40ª edizione del Torino Film Festival, il programma dei 139 film. Torino - 25 novembre/3 dicembre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Il regista torna sui luoghi in cui è stato registrato uno dei più importanti album musicali argentini. Espandi ▽
Il 9 luglio, giorno dell'Indipendenza dell'Argentina, il regista parte verso Buenos Aires per registrare nuovamente "Corsini interpreta a Blomberg y Maciel", un album realizzato nel 1929 dal paroliere Hector Pedro Blomberg e dal compositore Enrique Maciel, come un'ode a Juan Manuel de Rosas, leader della Confederazione Argentina. Llinás visita i luoghi che compaiono nelle canzoni e va alla ricerca delle storie dietro l'album. Recensione ❯
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Un ritratto del nuovo ordine di potere che si è stabilito nella periferia brasiliana dopo l'intervento delle forze dell'ordine del 2013. Espandi ▽
Nel 2013 la polizia militare del Brazilian Federal District ha avviato una vasta operazione contro il traffico di droga nella città periferica di Ceilândia, smantellando una serie di reti illegali e arrestando sedici uomini. Un anno dopo, le donne hanno preso il controllo delle strade. Rapidamente stabiliscono il proprio campo d'azione, imponendo altri codici, riorganizzando i rapporti di lavoro, trasformando i modi di produzione della periferia brasiliana. Le loro dispute per il potere economico, simbolico e territoriale si trasformano lentamente in una guerra. Recensione ❯
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Un ex parco giochi cinese, dimora di artisti e outsider, è infestato dai fantasmi. Espandi ▽
Un parco divertimenti cinese abbandonato è diventato (forse) dimora di fantasmi e spiriti. Recensione ❯
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"La nostra famiglia è speciale", dice Lei Jiaqi, padre della regista Lei Lei. Sulla traccia audio di questo film saggio inventivo e toccante, inizia a parlare delle lotte della sua famiglia, in mezzo ai tempi difficili della Cina degli anni '60. Quando suo padre, Lei Ting, viene mandato in campagna, rimane con la sorella e la madre malata. Quando la mamma muore e il sistema proibisce a Ting di tornare a vivere con i suoi figli, i bambini vengono tenuti in un orfanotrofio.
Non molto tempo dopo, la storia si ripete: ancora una volta, Ting viene mandato in un centro di rieducazione, bollato come traditore di classe, questa volta a causa di un nuovo movimento politico. La famiglia è divisa. Tutto quello che possono fare è scriversi. Le figlie sono più grandi e vanno all'università, mentre Jiaqi e la sua nuova madre vengono mandate in campagna. Tutti aspettano di essere riuniti un giorno. Recensione ❯
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Dal romanzo di Fuani Marino, l'esplorazione di un dolore inesprimibile negli archivi della memoria e
dell'inconscio. Espandi ▽
Il 26 luglio 2012 Fuani Marino si getta da un balcone al quarto piano di uno stabile di Pescara. Ha appena compiuto trentadue anni e da meno di quattro mesi è madre della sua prima e unica figlia Greta. Non morirà e quanto accaduto, prima e dopo quel gesto, entrerà a far parte di un libro per poi trovare, tre anni dopo, un'altra modalità di narrazione.
Francesco Patierno, con l'originalità di sguardo che gli è peculiare, realizza un flusso narrativo in diretta collaborazione con chi ha vissuto l'esperienza del togliersi la vita.
Non è di un documentario che si può parlare nei confronti di questo complesso lavoro che ha visto collaborare alla sceneggiatura la stessa Marino che ha anche messo a disposizione un ampio numero di documenti fotografici, scritti e video. Diventa necessario utilizzare un'altra terminologia e il vocabolo più affine può essere proprio flusso. Recensione ❯
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Un gruppo di registi incontra un terrorista all'ergastolo. Espandi ▽
Marzo 2020. In un casale sperduto, la vita e la storia di un ex-terrorista nero all'ergastolo si intrecciano a quelle di altre persone: un domatore di cavalli, un padre che ritrova le figlie dopo molti anni, una troupe di un'altra generazione, il padrone del casale. In attesa che l'ergastolano torni in carcere, passano una stagione insieme, circondati da vacche, vipere e lupi. Recensione ❯
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Marco Belelli, in arte Divino Otelma, si racconta in un viaggio intimo, sincero e personale attraverso le sue molteplici vite da mago, chansonnier, politico. Espandi ▽
Il film attraversa la vita del protagonista, in arte il Divino Otelma, in sua compagnia, dei suoi più stretti amici e collaboratori, delle sue lezioni e i suoi ricordi. Il documentario è stato girato durante il periodo pandemico nel 2020, completamente a distanza grazie a Skype call distribuite lungo tutto un anno solare, periodiche e rituali come laiche liturgie.
