17a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 49 film genere documentario. Roma - 13/23 ottobre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un documentario dedicato alla figura del poeta Heberto Padilla. Espandi ▽
"Dì la verità": si apre con questa frase il nuovo film del cineasta cubano Pavel Giroud, subito seguita
da una ripresa del 1983 della tv francese, dove il conduttore sta intervistando Heberto Padilla, il poeta
autore della raccolta Fuera de juego con la quale divenne famoso anche in Europa ma per la quale fu
arrestato e condannato da Castro. Back al 1971 e al bianco e nero della straordinaria registrazione
della ritrattazione della propria opera, il 27 aprile, davanti agli intellettuali e amici membri
dell'Uneac (Unione degli scrittori e artisti cubani). Recensione ❯
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Un grande artista, soprattutto fotografo, le cui opere vengono ripercorse attraverso i suoi scritti. Espandi ▽
Ha un titolo davvero molto appropriato lo studio monografico, scritto e diretto da Matteo Parisini a partire dalla collaborazione dell’Archivio Ghirri e di alcune figure vicine al fotografo Luigi Ghirri: una sintesi elegante e documentata della sua opera, che vuole avvicinare e introdurre chi guarda ai principi estetici della sua attività artistica. In puro spirito pragmatico emiliano, il film è un saggio, poco accademico e molto solido, di teoria del vedere, che invita senza enfasi celebrativa alla scoperta di Ghirri. Rendendo omaggio a un esploratore di paesaggi naturali e umani, Infinito invita a praticare e amplificare l’attenzione, a non (auto)limitare lo sguardo, non porsi confini. Recensione ❯
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Un documentario sul gol negato a Maurizio Turone della Roma, durante un Juventus-Roma. Quell'errore arbitrale valsa alla Juve lo scudetto. Espandi ▽
Maurizio "Ramon" Turone non riesce a rivedere le immagini più importanti della sua vita. Non lo fa da quarantuno anni, non l'ha mai fatto. Roberto Pruzzo diventa di fuoco se gli succede. Enrico Vanzina perde un pezzo di cuore ogni volta che incappa in quell'azione. Paolo Calabresi sprofonda nella tristezza più cupa. Domenico Marocchino invece dice che è andata come è andata. Paolo Rossi che era tutto regolare. Luca Beatrice gode ancora. Era il 10 maggio 1981, e si giocava Juventus-Roma, terzultima giornata del campionato e partita decisiva per lo scudetto - i bianconeri avevano una lunghezza di vantaggio sui giallorossi. Al 72° Bruno Conti mette una palla in mezzo all'area juventina, Pruzzo la spizza per Turone in volo infila Zoff. Il Comunale di Torino esplode, i romanisti vanno fuori di testa e l'arbitro Paolo Bergamo annulla il gol su segnalazione del guardalinee Giuliano Sancini. Ma era davvero fuorigioco? Lo ricordano tutti. Chi c'era allo stadio e chi no. Chi è venuto dopo e chi arriverà più avanti. Gioiscono e negano gli juventini Domenico Marocchino, Luca Beatrice e Paolo Rossi. Si deprimo e attaccano i romanisti Enrico Vanzina e Paolo Calabresi. E poi tutti gli altri: Riccardo Viola, Alberto Maldolesi, Cesare Prandelli, Roberto Pruzzo, Paulo Roberto Falcão. E, in un'epifania finale, Maurizio "Ramon" Turone. Questi sono alcuni dei nomi e delle emozioni messe in fila dai registi Francesco Micciché e Lorenzo Rossi Espagnet. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Il racconto cinematografico di un Paese, l'Italia, nella sua attuale fisionomia, in un film fatto di sole immagini e musica. Espandi ▽
L’Italia oggi vista in un lungo percorso costituito da immagini suoni e silenzi per costruire un ritratto dello stato della nostra penisola. Si parte dal passato remoto e da tradizioni che ancora si perpetuano per giungere ai livelli massimi della tecnologia non dimenticando l’osservazione degli esseri umani nel loro quotidiano ed anche nella loro eccezionalità.
