reginan
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martedì 14 maggio 2013
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rubini, stella tra le stelle!!!!
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Come sempre Rubini riesce a sorprendere!
Questa volta lontano dai lidi natii come in Colpo d'occhio, Rubini mette in scena un tema assai caro all'artista - nello specifico dell'arte, tematica affrontata proprio in Colpo d'occhio e nel penultimo film L'uomo nero, e invece nell'ambito della rivalità femminile nell'Anima gemella - e sceglie come chiave narrativa la commedia a mo' di favola surreale, di racconto parossistico molto ben congeniato e dai risvolti etici.
La storia di Biagio Bianchetti, imprenditore suicida che non ne può più della vita perché non ha mai creduto in niente se non nel successo e quindi nella sopraffazione dell'altro, ambizione delusa dall'incontro sfortunato con chi a sua volta - cosa che si scoprirà a metà film - era vittima del dogma di essere primo, dogma instillato da un padre padrone, è una storia esemplare, nel senso che può capitare a chiunque, a chi, prigioniero delle logiche del capitalismo, abbia lo sguardo offiuscato e non riesce più a capire il valore di quello che ha, di sua moglie, dell'affettività, della vita insomma, tant'è che si uccide.
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Come sempre Rubini riesce a sorprendere!
Questa volta lontano dai lidi natii come in Colpo d'occhio, Rubini mette in scena un tema assai caro all'artista - nello specifico dell'arte, tematica affrontata proprio in Colpo d'occhio e nel penultimo film L'uomo nero, e invece nell'ambito della rivalità femminile nell'Anima gemella - e sceglie come chiave narrativa la commedia a mo' di favola surreale, di racconto parossistico molto ben congeniato e dai risvolti etici.
La storia di Biagio Bianchetti, imprenditore suicida che non ne può più della vita perché non ha mai creduto in niente se non nel successo e quindi nella sopraffazione dell'altro, ambizione delusa dall'incontro sfortunato con chi a sua volta - cosa che si scoprirà a metà film - era vittima del dogma di essere primo, dogma instillato da un padre padrone, è una storia esemplare, nel senso che può capitare a chiunque, a chi, prigioniero delle logiche del capitalismo, abbia lo sguardo offiuscato e non riesce più a capire il valore di quello che ha, di sua moglie, dell'affettività, della vita insomma, tant'è che si uccide. Non è un caso che quando Biagio oltrepassa la linea del reale e si ritrova in un aldilà che viene rappresentato come fosse un luogo di purificazione, un magnifico albergo dei primi del novecento dove ti indicano a che piano sei destinato per via della tua condotta sulla terra, ad accoglierlo ci sono proprio i nemici del capitalismo, Carlo Marx in persona! Ma le sorprese non si fermano qui e tutti i nodi che un tempo soffocavano la vita di Biagio si sciogleranno....
Il resto della storia va visto al cinema ma ciò che sorprende del film è la capacità del regista di raccontare un tema così profondo e drammatico - morte/vita - con brillante ironia, strizzando l'occhio allo spettatore per la serie di sciagurati e paradossali eventi a cui va incontro il suo tenerissimo protagonista e conducendolo verso il finale ad una riflessione nostalgica sull'esistenza e tutto ciò che ci lasciamo una volta finita.
Il film ha tanti registri ma la possibilità di coinvolgere un'eterogeneità di spettatori. Film consigliato soprattutto a chi ama il cinema e pretende dall'arte una parola in più per acchiappare il senso più profondo dell'esistente. Straordinari gli attori sia per la scelta - come in molti film di Rubini azzeccatissima e fuori dalle mode della nuova generazione di quarantenni che non sanno nemmeno cosa sia il teatro e spesso sono protagonisti di commedie di costume che montate una dietro l'altra equivalgono a una lunga serialità da vedersi tra un piatto di spaghetti e una birra e che non richiedono alcun approfondimento se non un'identificazione piatta con la scialba realtà che vivono - sia per la resa effettiva. Lillo attore surreale che in America farebbe tutti i film dei Cohen, Solfrizzi attore alla Jerry Lewis pochissimo utilizzato in questa sorprendente veste. Marcorè finalmente nei panni di un cattivo in realtà molto sfigato, e infine Rubini, attore poliedrico che vorremmo vedere più protagonista, perché stella tra le stelle. Un film che ricorda Capra, Wilder, Lubich, come molti critici hanno scritto. Assolutamente da non perdere e per il grande pubblico.
