Una donna comincia a stravolgere la propria vita quando scopre la doppia vita che conduce il marito. Espandi ▽
Un thriller psicologico che affonda con gusto nel cliché melodrammatico e sembra prendersi sul serio anche mentre si espone al rischio della farsa. Un film stavolta a colori, ma che guarda ancor più al passato. Civeyrac gioca di maniera, a tendere verso il classico, specialmente tramite la sempre più ingombrante colonna sonora. Ma il suo - grande intenditore musicale - è un riff sulla contemporaneità, quella della donna del titolo, che in preda alla gelosia reagisce in modo inaspettato e produce una seconda parte di film che lascia esterrefatti. L’arco finale diventa un labirinto di specchi tra uomini e donne, tra colpevoli e vendicatori, che si risolve nel modo più catarticamente diretto, in un film che di diretto non ha nulla e che nel suo coraggio decisamente sui generis trova una rara essenza cinematografica. Recensione ❯
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Un appassionante coming of age ricco di colpi di scena tra intrighi di corte, scandali e manovre politiche, con una grande protagonista. Drammatico, 2022.
L'affascinante e mai narrata storia dei primi anni di vita della regina più iconica d'Inghilterra: Elizabeth Tudor. Espandi ▽
Elizabeth viene svegliata nel cuore della notte: suo padre è morto. Inizia la scalata al potere tra i fratelli: mentre il piccolo Edoardo VII sale al trono, Elizabeth e sua sorella Mary si troveranno a rivaleggiare a distanza, fino all'esito che conosciamo.
Ogni puntata restituisce sullo schermo la fitta concatenazione di trame, malefatte, intrighi di corte e di letto, scandali, manovre politiche e psicologiche, brame di potere di astuti consiglieri e sanguinarie congiure tra fratelli.
Attende invano chi si aspetta di vedere il biopic della regina Elisabetta I e la sua ascesa al trono: l'incoronazione non arriva neanche all'ultima agognata puntata - l'ottava - a sottolineare come la volontà specifica di questo affresco storico convincente e maestoso (sin dai costumi, firmati Bartholomew Cariss) sia raccontare il cammino emotivo e psicologico percorso dalla futura regnante. Recensione ❯
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Una donna parte per un viaggio in Norvegia per comprendere meglio la profondità dell'amore che prova per un uomo. Espandi ▽
Da qualche tempo tra Hélène e Mathieu le cose non funzionano. Il male che divora Hélène ha intossicato la loro relazione. Lei vorrebbe solo andar via, lui vorrebbe tanto che lei restasse. Affetta da un male incurabile, che le impedisce progressivamente di respirare, Hélène parte per la Norvegia in cerca di pace e di una conclusione degna della vita che ha vissuto. Mathieu non approva ma cede alla sua ultima volontà.
La regista Emily Atef mette insieme con maestria un film solare e tragico al contempo, che riesci a porre con delicatezza delle domande esistenziali che toccano la vita di ognuno. I due attori protagonisti, Vicky Krieps e Gaspard Ulliel, incarnano perfettamente il dolore che accompagna le scelte più difficili e la relativa accettazione.
