Anno | 2013 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Sergio Rubini |
Attori | Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Pasquale Petrolo, Vanessa Incontrada, Sergio Rubini Bob Messini, Gianmarco Tognazzi, Margherita Buy, Valentina Cervi. |
Uscita | giovedì 9 maggio 2013 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,36 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 marzo 2014
L'imprenditore Biagio Bianchetti è da sempre rivale dell'affascinante Ottone Di Valerio. Una volta morto, avrà la possibilità di vendicarsi. In Italia al Box Office Mi rifaccio vivo ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 952 mila euro e 369 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Biagio Bianchetti è un imprenditore con una moglie, un cane e un complesso di inferiorità. A provocarlo è Ottone Di Valerio, ex compagno di scuola e sempre un passo davanti a lui. Dall'infanzia all'età adulta, Ottone ha accompagnato la vita di Biagio superandolo in qualsiasi prova e guadagnandosi il favore degli astanti. Competitivo fino al midollo ha deciso di giocare un brutto scherzo al rivale, proponendogli un affare destinato a naufragare come la sua esistenza, a cui Biagio decide di mettere fine affogandosi nel lago. Ma diversamente dalla terra, lassù qualcuno lo ama e decide di concedergli una seconda possibilità. Reincarnato nei panni di Dennis Rufino, un brillante manager a cui Ottone ha affidato le sorti della sua azienda, Biagio infila la via della vendetta. Quell'inedito punto di vista sposta la sua prospettiva, rivelandogli il mondo e le persone, quelle amate e quelle odiate, dietro la maschera. Turbato da quella rivelazione, deciderà di essere migliore migliorando chi diceva di odiare.
Lontano dalla sua terra e dalle sue radici mediterranee, Sergio Rubini scambia i corpi dei suoi protagonisti, giocando sul confine sogno-realtà, vero-falso. Come ne L'anima gemella il protagonista incarna l'altro da sé per ottenere qualcosa o qualcuno che lo farà davvero felice. O almeno così credono i personaggi di Rubini ossessionati dall'essere secondi nel cuore dell'amato o nell'attività imprenditoriale intrapresa. Dentro un'atmosfera new age, che si fa gioco del movimento e del suo pensiero positivo con guizzi e lampi di surreale leggerezza, il regista pugliese affronta il complesso di inferiorità già approfondito nel più ambizioso Colpo d'occhio e suggerito ne L'uomo nero, sazi di recriminazioni nei confronti di una certa critica della quale Rubini continua a indagare e a stigmatizzare il potere manipolatorio. Spostando la questione dal pubblico al privato il risultato non cambia, perché nelle equivalenti dinamiche relazionali che governano il microcosmo di un uomo che ambisce a costruire un'attività di successo, il rivale si impone come arbitro assoluto, decidendone cinicamente la sorte. E se ancora una volta l'abile oratore si rivelerà un venditore di fumo, la sicurezza di Ottone dissimula un'insicurezza patologica, a mutare è piuttosto la natura del giudicato, non meno meschina, manipolatrice e vendicativa del suo giudice-rivale. Con Mi rifaccio vivo Rubini sembra trovare la misura di un discorso che evidentemente gli sta a cuore ma a cui il regista non sacrifica il piacere del racconto e la centralità del punto di vista assegnato a Emilio Solfrizzi, uno dei volti più duttili ed empatici della nostra cinematografia, usato con una parsimonia che sfiora l'avarizia. Protagonista per la seconda volta dopo La terra nel cinema di Rubini, l'attore barese è il corpo agente di Lillo, 'suicidatosi' nel prologo e ridiveniente per fallire vita e azienda dell'invincibile uomo di affari di Neri Marcorè, fortunato e abbigliato al modo di Gastone. Acrimonioso come Paperino, il Bianchetti di Lillo incarnato da Solfrizzi e afflitto da un nemico elevato a persecutore si assumerà le proprie responsabilità coltivando una dimensione più etica della vita. Narciso capriccioso, il protagonista si specchia un'ultima volta nelle acque del lago e nel rancore che lo ha consumato, decidendo di fare il Bene dell'altro. Pur nelle imperfezioni non si può non riconoscere al cinema di Rubini un'innegabile magia che converge nella sequenza sul cornicione, realizzando un pezzo di cinema (comico) di straordinaria efficacia.
