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Ultimo aggiornamento lunedì 13 febbraio 2017
Uno pneumologo comincia a sospettare che il Mediator sia un farmaco che ha conseguenze devastanti sull'uomo. Inizierà una battaglia per dimostrarlo. Il film ha ottenuto 2 candidature a Cesar, In Italia al Box Office 150 milligrammi ha incassato 154 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Una pneumologa dell'ospedale universitario di Brest scopre un legame fra l'assunzione del farmaco Mediator e il decesso di alcuni suoi pazienti. Dopo aver sottoposto la possibilità di una correlazione di causa-effetto al gruppo di ricerca farmacologico della struttura, decide insieme a loro di chiedere all'Agenzia Francese del Farmaco di ritirarlo dal mercato, dove è venduto da una trentina d'anni. Ha inizio una guerra sproporzionata fra il piccolo team bretone, il Ministero della Salute e soprattutto il colosso farmaceutico che lo commercializza. Film ispirato ai fatti vissuti dalla dottoressa Irene Frachon tra il 2009 e 2010.
Emmanuelle Bercot voleva fare il medico. Lo ha rivelato in un'intervista confessando la sua passione, derivata dal padre chirurgo, di ospedali, sale operatorie e malattie. È finita per fare altro, ma pur da regista non si è fatta mancare la soddisfazione di osservare le gesta di una dottoressa assai determinata e combattiva.
Affascinata più dal carattere bizzarro che non dalla professionalità della Frachon, ha messo in piedi un progetto ambizioso a cui ha lavorato per diversi anni e che tocca più il genere investigativo / giudiziario dentro al cinema di denuncia che non il medical drama.
Con un'ispirazione notevole, la Bercot non ha perso il senso del necessario equilibrio per affrontare non solo una delicatissima vicenda reale con protagonisti viventi, ma anche una tensione emotiva che altrove l'aveva fatta "sbandare".
Certamente non mancano gli eccessi pop della sua regia, con inserti musicali non particolarmente adatti e alcune scelte visive discutibili; l'operazione comunque non è negativa e tiene incollato - e indignato per le ingiustizie mostrate - lo spettatore per tutta la durata del film.
Forse più che un film un vero docu-fiction La fille de Brest, l'ultimo film di Emmanuelle Bercot, che si è occupata - anche se non da sola - della sceneggiatura, dopo aver conosciuto l'Autrice, il medico Irène Frachon, pneumologo in quella terra bellissima e misconosciuta che è la Bretagna, l'antica Finistère dei Romani, ed aver letto il suo libro autobiografic [...] Vai alla recensione »
buon film sulle difficoltà e le problematiche dei farmaci e della loro nocività: pregiudizi, interessi economici e brutali cinismi : tutto sulla pelle dei pazienti. Storia vera accaduta in Francia e ancora non terminata giudiziariamente quanto ai risarcimenti dei pazienti defunti. Interpretazione ottima dei vari attori ,lo spettatore partecipa alla vittoria finale come se fosse [...] Vai alla recensione »
A cosa servono i film, se non a raccontare nel bene o nel male, in modo reale o fantastico, degli aspetti che condividiamo con gli altri esseri umani? 150 milligrammi è un film prezioso. Racconta la storia vera di una donna molto coraggiosa, che ingaggia una battaglia impari per difendere i suoi pazienti, suoi figli, dagli effetti letali di un farmaco venduto tranquillamente, con la compicità [...] Vai alla recensione »
UN PENSIONATO AL CINEMA è andato a vedere "150 milligrammi" Tra pochi giorni si festeggia la Festa della Donna. Se nelle vostre città è ancora in programmazione il film "150 milligrammi": Signore Donne, di tutte l'età, pensionate comprese, andate pure a vederlo. Vi avverto: non si ride, non si piange (ma qualcuno ha pianto), niente baci, niente look. [...] Vai alla recensione »
Se ve lo siete perso mi dispiace per voi e mi auguro che almeno lo vediate in streaming, anche se per un amante del cinema la sala cinematografica e' un'altra cosa. E' secondo me, a parte la storia vera che potete facilmente ritrovare, un episodio della nostro passato recente narrato in una stile stringato asciutto e nello stesso tempo carico di calore umano.
Emanuelle Bercot è sicuramente meglio come attrice, e forse è meglio che continui a recitare senza cimentarsi in altro. Tratto da una storia vera di farmaci dannosi e di omertà dell’Agenzia della salute pubblica, 150 milligrammi è un film noiosissimo, lungo, tutto parlato: né film né documentario che non risparmia lo spettatore di cavilli giuridici [...] Vai alla recensione »
La storia di "150 Milligrammi" presenta quella realmente vissuta negli anni tra il 2009 e il 2010 dalla bretone dottoressa Irène Frachon che scoprì la correlazione tra l'assuunzione di un mortale farmaco creato al fine di fare dimagrire, il Mediator, ed i conseguenti decessi degli individui che lo avevano assunto per, appunto, perdere peso.
Avvincente ma troppa retorica e impostazione registica televisiva. Purtroppo Il film tratta una brutta storia vera
Quello del cittadino semplice e onesto, in lotta contro un sistema acefalo e privo di volto, apparentemente impossibile da scalfire, è un tema eternamente attuale. Il cinema, specialmente quello americano, ne ha fornito esempi di varia natura, declinando la lotta civile in una forma narrativa di sicura efficacia e consolatoria, con un villain destinato a mettere d'accordo tutti (chi può sinceramente schierarsi dalla parte di chi uccide per profitto?). Un'iniezione di speranza e in fondo l'ennesima dimostrazione che per l'America e per un americano tutto è possibile.
