Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Roberto Faenza |
Attori | Laura Haddock, Edward Holcroft, Elisa Lasowski, Francesco Montanari, Jake Donald-Crookes Lorenzo Ciamei, Sofia D'Elia, Beatrice Aiello, Marco Boriero, Ruben Buccella, Andrea Dallan, Rufus Gleave. |
Uscita | giovedì 16 giugno 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Altre Storie |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,31 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 giugno 2022
Una madre e un figlio vengono divisi dalla guerra. Si ritrovano e iniziano una nuova vita in America. In Italia al Box Office Hill of Vision ha incassato 45,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Mario ha 5 anni, un padre fascista inviato in Libia e una madre americana che non ama il regime e cerca di opporvisi. Quando la donna viene arrestata dai fascisti il bambino, che era stato affidato a una famiglia di contadini, essendo finita la somma loro consegnata, finisce con il trovarsi per strada vivendo alla giornata e non sottraendosi anche a piccoli furti. A guerra terminata in maniera del tutto inattesa ritrova la madre che lo porta con sé negli Stati Uniti in una comunità di quaccheri che si chiama "Hill of Vision". I problemi per lui non sono terminati perché il percorso di integrazione non si presenta per nulla semplice.
In un susseguirsi di vicende che avrebbero dell'incredibile se non fossero invece tutte vere e documentate si comprende come la parola speranza non sia un contenitore vuoto utilizzato solo dai cosiddetti buonisti ma possa invece trovare una sua concretezza almeno nella vite dei singoli.
Roberto Faenza ha un'ampia e interessante filmografia in cui, a guardare bene, i film migliori (con l'eccezione dello straordinario per intensità ed interpretazione Sostiene Pereira) sono quelli che hanno al centro vicende che vedono coinvolti bambini o adolescenti. Partendo da quel piccolo capolavoro di empatia sensibile tradotta in immagini che è Jona che visse nella balena si arriva a Un giorno questo dolore ti sarà utile passando da Alla luce del sole che è sì un film su vita e morte di don Pino Puglisi il quale però ha sacrificato la sua esistenza per sottrarre ragazzi alla 'protezione' della mafia palermitana. Faenza torna ora sul tema delle modalità ed asperità del crescere trovando in Mario Capecchi, come accadde per Jona Oberski fisico ebreo olandese sopravvissuto alla deportazione, un protagonista a cui dover, come avvenne per quel film, "restituire qualcosa" di una infanzia e adolescenza vissute nella precarietà economica e morale più assolute. La sceneggiatura (scritta con David Gleeson) non si sottrae alle svolte che (se in sala al Bif&st alla prima mondiale non fosse stato presente il commosso protagonista reale) uno spettatore che ha fatto dell'incredulità il suo fallace credo troverebbe impossibili e forzate. Perché a Faenza interessa mostrare e dimostrare come il rapporto con la figura materna resti fondamentale nonostante le sparizioni e le improvvise ricomparse, malgrado (o forse grazie a) la sofferenza della perdita e dell'abbandono che fa di ogni ritorno un'ondata di luce nell'intimo. Accanto, o anche oltre, a ciò ci viene presentata un'anima divisa in due costretta dai fatti a prendere dolorosa coscienza di questa condizione. Nell'Italia fascista Mario è 'il figlio dell'americana'. Nei democratici (ma non troppo) Stati Uniti è l'italiano' immigrato da dileggiare ed emarginare.
Nonostante ciò 'quel' Mario, quel bambino a cui neppure il più ottimista degli astrologi avrebbe previsto un futuro degno di attenzione, è diventato un genetista di fama mondiale al punto di ricevere un Nobel per il gene targeting che ha dato un importante contributo alla ricerca per la cura del cancro. Ora Capecchi sta compiendo ricerche sull'ansia, quella patologia che ha potuto conoscere da vicino durante la sua non facile infanzia. In giorni come questi in cui la guerra torna a martoriare una parte di Europa un film come Hill of Vision ci ricorda che, come avrebbe potuto dire il Mario 'americano', bisogna 'never give up'. Non bisogna arrendersi mai a presagi che possono apparire solamente e ineluttabilmente infausti. Capecchi li ha debellati. Può accadere ancora. Se poi la produzione del film si chiama, come in questo caso, Jean Vigo una vigorosa battaglia dei cuscini alla maniera di Zero in condotta oltre a proporre una citazione per cinefili doc, ci fa riflettere sul fatto che la vitalità dei più piccoli è un bene prezioso. Da non disperdere mai.
