L'assenza di Polanski al Lido è stata quasi una presenza ma il regalo che ci ha fatto è di quelli indimenticabili. Vogliamo definirlo un capolavoro? ma si, il gioiello di cui ci ha omaggiati è un meccanismo a orologeria perfetto, levigato,, preciso, feroce ed esilarante, che però a Venezia non ha vinto nulla. Forse perchè i giurati avranno deciso che sarebbe stato inutile sprecare un premio per premiare un film che si premia da solo per le sue innate virtù. Apparentemente leggero e di semplice realizzazione è invece un film che in pochi avrebbero potuto fare: il controllo del set deve essere totale e la pressione sugli attori più che costante, alla ricerca del dialogo, dell'inflessione e dell'espressione perfetti, quei dettagli che in film così statici fanno la differenza. La cosa che però sconvolge è la naturalezza che i fantastici quattro lasciano trasparire. Strepitoso Waltz, sublime la Winslet, intensissima la Foster ma tra i tre litiganti Premi Oscar si eleva quello che non ti aspetti, quello che aveva suscitato tenerezza e aveva fatto dire : "chi è questo?" oppure "che c'entra questo?". A godere è proprio Reilly, il meno nobile tra i quattro protagonisti, eppure appare eccezionale, credibile e brillantissimo. Film che segna il tramonto dell'Occidente: prima nessuno dice nulla e non va bene, poi tutti dicono tutto e va persino peggio. La resa dei conti diventa una rissa generale in nome dei soldi, del sesso, del potere e del lavoro, tra sigari, whisky, vomito, torte, criceti, Darfur in un uomini contro donne, mariti contro mogli, alto contro medio borghesi, tutti contro tutti, con buona pace degli ospiti d'onore Ivanhoe e John wayne. Esilarante come detto ma sinistro e feroce, invidie, tensioni e ipocrisie sono i mali peggiori di cui la borghesia, vista dall'occhio attento e ipercritico del regista, è affetta e infetta, facendone emergere il lato violento e buio a scapito di quello pacifico e perbene che sembra prevalere solo nei primissimi minuti di visione. Tutto ciò finisce per risultare comicamente, irresistibile, aiutato dal testo teatrale da cui il film è tratto (i tempi sono chiaramente teatrali). Ma non siamo di fronte a semplice teatro filmato, piuttosto ad una vera, raffinatissima lezione di regia che lavora in prevalenza sugli attori, sullo spazio e su certi oggetti-simbolo. Risultato pulito, senza fronzoli o compiacimenti vari che rendono questa discesa negli inferi più profondi del perbenismo un'opera lucidissima e di classica perfezione. Acido e antiborghese a livelli estremi, dimostra come Polanski abbia raggiunto quote cinematografiche altissime, eccellenti, visto che ad occhio e croce non sbaglia un film dai tempi de "Il pianista", prometteva scintille d'autore e sono stati a dir poco fuochi artificiali. In effetti le promesse sono state tutte mantenute.
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jessy86
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lunedì 21 novembre 2011
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???
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se non ha vinto nessun premio questo film a venezia, forse dovresti chiederti perchè...prima di tutto gli attori sono davvero ottimi ma riguardo alla storia del film direi che i veri capolavori sono altri..sono quelli che ti fanno riflettere,discutere e soprattutto ti lasciano delle emozioni per giorni e giorni se non addirittura per sempre...a volte basta il titolo per farti rievocare tutte le sensazioni di due ore passate al cinema o davanti la tv ma questo film direi che ti lascia così....??????????......quindi Roman Polanski grande regista ma avrebbe potuto tranquillamente andare in vacanza piuttosto che fare questo film....chiedi conferma ai giurati di Venezia...baci
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(di ultimoboyscout)
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riccardo76
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mercoledì 30 novembre 2011
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a jessy86
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Se un film non vince nessun premio, questo non vuol dire che sia scadente! Fortunatamente i bei film sono sempre in numero maggiore rispetto ai premi dei festival cinematografici. Comunque se leggi le critiche anche sui giornali specializzati, troverai che "Carnage" è stato pienamente apprezzato dalla stragrande maggioranza della critica, e non solo per gli attori, ma soprattutto per la regia.
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riccardo76
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mercoledì 30 novembre 2011
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a jessy86- continuo
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Il film lascia eccome qualcosa allo spettatore: grandissimi spunti di riflessione sull'ipocrisia della società borghese, sulle falsità che reggono i rapporti interpersonali, spesso anche coniugali, sulla mediocrità del pensiero di molta gente, sui preconcetti ancora vigenti che determinano la presunzione di superiorità su altri per sesso o classe sociale,...ecc.E si potrebbe continuare. Magari a te il fim a lasciato poco, ma a tanti a lasciato questo ed altro.
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