La tragica e recente scomparsa di Ulliel lascia al film un gusto involontariamente simbolico e congeda il più viscontiamo degli attori francesi. Recensione ❯
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Ali Wong interpreta Erin da adulta, quella che diventerà una volta cresciuta la 12enne Erin Tieng. Espandi ▽
All'alba dopo la notte di Halloween del 1988, quattro ragazze escono di casa in bicicletta per il loro giro di consegna dei quotidiani nel sobborgo di Cleveland. Quando il cielo prende improvvisamente un colorito violaceo, le ragazze si ritrovano in mezzo a una sorta di guerriglia tra due fazioni dotate di strane tecnologie, e non sarà che l'inizio di una cavalcata tra viaggi temporali. Liberissimo adattamento dell'omonimo fumetto di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang, Paper Girls è anche la risposta più femminile e adulta a Stranger Things, con meno fantasy e più sci-fi. Gli otto episodi della prima stagione riprendono la vicenda della serie a fumetti e le sue protagoniste, ma introducono molte varianti, anche perché il fumetto era scatenato nel buttare su carta mostri giganti, robot enormi, dinosauri, navi volanti e chi più ne ha più ne metta. Paper Girls – per ora per lo meno – non ha il budget per affrontare una simile sfida ma rimane sempre fedele al cuore della storia originale, che racconta di una guerra temporale ma soprattutto di uno scontro intergenerazionale tra vecchi conservatori e giovani smaniosi di cambiare le cose, i primi detentori del potere e i secondi disposti a rischiare tutto per i propri ideali. Recensione ❯
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Un giovane ragazzo si trova improvvisamente a dover badare a due sorelle nella Tunisia post-rivoluzione. Espandi ▽
Il film di Lotfy Nathan restituisce con asciutto realismo le criticità della stagione successiva alla Primavera Araba, trasferendo nella storia di Ali quella di una nazione. Ali è un uomo in trappola, costretto all’illegalità per sopravvivere, di fronte a uno Stato impotente (l’ufficio di collocamento non può aiutarlo a trovare lavoro perché lui non ha istruzione) oppure apertamente ostile (gli agenti di polizia pretendono da lui una tangente). La sua storia individuale diventa la storia di un popolo, di una nazione dove nemmeno la caduta del regime e la democratizzazione del sistema politico hanno prodotto i cambiamenti sperati. Nel ruolo di Ali, l’attore franco-tunisino Adam Bessa offre un’intensa interpretazione, portando sul volto i segni di un’insofferenza sempre più pulsante, come una pentola a pressione sul fuoco pronta ad esplodere. Recensione ❯
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Una relazione padre-figlia raccontata attraverso un un road-trip in Canada verso un festival di corse di camion. Espandi ▽
Rodeo sarà anche incentrato su una famiglia disfunzionale, ma ha il sapore di un road movie ispirato ai rodei urbani delle periferie canadesi, una sorta di sottocultura diffusa nelle comunità a basso reddito in cui i camion occupano le strade, gareggiano e compiono acrobazie rischiose. Chiaramente esperta del suo argomento, la regista dipinge un ritratto senza fronzoli del mondo dei camionisti, iniettando nella sua narrazione tensione e poesia. Se il film della Paquette tocca il cuore, è soprattutto grazie alla recitazione naturale della sua coppia. Oltre a queste memorabili prove attoriali, Rodeo è messo in scena con sicurezza, ben supportato dalla gestione del piccolo spazio della cabina e da un'abile fotografia che sfrutta il paesaggio desertico e la frenetica competizione di questi autoveicoli. Punteggiata da deviazioni che evocano una suspense ansiogena, la storia risulta essere tremendamente convincente. Recensione ❯
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Due uomini condividono non solo la stessa via di casa ma anche una medesima sorte. Espandi ▽
Nel quartiere popolare dei ‘Bois du Temple’, alla periferia di Parigi, un gruppo di amici avvezzi alla criminalità pianifica l’assalto a un furgone portavalori carico di soldi e gioielli di proprietà di un ricco principe arabo. Il colpo riesce ma insieme al bottino c’è anche una valigetta piena di documenti top secret che il principe vuole assolutamente recuperare. Il regista muove i suoi personaggi, piccoli ladri che da predatori diventano prede, mentre su tutto aleggia un senso di tragedia inesorabile che si protrae fino alla fine. Nella fatalità con cui i predatori diventano prede emerge il cuore di un film circolare, finché a interrompere la spirale di violenza e morte interverrà proprio il protagonista. Recensione ❯
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Una riflessione sul rapporto tra fede e razionalità che sintetizza tutto il pensiero di un grande autore. Drammatico, Polonia, Israele, Italia2022. Durata 87 Minuti.
Un uomo vicino alla terza età riallaccia i rapporti con un giovane cugino genio della matematica. Questa frequentazione cambierà entrambi. Espandi ▽
L’ottantaquattrenne Zanussi prosegue la sua ricerca interiore e torna a riflettere sul rapporto tra fede e razionalità. Lo fa questa volta chiarendoci già in apertura che Joachim (e di conseguenza anche David) sono dei “personaggi”. Zanussi cioè sta facendo cinema e si avvale di questi due caratteri per portare sullo schermo i temi che continuano a stargli a cuore. Il suo pensare alla morte come spartiacque che impone di affrontare la domanda sull’aldilà anche a chi pensa di aver compiuto tutti i possibili cosiddetti ‘peccati’ (cosiddetti perché se un Dio non c’è non ha senso definirli tali) torna in questa sua opera in cui fa fare sintesi del suo pensiero a un mendicante che si vede offrire una cospicua somma di denaro purché affermi che Dio non esiste. La sua risposta è di quelle che si ricordano. Recensione ❯
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Una testimonianza universale dei soprusi commessi in nome dello Stato. Senza slanci sentimentali e grande umanità. Biografico, Drammatico - Francia2022.