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Come sempre Rubini riesce a sorprendere! Questa volta lontano dai lidi natii come in Colpo d'occhio, Rubini mette in scena un tema assai caro all'artista - nello specifico dell'arte, tematica affrontata proprio in Colpo d'occhio e nel penultimo film L'uomo nero, e invece nell'ambito della rivalità femminile nell'Anima gemella - e sceglie come chiave narrativa [...] Vai alla recensione »
Si ride di gusto in questa gradevole commedia che ironizza , con levità, sul tema dell'invidia , della vendetta e della pacificazione . Non deluderà chi non cerca particolari approfondimenti , questa favola surreale, senza troppe pretese, che racconta la storia di Biagio ( un convincente "Lillo" ) imprenditore sfortunato&nb [...] Vai alla recensione »
In genere quando mi accingo a vedere una commedia italiana parto prevenuta perchè non mi aspetto nulla di eccezionale. Questa commedia invece è stata sorprendente! Sergio Rubini ha la stoffa per fare il regista, già Colpo d'occhio mi era abbastanza piaciuto, ma questo è anche superiore di qualità! Il tema è molto interessante e non banale.
Sergio Rubini riesce sempre a proporre film gradevoli senza ricercare inutili sofismi. E così Mi rifaccio vivo è un film molto semplice dove la storia scorre veloce facendo sempre sorridere ma lasciando, al contempo, un senso compiuto. La rivalità tra due uomini, uno sempre in corsa, ma che si muove secondo le regole, e l’altro, bello e vincente, si conclude con il suicidio [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta di un imprenditore che, da sempre in competizione con un suo vecchio compagno di scuola ed esasperato ed oppresso dai debiti, decide di suicidarsi. Una volta varcata la soglia dell'al di là, gli viene offerta l'opportunità di ritornare per una settimana sulla terra e vendicarsi di tutti i soprusi subiti dal rivale.
se questa è la nuova commedia italiana siamo messi male... anche sergio rubini inizia a fare film di bassissimo livello ,peccato era un autore molto promettente. ma in questo film ha sbagliato tutto ,sono molto deluso.... con questo film si è avvicinato molto ai livelli di neri parenti o dei vanzina ,e ho detto tutto....
Ho visto l'anteprima ieri sera a Roma al cinema Adriano e ne è valsa la pena. Ci sono delle aree migliorabili, ma ho trovato il film sicuramente delizioso! Vincente l'accoppiata Lillo Petrolo/Emilio Solfrizzi. Attenzione... Non fatevi ingannare dai titoli di coda quando partono... Consiglio di non perdere la sequenza finale del film perchè lascia una sensazione [...] Vai alla recensione »
undicesimo film di Rubini. diverso da altri a cui eravamo abituati. un pò una commedia con carattere prevalente comico in un contesto di un dramma: la crisi di un imprenditore che sivede scavalcare da un eterno rivale che, dalle elementari lo batte puntualmente su tutto. Maratona, matematica, fidanzata e infine il grande magazzino in città che fallisce rapidamente a opera di un altro [...] Vai alla recensione »
Pochi Euro e tante risate, perché se ridere fa bene, allora è il modo migliore per spendere pochi soldi e divertirsi di gusto, ecco in questa chiave, ho colto e apprezzato il buon lavoro del maestro Rubini, perchè considerando il budget, credo abbia fatto centro. Un film piacevole, scorrevole che esalta le doti artistiche di un poliedrico solfrizzi, dal quale nonostante una [...] Vai alla recensione »
Film simpatico con quel pizzico di originalità che hanno i film di Sergio Rubini. Il tema di non badare alle apparenze e di non giudicare a priori è reso perfettamente, con ironia; si possono trattare anche argomenti seri senza essere drammatici o celebrali. Bravo tutto il cast,Solfrizzi & co. confermano le proprie doti e Margherita Buy, dopo tanti ruoli drammatici, finalmente ripercorre le origini, [...] Vai alla recensione »
Ci sono andato di mala voglia , ma mi sono dovuto ricredere . Divertente , talora originale , di buon ritmo . Non tutti gli attori sono bravissimi , ma fa niente e poi a un film italiano senza una volgarità che sia una si può perdonare , giuseppe
Ancora una volta Rubini suscita risate e serie riflessioni. Sotto forma di favola contemporanea, sia avvia una storia leggera toccando temi molto serie, embletici di questa Italia scapestrata. E' un film veloce, per niente noioso, anche se il finale è prevedibile non ha importanza: la storia funziona! Le gag sono simpaticissime, gli attori bravissimi.