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(di daviderivi)
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lucyelisa
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lunedì 13 maggio 2013
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gradevole commedia
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Si ride di gusto in questa gradevole commedia che ironizza , con levità, sul tema dell'invidia , della vendetta e della pacificazione . Non deluderà chi non cerca particolari approfondimenti , questa favola surreale, senza troppe pretese, che racconta la storia di Biagio ( un convincente "Lillo" ) imprenditore sfortunato e maldestro suicida , che nell'adilà , grazie ali' intermediazione di una sorta di angelo custode ( Sergio Rubini) , ottiene un provvisorio ritorno a termine sulla Terra ,, per deciderne la destinazione finale nelle sfere celesti ; si reincarnerà in un manager di successo utilizzando , invece, questa opportunità per tentare di vendicarsi del suo perenne rivale Ottone ( Neri Maccorè ) , che lo ha sempre surclassato ed umiliato dai banchi di scuola all' attività imprenditoriale.
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Si ride di gusto in questa gradevole commedia che ironizza , con levità, sul tema dell'invidia , della vendetta e della pacificazione . Non deluderà chi non cerca particolari approfondimenti , questa favola surreale, senza troppe pretese, che racconta la storia di Biagio ( un convincente "Lillo" ) imprenditore sfortunato e maldestro suicida , che nell'adilà , grazie ali' intermediazione di una sorta di angelo custode ( Sergio Rubini) , ottiene un provvisorio ritorno a termine sulla Terra ,, per deciderne la destinazione finale nelle sfere celesti ; si reincarnerà in un manager di successo utilizzando , invece, questa opportunità per tentare di vendicarsi del suo perenne rivale Ottone ( Neri Maccorè ) , che lo ha sempre surclassato ed umiliato dai banchi di scuola all' attività imprenditoriale. Scoprirà le fragilità del suo rivale finendo per migliorarlo ed aiutarlo . Finale a sorpresa in un film buonista .Situazioni divertenti ed ironia sempre garbata . Spassosi la "direzione comunista " dell aldilà ed i dialoghi allo specchio tra l'anima di Biagio ( Lillo ) e la sua provvisoria reincarnazione ( Emiliio Solflrizzi ) che ricordano gli altrettanto spassosi dialoghi allo specchio di Steve Martin in " ho sposato un fantasma " ( che ha però , una verve comica decisamente più intensa ) . Bravi gli interpreti tra cui spiccano Solfriizzi ed il sempre eclettico Neri Maccorè,
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trammina93
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martedì 29 aprile 2014
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sorprendente!
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In genere quando mi accingo a vedere una commedia italiana parto prevenuta perchè non mi aspetto nulla di eccezionale. Questa commedia invece è stata sorprendente! Sergio Rubini ha la stoffa per fare il regista, già Colpo d'occhio mi era abbastanza piaciuto, ma questo è anche superiore di qualità! Il tema è molto interessante e non banale. Chi non vorrebbe avere una seconda possibilità dopo la morte per non avere più rimpianti e fare tutto ciò che non si è potuto fare nella vita terrena? Molte scene sono divertenti. Caratteristico è il modo in cui viene rappresentato l'aldilà, sicuramente originale. Proseguendo nella visione del film ci si rende conto anche che questo film trasmette dei messaggi che fanno riflettere, invita le persone a non cristallizzrsi in stereotipi, non tutti sono solo buoni e altri solo cattivi, tutti nascondono delle fragilità.
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In genere quando mi accingo a vedere una commedia italiana parto prevenuta perchè non mi aspetto nulla di eccezionale. Questa commedia invece è stata sorprendente! Sergio Rubini ha la stoffa per fare il regista, già Colpo d'occhio mi era abbastanza piaciuto, ma questo è anche superiore di qualità! Il tema è molto interessante e non banale. Chi non vorrebbe avere una seconda possibilità dopo la morte per non avere più rimpianti e fare tutto ciò che non si è potuto fare nella vita terrena? Molte scene sono divertenti. Caratteristico è il modo in cui viene rappresentato l'aldilà, sicuramente originale. Proseguendo nella visione del film ci si rende conto anche che questo film trasmette dei messaggi che fanno riflettere, invita le persone a non cristallizzrsi in stereotipi, non tutti sono solo buoni e altri solo cattivi, tutti nascondono delle fragilità. C'è anche un carpe diem di fondo, l'invito a non sprecare la vita e dedicarsi prima a ciò che ci appassiona, a chi amiamo. Bel film! Lo consiglio! Sollecitiamo il cinema italiano a fare commedie più sofisticate dei soliti cinepanettoni o altri film che ci propongono Neri Parenti e Carlo Vanzina.
