Cocco e Stefano sono due amici improbabili legati da un unico obiettivo: arrivare a Samarcanda. Espandi ▽
Come in molto cinema on the road, non conta tanto la meta ma quello che accade tra i protagonisti. Quella tra Cocco (soprannome di Alfeo Carnelutti) e il regista Stefano Giacomuzzi, al secondo lungometraggio dopo
Sotto le stelle fredde, è la storia di un’amicizia che cresce alla distanza.
Pozzis, Samarcanda si costruisce sotto i nostri occhi.
Potrebbe interrompersi da un momento all’altro, riprendere e fermarsi di nuovo. Ha la spinta del road movie nelle soste, nei paesaggi attraversati, dalla Slovenia, alla Turchia, Georgia, Kazakistan e Uzbekistan. Cercando delle connessioni con altri film, possiamo rintracciarci quella vitalità di alcune commedie British fine anni ’90 come
Svegliati Ned o le immagini di Cocco in moto potrebbero uscire da un film di Kaurismäki. Ma forse uno dei pregi di
Pozzis, Samarcanda è che non somiglia a niente e nessuno e rappresenta qualcosa di unico, perché la storia e il vissuto di Cocco vengono prima di tutto.