uno dei film più brutti che abbia mai visto (e di brutti ne ho visti tanti) : non un'idea, non un momento piacevole, non una batutta che non sia melensa e telefonata ... attori tutti giustamente a disagio dentro una sceneggiatura scialba e scontata dove il regista, in mancanza di altro e memore del fatto che "la fame fa ridere", ci propina due volte la stessa scena del povero Solfrizzi [...] Vai alla recensione »
Film che trasmette allo spettatore una bella positività!
Sergio Rubini è senza dubbio uno dei nuovi maestri del cinema italiano. Ha una cifra stilistica personalissima, capace di mescolare abilmente realismo e atmosfere fantastiche come pochi altri. "L'anima gemella" e "L'amore ritorna", prodotti tipici di questa commistione, sono due piccoli gioielli di creatività e fantasia.
Commedia che funziona, sia per lo script (cui ha partecipato lo stesso Rubini), sia per la messa in scena, che per la recitazione (su tutti Solfrizzi). Merce rara nel degradato panorama filmico italiano. Da prendere come esempio per chi ha voglia di cimentarsi in un genere (la commedia) che da anni langue con prodotti di pessima qualità!
decisamente mediocre questa commedia di Rubini scelta proprio perchè nonostante la non novità del tema vedeva proprio Rubini alla regia e come interprete e se in questo secondo ruolo si hanno i pochi momenti gradevoli del film per il resto la trama, assolutamente piena di luoghi comuni ed anche poco divertente, non riesce neanche a salvare l'interpretazione dei tanti pur bravi attori [...] Vai alla recensione »
Una commedia che definirei "classica", con tempi e meccanismi comici perfettamente calibrati e una squadra di attori in ottima forma. Si ride di gusto per tutto il film e il finale positivo non fa altro che confermare il tributo al cinema classico americano. A me personalmente è piaciuto molto e lo consiglio a chi vuole passare una serata piacevole e divertente.
.. la musica del mancato incontro finale, non è quella del Caligola di Brass (e che altro) ?
Sembra una buona commedia francese. Rubini ci sa fare come sceneggiatore e come regista. Comicità piccola, ma intelligente e più che discrete recitazioni. Una sorpresa Solfrizzi.
Un film non bellissimo, ma neppure orrendo! La storia è narrata garbatamente, la morale perbenista c'è, gli attori fanno il loro mestiere in maniera soddisfacente, quindi? la sufficenza se la merita. Certo Rubini ha fatto cose migliori, ma anche peggiori di questa.
una delle mie commedie preferite ..che altro aggiungere?
