Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Lituania |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Virginia Eleuteri Serpieri |
Attori | Laura Riccioli, Odetta Tunyla . |
Uscita | giovedì 4 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Stefilm International |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,44 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 28 marzo 2024
Una sera d'estate di molti anni fa Roma è deserta: una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia attraversa la città per salvarla.
CONSIGLIATO SÌ
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"Chiudete gli occhi e pensate a Roma. Cosa vedete? Un monumento? Una strada? Una piazza? Ci sono le persone? Io quando penso a Roma vedo mia madre". Sono tra le prime parole della voce fuori campo che accompagna lo spettatore attraverso Amor. A parlare in prima persona è la regista, Virginia Eleuteri Serpieri, classe 1974, romana, diplomata in tecnica del suono al Centro Sperimentale di Cinematografia. Era una sera di luglio del 1998 quando sua madre Teresa uscì di casa per l'ultima volta. Il suo corpo venne poco dopo ritrovato nel Tevere. Venticinque anni dopo, la regista torna ai motivi di quell'atto e al loro rapporto. Per raccontarli in linguaggio cinematografico, non percorre la strada già battuta del video diario cronologico, ma reinventa un (doppio) mondo a partire dalla metafora della relazione, identica e speculare, rivelata progressivamente, tra il fiume e la città. In un incedere a strappi, e lungo un arco temporale molto esteso, il film si fa quindi discesa vertiginosa tra le acque del Tevere, i suoi miti fondativi, i cittadini che lo hanno frequentato e ancora lo abitano, le architetture di palazzi che sono navi, i precedenti storici di alluvioni, le vie d'acqua d'ingresso alla città. E ovviamente, il catalogo sterminato, quasi debordante, di monumenti, sculture, fontane, reperti artistici che la capitale generosamente offre agli occhi di tutti.
Amor dà forma cinematografica alla mancanza di un oggetto d'amore perso precocemente, e fa dialogare tra loro materiali dalle provenienze più varie: archivi familiari, filmati istituzionali, fotografie, incisioni, riproduzioni di dipinti, cartoline, e soprattutto sequenze girate oggi in pellicola Super8mm, ad aggiungere un livello estetico e temporale all'altro.
Roma si rovescia infatti in Amor, un immaginario pianeta della cura, dove l'acqua è allegoria del nutrimento umano, del calore che è mancato, della carenza di attenzione su cui l'autrice si interroga. Amor è fantasioso ribaltamento di una capitale convenzionalmente descritta come cinica, insensibile. L'acqua intanto pervade ogni tempo e ogni ambiente, anche in suggestive sequenze da installazione videoartistica, composte di dissolvenze e sovrimpressioni tra i paesaggi di volti umani (in particolare quello di Odetta Tunyla, che interpreta Teresa) e fondali che contengono mondi, ricordi, detriti.
Le protagoniste di Amor sono due: la regista Virginia Eleuteri Serpieri e sua madre Teresa, che in una sera di luglio del 1998 si gettò nel Tevere senza più riemergere. L'una guarda l'altra: la prima dalla posizione di autrice e voce narrante, la seconda dalle foto che la immortalano giovane e bellissima, con uno sguardo penetrante e forse accusatorio.
Raramente la pratica dell' utilizzo del materiale d'archivio, attraversata nel lungo e nel largo delle sue potenzialità espressive (documento, ricordo, testimonianza, immaginario ) si è trasformata in un processo vivo e vibrante come in Amor di Virginia Eleuteri Serpieri: un'immersione verticale negli spazi e nei tempi di una storia che segue l'orizzonte spostato e spossato di un viaggio al termine [...] Vai alla recensione »
Elaborazione del tutto. Raffinata riflessione teorica sul senso delle immagini. Indagine antropologica di Roma e dei Romani. Si muove su tre livelli interconnessi, interdipendenti Amor, titolo palindromo, si capisce per Roma, "il pianeta della cura". Un doc che è un confessionale aperto, senza remore, verso l'Urbe e il materno. Un amor-odio in bilico tra l'ammirazione per la caotica monumentalità [...] Vai alla recensione »
Una sera d'estate di venticinque anni fa, Teresa attraversa una Roma deserta fino a raggiungere le sponde del Tevere e si abbandona alle sue acque. Oggi, sua figlia Virginia tenta di riportare a galla dagli abissi del fiume e della memoria l'immagine di sua madre e dare un senso a quell'assenza, riempire un vuoto lungo una vita. Per farlo, squarcia il tempo dei ricordi e della Storia, e lo ricuce insieme [...] Vai alla recensione »