Il signor Cowen dice di credere nel "dio del massacro". Discorrendo con la signora Longstreet sulla natura violenta dell'uomo, egli afferma che l'essere umano, dopo aver ondeggiato per molto tempo tra la prevaricazione (il massacro) e il diritto, solo alla lunga ha conosciuto il prevalere del secondo, Giungendo a conclusioni vichiane, nega l'anima inoffensiva del "buon selvaggio" roussoniano e conferisce all'uomo una fisionomia istintivamente violenta e distruttrice. Se Polanski non credesse nel "dio del massacro" non avrebbe intitolato il film "carneficina", evocando scenari pulp, e non avrebbe inscenato uno spietato psicodramma, una patetica, sguaiata, meschina tragedia dell'isterismo, della schizofrenia umane. Dopo aver inizialmente dato mostra della coerenza dell'"etichetta" e del loro perbenismo, decisi a ricomporre fittiziamente un'amicizia e un'armonia tra famiglie rotta dopo il litigio tra i propri filgi, poco a poco nelle coppie iniziano a farsi strada, a venire estrisecati (come se non fossero già serpeggiati nella mente infida di ognuno) i rancori, i pregiudizi, le ostilità, le invidie. Sentimenti subdoli affermerà qualcheduno "perbene". Slanci istintuali, frutti di un solipsismo rovinoso, del tutto umani piuttosto. Una bipolarità, una doppiezza, proprie di ciascuno, Dalle beghe assurde e dalle conflittualità riusciamo a trarre le ubbie, i disagi, le incomprensioni, dall'acrimonia covata sotto la cenere di un cupo quieto vivere, di una complice mutua sopportazione di uno iato coniugale, peraltro non occultabile, veniamo a sapere delle pusillanimità, delle viltà, dell'atonia untuosa proprie di tutti, Preferiamo continuarcene a rimanere indifferenti, senza sapere che tutto ciò prima o poi viene al pettine. Nulla di ciò che riguarda i nostri vissuti più penosi, le nostre nevrosi, assurde manie, tristi speranze, desideri inconfessabili può essere lasciato nell'ombra, tutto viene o può venir fuori -quandanche si cerchi di assolvere se stessi o si inquisisca il vicino minaccioso e incombente (lama pronta a cacciarsi nelle carni, subdola) per come siamo trincerati nel nostro mediocre egotismo- alla luce di una realtà turbata e frenetica. Del resto, "homo homini lupus".
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