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Carnage, il Lido ai piedi di Polanski

La Mostra applaude il regista, bloccato in Svizzera dai noti guai giudiziari.
di Ilaria Ravarino

John C. Reilly, Kate Winslet e Christoph Waltz al photocall del film Carnage di Roman Polanski.
Kate Winslet (Kate Elizabeth Winslet) (48 anni) 5 ottobre 1975, Reading (Gran Bretagna) - Bilancia. Interpreta Nancy Cowen nel film di Roman Polanski Carnage.

giovedì 1 settembre 2011 - News

Bloccato in Svizzera dall'accusa di aver abusato ormai 33 anni fa di una minorenne, e impegnato a sfuggire alla temuta estradizione in America, Roman Polanski non era al Lido oggi per assistere al piccolo trionfo del suo film, Carnage, applaudito con calore dalla stampa e accompagnato in passerella da un cast entusiasta ed orfano della sola Jodie Foster. Evocato, lusingato, nominato dagli attori (Christoph Waltz, John C. Reilly, Kate Winslet) e dalla sceneggiatrice Yasmina Reza (autrice della piéce da cui è tratto il film) con il rispetto che si deve al genio, Polanski è stato il convitato di pietra della mattinata: su di lui, sul suo confino forzato e sulle gravi conseguenze delle sue gravi azioni, nessuna domanda, nessuna allusione, nessuna pur spinosa riflessione. Per lui, di lui, ha parlato solo il film: una commedia nera sulla famiglia e sui rapporti umani che ha convinto la stampa, divertito il pubblico e suggerito l'idea di un uomo, nascosto dietro al genio, che nonostante tutto continua a guardare al suo futuro con ostinato, incredibile ottimismo.

Il film ha una chiave meno pessimistica della piéce da cui è tratto. Perché?
Reza: È stato un desiderio di Roman. La mia piéce aveva un finale molto negativo, completamente senza speranza. Il finale più ottimistico l'ha voluto Roman, e io ho fatto di tutto per venire incontro al suo immaginario. Il suo desiderio era quello di dare un segno di speranza soprattutto alle generazioni future.

Quando così tanti autori dividono lo stesso set, i talenti comunicano o confliggono?
Winslet: se Roman fosse qui direbbe senz'altro che comunicano. Tutti siamo andati d'accordo fin dal primo giorno di prove. Avevamo ovviamente un salutare timore nei confronti del copione, bellissimo, e nei confronti del grande Polanski. Diciamo che questa nostra comune paura ha cementato l'unione. Il lavoro è stato sereno e divertente, ci siamo scambiati tante idee sul film, comportandoci come un gruppo di amici. Roman ripeteva spesso di non aver mai conosciuto attori così poco competitivi fra loro su un set.
Waltz: Ognuno ovviamente aveva il suo approccio al ruolo, anche perché i caratteri dei nostri personaggi erano molto diversi. Abbiamo provato per due settimane, proprio come a teatro, ed è stato molto utile perché ci ha permesso di fissare gesti, posizioni e atteggiamenti.
Reilly: Dopo la telefonata di Roman diventai molto ansioso. Mi chiedevo: davvero valgo quanto gli altri attori? Sarò in grado di farlo? Per fortuna, poi, le ansie sono state mitigate dalla necessità di mettermi al lavoro. Roman sul set era l'ultimo ad andarsene e non ha mai dato segni di stanchezza: lui saltellava di qua e di là e io bevevo litri di espresso per tenermi in piedi.

È difficile lavorare in un film costruito più sui dialoghi che sull'azione?
Winslet: Non saprei, non ci sono formule. Non credo che questa storia, nonostante fosse basata sul dialogo, fosse più semplice di altre. Anzi, per me il racconto è molto dettagliato, complesso come lo sono tutte le dinamiche familiari. La mia principale preoccupazione era quella di risultare più divertente dell'eccellente attrice che aveva recitato il mio ruolo sul palcoscenico... è stato solo quando ho capito che la versione cinematografica avrebbe avuto un tono e un ritmo diverso dalla piéce, che mi sono sbloccata e liberata dall'ansia.

Cosa vi ha attratti in questa storia di dinamiche familiari?
Winslet: Immagino che quando si è genitori e si proviene da una famiglia unita e grande ci si trovi inconsciamente attratti da questo tipo di storie. Quando Roman mi ha offerto di partecipare alla sua carneficina familiare, beh, non potevo dire di no. Tra l'altro avevo visto la piéce a teatro e trovavo il copione straordinario.

Come avete lavorato in spazi così ristretti?
Winslet: Siamo arrivati il primo giorno per le prove e non sapevamo cosa sarebbe successo. Dopo una settimana Roman ci ha chiesto di memorizzare le battute, e ogni movimento e dettaglio dei nostri personaggi è stato mappato nell'ambiente. Una stanza molto piccola, piena di gente: è servito del tempo per abituarci. E poi le riprese sono state fatte in ordine cronologico.

Si è ispirata a qualcuno per il suo ruolo?
Winslet: Non ho cercato di imitare altre mie performance, mi sono concentrata come sempre sul fatto che i personaggi iniziano in un posto e alla fine del film finiscono altrove, ho pensato al loro viaggio interiore. Fare tutto questo in una sola stanza e in un'ora e quaranta rendeva il compito naturalmente più difficile.

Waltz, ora che il suo talento è stato riconosciuto anche da Polanski cosa cambierà nella sua vita professionale?
Waltz: Di queste cose non mi occupo. Cerco solo di fare il mio lavoro.

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