stimo Rubini, come attore, meno come regista. In questo caso penso che abbia girato uno dei più brutti film degli ultimi anni. Certo la colpa non è solo sua se "gente" come Neri Marcorè e Pasquale Petrolo (mamma mia....ma che ci fa al cinema?) fanno gli attori e non dovrebbero, e nemmeno colpa sua se G.Tognazzi che parla un improbabile siciliano nei panni di un mafioso strozzino è a dir poco ridicolo. [...] Vai alla recensione »
A Sergio Rubini il tema del doppio e del plagio sta particolarmente a cuore, basti pensare a L'Uomo nero o a le Anime Gemelle pellicole in cui si insiste su false identità e personalità multiple, ma in questo caso a risultare falso è l'intero film costantemente alla ricerca della trovata impossibile e di una consistenza narrativa mai trovata, non si ride e non si pensa ci si annoia nella successione [...] Vai alla recensione »
Commedia frizzante che non brilla, questa l'estrema sintesi del film di Rubini. Una storiella banale che non appassiona, discretamente recitata da attori non di primissimo piano.
Un film mediocre e senza senso, l'ennesima deluzione di Rubini che come regista continua a collezionare flop strepitosi. Il cinema non è una competizione ma di certo qualcun altro che abbia delle idee migliori ci sarà certamente, quindi Sergio, per favore, in nome dei tuoi bellissimi primi film, lascia spazio a qualcun'altro che abbia qualcosa da dire..
Ho sempre creduto che il vero problema della “nuova” commedia (all')italiana fosse la mancanza di autori, di scrittori, di sceneggiatori con uno spiccato senso di ironia feroce o passione per la satira di costume e forse, non ero del tutto sulla cattiva strada, ma per completare il quadro dell'attuale situazione, è necessario riflettere anche sul nostro parco attori.
Rubini sa far ridere senza volgarità, con grazia e leggerezza. Un film che ti diverte e ti fa pensare.
veramente poca roba, un filmetto per passare due ore, il tema, seppur interessante, e' affrontato con troppa superficialita'. Anche gli attori in alcune scene sembrano degli stupidi, poi molte cose non si spiegano. L'unica cosa che mi faceva ridere era il paradiso comunista, una genialata :)
E’ una commedia dall’umorismo surreale, giocato sulle interpretazioni sopra le righe degli attori, dove a mio avviso si salva solo Solfrizzi, vero mattatore di un film che antepone le scenette farsesche, alcune divertenti, altre eccessive ed evitabili, ad un tentativo, che però resta tale, di affrontare in modo un minimo efficace la tematica delle apparenze che ingannano.
decisamente noioso..le scene comiche sono pochissime,stavo per addormentarmi nel cinema..
Aspettative molto alte (anche perché apprezzo particolarmente buona parte degli attori nel cast) tremendamente deluse. Pur non avendo pagato (dato che ho usufruito della tessera 3) mi sono comunque pentito di aver buttato del tempo. La sceneggiatura è piatta, prevedibile e noiosa. In breve, una commedia che non fa ridere e che a tratti arriva quasi ad essere irritante; il tutto condito da un vicino [...] Vai alla recensione »
L'idea del film è carina, ma trita e ritrita in tanti altri... Ma l'idea di base si va a scontrare con le evidenti forzature nella trama.Dopo l'introduzione iniziale che sembra portarti in gag o situazioni esilaranti, c'è invece il risveglio in un film pieno di pause e di dialoghi che sembrano messe lì per allungare il brodo.
Sceneggiatura specchio della mancanza di idee della classe dominante italiana, speriamo in un immediato ricambio generazionale, bravi gli attori
saranno anche state le grandi aspettative date dal nome del regista e dall'ottimo cast di attori..ma una "robaccia" cosi non la vedevo da tanto...e talmente insopportabile che ci siamo alzate dalla sala in 5! trama stupida e insipida, recitazione pessima, battute di basso humor, e che altro? grandissima delusione..ma come mai Rubini? e come ha potuto Procacci produrre una progetto del genere.
Non so come si possa far uscire nelle sale una roba simile. Mai visto un film così brutto da anni a questa parte. Incommentabile!