Quello che si scopre in questo viaggio è un personaggio complesso, attento e colto, tanto lontano dall'immagine che spesso se ne ha dal suo ritratto televisivo, quanto sincero e malinconico. Marco Belelli, in arte Divino Otelma è un noto filosofo e personaggio celebre nella tv e radio italiana. Ha 6 lauree quando gira il film (oggi va verso l'ottava) e deve la sua notorietà a una passata attività di mago, chansonnier, politico e per aver fondato l'Ordine Teurgico di Elios e la Chiesa dei Viventi che conta più di 20.000 fedeli in cui si autodefinisce Dio. Marco/Otelma parla con plurale maiestatis, si presta al racconto, descrive ciò che vede dalle finestre a favor di telecamera, segue i consigli del regista, discute con lui dei temi principali della sua multiforme esistenza. Recensione ❯
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Sulle tracce di un'antica esplorazione, viaggio ipnotico nel tempo e nella materia dell'Etna. Espandi ▽
Nel 1835 uno scrittore francese tenta la scalata dell'Etna con un gruppo di uomini, due muli e una bottiglia di rum. Attraversiamo le tre regioni del vulcano che dividono in parti il film: la regione inferiore, la regione del fuoco, la regione deserta. Ognuna di esse porta con se' tracce enigmatiche di miti ignoti. Nuovi potenti occhi interrogano il vulcano, osservano ogni suo movimento, bramano di penetrare i suoi segreti, e si trovano di fronte agli strati piu` remoti della materia, alle profondita` dello sguardo tecnologico. Recensione ❯
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Una coppia di autori durante il lockdown tra Roma e Lione. Espandi ▽
Una suite a tempo di vita (da lockdown): tra Roma e Lione, tra l'esistere e il filmare, una coppia di autori
"fragili" ma tutt'altro che ingenui. Recensione ❯
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Anche Sam Mendes cede alla malinconia in un'opera dove a brillare è sopratutto la performance di Olivia Colman. Drammatico, USA2022. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Inghilterra, 1981. Una donna costruisce la propria felicità attorno a una sala cinematografica in declino. Espandi ▽
Sam Mendes ritorna agli anni della sua formazione ma Empire of Light non è strettamente autobiografico, si ispira piuttosto alla musica, ai film e al clima politico che hanno influenzato la sua adolescenza, il cinema soprattutto. La perdita di innocenza di un’intera generazione si accomoda in un gioiello vintage ubicato in una città costiera, grigia e impermeabile. Una sala che col calo di incassi ha già spento due schermi. Mendes rispolvera una meraviglia art déco di pannelli di legno burlato e velluti rossi, un cinema abbandonato a Margate. Un luogo di memoria vivente per una Olivia Colman stellare, che inveisce contro la crudeltà e legge Auden col rossetto sui denti. Nient’altro nel film ha l’impatto drammatico della sua performance, una montagna russa emozionale in picchiata sul suo volto. Piena di una vulnerabilità vibrante, si illumina o registra un affronto il tempo di un respiro. Sam Mendes si limita a una constatazione amara. La malinconia per lui non è un terreno in cui piantare il germe di un cinema nuovo ma uno “stato della mente” in cui crogiolarsi e prolungare il lutto di un’arte fragile. Una maniera come un’altra di resistere al proprio tempo e alle piattaforme. Recensione ❯
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Una perla cesellata nel minimalismo sentimentale, un film capace di commuovere senza retorica né speranza. Drammatico, Francia, Cambogia2022. Durata 117 Minuti.
Selezionato a Un Certain Regard, la storia di una giovane donna alla ricerca dei suoi genitori biologici. Espandi ▽
Freddie ha 25 anni, da molto piccola è stata adottata da una coppia francese che l'ha cresciuta amorevolmente, ma per qualche recondito motivo le sue origini coreane rimangono per lei un nodo irrisolto. In maniera fortuita è costretta a trasferire il suo viaggio da Tokyo a Seoul, luogo in cui non riuscirà a ignorare il richiamo delle sue radici e finirà per mettersi alla ricerca della sua famiglia biologica. Freddie prova a ricostruire i pezzi sparsi della sua identità, cercando di comunicare con un padre alcolizzato e una madre che non vuole farsi trovare.
Davy Chou, filtrando la sua stessa esperienza di immigrato, compone un meraviglioso ritratto giocato sulla riduzione e sul minimalismo emotivo, che ha l'incredibile pregio di risultare toccante e illibato pur essendo imbevuto di un'irrimediabile disperazione di fondo.
Il regista con la sua finezza sentimentale e il suo stile, si conferma sempre di più un astro nascente del panorama cinematografico internazionale. Recensione ❯
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