello sguardo, sconfortato, che i piccoli hanno verso gli adulti e le loro piccole miserie.
Da Scusa ma ti voglio sposare (2010), sequel di Scusa ma ti chiamo amore (2008) con Michela Quattrociocche che fiammeggiava con Raoul Bova alla commedia Universitari- Molto più che amici (2013). Dal mondo, appunto, degli universitari e dei ventenni Federico Moccia approda questa volta a quello dell'infanzia e dei bambini con Mamma qui comando io, prodotto da Alexandra Cinematografica, Neo Art Producciones [...] Vai alla recensione »
Genitori separati e figli disperati che, quando s'improvvisano pacieri della quiete familiare, diventano goffi come la pubblicità di una Barilla che vivaddio deve vendere il biscottino mentre Moccia finisce per vendere un film dalla trama inutile. Condito con attori che recitano peggio di sceneggiati e serie tv (e si è detto tutto). Insomma, un'ora e venti buttata insieme ai soldi che servono a far [...] Vai alla recensione »
Federico Moccia pare oggi Benjamin Button. Partito dagli adolescenti di Tre metri sopra il cielo e di Amore 14, li ha seguiti fino all'università (Universitari - Molto più che amici, il suo buco nero), ma da lì è tornato indietro, ai liceali di Non c'è campo e, ora, al piccolo Francesco, nove anni. A lui, spunto curioso dalla cronaca, il giudice assegna la casa, costringendo i "separandi" mamma (Daniela [...] Vai alla recensione »