Il documentario segue Mauro Pagani mentre, dopo aver perso temporaneamente la memoria, ricostruisce la propria identità intrecciando ricordi, musica e incontri con amici e colleghi. Espandi ▽
Un'esistenza consacrata all'arte, dove ogni scelta è un gesto d'amore e nasconde il sogno di un mondo migliore, viene improvvisamente interrotta quando Mauro Pagani, tra i più grandi talenti della musica italiana dagli anni Settanta a oggi, perde temporaneamente la memoria. Tutto svanisce, tranne la consapevolezza della sua professione e la sua familiarità con gli strumenti. Per ricostruire la propria identità, Pagani riascolta dischi e dialoga con amici, colleghi e artisti, intrecciando memoria personale e memoria condivisa in un percorso poetico e liberissimo, dallo straordinario impatto emotivo. Ad accompagnarlo in questo viaggio indimenticabile ci sono Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Badara Seck, Mahmood, Dori Ghezzi, Ligabue, Arisa, Ornella Vanoni e la compagna di vita Silvia Posa. Recensione ❯
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La storia di Giovanna, una dodicenne dall'immaginazione sfrenata pronta a tutto pur di ritrovare il suo migliore amico. Espandi ▽
Il film, sullo sfondo del finire degli anni '90, racconta la storia di Giovanna, una dodicenne dall'immaginazione sfrenata pronta a tutto pur di ritrovare Mirko, il suo migliore (e unico) amico, sparito nel nulla dall'oggi al domani lasciandola sola. Cercando la verità, tra adulti distanti e nuove inaspettate amicizie, Giovanna dovrà fare i conti con la realtà, e con l'ingresso in questo caro mondo crudele. Recensione ❯
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Un ex professore in pensione vive solo e in pace, finché la figlia tradita torna con i figli: la sua quiete svanisce e la vita cambia del tutto. Espandi ▽
Un ex professore di liceo trascorre gli anni della pensione nella sua grande casa vuota. Dopo le dipartite della moglie, che non c’è più, e della figlia Sofia, che vive in Germania, ha scelto di vivere serenamente da solo. Ma improvvisamente Sofia piomba a Roma dalla Germania con i due figli Olga e Tommaso perché il marito tedesco Helmut l’ha tradita. Helmut pentito, decide di raggiungere a piedi Roma dalla Germania, intraprendendo un percorso di espiazione nella speranza di ottenere il perdono della moglie.
Come ti muovi sbagli è una parabola sulla fragilità, a cominciare da quella del protagonista,
per continuare con quella di Sofia che crede di poter rimpiazzare il marito, e finire con quella di Helmut, il cui atto di debolezza non a caso è l’incipit del film. Sul tiro alla fune fra vita e morte si assesta il senso più profondo di questa ulteriore parabola di Di Gregorio, un autore che rallenta e li dilata i ritmi e i paradigmi del cinema contemporaneo per ricordarci che nel nostro tempo ci sono ancora spazi di umanità resistente, e narrazioni refrattarie ad ogni manuale di sceneggiatura. Recensione ❯
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Il braccio di ferro di una coppia disfunzionale che dice tanto anche del rapporto tra Stati Uniti e Messico. Drammatico, Messico2025. Durata 100 Minuti.
Un ballerino dovrà affrontare la vera natura della sua relazione amorosa. Espandi ▽
Il giovane Fernando, talentoso ballerino di Città del Messico, emerge dal deserto dopo un pericoloso viaggio oltre il confine americano. Il ragazzo è determinato a raggiungere San Francisco, dove si introduce nel lussuoso appartamento di Jennifer, una donna molto più grande di lui della quale da qualche tempo è amante. Profondamente attuale, il film è l’allegoria perversa di un braccio di ferro in una coppia disfunzionale, che dice tanto del rapporto tra Stati Uniti e Messico per quanto riguarda l’immigrazione, arrivando sugli schermi proprio al culmine della tensione politica sul tema. In un gioco diabolico di prigioni amorose e linee di demarcazione che vanno dal nazionale fino al domestico, Franco si fa tentare da una spirale risolutiva angosciante e brutale, nel pieno spirito delle opere che gli hanno dato il successo. Eppure rimane la sensazione che ci sia una dimensione nuova e inaspettata nella sua poetica. Recensione ❯
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Un doc che ci fa entrare all'interno di un cerchio magico, invitandoci a compartecipare dell'allegria contagiosa dei tre protagonisti. Documentario, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Un documentario che racconta l'amicizia tra Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè. Espandi ▽
Nel 2014 Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri, amici e collaboratori artistici fin dagli anni Novanta, fondano il gruppo che porta i loro tre cognomi e incidono l'album "Il padrone della festa", lanciandosi poi in un tour europeo. Le registrazioni del megaconcerto di Napoli e quello al PalaLottomatica di Roma del gruppo Fabi Silvestri Gazzé diventeranno un doppio album live nel 2015. A un decennio di distanza, il 6 luglio 2024, il supergruppo ha riportato il concertone al Circo Massimo in una reunion subito sold out.
