33ª edizione del Trieste Film Festival, il programma dei 66 film. Trieste - 21/30 gennaio 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un padre si trova davanti a un conflitto morale dopo che la figlia è stata uccisa in una faida. Espandi ▽
Dopo che una diciottenne viene uccisa in una faida familiare nelle montagne albanesi, il padre si trova in conflitto tra il rispetto del codice tribale, il 'Kanun', e una difficile strada di riconciliazione. Recensione ❯
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Il ritratto complesso di René, un asociale ma anche un grande intellettuale. Espandi ▽
L'ultimo episodio della serie di "osservazioni a lungo termine" della Treštíková è anche uno dei suoi ritratti più intensi e perturbanti. La storia del "deviante" René inizia proprio con la prima del precedente film su di lui (2008) e arriva fino ad oggi. Recensione ❯
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L'incontro tra un giovane regista e un pescatore che vive isolato in un lago sperduto. Espandi ▽
Un giovane regista olandese di origini bosniache fa amicizia con un pescatore che vive isolato in un lago sperduto dopo la tragica esperienza della guerra civile. Un incontro basato su una comunicazione difficile che diventa sempre più intensa e poetica. Recensione ❯
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Un giovane regista torna al suo villaggio di provienza per raccontare le piccole storie dei suoi abitanti. Espandi ▽
Il giovane regista Aleksey Lapin torna nel suo villaggio natale vicino al confine ucraino con il pretesto di un casting per un film storico. In realtà osserva le storie minime che si offrono al suo sguardo con una sorprendente partecipazione emotiva mai priva di ironia. Recensione ❯
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Un operaio si batte affiché la sua fabbrica in Croazia non venga chiuse. Espandi ▽
Una fabbrica modello in Croazia nata negli anni gloriosi dell'autogestione e sopravvissuta per molti lustri alle leggi dell'economia capitalista è sull'orlo della chiusura. Un vecchio operaio si batte con ostinazione per far sopravvivere la visione collettiva del lavoro, ma la realtà è molto complessa. Recensione ❯
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La storia di madre e una figlia che vivono tra le rovine del Museo della Rivoluzione di Belgrado. Espandi ▽
Il Museo della Rivoluzione di Belgrado è in realtà un edificio rimasto per 60 anni incompiuto e "abitato" solo da homeless e emarginati. Il regista osserva la precaria (ma fiera) vita quotidiana di una ragazzina e di sua madre intorno alle simboliche rovine di un'utopia. Recensione ❯
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Il regista ritrova alcune bobine mai viste sull'invasione sovietica della Cecoslovacchia nel '68. Non è soltanto un'avventura cinematografica "archeologica", ma anche un appassionante incontro con i testimoni filmati e sull'eredità di quei tragici eventi. Espandi ▽
Il regista di documentari Jan Šikl ha trascorso molti anni a cercare e a raccogliere archivi cinematografici privati e amatoriali. Filmati sbiaditi di vita familiare, rievocazioni su celluloide di celebrazioni e momenti di vita quotidiana. Grazie a questo lavoro, Šikl ha ritrovato parecchie ore di materiale girato che mostra l'invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Queste immagini uniche sono rimaste a lungo invisibili. Un'avventura cinematografica di natura archeologica in cui dei volti anonimi si trasformano in testimoni viventi dei giorni che hanno costretto la Cecoslovacchia ad altri due decenni di schiavitù. Recensione ❯
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Un film miracoloso dove il classico viaggio dell'eroina è fatto di carne viva, dolore e di un'oscurità di straziante bellezza. Drammatico, Italia, Francia, Slovenia2021. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una giovane madre tenta un viaggio per riportare in vita la sua bambina morta. Espandi ▽
Italia, 1900. La bambina della giovane Agata è nata morta e quindi condannata a vagare nel Limbo. Agata sente parlare di un luogo in montagna dove i neonati possono essere riportati in vita d'un fiato, come un battesimo. Intraprende questo viaggio con il corpo della sua bambina nascosto in una scatola e incontra Lynx, un ragazzo solitario che le offre il suo aiuto. Si imbarcano in un'avventura che li avvicinerà entrambi a un miracolo che sembra impossibile. Recensione ❯
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Un'opera che cerca il contrasto tra leggerezza e letterarietà con la stessa foga dei film rivoluzionari. Drammatico, Germania, Austria2021. Durata 176 Minuti.
