2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
continua»
Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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E' solo un sogno?di pacittipaoloFeedback: 1203 | altri commenti e recensioni di pacittipaolo |
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lunedì 16 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo è un film che le parole non sono sufficienti a descrivere. Ad esempio quando l'astronauta sopravvissuto disattiva Hal, il suo viaggio va oltre non solo lo spazio ma anche il tempo così come lo consideriamo, e questo si presta a tutta una serie di riflessioni morali, politiche, storiche, filosofiche (ma quale film di Kubrick non si presta a tali?). Il film celebra la civiltà tecnologica, iniziata quando i nostri antichi progenitori scoprirono l'uso dell'osso come arma (che infatti lanciato in aria diventa una navicella spaziale: capolavoro di economia narrativa!) ma l'uomo, che aveva superato lo stato animale grazie alla tecnologia, ha un destino di liberazione dalla tecnologia stessa: qual è questo destino? Cosa rappresenta il feto astrale? Chi è che guida l'evoluzione umana, rappresentato dal monolito che si ripresenta ad ogni momento cruciale? Tanto per non spiegare nulla (o quasi nulla) Kubrick ha anche tagliato parti del film, rinunciando alla idea in un primo momento considerata di rappresentare gli extraterrestri, nonché di mostrare il monolito come uno schermo (una delle possibili interpretazioni dell'oggetto, basta ruotarlo in orizzontale ed è lo schermo del cinema) che insegnava alle scimmie. La genialità del film è di raccontare una fiaba (usando tutti i mezzi tecnologici a disposizione e inventando un modo di illuminare le scene), una meraviglia (alcuni, anche tra i critici, non hanno avuto meglio da definirlo che “come un trip con l'LSD”) nei modi di un documentario, con un distacco ironico (una delle caratteristiche di Kubrick più vere) e un fascino per le macchine (geniale l'uso della musica del valzer di Strauss, che infatti è nostalgia di un bel mondo sull'orlo dell'abisso). La Chiesa ha inserito il film tra i 10 più importanti filosoficamente della storia del cinema, musulmani vi hanno visto il Corano, altri i concetti del filosofo Nietzsche. Per alcuni il monolito è il simbolo di Dio, per altri di extraterrestri (che guidano l'evoluzione umana), per altri comunque dell'autorità in generale, e non mancano interpretazioni del film in chiave satanica (da parte di chi vede nel demonio l'architetto dell'universo). Non bisogna omettere di citare l'importante apporto poetico al film da parte del giovane Douglas Trumbull, inventore di una speciale macchina da presa con la quale è stata girata parte della sequenza del viaggio oltre l'infinito del finale. Quando il film uscì ebbe un fuoco di fila di recensioni negative, non solo dagli arcigni che gli rimasero sempre contro: Kubrick fu accusato di non avere immaginazione, di non reggere il confronto coi classici della fantascienza, di avere la pretesa (oggi considerata da molti una cosa riuscita) impossibile di fare nello stesso tempo un film sperimentale e spettacolarmente popolare. Quanti giovani conoscerebbero Ligeti senza questo film? E dire che il musicista inizialmente scritturato per la colonna sonora, Alex North (quello di Spartacus), continua a pensare che quella alla fine scelta da Kubrick sia inadeguata, a differenza della sua: a dare fiducia a Kubrick fu il boss della MGM di allora, un suo grande estimatore: provate a immaginare 2001 con una colonna sonora tradizionale hollywoodiana! Kubrick ha tenuto conto del pensiero di Arthur Clarke, di cui il racconto “La sentinella” ha ispirato a Kubrick il film: ogni tecnologia avanzata è inseparabile dalla magia. Una magia di fronte alla quale l'uomo si trova come i suoi antichi progenitori: in questo senso l'accompagnamento dei cori ancestrali nelle scene del monolito mette lo spettatore nello stato d'animo confacente alla scena, come nel resto del film. Kubrick: “Coloro che non credono a quello che vedono non potranno apprezzare il film”: un invito all'esperienza visiva in quanto tale (ognuno poi potrà specularci come crede e come vuole), per Kubrick, considerato uno dei veri intellettuali del cinema - non dimentichiamo che era un fotografo ed è sempre stato un cultore dell'immagine - la qualità più importante di un film. Effettivamente a molti spettatori il film può apparire un incubo, anche angoscioso (anche se non in tutte le parti). E il finale (che si collega ad altri film di Kubrick: l'occhio del feto con quello del bambino di Shining , come con quello di Alex di Arancia meccanica) potrebbe suggerire una interpretazione: è solo un sogno? Ma differenti interpretazioni possono coesistere in un capolavoro del genere, e quella più in generale riguarda il cinema: cosa è se non un sogno a ogni aperti?
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