Ha la struttura di un viaggio quest’opera di Egidio Eronico (definirla documentario equivarrebbe ad offrirne un’immagine non consona) ma è un on the road dell’anima profonda (ma non per questo non contraddittoria) dell’Italia. Il modello remoto sembrano essere i tre film diretti da Godfrey Reggio Koyaanisqatsi, Powaqqatsi e Naqoyqatsi. Solo dal punto di vista della costruzione per suoni ed immagini però, non certo per i contenuti. Perché questi ultimi sono dettati dal desiderio profondo di andare a conoscere un’Italia crogiuolo (a volte inconsapevole) di una congerie di presenze, attività, tradizioni e costumi che ne fanno un soggetto da continuare ad osservare ed esplorare. Recensione ❯
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La vicenda poco nota della deportazione dei cristiani europei durante il nazismo. Espandi ▽
Una storia poco conosciuta, rimossa, scomoda: la persecuzione e la deportazione dei cristiani europei (cattolici, protestanti, ortodossi, testimoni di Geova), da parte del regime nazista e le ragioni che ne sono alla base. Giorgio Treves, che viene da una famiglia scampata all'Olocausto, intraprende un viaggio dove esplora archivi finora segreti e incontra storici e sopravvissuti a Dachau, che per la prima volta parlano di ciò che hanno visto e sofferto. Comincia col mettere in chiaro i rapporti ambigui che ci furono in un primo momento tra la Chiesa e il nazismo, considerato come un male minore e un argine al comunismo. Ma la sorte della religione cristiana, agli occhi di Hitler, era segnata: e le persecuzioni dei cristiani (anche se in numero inferiore a quelle subite dagli ebrei), secondo molti storici, sarebbero state solo l'inizio di una nuova soluzione finale. Recensione ❯
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Seguendo la street artist Laika: un ritratto dal taglio efficace e inedito. Documentario, Italia2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un doc per rivivere gli anni di pandemia attraverso gli occhi e il talento di Laika, una donna che si
definisce "un'attacchina romana" e dimostra una profonda consapevolezza morale e artistica. Espandi ▽
Attiva dal 2019, Laika incolla i suoi poster sui muri di Roma. Senza chiedere permesso, come tanti altri artisti più o meno noti di lei, che usano all'incirca gli stessi strumenti per prendere voce, esprimere dal basso una posizione, soprattutto per conto di chi una voce non l'ha: migranti, donne, vittime della guerra, persone che in Italia non hanno cittadinanza.
È una voce critica del potere dei capi di Stato, ma esprime anche attaccamento a figure popolari, dai calciatori a persone molto meno famose. Spera, che presenta il suo film d'esordio in Freestyle alla Festa del cinema di Roma 2022, ha ottenuto la sua fiducia e disponibilità e può osservarla (ammesso che si tratti di una donna) anche durante l'isolamento del lockdown. La regia coglie i tratti essenziali del suo gesto - spirito antisistema, velocità di esecuzione, immediatezza e incisività del messaggio - e mutua alcuni stilemi del cinema di genere (accelerazioni, musica elettronica, ritmo, immaginario ma anche ironia metacinematografica da superhero movies) tramite i quali si tiene lontano dal rischio di uno scolastico profilo d'artista. Recensione ❯
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Una donna che ha lottato per emanciparsi come artista. Espandi ▽
La vita di Bice Lazzari è una storia di resistenza, emancipazione e libertà. Raccontarla è un'occasione per mostrare il '900 da un inedito punto di vista, quello di una donna che ha lottato contro la morale e i costumi di un tempo per affermarsi come artista. Tra testimonianze ed archivio, il documentario è il ritratto dell'artista che ha fatto della sua vita il manifesto della sua arte. Recensione ❯
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Elisabetta Sgarbi cerca ogni volta il dispositivo più adatto per portare le opere d'arte sullo schermo. Questa volta tocca a Nino Migliori. Espandi ▽
Elisabetta Sgarbi si lascia "irretire" dalle fotografie di un maestro
nato nel 1926, che è passato da una visione del quotidiano sottilmente surrealista a una dimensione di
sperimentazione e astrazione. E il film, oltre che l'evocazione di un metodo e un trattato di tecniche
patafisiche (polargramma, lucigramma), diventa anche il racconto di un inseguimento amoroso, tra
Migliori e la sua compagna Marina Truant, che si svolge tutto in una stanza aperta dalla colonna sonora
di Mirco Mariani. Recensione ❯
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Una docu serie che racconta la vita di Joanne Woodward e Paul Newman. Espandi ▽
Un film su una delle coppie più carismatiche e affascinanti del mondo dello spettacolo: Joanne Woodward e Paul Newman. Interviste agli artisti che li hanno conosciuti saranno al centro del documentario diretto da Ethan Hawke.Il progetto parte dalle sbobinature dattiloscritte di audiocassette registrate dallo stesso Newman - e poi andate distrutte - a cui grandi attori di Hollywood, tra cui George Clooney e Laura Linney, hanno ridato vita con la propria voce.