Ma Fabi Silvestri Gazzé - Un passo alla volta, diretto da Francesco Cordio, è più di un concert movie: è la storia dell'amicizia trentennale fra tre musicisti molto diversi per indole e ispirazione ma uniti da un comune sentire e un affetto profondo, nonché dalla capacità di stimolarsi a vicenda a creare divertendosi.
Nel ricreare quel mitico concerto del 2014, Fabi Silvestri Gazzé si sono preoccupati di "rispettarne la magia", e di fatto l'hanno ricreata, restituendo Un passo alla volta i brani più amati dal pubblico nella loro (quasi) integrità, e interamente nella loro energia. Recensione ❯
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Ritratto intimo di Ferdinando Scianna, grande fotografo e narratore, che ripercorre una vita tra arte, malattia, amicizie e riflessioni sul senso delle immagini. Espandi ▽
Ferdinando Scianna a 80 anni ripercorre, con la saggezza dell’età unita alla vivacità di un giovane, quasi un secolo di storia della cultura italiana ricordando incontri e scelte di vita che lo hanno reso Maestro, talvolta inconsapevole di molti intellettuali italiani e non. Roberto Andò realizza un ritratto magistrale di un artista che è stato suo maestro ed è diventato un amico capace di rendere vivo e attuale anche il ricordo più remoto. Ci sono documentari che travalicano i limiti, talvolta angusti, che si attribuiscono al genere, per aprirsi a una dimensione altra che condensa in sé una molteplicità di aspetti e di valenze. È quanto accade in questo accostarsi di Roberto Andò a un artista cosciente del proprio percorso. Recensione ❯
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Nico, bambino moderno e ribelle, passa l'estate con una zia siciliana rigida e religiosa. Scontri e diffidenze lasciano spazio a un legame profondo. Espandi ▽
Nico è un bambino di oggi, dipendente dal telefono e con lo smalto sulle unghie. All’improvviso viene strappato al suo mondo “del nord” per passare un mese d’estate in Sicilia, in compagnia di un’anziana zia, Gela. Nico e Gela, ognuno radicato nelle proprie certezze ma con dolori simili nel cuore, dovranno pian piano cercare un linguaggio comune. Prima volta nel lungometraggio per Margherita Spampinato, che con autoriale dolcezza scrive, dirige e monta un omaggio all’arcano mondo delle nonne, come ce lo ricordiamo tutti nella nostra memoria infantile. Gela e Nico non sono esattamente nonna e nipote, ma proprio per questo riescono a isolare e incarnare ancora meglio la dinamica di estrema differenza e di grande vicinanza che si crea in quel rapporto. È un film nostalgico, che guarda a un milieu classico come la proverbiale “estate italiana”, che forse non esiste più se non filtrata attraverso l’immaginario collettivo. Recensione ❯
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La storia di due famiglie il cui egoismo, l'alienazione, le relazioni senza amore e l'indifferenza le conducono a un esito fatale. Espandi ▽
In un resort di lusso sperduto in una zona paludosa della Georgia, una famiglia benestante sta trascorrendo le vacanze estive. Mirian e Lana sono scappati dalla città, i loro figli adolescenti Datuna e Nia li hanno seguiti malvolentieri e nessuno sembra sapere o avere voglia di comunicare con gli altri. Nel resort trascorre le vacanze anche un'altra famiglia, formata da Keta, vecchia amica di Lana, da suo marito Tengo e dalla figlia Bebe, ancora una bambina. Nella noia delle giornate tutte uguali, mentre gli adulti si smarriscono in un dolore silenzioso e invisibile, i più piccoli Nia e Bebe fanno amicizia, ignorando il dramma che potrebbe inghiottirli.
