Argo |
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Un film di Ben Affleck.
Con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber.
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Titolo originale Argo.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 120 min.
- USA 2012.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 8 novembre 2012.
MYMONETRO
Argo
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una Argo attraccata alla banchina del minimalismodi ImmanuelFeedback: 4237 | altri commenti e recensioni di Immanuel |
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venerdì 16 novembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un colpo di stato rovescia il legittimo governo di Mossadeq nel 1953, consentendo a Reza Pahlavi di ritornare dall'esilio romano nuovamente come "re dei re" di persia. Riattua il piano di modernizzazione del paese, accentra il potere nelle sue mani, radicalizzando le opposizioni sciite che si raccolgono attorno alle moschee, agli imam, al potere religioso dell'ayattolah che al culmine di un processo di irrigidimento autoritario della monarchia inizialmente costituzionale, conduce alla rivolta il popolo iraniano oppresso dagli abusi della polizia politica della Savak, la feroce polizia politica dello scià. La svolta è radicale, il potere religioso sostituisce quello laico del monarca assoluto, dal "cesaropapismo" alla teocrazia l'iran si trasforma in una monarchia religiosa in cui il potere supremo è detenuto dalla massima autorità spirituale sciita l'ayattolah Komehini, il cui rintratto campeggia onnipresente in molte scene della pellicola. Sulla spinta emotiva della rivoluzione e di un diffuso antiamericanismo legato al passato golpe organizzato dalla cia e alla concessione dell'asilo attribuita a Mohammad Reza di cui si teme il ritorno con l'appoggio dello stesso "grande satana", una torma inferocita di studenti e rivoluzionari forza le difese dell'ambasciata americana di Theran per fare il suo ingresso nella sede diplomatica e prendere in ostaggio i 50 americani lì presenti. Sei di questi riescono a mettersi in salvo e a trovare rifugio presso la sede del consolato canadese. Il film ruota attorno alla versione romanzata dell'"esfiltrazione" (termine orribile) di questi 6 rifugiati, dei quali si teme la caduta nelle mani dei pasdaran. La figura del protagonista, come del resto quella del registra, personaggio principale egli stesso, è una sagoma scialba, grigia raffigurazione dell'eroe comune americano che fa dell'erosimo bricolage nello svolgimento del lavoro quotidiano (la cornice familiare e l'aria da comune mortale completano il quadro edificatorio). A salvare il salvabile di una pellicola incolore, svigorita da una pallida (e quasi smorta) interpretazione di Afflek, ci sono le provvidenziali prestazioni attoriali di due giganti della comicità come Goodmann (il grasso produttore) e Arkin (il ricco impresario hollywoodiano), cone le loro arguzie e le loro facezie fescennine. Penalizzante anche la scelta di impostare la narrazione su un evento marginale anche se collaterale della vicenda principale legata all'assalto all'ambasciata (si sarebbe fatto certamente meglio a incetrare qualcosa sull'operazione eagle clow...). Da un certo momento il film non fa che iterare un finale già scritto, risolvendosi in un decollo che non avviene mai (ma che si sa che avverrà), anche se lo spettatore, intuendo perfettamente l'esito positivo del plot, è come se desse per scontato ogni singolo evento fino al superamento dello spazio aereo iraniano, con tanto di musica di coronamento, di strette di mano e abbracci calorosi a suggello del finale bucolico. Una conclusione nel segno del più comune "american way of life" con la riconciliazione di una coppia in crisi e la ritrovata pace della famigliola dopo il momento "di riflessione", a completare una pellicola medriocre, una prestazione prosaica, appena corretta dai tamponamenti qua e là forniti da una regia comunque corposa, da un montaggio efficace e da frizzi e lazzi che tenevano alto il morale di un pubblico che sarebbe, altrimenti, sprofondato tra le braccia di Morfeo.
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