La docu-serie intreccia testimonianze e tracce d'archivio a sequenze memorabili di grandi film. Recensione ❯
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Daniel Pennac racconta Maradona, il santo profano che è diventato un capro espiatorio proprio come il suo Malaussène. Espandi ▽
Daniel Pennac racconta Maradona: il mito, l'icona, "San Diego" il santo profano, un capro espiatorio come il suo Malaussène e il suo impatto sulla vita e le storie di persone comuni e di maradoniani doc. In una indagine creativa e surreale, tutta ambientata a Napoli, Pennac costruisce e mette in scena uno spettacolo teatrale con la sua Compagnie MIA e cerca informazioni e racconti in giro per la città che diventa palcoscenico e megafono del mito stesso. In questo viaggio, ci racconta anche molto di sé e del suo approccio alla scrittura. Con la partecipazione straordinaria di Maurizio De Giovanni, Roberto Saviano e Luciano Ferrara. Recensione ❯
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Luzia Schmid ricostruisce le vite parallele di tre donne che furono fotoreporter ufficiali sul fronte europeo durante la seconda guerra mondiale attingendo a materiale spesso inedito. Espandi ▽
Durante la seconda guerra mondiale, per la prima volta tre donne americane furono fotoreporter ufficiali sul fronte europeo: Martha Gellhorn (1908-1998), moglie di Ernest Hemingway dal 1940 al 1945 e amica di Eleanor Roosevelt; Margaret Bourke-White (1904-1971), che era stata un'altra delle grandi fotografe del New Deal; e Lee Miller (1907-1977), ex compagna di Man Ray e legata alle avanguardie artistiche. Luzia Schmid ricostruisce tre vite parallele attingendo a materiale spesso inedito, di grandissima drammaticità e qualità visiva, che riguarda soprattutto la liberazione dei lager di Ravensbrück, Buchenwald e Dachau, e la sconfitta della Germania. Fu un'esperienza che segnò profondamente tutte e tre; ma è stato grazie anche al loro occhio che l'Occidente ha cominciato a percepire la guerra in modo diverso, senza retorica maschilista: come una tragedia. Recensione ❯
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Un documentario che ripropone alcune canzoni jazz del passato. Espandi ▽
Il jazz è libertà. Lo è dalle sue origini, quando quelle note scandivano i rari momenti di svago di coloro
che in prima persona subivano gli orrori dello schiavismo. Alcune delle più belle canzoni dei cantautori
italiani riproposte dai migliori strumentisti italiani. Recensione ❯
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Un viaggio personale, politico e artistico, che segue la figura di Janet Pavone, muralista italo-americana. Espandi ▽
Janet Pavone, muralista italo-americana, si è unita alla rivoluzione sandinista in Nicaragua negli anni '80. Quasi 25
anni dopo il suo completamento, Janet è invitata a tornare in Nicaragua e insieme a Dan Hopewell a
restaurare la loro opera più monumentale: il murale "la Paz del futuro" di Quiabù, nella base militare
di Estelì. Attraverso un uso ampio di materiali d'archivio e nuovi filmati, il film dipinge un ritratto in
movimento (nello spazio e nel tempo) di una donna che osserva ciò che resta di una serie di murales e
di una rivoluzione, proponendo una riflessione sull'arte pubblica, la politica e il passare del tempo: uno
sguardo dal futuro verso il passato, e viceversa. Recensione ❯
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Molta ricerca d'archivio per un'immersione nell'opera della regista di Lezioni di piano: una pioniera indipendente. Documentario, 2022. Durata 98 Minuti.
Il racconto della carriera di Jane Campion, la donna che rivoluzionò il Festival di Cannes. Espandi ▽
Nata nel 1954 a Wellington, Nuova Zelanda, Jane Campion è stata la prima donna a vincere la Palma d’oro, nel 1993 (ex aequo con Chen Kaige per Addio mia concubina). Perché una collega – Julia Ducournau con Titane – ottenesse lo stesso riconoscimento si è dovuto aspettare il 2021. Da quando nel 1986, da completa outsider, Campion era stata invitata sulla Croisette dal critico francese Pierre Rissient con Peel, uno dei cortometraggi realizzati alla scuola di cinema in Australia negli anni Ottanta, è stata l’esempio, unico e lampante, della possibilità per le professioniste di imporsi in un ambiente fortemente maschilista, come ricorderà anche nel 2019 davanti ai membri dell’Academy, in occasione dell’Oscar onorario a Lina Wertmüller. Grazie a due anni di lavoro durante il lockdown e alle ricerche di Véronique Nowak, Bertuccelli ha avuto a disposizione molto materiale d’archivio, in buona parte inedito o poco visto, tra immagini private e interviste risalenti a momenti diversi della carriera della regista. Da profonda ammiratrice della sua opera, Bertuccelli ha costruito il film alternando le sue dichiarazioni a sequenze dai suoi film e rari momenti di backstage. Recensione ❯
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