Un tragico fatto di cronaca e il successivo dibattimento giudiziario, sono al centro di una miniserie in quattro episodi fortemente politica e civile. Espandi ▽
Malik Oussekine è ventiduenne parigino, figlio di immigrati algerini ma cresciuto largamente in Francia. Nel dicembre 1986, dopo aver assistito a un concerto della mitica Nina Simone, si imbatte in una pattuglia di poliziotti in motocicletta, che decidono di inseguirlo anche se non ha nulla a che fare con i casseur. Finisce così pestato a morte e, per ottenere giustizia, suo fratello maggiore si affida a un rinomato avvocato. L'altro fratello e la sorella non trovano invece la stessa valvola di sfogo e interiorizzano il dolore quasi quanto la madre. Il ministro intanto fa il possibile per insabbiare le indagini...
Un tragico fatto di cronaca e il successivo dibattimento giudiziario, sono al centro di una miniserie in quattro episodi fortemente politica e civile, che contrappone la dignità della famiglia all'omertà delle istituzioni.
Questo eleva Oussekine oltre il caso specifico, pur cruciale, e ne fa una testimonianza universale dei soprusi commessi in nome dello Stato e destinati a restare più o meno impuniti. Recensione ❯
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Il film segue la relazione tra un padre e un figlio che sono entrambi direttori d'orchestra. Espandi ▽
François e Denis Dumar sono due direttori d’orchestra, ma sono soprattutto sono padre e figlio. Il loro rapporto, tutt’altro che idilliaco, è messo ancor più in discussione dopo un annuncio che rappresenta il sogno di una vita per chi ricopre un ruolo come il loro: la possibilità di dirigere un’orchestra al teatro alla Scala di Milano. Maestro(s) è un film sul potere, spesso salvifico, della musica, sapientemente usata, non solo come contorno, ma anche come vero e proprio protagonista. Una musica che la fa da padrona e che prende sempre più campo, intensificandosi nei momenti chiave della vicenda, quasi prepotentemente. E, sempre prepotentemente, quasi sparisce nel momento di dialogo centrale, come a voler lasciare spazio a chi ha davvero bisogno di un confronto. Quella messa in piedi da Bruno Chiche è un’opera riflessiva che, pur se prettamente drammatica, regala anche dei momenti più leggeri che aiutano a comprendere le tante sfaccettature di due personaggi tutt’altro che semplici, ma indubbiamente autentici. Recensione ❯
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Jessica Chastain e Michael Shannon nei panni del duo più noto della musica folk: George Jones e Tammy Wynette. Espandi ▽
Cresciuta in una fattoria di cotone nel Mississippi, Virginia Pugh è una grande appassionata di musica e fin da bambina è fan della stella del country George Jones. Dopo gli studi di canto e il matrimonio con l'autore di canzoni Don Chapel, Virginia riesce a iniziare la carriera da cantante sotto lo pseudonimo di Tammy Wynette. Nonostante una vita di abusi, grazie alla sua determinazione è divenuta una stella in ascesa del country: per questo, le viene offerto di aprire un concerto del suo idolo George Jones, che a causa dei problemi di alcolismo sta invece cominciando a perdere smalto. Fin dal primo incontro, tra i due nasce un'intesa che darà vita a una prolifica collaborazione artistica e a una storia d'amore intensa e tormentata, capace di superare i confini del matrimonio.
Profonda e mai pietista, la miniserie ricostruisce attraverso uno sguardo penetrante l'immagine dei due cantanti, senza dimenticare il contesto storico-sociale e regalando al pubblico delle performance attoriali di rara intensità.
