Nome: Jean-Pierre Martins
Data e luogo di nascita: 29 ottobre 1971 (Francia).
Le migliori definizioni di Jean-Pierre Martins gliel'hanno data i suoi fans: «È vero, hai quel fisico da sogno...»; «Senza il baffo e con le zampe di gallina sei ancora più bono»; «Quale bellissimo sorriso...». Perché il fisico, il baffo e il sorriso di Jean-Pierre Martins sono irripetibili all'interno del cinema francese e diventano accessori di uno sguardo incazzato, di una fumata svelta o di una camminata che non ha eguali. Insomma, questo musicista prestato al cinema, è uno strumento duttile, armonico, sorprendente. Non è un imitatore dei tanti beau et bâtards che hanno popolato il cinema francese dagli Anni Trenta a ora, ma è quell'impeccabile e massiccia tranquillità che piace tanto alle signore bene, è quella sfumatura nera e avorio che rende graffiante un film, quel gioiello minimal opalescente che, anche se con le rughe, risulta gretto e aristocratico allo stesso tempo. Può essere brutto, bello, vecchio o giovanissimo. Poteva essere un caratterista e costruirsi una carriera tutta di secondi ruoli, ma ha chiesto di più, è diventato una star del rock, ma anche il meraviglioso, struggente e divertente interprete che con manierata umiltà si mette in gioco davanti alla cinepresa.
Silmarils
Di origine portoghese, Jean-Pierre Martins è il leader del gruppo rock francese Silmarils.
Il debutto cinematografico
Debutta cinematograficamente grazie a Chantal Lauby che lo sceglie per il ruolo di Kader in Una vita nascosta (2003) con Rossy de Palma, Jean-Hugues Anglade e Alain Chabat. Prestatosi al cinema pochissime volte, recita il ruolo del professor Ravi in L'impero dei lupi (2005) e poi quello del defunto, mesto e crudo pugile Marcel Cerdan in La vie en rose (2007) di Olivier Dahan con Marion Cotillard, Sylvie Testud, Clotilde Courau e Pascal Greggory. Sicuramente il ruolo più resistente al tempo della sua carriera, che rianima il vecchio e nostalgico angelo del pugilato francese, colpendo lo spettatore al cuore, seppur brevemente. Martins con questi panni sfida il cattivo conservatorismo e il cinismo del tempo, lasciandosi dietro un palpabile senso d'amore per quella che è la vera lady del film, Edith Piaf, interpretata da un'impegnata Cotillard. Dopo questa performance, la sua carriera si intreccia a quella di altri caratteri, protagonisti e vite, che lo lasciano indaffarato, inarrestabile e irresistibile, come quella del rugbista in Mes stars et moi (2008) con Catherine Deneuve e quella del protagonista di The Horde (2009). Bravissimo, si arrangia con l'inventiva e ci mette del suo in ogni nuova maschera da indossare. È veramente uno dei pochi cantanti francesi che, grazie al talento, è riuscito a superare il veto che la nostra cugina d'Oltralpe di solito impone a chi supera una certa età. Comico e sfolgorante, perfido e potente, vivace e umorale, può essere chiunque.