Ma la tematica "Davide contro Golia" è tutt'altro che un'esclusiva statunitense. L'ultimo esempio, dall'8 febbraio al cinema, è infatti francese e riguarda 150 milligrammi di Emmanuelle Bercot, racconto accorato di una vicenda reale: dopo aver scoperto un legame tra il decesso di suoi pazienti e l'utilizzo di un farmaco, denominato quasi ironicamente Mediator, una dottoressa scatena una battaglia legale per togliere dal mercato il prodotto, che la vedrà fronteggiare il governo e la multinazionale che produce il farmaco.
Ancora una volta un uomo semplice contro una macchina di potere e di morte, ancora una volta la sensazione che le singole vite umane calpestate contino meno del movimento di ingenti somme di denaro. Persino quando il tema riguarda direttamente la salute della persona. La Bercot sottolinea il tutto con un linguaggio volutamente sovraccarico, fatto di gesti eccessivi e di riprese di interventi chirurgici che lasciano poco spazio all'immaginazione. Una scelta radicale e personale, in un film-inchiesta che si aggiunge a una lunga galleria di titoli che hanno fatto battere il cuore per cause civili apparentemente impossibili. In alcuni casi ci è piaciuto forzare un po' le regole del gioco, con qualche sorpresa.
Una dottoressa con il cuore in mano. Letteralmente durante un'autopsia e metaforicamente nella lotta contro un continuato reato di malasanità. Quelle pillole avrebbero dovuto aiutare il paziente e, invece, contribuivano ad ucciderlo. In Francia (almeno 2.000 decessi) e nel mondo. Una storia vera che "150 milligrammi" di Emanuelle Bercot, da mercoledì nelle sale, racconta secondo i ritmi e lo stile [...] Vai alla recensione »
La "Erin Brockovich francese": così è stata ribattezzata Irène Frachon, medico pneumologo all'ospedale di Brest e madre di quattro figli che nel 2009 ottenne il ritiro dal commercio di un popolare farmaco colpevole di aver spedito al creatore centinaia di pazienti. La sua storia appassionante è diventata un film intitolato 150 milligrammi, diretto da Emmanuelle Bercot e interpretato dall'attrice danese [...] Vai alla recensione »
La storia vera di una donna sola che si mette contro il sistema. Bercot si è liberata di qualunque atteggiamento hollywoodiano alla Erin Brockovich, per abbracciare uno stile molto fattuale, se non da documentario. La battaglia di Irène Frachon, il medico che ha affrontato un colosso dell'industria farmaceutica a causa di un medicinale che aveva ucciso circa duemila malati, è rappresentata in modo [...] Vai alla recensione »
Appassionante come un film d'inchiesta alla Erin Brockovich, 150 milligrammi di Emmanuelle Bercot (nelle sale) racconta la battaglia di una pneumologa francese contro il Mediator, un farmaco dimagrante che procurava gravi problemi cardiaci. Tratto dal libro della dottoressa Irène Frachon, il film racconta la storia vera della battaglia della donna contro l'omertà del sistema sanitario.
Prosegue la sorprendente stagione del "medìcal drama" alla francese con un film basato su un caso autentico: la lotta (in chiave Davide vs Golia) della pneumologa Irène Frachon contro una Iobby farmaceutica. Alla fine del decennio scorso, La dottoressa intuisce la connessione tra l'uso del farmaco Mediatore i decessi di alcuni pazienti. Assieme ai colleghi dell'università di Brest trova le prove del [...] Vai alla recensione »
Una piccola dottoressa di provincia sfida una grande casa farmaceutica che da decenni commercializza un farmaco pericoloso; affronta umiliazioni private e rischi professionali; mette su una pittoresca taskforce di irriducibili che la sostengono nella sua battaglia; incrocia esperienze dirette e dati statistici fino a fugare ogni possibile dubbio su quell'antidiabetico che spacca le valvole cardiache [...] Vai alla recensione »
Erin Brockvich c'est moi! Se il film del 2000 con Julia Roberts vi piacque, troverete cinema per i vostri occhi in 150 milligrammi (La fille de Brest), storia vera della pneumologa lrène Frachon in lotta contro un colosso farmaceutico. Nell'ospedale di Brest, il medico - magnificamente interpretato dalla bella e brava Sidse Babett Knudsen (Westworld, La corte) - trova e prova un legame tra 500 morti [...] Vai alla recensione »
Una storia vera che ricorda quella del film «Erin Brockovich». Stavolta però a lottare contro gli interessi delle case farmaceutiche è una dottoressa francese. Dopo aver scoperto che molti suoi pazienti sono morti dopo aver assunto lo stesso farmaco, cerca di farlo dichiarare fuori legge. Da TV Sorrisi e Canzoni, 7 febbraio 2017
De Brest, on connaît le tonnerre. Logiquement, sa fille apporte avec elle l'orage. D'ailleurs, ce n'est une fille que dans le langage de ceux qui voudraient se mettre à l'abri de la tempête. L'héroïne (et c'est bien d'héroïsme qu'il s'agit) du film d'Emmanuelle Bercot est une femme, une professionnelle de premier ordre, quadragénaire, mère de famille.