Anno | 2024 |
Genere | Azione, Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 121 minuti |
Regia di | Doug Liman |
Attori | Jake Gyllenhaal, Darren Barnet, Gbemisola Ikumelo, Billy Magnussen, J.D. Pardo Daniela Melchior, Beau Knapp, Arturo Castro, Travis Van Winkle, Joaquim de Almeida, Lukas Gage, Conor McGregor, Kevin Carroll, B.K. Cannon, Jonathan Kowalsky, Tommy Lentsch, Dominique Columbus, Hannah Love Lanier, Bob Menery, Danilo Rocha, Ira Grossman, Nikki Gigstead, Austin Lee Nichols, Jordan Figueredo, Jessica Williams, Post Malone. |
MYmonetro | 3,06 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 marzo 2024
Remake del film del 1989 su un buttafuori che lavora in un bar piuttosto chiassoso delle Florida Keys.
CONSIGLIATO SÌ
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Elwood Dalton è un ex combattente di arti marziali della UFC (Ultimate Fighting Championship) ritiratosi a causa del tragico esito di un incontro, il cui ricordo lo perseguita. Per tirare avanti si guadagna da vivere prendendo parte a match clandestini nei quali prevale senza difficoltà, finché la proprietaria di un Road House in Florida non gli propone l'incarico di buttafuori nel suo locale, messo sempre più a rischio dalle ripetute risse e violenze. Seppure riluttante, Dalton accetta e si ritrova presto a fare i conti con un boss criminale intenzionato a far chiudere il locale (per poi acquistare il relativo appezzamento di terreno) servendosi della propria banda di delinquenti e di un folle e pericoloso picchiatore.
Il regista Doug Liman firma un'operazione di puro entertainment, con la partecipazione della celebrity delle arti marziali Conor McGregor nei panni (perfettamente calzanti) della scheggia impazzita.
Sulla scia dei recenti The Guilty (2021) di Antoine Fuqua, Ambulance (2022) di Michael Bay e The Covenant (2023) di Guy Ritchie, Jake Gyllenhaal prosegue nel suo cinema muscolare che sin dal decennio precedente aveva lasciato le prime impronte sulla sua carriera. Stavolta mette in mostra un fisico perfettamente scolpito dai duri allenamenti per interpretare il remake di Il duro del Road House (1989) di Rowdy Herrington con l'iconico e compianto Patrick Swayze.
A differenza dell'originale, il protagonista Dalton non è un laureato in filosofia ma un lottatore tormentato che cerca di tenere a bada i propri demoni - ha sulla coscienza la morte di un rivale e amico sul ring per mano sua. E difatti Gyllenhaal lavora per sottrazione nei dialoghi e nelle espressioni, il che non sempre giova al carisma del suo personaggio.
Il regista Doug Liman, che ha attraversato la sua fase migliore a cavallo dei due millenni - la commedia cult Swingers (1996), i successi commerciali The Bourne Identity (2002) e Mr. & Mrs. Smith (2005), la serie tv generazionale The O.C. - e ha polemizzato parecchio con Amazon per la mancata distribuzione del film in sala, è abituato a dirigere star, da Brad Pitt ad Angelina Jolie, da Tom Cruise a Matt Damon, da Anne Hathaway a Tom Holland.
In questo caso, si diverte a giocare insieme a Gyllenhaal con alcuni archetipi del western: l'eroe solitario e dal passato misterioso (che qui invece si può scoprire da un semplice video dell'incontro fatale di UFC caricato su YouTube), il cattivo che mira ad impadronirsi di una proprietà con mezzi illeciti, il saloon come luogo di scontro, la ragazza da salvare e persino lo sceriffo corrotto. Naturalmente, tutto è frullato in una miscela action esplosiva, con una sottotrama romantica e sprazzi di umorismo qua e là a smorzare l'adrenalina.
La struttura narrativa è solo un pretesto, ma alcune scene di combattimento sono ben girate e ad alto tasso di spettacolarità, specialmente quando nella seconda parte irrompe il campione e volto simbolo della UFC Conor McGregor che non ha difficoltà (visti i numerosi episodi turbolenti con cui ha riempito le cronache) nel calarsi nei panni del teppista fuori di testa. E il fatto che McGregor come scheggia impazzita sia uno degli elementi più azzeccati è abbastanza indicativo dei pregi e dei limiti del film.
Il regista Doug Liman, autore non nuovo ad action e disaster movie, suoi The Wall (id.; 2017) e Chaos Walking (id.; 2021), al momento dell’uscita del suo ultimo film ha sollevato numerose polemiche in merito alla scelta, a suo dire inspiegabile, di dirottare la pellicola su Prime Video bypassando del tutto l’accesso alle sale. Una volta accantonate le polemiche, [...] Vai alla recensione »
Duro è duro, Road House è Road House. Una variazione dell’archetipo western che non ha altre pretese se non divertire. E Conor McGregor nei panni di se stesso è la cosa più divertente. E forse lo streaming, considerando pure i difetti, è la dimensione giusta. Alla fine Road House cerca di farti spegnere il cervello e godere la corsa: quando ci riesce [...] Vai alla recensione »
pellicola decisamente inutile e no comment su Mc Gregor
film quasi fiabesco del protagonista che quasi e' un nuovo Messia che guarisce i mali del nostro tempo a suon di botte.
E se fosse questo il film che Doug Liman ha inseguito per tutto questo tempo? In fondo, il suo, è stato quasi da sempre un cinema di loner, di viaggiatori, di uomini in fuga come il primo Jason Bourne, di protagonisti apolidi come il David del folle, straordinario Jumper, di eroi senza tempo (o intrappolati in esso) come Tom Cruise nel centrale Edge Of Tomorrow.
Da avida consumatrice di violenza cinematografica, devo dare atto al remake di Road house di non voltarsi mai indietro una volta imboccata la via del caos. L'originale del 1989, oltre a Patrick Swayze nel ruolo di Dalton, aveva la pretesa di parlare del trionfo del protagonista sui suoi istinti più selvaggi, mentre lavorava come buttafuori nel Missouri.
C'era bisogno di un nuovo Road House? Con la voglia di 80 che c'è in giro forse Prime Video ha fatto bene a ripescarlo dalla library MGM. Il film del 1989 (da noi Il duro del Road House) stava dalle parti dei Seagal e dei Norris d'epoca, giusto un filo più glamour, con Joel Silver produttore e Patrick Swayze post Dirty Dancing, (forse) persino lievemente autoironico nella "gentilezza violenta" del [...] Vai alla recensione »
Jake Gyllenhaal è il protagonista di Road House, rivisitazione del film MGM del 1989, con Doug Liman alla regia di una sceneggiatura scritta da Anthony Bagarozzi e Charles Mondry. Fanno inoltre parte del cast Billy Magnussen, Daniela Melchior, Gbemisola Ikumelo, Lukas Gage, Hannah Love Lanier, Travis Van Winkle, BK Cannon, Arturo Castro, Dominique Columbus, Beau Knapp e Bob Menery.