Abe Sylvia firma un altro biopic di qualità, che pur non distanziandosi dai canoni del genere colpisce nel segno, dipingendo un duplice ritratto ricco di colori e sfumature. Impossibile rimanere indifferenti a George e Tammy. Recensione ❯
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La storia di un gruppo di portoghesi che nel 1974 si vedrà costretto a lasciare l'Angola. Espandi ▽
Il film di Carlos Conceição mette insieme cinema d’autore e cinema di genere, per raccontare attraverso codici riconoscibili quello che non conosciamo. I sette militari protagonisti del film sono tante cose assieme: l’ultima ondata di giovani cresciuta per innervare lo sfiancato Impero Portoghese vecchio di quasi seicento anni e la prima leva di portoghesi a non avere il respiro d’Oltremare addosso ma solo la spinta del rettangolo di terra della penisola iberica; la manu militari e il simbolo dell’oppressione coloniale come i primi anelli di una catena che unisce i portoghesi della madrepatria con quelli nati in Africa; l’afflato libertario della Rivoluzione dei Garofani e il riflesso delle pose fasciste del regime di Salazar. Sono, insomma, puro anacronismo Questo anacronismo, questo continuo sforzo decolonizzante, Conceição ce lo rivela attraverso il cinema più puro che ci sia. È un cinema, quello di Tommy Guns in particolare puramente transnazionale attraverso le sue immagini, ma fieramente decolonizzante con i grumi significanti che queste generano. Un cinema, assieme, del passato e del futuro, il cinema anacronistico di cui si ha bisogno. Recensione ❯
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La vita di una donna la cui esistenza sembra non cambiare mai. Espandi ▽
Sul finire degli anni sessanta, l’Indonesia sta uscendo da uno dei periodi più traumatici della sua storia, con il generale Suharto che assume il potere in via definitiva. Nella provincia di Giava occidentale, Nana vive una crisi personale e familiare. Insoddisfatta del marito, un uomo più anziano che ha sposato dopo aver perso la sua famiglia più di dieci anni prima, soffre del suo ruolo marginale in una ferrea organizzazione patriarcale. Un ritorno al passato e una strana amicizia con l’amante del marito la spingeranno a fare i conti con le proprie emozioni.
Con il suo talento in ascesa, la prolifica regista Kamila Andini continua a raccontare con orgoglio il suo paese, realizzando un melodramma classico fatto di pulsioni e tormenti che ribollono sotto una superficie di ordine ed eleganza materiale. In Before Now & Then l’idea di bellezza come forma contenitiva e opprimente si unisce a una vivace colonna sonora di strumenti a corda che evoca atmosfere alla Wong Kar-wai. Recensione ❯
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Dramma psicologico sul tema della fertilità. Espandi ▽
Un esordio alla regia danese rilancia il tema della procreazione assistita illuminando con lucidità e compassione un argomento sempre spinoso, riuscendo anche a dargli una veste cinematografica ricca di stile e di carattere. Non è da poco l’impresa della regista Cecilie McNair, che nei personaggi di Hannah e di Gry riversa una complessità psicologica altamente credibile e che ha molto di personale. Sono mani sicure quelle di McNair, chiaramente dotata della sensibilità necessaria per parlare di un tema che come pochi altri sa essere doloroso. In questo il film può contare su una sceneggiatura affilata come un rasoio e brutale nella sua linearità, senza mai fare sconti al personaggio di Hannah (bravissima la protagonista Danica Curcic). Recensione ❯
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Un'opera pregevolissima che indaga un universo del tutto inedito e animato da una forza immaginifica sbalorditiva. Drammatico, Colombia, Francia2022. Durata 86 Minuti.
Un ragazzo viene rinchiuso in un duro centro riabilitativo tra la foresta. Arriva anche un suo amico e con lui un passato che avrebbe voluto dimenticare. Espandi ▽
Eliù è un adolescente colpevole di omicidio, per questo motivo è detenuto in una struttura sperimentale in cui i carcerati (tutti adolescenti) alternano faticosi lavori manuali di ristrutturazione della stessa struttura, a sessioni di una strana terapia di gruppo. Un giorno El Mono, ex complice di Eliù, viene trasferito nel suo stesso centro, sancendo di fatto l’impossibilità di redenzione o di rieducazione del protagonista. Un’opera visivamente potentissima che inabissa lo spettatore in un fetido carcere nei meandri della giungla colombiana. Un film che indaga un universo del tutto inedito e animato da una forza immaginifica sbalorditiva. Il fatto che si tratti di un’opera prima fa sperare eccezionalmente per i futuri lavori di Andrés Ramírez Pulido. Promettente. Recensione ❯
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