Dietro il titolo in inglese, fuorviante e respingente, si nasconde un bel film italiano di solida fattura internazionale che racconta la vita vera più interessante che sia stata portata al cinema negli ultimi anni. La storia dell'infanzia travagliata di Mario Capecchi, premio Nobel per la medicina oggi novantenne, è un soggetto così incredibile da sciogliersi in una sceneggiatura degna di Dickens: [...] Vai alla recensione »
Roberto Faenza ha lavorato per lunghi anni alla preparazione di Hill of vision (Italia, 2022, 104'), dopo avere "scoperto" nel 2007 la vita sorprendente di Mario Capecchi, nuovo premio Nobel per la medicina. Naturalizzato americano, Capecchi è nato in Italia nel 1937 da una breve relazione tra Luciano Capecchi e l'americana Lucy Ramberg, militare e fascista fanatico lui, poetessa e antifascista lei. [...] Vai alla recensione »
Più si è in quota più la visuale permette di vedere altro, oltre. È però il percorso, da figlio della strada a premio Nobel, la parte più difficile, e solo una volta arrivati in cima alla collina si può ammirare il panorama, le visioni che appaiono. Hill of Vision, per la regia di Roberto Faenza, incontra l'amore spasmodico della RAI per biopic e seconda guerra mondiale e lo intreccia con un ottimo [...] Vai alla recensione »
Potrebbe essere quasi un film Disney e invece non lo è, ma è un'incredibile storia vera dai toni fiabeschi. La storia è quella di Mario Capecchi, premio Nobel per la medicina nel 2007. Diretto da Roberto Faenza, co-sceneggiato insieme a David Gleeson, prodotto da Elda Ferri (moglie di Faenza) e Milena Canonero, che si è occupata anche dei costumi, Hill of Vision è un viaggio emblematico di riscatto [...] Vai alla recensione »
Che occasione persa. Hill of Vision poteva essere un bellissimo racconto, tratto da una storia vera di come l'«American Dream possa tramutare in favola anche le storie più nere. A maggior ragione visto il protagonista di questa vicenda che è il nostro Mario Capecchi, premio Nobel per la Medicina del 2007. Arrivato in America, nel dopoguerra, accompagnato dalla mamma, l'allora giovane Mario faticava [...] Vai alla recensione »
Seconda guerra mondiale, in Alto Adige. Mario ha solo quattro anni quando sua madre, una donna americana, viene arrestata dai fascisti. Il piccolo trascorre l'infanzia per strada, vivendo di espedienti ma finita la guerra, lui e la madre miracolosamente si ritrovano e ricominciano una nuova vita in America, presso la comunità Quacchera Hill of Vision.
Faenza torna dietro la macchina da presa per raccontare la vita di Mario Capecchi, Premio Nobel per la Medicina nel 2007. Il ricercatore è figlio di Lucy, un'americana antifascista, e Luciano, seguace del Duce. I genitori ben presto si separano e all'indomani della guerra Mario viene lasciato dalla madre in un paesino dell' Alto Adige in compagnia di altri ragazzini, sotto la protezione di una famiglia [...] Vai alla recensione »
«Roberto Faenza, che sul piano prettamente visivo-compositivo non è mai stato uno sprovveduto, sembra, sempre più, giocare coscientemente con l'indifendibilità del suo prodotto». Lo scriveva con acutezza Luca Pacilio su Gli spietati.it. Erano i tempi di Il caso dell'infedele Klara, e da allora questo tratto si è incistato ancora di più nelle regie faenziane, tanto che gli ultimi lavori del regista, [...] Vai alla recensione »
La Settima Arte dimostra ancora una volta come possa essere una risorsa nel farci scoprire storie, anche quelle che dovremmo conoscere, ma - purtroppo è spiacevole notarlo - spesso e volentieri si diffonde più ciò che non va - o non è andato - che vicende che andrebbero conosciute e tramandate. «La storia di Mario Capecchi, nato in Italia e cresciuto negli Stati Uniti, richiama l'attenzione su molte [...] Vai alla recensione »