Un ritratto dalla fantasia brutale e virtuosa. Che suscita emozioni violente, fa paura, rivolta ed esalta.
Drammatico,
Germania,
Italia,
Paesi Bassi 2022.
Durata 140 Minuti. Consigli per la visione:
Fatih Akin scrive e dirige con tutta l'energia del giovane rapper, mescola generi, stili e suggestioni, attraversa due continenti, colora, smorza, rallenta, accelera. Espandi ▽
Il primo ricordo di Giwar Hajabi è quello di una prigione. In cella ci tornerà più volte e a ogni età. Tra una dose di cocaina e un pugno sferrato, Giwar coltiva il sogno di fare la sua musica. Il padre, celebre compositore curdo, gli ha insegnato a suonare il pianoforte, la madre, combattente resiliente, gli ha pagato per anni le lezioni private. Giwar sogna l'oro del Reno e trova la redenzione nelle rime musicali.
Fatih Akin dirige un film che suscita emozioni violente, provoca scariche di adrenalina, fa paura, rivolta ed esalta. Questa fantasia brutale e virtuosa si appoggia su una costante attenzione alla realtà e ai suoi dettagli: dal décor al vocabolario, dalle posture ai costumi, dai suoni ai nomi dei personaggi.
A fare la singolarità di Rheingold è l'audacia della storia, la tensione permanente, il rigore febbrile della messa in scena e un cast di attori portati all'incandescenza. Fatih Akin conferma ancora una volta che il ritratto, in senso fotografico, è il cuore del suo lavoro.
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Hendrikx ragiona sulla guerra e le sue regole, cercando di affrontare la questione sulla volontà delle parti di accettarle e seguirle. Espandi ▽
Un'impostazione documentaristica semplice e concisa ci conduce a confrontarci con un film da
tematiche complesse eppure quanto mai attuali: un delegato della Croce Rossa e un gruppo di soldati
sudanesi si scontrano sulla loro visione della guerra e del conflitto. Il nuovo film di Guido
Hendrikx ci porta in un paese devastato dalla guerra, seguendo il delegato della Croce Rossa ed ex
soldato Albert Schoneveld, che viaggia nelle zone di conflitto del mondo per insegnare ai soldati
incalliti le regole della guerra giusta. In un allestimento minimalista che permette di far emergere con
chiarezza le complessità e i contrasti degli scambi tra i partecipanti, Hendrikx ragiona sulla guerra e le
sue regole, cercando di affrontare la questione sulla volontà delle parti di accettarle e seguirle.
Un'opera che affronta il tema dell'identità sessuale e ci ricorda che i condizionamenti sociali sono difficili da sormontare.
Drammatico,
Belgio,
Paesi Bassi,
Francia 2022.
Durata 105 Minuti. Consigli per la visione:
Un ragazzo deve fare i conti con la separazione dal suo più caro amico. Espandi ▽
Lukas Dhont dopo
Girl torna ad affrontare il tema dell'identità sessuale contestualizzandolo all'interno di un rapporto di profonda amicizia. Il regista belga si dimostra ancora una volta estremamente abile nel portare sullo schermo le sensibilità di chi vive una fase di mutamento nella propria vita. Questa volta sotto la lente di ingrandimento ci sono due ragazzini che vivono con spensieratezza, ma non con superficialità, una delle fasi più complesse dell'esistenza umana. La tensione che in
Girl accompagnava lo spettatore sin dalle battute iniziali qui si viene a creare progressivamente intaccando la gioia di un legame che il contesto di una vita agreste e ricca di note di colore (si vedano in proposito le immagini del lavoro in campagna) contribuiva a rendere totalmente naturale. Dhont torna così a ricordarci (e continua ad essercene bisogno) che i condizionamenti sociali a tutti i livelli costituiscono purtroppo ancora un ostacolo difficile da sormontare.
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