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enzo70
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venerdì 2 maggio 2014
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buon film di rubini, tra realtà e immaginazione
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Sergio Rubini riesce sempre a proporre film gradevoli senza ricercare inutili sofismi. E così Mi rifaccio vivo è un film molto semplice dove la storia scorre veloce facendo sempre sorridere ma lasciando, al contempo, un senso compiuto. La rivalità tra due uomini, uno sempre in corsa, ma che si muove secondo le regole, e l’altro, bello e vincente, si conclude con il suicidio del primo, oberato dei debiti. Biagio, quello buono, arriva nell’altro mondo e scopre che gli tocca l’inferno, la questione dall’altra parte è gestita da Marx e gli imprenditori sono attesi dalle fiamme eterne. Ma a Biagio viene offerta un’altra opportunità perché ha fatto la carità ad un angelo e, quindi, può tornare sulla terra per fare del bene.
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Sergio Rubini riesce sempre a proporre film gradevoli senza ricercare inutili sofismi. E così Mi rifaccio vivo è un film molto semplice dove la storia scorre veloce facendo sempre sorridere ma lasciando, al contempo, un senso compiuto. La rivalità tra due uomini, uno sempre in corsa, ma che si muove secondo le regole, e l’altro, bello e vincente, si conclude con il suicidio del primo, oberato dei debiti. Biagio, quello buono, arriva nell’altro mondo e scopre che gli tocca l’inferno, la questione dall’altra parte è gestita da Marx e gli imprenditori sono attesi dalle fiamme eterne. Ma a Biagio viene offerta un’altra opportunità perché ha fatto la carità ad un angelo e, quindi, può tornare sulla terra per fare del bene. Ma il ritorno sarà l’occasione per vendicarsi dei torti subiti dall’eterno rivale. Come detto, è un film gradevole che dà spazio al sorriso ed è ben interpretato dagli attori con una storia lineare cui Rubini riesce a conferire, a sprazzi, un po’ di magia che fa sempre bene.
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flyanto
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lunedì 13 maggio 2013
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quant'è importante nella vita una seconda possibil
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Film in cui si racconta di un imprenditore che, da sempre in competizione con un suo vecchio compagno di scuola ed esasperato ed oppresso dai debiti, decide di suicidarsi. Una volta varcata la soglia dell'al di là, gli viene offerta l'opportunità di ritornare per una settimana sulla terra e vendicarsi di tutti i soprusi subiti dal rivale. Ne conseguiranno numerose e svariate vicissitudini. Quest'ultima pellicola di Sergio Rubini in cui praticamente viene proposta la tematica della possibilità di ottenere una seconda "chance" nella vita, risulta, a mio parere, assai modesta ed un pò in superficie nel suo contenuto. Il tema della seconda possibilità, peraltro già ampiamente trattato in moltissimi precedenti films da altri registi con più o meno successo, viene qui presentato dal regista in maniera banale, scontata a causa dei numerosi luoghi comuni, e molto semplicisticamente nonchè irreale per ciò che riguarda il finale.
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Film in cui si racconta di un imprenditore che, da sempre in competizione con un suo vecchio compagno di scuola ed esasperato ed oppresso dai debiti, decide di suicidarsi. Una volta varcata la soglia dell'al di là, gli viene offerta l'opportunità di ritornare per una settimana sulla terra e vendicarsi di tutti i soprusi subiti dal rivale. Ne conseguiranno numerose e svariate vicissitudini. Quest'ultima pellicola di Sergio Rubini in cui praticamente viene proposta la tematica della possibilità di ottenere una seconda "chance" nella vita, risulta, a mio parere, assai modesta ed un pò in superficie nel suo contenuto. Il tema della seconda possibilità, peraltro già ampiamente trattato in moltissimi precedenti films da altri registi con più o meno successo, viene qui presentato dal regista in maniera banale, scontata a causa dei numerosi luoghi comuni, e molto semplicisticamente nonchè irreale per ciò che riguarda il finale. Il cast, nutrito di un grosso quantitativo di nomi appartenenti al mondo della commedia italiana contemporanea (da Neri Marcorè, a Lillo, ad Emilio Solfrizzi, a Gianmarco Tognazzi, a Margherita Buy, a Valentina Cervi, ecc...) non riesce a sollevare minimamente il valore del film e benchè se ne apprezzi la loro recitazione, tutti sembrano, sotto certi punti di vista casi, addirittura sprecati. Rubini qui è ben distante dal suo precedente modo di fare cinema, sembrerebbe quasi più interessato al successo di botteghino che ad altro. Insomma, un'occasione sprecata!
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[+] un film che va oltre la commedia
(di alessandro vanin)
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