Titolo originale | Tourment sur les îles |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 163 minuti |
Al cinema | 6 sale cinematografiche |
Regia di | Albert Serra |
Attori | Benoît Magimel, Pahoa Mahagafanau, Marc Susini, Matahi Pambrun, Alexandre Melo Sergi López, Montse Triola, Lluís Serrat, Baptiste Pinteaux, Mike Landscape, Cécile Guilbert, Mareva Wong, Cyrus Arai. |
Uscita | giovedì 18 maggio 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,47 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 maggio 2023
Tahiti, Polinesia francese. L'Alto Commissario della Repubblica De Roller misura il polso di una popolazione locale la cui collera può manifestarsi in qualsiasi momento. Soprattutto da quando si comincia a temere una ripresa dei test nucleari francesi. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 2 Cesar, 5 candidature e vinto 3 Lumiere Awards, In Italia al Box Office Pacifiction - Un mondo sommerso ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 17,2 mila euro e 537 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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A Tahiti i tramonti sono di colore rosso fuoco, e le autorità locali sono in fermento a seguito di una voce che si è sparsa in giro: il governo francese sta per ricominciare i test nucleari in Polinesia, che tanto male hanno fatto alle isole nel ventesimo secolo. Al centro della vicenda c'è l'esponente di spicco del governo francese sul posto, l'alto commissario De Roller, che intrattiene rapporti diplomatici sia con i funzionari che con la gente qualunque, in un delicato equilibrio politico e personale.
Albert Serra è un regista sempre ortogonale rispetto al mainstream, di cui rifiuta i codici e i compromessi.
Famoso per opere come Historia de la meva mort, La mort de Louis XIV e l'ultimo Liberté, la sua "fuga dal centro" dei gusti popolari prende di solito la forma cronologica di un racconto del passato. Con Pacifiction, Serra parla invece del presente (ma in realtà della Storia tutta) e la sua fuga è invece spaziale, visto che sceglie di rifugiarsi a Tahiti e guardare indietro allo stato della società occidentale con un cannocchiale tagliente e disilluso. Esperienza cinematografica profondamente sui generis, questo trattato esistenziale e post-coloniale ha sfumature da thriller sopito, come di un intrigo inquietante che però serpeggia appena fuori dall'inquadratura. Inquadratura che invece si popola al suo interno di scene di conversazione - cene e night club e incontri - perché la politica per De Roller è una discoteca, una "stanza buia dove la gente non si guarda più". Serra inserisce comunque qua e là degli scorci stupendi che aprono il campo visivo, tra cui va segnalata una scena in mare tra le onde giganti e i surfisti. Anche lì, però, in sella a una moto d'acqua, De Roller non rinuncia all'abito bianco e non smette di cucire la tela del consenso, nel suo fluire costante di panegirici e florilegi, di "se posso aiutare, con piacere" e "non esitate a chiamarmi". Insieme aristocratico e uomo del popolo, outsider francese e amico dell'isola, Benoît Magimel dà vita a una performance sublime che non solo conferma il suo momento felice (premio César nel 2022 per De son vivant), ma rappresenta per molti versi la forma ultima e definitiva di quei ruoli un po' tutti simili a loro stessi che ha accumulato nella fase adulta della sua carriera.
La sua voce è una presenza costante nel film e nel corso dei pachidermici 165 minuti di durata assume contorni ipnotici, così come ipnotico è tutto il resto, dai rumori della natura di Tahiti alla musica d'ambiente del night club gestito da Sergi Lopez. Si parla per parlare, e il potere diventa auto-descrizione prima che azione. Il linguaggio di Serra, che spesso improvvisa e varia sul momento l'impostazione della scena, è un tour de force dialogico completamente fine a se stesso che però, nel suo cambiare significato da un momento all'altro, rivela anche verità profonde. Mentre la paranoia umida e insidiosa prende possesso dell'isola, facendo spuntare ammiragli, spie e sottomarini in questi luoghi stupendi ancora segnati da eventi come quelli del 1995 a Mururoa, Serra ne approfitta per farne una dissertazione filosofica sulla geopolitica e sul colonialismo, la cui eco però è stranamente attutita dalla distanza a cui si trova la Francia e l'occidente tutto. Distanza che, come le forme che ci sembra di distinguere nell'oceano, finisce per far sembrare tutto più surreale e illuminante.
In un’isola della Polinesia Francese si riaffaccia lo spettro dei test nucleari. Partendo da un fitto bosco di figureindecifrabili e da “arcipelaghi dialogici”senzauna nitida correlazione, Serra ci invita a seguirlo e noi docilmente obbediamo, arrampicandoci lungo una parete lisciae quasi senza appigli.