In una Berlino tormentata, Fabian coltiva i suoi sogni ideologici. Espandi ▽
Tratto dall’omonimo romanzo di Erich Kästner, pubblicato nel 1931 e messo poi al rogo dalla Gestapo, il film di Graf allestisce un esplicito parallelo con il presente a partire dal piano sequenza iniziale, che dalla metropolitana di Berlino dei giorni nostri passa senza soluzione di continuità all’inizio degli anni Trenta. Girato con una camera mobile e nervosa, illuminato da una fotografia a bassa definizione, che con la sua asprezza sottolinea l’atemporalità della ricostruzione storica, il film ha la foga di un’opera delle Nouvelle Vague o più ancora degli albori della rivoluzione digitale. Graf non cerca dunque l’eleganza della Berlino d’epoca, ma al contrario la tensione di una metropoli al centro del mondo e pronta a fare un salto nel buio. Recensione ❯
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Un uomo muore per i maltrattamenti della polizia. La madre e un testimone si batteranno per ottenere giustizia. Espandi ▽
1983. Polonia. Grzegorz Przemyk è uno studente del liceo figlio di una nota poetessa. Per un eccesso di esuberanza adolescenziale viene arrestato e picchiato brutalmente dalla polizia. Morirà due giorni dopo in ospedale. Jurek Popiel è un amico che è stato fermato insieme a lui ed è stato testimone dell'accaduto. In seguito alla partecipazione di massa al funerale, si troverà al centro dell'attenzione dei membri del potere che pretenderanno che taccia su quanto ha visto accadere.
Jan P. Matuszynski riesce a mostrare con maestria le macchinazioni del Potere mantenendo un ritmo e una tensione che impediscono a chi guarda di perdere dei passaggi e si fa promotore di un cinema che si impegna a far conoscere alle nuove generazioni eventi che hanno segnato la storia di un Paese. Recensione ❯
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Circondata da sole donne, Lesya cerca di ritrovare un equilibrio per stare a galla. Espandi ▽
Lesya ha commesso un delitto passionale che la condanna a sette anni di reclusione in una delle strutture femminili di Odessa. Ha appena dato alla luce il suo primo figlio, e ora sta entrando in un mondo popolato solo da donne: detenute, infermiere e guardiane. Recensione ❯
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Un dramma famigliare ambientato in Kosovo. Espandi ▽
Vera sta cercando di portare a termine un colpo di fortuna per aiutare la sua famiglia. Ma le cose non vanno come previsto e si trova costretta a prendere accordi con la malavita. Recensione ❯
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Una commedia romantica su due amici ristoratori e concorrenti, ma in realtà molto legati e dipendenti l'uno dall'altro. Espandi ▽
Sarajevo, maggio 2021. La città vecchia sta tentando di riprendersi dopo un anno lungo e difficile dall'inizio della pandemia. L'emergenza non è ancora finita, ma l'estate è alle porte, c'è la speranza che le cose possano migliorare, anche se solo per un breve periodo. Quando una mattina una donna di Zagabria entra nel negozio di Enis e dice che è venuta a mangiare "il miglior kebab di Sarajevo", lui la manda nel negozio di Izo, in modo che anche il suo vicino possa concedersi il tradizionale piacere del caffè mattutino dopo il primo cliente della giornata. Questo gesto del tutto innocuo e amichevole causerà la rovina degli affari e della vita privata dei due vicini, travolgendo non solo Izo ed Enis, ma l'intera città. Dove si può mangiare il miglior kebab di Sarajevo? Recensione ❯
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A tre decenni dal conflitto, una lettura lirica e femminista su un Paese ferito che si aggrappa alla bellezza. Documentario, Italia2021. Durata 70 Minuti.
Religioni, donne... e assassini nella Bosnia di ieri e di oggi. Espandi ▽
Liberamente tratto dal libro omonimo di Luca Leone (Infinito edizioni, 2010) e terzo atto di un’ideale trilogia inaugurata da Adisa o la storia dei mille anni (2004) e proseguita con Sàmara (2009), Bosnia Express di Massimo D’orzi attinge a codici e linguaggi eterogenei e un montaggio che insegue più piani, procedendo per movimenti asimmetrici. L’obiettivo non è l’inchiesta giornalistica, che presto denuncia il proprio autosabotaggio, semmai la deviazione come metodo, la ricerca di momenti lirici, sospesi, che con la loro astrazione colgano l’indicibile, scartando il reportage accorato, il documento classicamente inteso, a favore di un approccio più liberamente sensoriale. La chiave che il film sceglie è rileggere la guerra attraverso l’impatto che ha avuto e ha sulle donne, che infatti costellano il tragitto, da un coro locale fino al gruppo che sale a piedi nudi verso il santuario cattolico. Si esplicita man mano la precisione del progetto politico del loro annientamento, e in conseguenza di questo, dell’intera società libera. Recensione ❯
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Un accampamento di migranti viene raccontata attraverso una performance teatrale. Espandi ▽
Lungo le sponde del fiume Isonzo, a Gorizia, c'è un accampamento spontaneo di migranti, la "Jungle", un luogo unico e speciale, sospeso tra due culture. Attraverso lo sguardo di Elisa Menon, regista di teatro sociale, entreremo in questa comunità per scoprirla attraverso una performance teatrale che presenta la migrazione in modo empatico e fuori dagli schemi. Recensione ❯
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