Opera prima del georgiano Vakhtang Jajanidze, un dramma dal ritmo estatico e dallo stile evanescente, tutto giocato sull'ampiezza degli scenari naturali e sul vuoto di comunicazione fra i personaggi.
La tragedia è latente in Gli esseri reali, s'annida dentro immagini vuote che però fanno presagire il peggio, strette tra un fuoricampo che preme ai bordi delle inquadrature e i silenzi carichi di risentimento che appesantiscono i dialoghi vuoti. Recensione ❯
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Roma, 21 febbraio 2025. Cosa succede quando un dipinto, da sempre semplice oggetto di arredamento del soggiorno di una casa ordinaria a Madrid, si rivela essere un'opera d'arte unica al mondo? Espandi ▽
Il mondo dell'arte è un sistema complesso dove, intorno alle opere realizzate dagli artisti e al loro valore, agiscono diversi protagonisti. Nel film Maurizio Cattelan: be right back (2016) uno dei narratori che testimoniano alcuni episodi legati al mercato dell'artista italiano, dichiara che il "dietro le quinte" del mondo dell'arte cela misteri che farebbero rabbrividire il mondo della finanza di Wall Street. Ed effettivamente così è. Il mercato dell'arte è un contesto senza regole precise che, spesso, non coincide più con la storia delle opere che si vanno a cercare con lo scopo di acquistarle.
Il valore e la storia delle opere d'arte (del passato o contemporanee) diviene una questione economica e di status, basata su sfide tra personalità che vogliono raggiungere un certo contesto attraverso quell'opera d'arte. Si tratta anche una questione politica.
Il Caravaggio perduto di Àlvaro Longoria sonda questi aspetti in maniera approfondita e documentativa: il regista mette in scena i pensieri, le parole e le azioni di diversi attori del mercato dell'arte (mercanti, galleristi d'antico e di moderno, direttori di case d'arte, conservatrici, critiche e storici dell'arte) che provengono da diverse parti d'Europa e degli Stati Uniti, che si spostano alla ricerca di un dipinto di Caravaggio perduto. Recensione ❯
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Tornata in Tunisia per il funerale dello zio, Lilia si riunisce a una famiglia che non sa nulla della sua vita a Parigi, soprattutto della sua vita sentimentale. Lilia si ritrova a confrontarsi con segreti di famiglia in una casa dove tre generazioni di donne convivono tra silenzi e tradizioni. Recensione ❯
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Un racconto di formazione che mette a fuoco la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di elaborarli prima che sia troppo tardi. Espandi ▽
"Valbruma", fine anni '80. Tommaso Berger arriva dai nonni in corriera, lasciandosi alle spalle Milano dove sua madre è stata ricoverata in una clinica per malattie mentali. Nella nuova scuola si imbatte in Elise Moser, una ragazza volitiva che gli intima di lasciare libero il suo banco. Elise è la figlia di un avvocato che lavora a Milano e non si accorge nemmeno della sua esistenza. Tommy invece vede bene quella ragazza inquieta e polemica, e comincia a trascorrere del tempo con lei.
La regista e sceneggiatrice Ambra Principato prosegue sulla strada che aveva già intrapreso in maniera convincente con il suo film d'esordio. E fa bene, perché è fra i pochi (e in assoluto l'unica donna) in Italia ad occuparsi di un genere gotico fra l'horror, il thriller e il romance, attingendo a piene mani dalla cinematografia mondiale (soprattutto anglosassone) del genere, e aggiungendo una sua cifra "local" interessante.