Idea efficace ma con scelte di dialogo e ripresa molto discutibili,1 ora in meno forse avrebbe raggiunto più pubblico senza tediarlo. Vorrei poter chiedere al regista"WHY?PERCHÉ?"
163 min di dialghi senza senso , gli apparizioni dei personaggi senza un collegamento.
In un’isola della Polinesia Francese si riaffaccia lo spettro dei test nucleari. Partendo da un fitto bosco di figureindecifrabili e da “arcipelaghi dialogici”senzauna nitida correlazione, Serra ci invita a seguirlo e noi docilmente obbediamo, arrampicandoci lungo una parete lisciae quasi senza appigli. Poi, lentamente, si palesano i giochi pericolosi intessuti tra diplomazia, affari [...] Vai alla recensione »
In un’isola della Polinesia Francese si riaffaccia lo spettro dei test nucleari. Partendo da un fitto bosco di figureindecifrabili e da “arcipelaghi dialogici”senzauna nitida correlazione, Serra ci invita a seguirlo e noi docilmente obbediamo, arrampicandoci lungo una parete lisciae quasi senza appigli. Poi, lentamente, si palesano i giochi pericolosi intessuti tra diplomazia, affari [...] Vai alla recensione »
Storia ambientata alla fine del mondo, in un luogo lussureggiante abitato da fantasmi. Non ne farei un trattato di geopolitica come ho letto in alcune recensioni. Magimel ha ottimamente interpretato un uomo alla deriva, che cerca nelle sue amicizie a tutti i livelli di conoscere la verità su certe voci che correvano per l'isola. Tutto molto astratto e ambiguo, l'uomo segue il suo interesse [...] Vai alla recensione »
È ambientato nella Polinesia di oggi, Pacifiction - Un mondo sommerso (Pacifiction, Francia, Spagna, Germania e Portogallo, 2022, 145'). Albert Serra e il cosceneggiatore Baptiste Pinteaux immaginano che a Tahiti si sparga la voce di un nuovo esperimento nucleare, dopo l'ultimo del 1995, a Mururoa. Il rappresentante del governo francese, l'Alto Commissario De Roller (Benoît Magimel), è impegnato a [...] Vai alla recensione »
Da un certo punto di vista Pacifiction è un film sconcertante, un enorme transatlantico alla deriva su un oceano di sogni oscuri, uscito a mani vuote dal festival di Cannes del 2022 pur essendo l'unico lungometraggio a sfidare l'ignoto. Albert Serra osa un triplo salto mortale. Primo: ambientare il film in Polinesia, a Tahiti, è un po' come fare un anti-film francese, sorprendere il paese nei suoi [...] Vai alla recensione »
Tahiti, Polinesia francese. Le giornate dell'alto commissario del governo francese De Roller (Benoît Magimel) scorrono tra incontri diplomatici, chiacchiere con gente del posto, locali notturni e tramonti incendiari, in un equilibrio che sembra vacillare quando nell'isola si sparge la voce di imminenti test nucleari in Polinesia, anni dopo Mururoa. In quel paradiso si insinua una angoscia strisciante, [...] Vai alla recensione »
Fra Albert Serra e la Storia esiste una relazione interessante. Nei suoi film, sia quelli adattati (obliquamente) da opere letterarie sia quelli ispirati direttamente alla Storia, il tempo è il banco di prova di una presenza del mondo da verificare. Il Don Chisciotte di Honor de cavalleria s'aggira con il suo scudiero in un perimetro ristretto tentando di trovare un posto nel mondo, così come i Magi [...] Vai alla recensione »
VFinalmente un film su cui litigare in allegria. Un oggetto tanto insinuante quanto inclassificabile. Con un protagonista sempre un po' sfocato immerso in una (non) storia tutta oscurità. E non per semplice partito preso, ma perché ambiguo è il terreno su cui si muove: il potere, ovvero la sua rappresentazione, che del potere - con il segreto - è la quintessenza.
L'indizio è nel titolo. Pacification è uno di quei film, rari, che non fissano mai nulla, che accolgono e catturano come un gesto miracoloso tutte le possibili micro-finzioni che promette il reale, a condizione di saperlo guardare. E su un'isola di Tahiti un uomo osserva il mondo cambiare. Ma qualcosa della sua realtà gli sfugge, si perde, svanisce in volute di fumo.
A Thaiti, nella Polinesia francese, l'Alto Commissario De Roller si destreggia tra richieste dei nativi, visitatori altolocati, speculazioni ed eventi folkloristici, coltivando la rete su cui poggia il suo potere personale. Ma le voci insistenti di una prossima ripresa dei test nucleari su un'isola poco distante allarmano la popolazione e rischiano di compromettere la posizione del funzionario.
