Un film da non perdere, non solo per non dimenticare, ma per mettere in guardia anche la "civile Europa" in cui ancora adesso fomentatori di odio sono ben pronti a passare dalle parole pesanti alla mattanza verso chiunque è "diverso". Espandi ▽
Il film è girato a Srebrenica, a Belvedere, il campo profughi dove, dopo 15 anni dal conflitto gli abitanti non sono ancora tornati alle loro case. Ruvejda è un'ex maestra che ha perso tutta la famiglia durante il genocidio di Srebrenica, le sono rimasti solo il fratello Alija, diabetico in sedia a rotelle per aver perso le gambe, e la sorella Zejna che vive con il figlio Adnan. Ruvejda è una delle tante donne di Srebrenica (e di Bosnia) che aspetta... Attende l'arrivo dell'ennesimo camion che trasporta i sacchi di ossa trovate in una nuova fossa, scoperta intorno a Srebrenica, e attende che le autorità arrivino con quel foglio che accerti il DNA dei suoi cari. Attende da 15 anni, passando davanti alla casa di quell'uomo ben vestito, con una macchina sportiva, una casa a due piani e una famiglia numerosa e vivace. Ruvejda non può fermarsi davanti a quella casa che la attrae come ipnotizzata, il proprietario l'ha denunciata in tribunale come possibile pericolo per la sua famiglia, ma Ruvejda persevera. L'uomo, con lo sguardo atterrito e vile, sostiene di non conoscere questa donna che vuole solo sapere da lui dove sono sepolti i suoi familiari. Alija, che fatica a liberarsi dall'ombra dell'alcool, è rimasto con Harun, un ragazzino vispo e intelligente che si prende cura di lui insieme alle zie. Zejna vive con Ruvejda e il figlio Adnan, un ragazzo che vuole evadere dall'oppressione di un passato che dura da 15 anni. La vita a Belvedere viene sconvolta quando Adnan è selezionato per la nuova edizione del Grande Fratello e deve recarsi a Belgrado per entrare nella Casa. Mentre Zejna scandisce le sue giornate in funzione della messa in onda dalla Casa del GF, presa a sistemare la vecchia antenna della tv per vedere il figlio, Ruvejda non riesce a superare il dolore delle perdite, davanti all'affronto arrogante di chi potrebbe sapere dove sono i resti dei suoi cari.