Il film parla di tutti coloro che si sentono non visti dagli altri, e allo stesso tempo delle sensibilità che riescono a vedere oltre il reale e a percepire delle presenze, che per questo vengono messe sottochiave, discriminate e bullizzate. Recensione ❯
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Fatima ama il calcio, le donne e Dio. Tra banlieue, fede e desiderio, cerca sé stessa, affrontando contraddizioni senza mai smettere di sperare. Espandi ▽
Cresciuta nelle banlieue parigine e in seno a una famiglia musulmana, di origine algerina, Fatima non sa dove ‘mettersi’. Ama il calcio e le donne, la sua famiglia e dio, senza riuscire a conciliarle e a riconciliarsi con se stessa. Per fare ordine balla sul dancefloor o dialoga con l’Imam, attraversando senza paura le sue contraddizioni. Adattamento del romanzo omonimo (e autobiografico) di Fatima Daas, La petite dernière è un gesto di cinema di grande purezza. Per Hafsia Herzi è prima di tutto una questione d’amore, di emancipazione e costruzione personale di una ragazza musulmana che ama le donne e abita un ambiente religioso, sociale e familiare intrinsecamente intollerante. Hafsia Herzi resta sobria, eludendo pathos e caricatura, e trovando un’attrice ispirata che dona a Fatima la complessità necessaria. Dal punto di vista formale, il film resta misurato, nessuna oscillazione della m.d.p., nessuna illusione documentaristica ma un’attenzione costante alla grana della realtà. Recensione ❯
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Il delicato ritratto di un rapporto tra madre e figlio. Espandi ▽
Sasà è uno scugnizzo di tredici anni, della periferia di Napoli. Trascorre le giornate con i suoi due migliori amici, Cira e Nicolas. Amante dell’hip hop e dotato di un grande talento musicale, Sasà aspira a diventare un rapper famoso per permettere alla madre Rusè una vita migliore. L’incontro con Yodi, noto rapper della old school partenopea, sembra dare slancio al suo sogno e lo porta a comporre il suo primo vero pezzo: un rap dedicato alla mamma. Tuttavia, lo scontro con la realtà cinica del mondo della musica e della strada, costringe Sasà ad abbandonare le proprie aspirazioni e a prendere una cattiva strada. Cinque anni dopo l’esordio di Nevia, un riuscito coming of age su un’adolescente a Ponticelli, Nunzia De Stefano torna alla regia seguendo da vicino il percorso di crescita del tredicenne Sasà sempre nella periferia napoletana. Come in Nevia, dove per la prima volta abbiamo conosciuto e apprezzato l’esordiente Virginia Apicella, anche qui a sorprendere è il protagonista, interpretato da Mattia Cozzolino che vedremo anche in Gomorra - Le origini, la serie prequel Cattleya per Sky di Gomorra - La serie. Su di lui, come su Nevia, si regge tutto il film. Recensione ❯
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A Rio Turbio, la trans Carlita sfida superstizioni e leggi diventando la prima donna minatrice di carbone, simbolo di lotta per diritti e libertà. Espandi ▽
Carla Rodriguez è nata e cresciuta in un bacino carbonifero della Patagonia argentina, con il sogno di lavorare un giorno lei stessa nel ventre buio della miniera. Una superstizione locale, però, vieta alle donne di scendere là sotto. È un’abile meccanica e proverà alla comunità e alla dirigenza della miniera che il suo posto è nelle gallerie sotterranee, dove le differenze non esistono, dove si è tutti uguali. Carla, che è nata maschio, ne sa qualcosa più di tutti di differenze e di discriminazioni, ma questo non è un film su una transizione di genere, bensì una storia con una protagonista trans, che sogna di fare un lavoro riservato agli uomini senza rinunciare alla sua nuova identità, faticosamente conquistata. Un racconto complesso, dunque, che la regista Agustina Macri e l’attrice e attivista transgender Lux Pascal, protagonista assoluta del film, rendono appassionato e limpido, sotto la patina nera della polvere di carbone. Recensione ❯
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Cécile, chef con aspirazioni stellate, torna al paese natale e rimette in discussione la sua vita. Espandi ▽
Cécile, dopo il successo ottenuto in televisione grazie a un cooking show sta per aprire il proprio ristorante insieme al suo compagno. Scopre di essere incinta e, al contempo, si sente in dovere di tornare al paese natio perché il padre, anch’egli ristoratore, ha avuto un infarto. Un film alla francese in cui canzoni e realtà riescono a convivere senza stridere. Uno di quei film che costituiscono una prerogativa del cinema francese. Saper cioè raccontare storie che potrebbero stare tranquillamente nella realtà grazie ai volti giusti unitamente a quel tanto di astrazione che permette di affrontare temi non proprio secondari. Qui Cécile deve decidere su una gravidanza che sente di non volere, lei e il padre si scontrano su due visioni opposte della ristorazione e per di più torna sulla scena un vecchio amore dell’adolescenza per cui la protagonista sente di provare ancora dei sentimenti che sembravano sopiti. Selezionato come film di apertura dell’edizione 2025 del Festival di Cannes si è rivelato come la giusta scelta di intrattenimento non avulso dalla realtà. Recensione ❯
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