Nel contesto della rassegna di cinema francese "Rendez Vous" è stato presentato a Roma "Pacifiction- Tourment sur les îles" del regista Albert Serra, presente alla proiezione. Un'opera particolare, dalle atmosfere d'oltremare ed al contempo lynchiane: una riflessione profonda sul potere e sui precari equilibri politici nel mondo odierno. Il film, in concorso a Cannes 75, si concentra sulla figura [...] Vai alla recensione »
Location: Tahiti, la più grande isola nel gruppo delle Isole del Vento della Polinesia Francese. Nella prima sequenza vediamo arrivare dal mare in un porticciolo un gommone con un gruppo di marinai insieme al loro capitano che comanda la squadra dei militari, siamo al tramonto su quella che ancor oggi si può definire, a ragione, un autentico paradiso terrestre.
Iniziamo dalla fine. E se Albert Serra fosse il più "geniale" pensatore audiovisuale in attività? Pacifiction (e il calembour del titolo da solo vale una Palma) è prima di tutto una feroce e sardonica riflessione sull'eredità coloniale francese (e per estensione del colonialismo tout court). Benoît Magimel incarna un funzionario francese, un corpaccione bonario alla Depardieu con una febbre degna dello [...] Vai alla recensione »
Fluidità politica, diplomazia isolana e isolata: Thaiti, Polinesia francese, isola nella corrente delle nuove tensioni internazionali... Honor de diplomazia, potrebbe dire Albert Serra: De Roller, l'Alto Commissario della Repubblica Francese, una figura un po' donchisciottesca in fondo lo è: scafato nel perenne doppiopetto bianco del diplomatico e nell'aria un po' tronfia, un po' compunta e un po' [...] Vai alla recensione »
Quando esordì diciannove anni fa, nel 2003, con l'oramai dimenticato Crespià: the Film not the Village, l'allora ventottenne Albert Serra affermò: "Volevo fare un'opera d'arte, ma non sono stato in grado di realizzare la mia ambizione. Ho finito per fare un film d'autore", per poi aggiungere "Odio i documentari. Sono la scusa perfetta per le persone prive di immaginazione.
Albert Serra si libera delle coordinate temporali, dei costumi, delle parrucche della Francia del Settecento di La mort de Louis XIV e di Liberté, per viaggiare alla volta della Polinesia francese. E sembra quasi ritrovare l'immaginario di Gauguin in fuga, alla scoperta di Tahiti, il paradiso aurorale di un mondo prima dell'inizio della Storia. "Godo tutte le gioie della vita libera, animale e umana. [...] Vai alla recensione »
Il film peggiore del concorso: Pacifiction di Albert Serra, lagna geopolitica di quasi tre ore a base di nightclub con polinesiani in mutande fosforescenti, agenti Cia muti e francesi ubriachi. E se si volessero condurre test nucleari tra «la multitudine di colori e le mille gradazioni di blu» della laguna di Fakarava a Tahiti, 26 anni dopo i fatti di Muroroa? Fantapolitica di noia atomica su una Francia [...] Vai alla recensione »
Croisette ultimo giorno. Aspettando domani la Palma d'oro e gli altri premi che consegnerà la giuria del presidente Vincent Lindon, il festival comincia a svuotarsi, si è chiuso il Marché del film, via gli stand e i moltissimi professionisti del settore che hanno riempito nuovamente questi giorni la cittadina della Costa d'Azzurra con una folla pre-pandemia mentre l'estate anticipata del mese di maggio [...] Vai alla recensione »
A Tahiti, nella Polinesia francese, l'Alto commissario De Roller (un magistrale Benoît Magimel, candidato numero 1 al premio per il miglior attore) sembra tenere in mano la situazione, tra bar, discoteche, incontri, personaggi loschi e misteriosi. Un posto meraviglioso da vacanza, ma che nasconde sempre più insidie e pericoli. Mentre altrove, nel mondo, la situazione non pare essere la più serena. Vai alla recensione »
Tahiti, Polinesia francese. L'alto commissario della Repubblica De Roller (Benoît Magimel, fantastico) trascorre le sue giornate tra incontri e andirivieni. È un uomo che sa adattarsi a qualsiasi tipo di interlocutore, calandosi perfettamente in ogni tipo di situazione, da quelle più altolocate a quelle più ombrose. Di fondo, è un uomo che deve tenere sotto controllo il polso della popolazione locale, [...] Vai alla recensione »
Nei tristi tropici di Albert Serra si respira la stessa atmosfera molle del settecento di Liberté; la stessa sonnolenza ovattata che governava le stanze reali in La mort di Louis XIV. L'ultimo film del regista catalano, Pacifiction - girato sull'isola di Tahiti, nella Polinesia francese, dove l'Alto commissario della Repubblica De Roler gestisce affari e relazioni politiche muovendosi in modo scrupoloso [...] Vai alla recensione »