Sergio Rubini a Roma, lontano dalle sue abituali cornici pugliesi. Più del solito però in una cifra comica che sa sempre tenersi in equilibrio fra una certa satira a degli spunti scopertamente surreali, tanto che Biagio, il protagonista, dopo essersi suicidato per debiti, arrivato in un singolarissimo Di là, ottiene il permesso di tornare in vita per una settimana grazie a una buona azione appena compiuta. [...] Vai alla recensione »
Commedie, ancora commedie, sempre commedie. Non è ancora stabilito se sia utile fronteggiare la crisi degli incassi ricorrendo al tipico (unico?) colpo in canna rimasto al cinema italiano, ma quando si legge il nome di Sergio Rubini è giusto concedere un surplus d'attenzione. L'attore, sceneggiatore e regista di Grumo Appula, infatti, possiede il dono della personalità ed è abituato a metterlo in campo [...] Vai alla recensione »
Da dove viene la storia del disperato che, dopo una morte violenta o un suicidio, viene ripescato da Dio o da un angelo che gli fa vivere una settimana sulla terra, ma dentro il corpo di un altro per capire i suoi errori e i veri valori della vita? Diciamo Goodbye Charlie di Vincent Minnelli? Nei panni di una bionda di Blake Edwards? Un po' del vecchio Frank Capra.
Della presentazione alla stampa di Mi rifaccio vivo, decima regia di Sergio Rubini, è stato messo molto in risalto quanto lo stesso attore-autore ha dichiarato per offrire una chiave di lettura del film: «una storia di pacificazione, in linea con il governissimo». Che sarà pure utile a creare richiamo in un mercato in cui se non si cattura immediata attenzione si passa subito a quello dopo, da friggere [...] Vai alla recensione »
Lillo (senza Greg) è un imprenditore raggirato dal suo eterno, antipatico, competitor fin da bambini (Neri). Decide di suicidarsi, ma l'angelo custode (Rubini) lo salva perché si redima e risolva i problemi finanziari. Reincarnato nel corpo d'un celebre socio del suo nemico, con le sembianze di Solfrizzi, il Lillo-Solfrizzi sfrutta questa chance per distruggerlo definitivamente, mentre scopre che è [...] Vai alla recensione »
Chi comanda in Paradiso? Karl Marx, che spedisce ai piani alti i poveri disgraziati, nei bassi gli industriali e rimanda sulla Terra chi ha ancora qualche conto in sospeso. Sergio Rubini si sposta di terreno e tenta la favola grottesca; ma il "paradiso può attendere" solo per chi ha il talento di un Frank Capra. Per un barese, al massimo si possono aprire le porte del Limbo dei film un po' survoltatati, [...] Vai alla recensione »
Imprenditore in crisi, Biagio Bianchetti (Lillo) decide di suicidarsi. Ma una Volontà Suprema, di cui è portavoce Karl Marx, gli offre una seconda possibilità: Biagio torna sulla terra sotto le mentite spoglie del manager filantropo Dennis Rufino (Solfrizzi), partner d'affari dell'affascinante Ottone Di Valerio (Marcorè), che sin dai tempi della scuola è il suo nemico giurato.
Se il nuovo film di Sergio Rubini avesse potuto esprimere un desiderio, avrebbe chiesto di essere un certo tipo di commedia americana anni ottanta, come ultimo tentativo di giustificare una serie di scelte che il cinema italiano e Sergio Rubini farebbero una gran fatica a spiegare. Una sceneggiatura carente, recitazione sopra le righe e una regia latitante contribuiscono a creare un certo disagio nell'assis [...] Vai alla recensione »
Il tema è tristemente attuale, soprattutto in questo 2013. Di notizie di imprenditori sul lastrico che si tolgono la vita, purtroppo, è piena la cronaca nera. Sergio Rubini prende questo spunto per virare, rapidamente, dalle parti della commedia, con un film che arditamente farebbe pensare al cinema di Frank Capra. Non è così, per via di una sceneggiatura sempliciotta, stranamente lenta (nella parte [...] Vai alla recensione »