Tommy Guns

Film 2022 | Drammatico 120 min.

Regia di Carlos Conceição. Un film Da vedere 2022 con Anabela Moreira, João Arrais, Miguel Amorim, Leonor Silveira, André Cabral. Cast completo Titolo originale: Nação Valente. Genere Drammatico - Portogallo, Francia, Angola, 2022, durata 120 minuti. - MYmonetro 4,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 maggio 2023

La storia di un gruppo di portoghesi che nel 1974 si vedrà costretto a lasciare l'Angola.

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA 3,50
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Puro e transnazionale. Un cinema del passato e del futuro di cui sente il bisogno.
Recensione di Luigi Coluccio
lunedì 15 maggio 2023
Recensione di Luigi Coluccio
lunedì 15 maggio 2023

Siamo nel 1974 e il secolare Impero Portoghese sta finalmente arretrando. Da Timor al Mozambico, dalla Guinea-Bissau a Capo Verde, le province d'oltremare reclamano l'indipendenza, mentre nella madrepatria infiamma la Rivoluzione dei Garofani. In Angola, invece, sembra essere diverso: sono quattrocento anni che i portoghesi hanno occupato questo enorme spazio africano, e per alcuni dei soldati di stanza lì non sembra essere passato nemmeno un giorno. Sono giovani, giovanissimi. Agli ordini di uno spigoloso e ruvido colonnello, i sette militari si allenano, pattugliano e combattono i ribelli separatisti che vogliono un'Angola libera e indipendente. Ogni tanto qualcuno dei giovani soldati arriva fino al muro infinito che sembra circondare tutto il loro orizzonte e da cui è impossibile uscire. Succedono cose strane, lì nell'oltremare africano. Spariscono bambini, i morti dei nativi sembrano tornare in vita. I sette vogliono valicare il muro, tornare a casa. Ma in quale terra e, soprattutto, in quale tempo?

Il film di Carlos Conceição mette insieme cinema d'autore e cinema di genere, per raccontare attraverso codici riconoscibili quello che non conosciamo.

Quando finisce l'epoca del colonialismo? Nel 1960, l'anno dell'Africa, con l'indipendenza dal giogo europeo di ben diciassette nazioni? Nel 1997 a Hong Kong con il passaggio della città dal Regno Unito alla Cina? O nel 1999 quando Macao imbocca lo stesso processo? Carlos Conceição, sceneggiatore e regista di Tommy Guns, non ha dubbi al riguardo - anzi, i dubbi li provoca dentro tutti gli altri, dagli spettatori agli stessi protagonisti del film.

La libertà dell'Angola, il paese dove Conceição è nato e cresciuto, è arrivata sì nel 1975 assieme a quelle del Mozambico e della Guinea-Bissau, ma non basta il momento della "flag independence" per decretare la fine del dominio portoghese sulle sue ex-colonie. Ci sono i simboli del cattolicesimo da scrostare via, i forti militari da ripopolare, le nenie funebri da ricordare e intonare di nuovo. La decolonizzazione, ci mostra Conceição, è un processo che investe tutto e tutti, in divenire ancora oggi, a cui il cinema può dare un'altra piccola e spettacolare spallata.

I sette militari protagonisti del film sono tante cose assieme: l'ultima ondata di giovani cresciuta per innervare lo sfiancato Impero Portoghese vecchio di quasi seicento anni e la prima leva di portoghesi a non avere il respiro d'Oltremare addosso ma solo la spinta del rettangolo di terra della penisola iberica; la manu militari e il simbolo dell'oppressione coloniale come i primi anelli di una catena che unisce i portoghesi della madrepatria con quelli nati in Africa; l'afflato libertario della Rivoluzione dei Garofani e il riflesso delle pose fasciste del regime di Salazar. Sono, insomma, puro anacronismo, perché se la brama coloniale di possedere politicamente una nazione altra è oramai impossibile da sostenere, l'asservimento culturale e identitario agisce su un piano più subdolo, virale, strisciante. E di cui si è vittime consapevoli come portatori sani.

Questo anacronismo, questo continuo sforzo decolonizzante, Conceição ce lo rivela attraverso il cinema più puro che ci sia. Non ammassando rozzamente frame e sequenze da altri autori e cinematografie, no, piuttosto addensando cautamente intere poetiche, momenti di visioni del mondo che servono a lui e soltanto a lui: da Apocalypse Now agli zombi di Thriller, dalle gioventù di Peter Weir alle reminiscenze di Apichatpong Weerasethakul, ogni cosa è messa lì come avevamo imparato a conoscerla ma solamente spostata di qualche grado, per guardarla di nuovo e in modo diverso.

Tommy Guns è infatti costruito non sulla lontana allegoria ma con la vicina metafora, perché quei soldati sono bloccati lì da un muro invalicabile che forse non agisce sullo spazio ma sul tempo, i nativi che ritornano in vita non lo fanno come zombie ma per la prima volta da reali possessori della loro terra, il forte non sta nella giungla che circonda Luanda ma sotto le autostrade poco fuori Lisbona.

Nelle due ore di lunghezza del film Conceição si concede tutto e il contrario di tutto, bramoso e affamato com'è di immagini da decostruire e ricostruire, attraverso una narrazione che non arriva mai ad essere ellittica proprio perché si dà tempo allo spettatore di assaporare tutti i piani dei simboli e delle metafore costruiti con cura, tempo e precisione - c'è la pulsione sessuale incestuosa tra una nativa di colore e un soldato bianco, la struggente intimità collettiva della prima notte con una prostituta, il feticcio occidentale di Brigitte Bardot e tanti altri pezzi di mondo, di mondi.

È un cinema, quello di Tommy Guns in particolare e di Carlos Conceição in generale, puramente transnazionale attraverso le sue immagini, ma fieramente decolonizzante con i grumi significanti che queste generano. Un cinema, assieme, del passato e del futuro, il cinema anacronistico di cui si ha bisogno.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 13 agosto 2022
Massimo Causo
Duels.it

Valorosa quella nazione che ferma il tempo, cristallizza la Storia, smaterializza il presente in un eterno ripetersi del suo dominio: ecco le magnifiche sorti non progressive di un gruppo di ragazzini in divisa, nidiata di soldati delle truppe coloniali portoghesi in Angola, protagonisti di Nação Valente di Carlos Conceição (in Concorso a Locarno 75).

martedì 9 agosto 2022
Luigi Abiusi
Il Manifesto

Il cinema di Carlos Conceição, per quanto ancora incipiente, è tra i più affascinanti che si possano trovare in giro oggi per l'Europa, e non solo: estroso, sensuale, ancestrale, delinea ogni volta le tappe - traslucide o ctonie, sempre misteriose - di una sorta di avventura dello sguardo. Il suo debutto nel lungometraggio avvenuto a Berlino nel 2019 con Serpentario aveva chiarito la temperie di queste [...] Vai alla recensione »

martedì 9 agosto 2022
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Nella fine c'è sempre una recisione, la necessita di un taglio, la reazione violenta della rinuncia. Spesso associata ad un vuoto che prende corpo nella solitudine, il pensiero atterrito dai fantasmi, le fantasie infiltrate dalla paura. La fine dell'esperienza coloniale portoghese in Angola, ha nel film di Carlos Conceição l'inevitabile approccio traumatico della colpa.

sabato 6 agosto 2022
Giampiero Raganelli
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lunedì 15 maggio 2023
Luigi Coluccio

Un'opera pura e transnazionale che appartiene contemporaneamente al presente e al futuro. In anteprima al Bellaria Film Festival. Vai all'articolo »

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