Carnage |
||||||||||||||
Un film di Roman Polanski.
Con Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly
Titolo originale Carnage.
Drammatico,
durata 79 min.
- Francia, Germania, Polonia, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 16 settembre 2011.
MYMONETRO
Carnage
valutazione media:
3,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un crescendo di tensione svela l'ipocrisia socialedi AnnaliceFeedback: 4600 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 27 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un crescendo di intensità e tensione emotiva, per svelare l’ipocrisia imperante nel mondo degli adulti. L’ultimo film di Roman Polanski è il ritratto impietoso di una società schiacciata dal conformismo, ostentato nel tentativo di celare la reale natura dell’uomo contemporaneo: l’egoismo individualista. La carneficina, a cui fa riferimento il titolo, è quella che si consuma tra due coppie per bene. Le loro strade si si scontrano – a causa dei figli, due ragazzini che litigano in un parco. I genitori del ferito chiedono un incontro a madre e padre del piccolo aggressore, per appianare il dissidio da adulti. L’obiettivo conclamato è dare una lezione di responsabilità e civiltà ai due figli ribelli. Il risultato è una guerra, a colpi di parole, tra coppie dai contrasti irrisolti. Basta una frase di troppo ad accendere la miccia che fa esplodere un conflitto latente, all’inizio appena accennato dietro sguardi e convenevoli di circostanza. Un conflitto che, dall’educazione dei figli, giunge a coinvolgere i modi di essere “cittadini del mondo”, con un unico imperativo: attaccare per non soccombere, in questa guerra di tutti contro tutti chiamata “società”. È così che quattro individui, all’apparenza integrati, lasciano andare i freni inibitori e si rivelano per ciò che sono realmente: insoddisfatti cronici. Ecco, allora, che emerge il secondo bersaglio preso di mira dal regista: la famiglia, là dove si annidano i mali che deflagrano all’esterno, l’istituzione regina delle maschere imposte dal perbenismo. A dirlo è Michael, incarnato dal poliedrico John C. Reilly: «I figli ti succhiano la vita. La famiglia è la peggiore delle torture!». Questo personaggio non fa che dare voce ai pensieri degli altri. Sua moglie (un’intensa Jodie Foster) è frustrata da «un marito nichilista che ha scelto di vivere nella mediocrità», mentre lei ha aneliti da intellettuale progressista che si batte per la civiltà e la pace nel mondo, ma si limita a farlo dal salotto di casa. L’altra coppia non è da meno: sotto la patina del successo lavorativo, si nasconde il gelo familiare. La graziosa Nancy (Kate Winslet) è schiacciata dall’indifferenza e dall’egoismo del marito Alan (il geniale Christoph Waltz, perfetto in ogni ruolo), che considera il matrimonio una gabbia e trascorre le giornate attaccato al BlackBerry. Lei neppure protesta più e si consola con make up e borsette. Polanski rende questo volgere di una recita sociale in una carneficina tra adulti con la maestria che gli è consona. Il dramma dai tratti farseschi si svolge tutto all’interno di un salotto. L’intensità claustrofobica della situazione è accentuata da una macchina da presa che tallona i personaggi, usando emblematici primi piani che mostrano in maniera spietata – proprio come la locandina del film in stile pop art – il cambiamento involutivo delle due coppie: da educati e civili uomini di mondo a individui pronti a fare carne da macello tanto dei nemici che degli amici. Il ritmo angosciante di questo breve film è reso non solo dalle inquadrature, ma anche dalla padronanza interpretativa degli attori, quanto mai calzante in un’opera dalla forte impostazione teatrale. Alla fine, lo sguardo cinico del regista saluta gli spettatori con un messaggio di speranza, incarnata dai due ragazzini che giocano insieme, nell’unica scena del film girata all’esterno. Come a dire che la vera apertura, in un mondo provato dalla falsità, può muovere solo dall’intelligenza della spontaneità.
[+] lascia un commento a annalice »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||