Eccellente ritorno nelle sale quello di Roman Polanski, che di nuovo proietta l’attenzione su di un appartamento.Opera brillante e ardita, Carnage sorprende e diverte il pubblico assorto in una vicenda che scaturisce dalla perfezione dei modi fino ad un vortice di emozioni incontrollate. Tra questi due estremi v’è la degenerazione di due coppie a modo che a seguito di un bisticcio tra i relativi figli convengono di incontrarsi e discutere il fatto.Il film è realizzato con l’aiuto alla sceneggiatura di Yasmina Reza, autrice del libro, cui Polanski si è ispirato.
Siamo in un appartamento a New York e le due coppie hanno completato la descrizione dei fatti del giorno antecedente. Da persone civili si scambiano convenevoli accompagnandosi alla porta d’ingresso. Ecco che decidendo di chiarire meglio la situazione nei giorni successivi si accordano invece per discutere più precisamente in quel momento l’avvenuto ed evitare di perdere tempo.Da questo momento inizia la degradazione affidata esclusivamente agli ottimi ed esperiti attori John C.Reilly, Kate Winslet, Jodie Foster e Cristoph Waltz. In particolare questi ultimi due sono alla base del nascente conflitto tra coppie a causa delle ideologie contrastanti e differenti tecniche educative. L’ambiente è intriso di una spessa nube d’ipocrisia. Le due coppie si scambiano commenti sempre più acidi. La situazione è insostenibile, ed ecco che in un impeto fisiologico involontario l’aggraziata signora Cowan(Kate Winslet) dà di stomaco come per placare l’ostilità. È un punto di svolta: il rigetto porta con sé tutto il clima di ostentata perfezione fino a quel momento ai limiti del reale. Come in preda ad un processo involutivo i personaggi si distinguono in esternazioni di vizi(fumo, alcool) e di pensieri. Il quadro complessivo comprende Michael il venditore porta a porta fiero della propria mediocrità e nichilista; Penelope la scrittrice amante dell’arte e votata alla causa del Terzo Mondo; Alan il cinico avvocato che pensa solo al proprio utile; Nancy la consulente finanziaria esistenzialista infelice ed insoddisfatta della propria vita.
Il regista non si accontenta del roseo quadretto e fa sprofondare le azioni e i discorsi in un’insignificanza, una banalità e semplicità tipiche del periodo infantile. Michael fa preoccupare ancora la madre e gioca frequentemente con il phon quasi come fosse una pistola; Penelope piange quando la situazione le sfugge di mano e ama “leggere” libri che hanno solo le illustrazioni; Alan ama il telefono poiché riesce a comunicare con le persone anche senza vederle ed eccessivamente affezionato a questo ”giocattolo” crolla in posizione fetale allorché ne venga privato; a Nancy piace truccarsi come fosse una modella e quando non riesce ad ottenere ciò che desidera dalle persone, le sue funzioni fisiologiche parlano per lei.
Si può dire che Carnage rappresenti una progressiva involuzione temporale che parte dai 40anni ,caratterizzati da una forte ipocrisia ed una spiccata consapevolezza del cosa pensano gli altri, passando per i 30anni in cui si fa sfoggio di ardite e serie ideologie, attraversando i 20, età volta all’adempimento di piaceri proibiti, fino ad arrivare ai primi 10anni quando nulla si controlla, dagli atti alle parole.
Questo film rappresenta ciò che semplicemente differenzia un adulto da un bambino: pura finzione.
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