Mani che contrabbandano pane tra le fessure della "barriera di separazione". Foto di figli e nipoti che crescono al di là, preclusi allo sguardo. Microfoni che registrano voci da recapitare oltre gli sbarramenti. Scale improvvisate che, notte e giorno, valicano il Muro che la retorica vuole invalicabile, unica garanzia contro la violenza del terrorismo. Basta un film a sfatare il poroso mito della sicurezza, tra le certezze fondative dello Stato di Israele? Low-tech e libero, filmato con ogni mezzo possibile, dagli stessi "trasgressori", Infiltrators racconta di una pericolosa lotta quotidiana, quella per la libertà di movimento dei palestinesi della Cisgiordania. Un film che realizza l'ideale di Edward Said, il "contrabbando incontrollato di idee al di là delle linee".