Un principe azzurro che non viaggia sul canonico cavallo bianco, ma in fondo a un autobus nella Milano del 1998. Espandi ▽
Il Principe, un perdigiorno che si aggira con addosso una finta pelliccia, frequenta assiduamente l'area che gravita attorno a via Melchiorre Gioia a Milano, una strada che collega il centro con la periferia. Siamo alla fine degli anni '90 e la vita notturna da quelle parti vede in attività strani personaggi con cui lui entra in contatto. La sua vita domestica però non garantisce emozioni: il Principe abita con la nonna. Oggi è diventato un cinquantenne che per vivere distribuisce volantini.
Andrea Castoldi cambia registro narrativo e torna a misurarsi con la commedia dal retrogusto acidulo.
Il problema sta però nel fatto che, progressivamente, si raggiunge un certo senso di saturazione. La causa sta, in parte, nella prestazione di Silvio Cavallo che porta sulle sue spalle tutto il film con professionalità consentendosi però un po' troppo spesso gesti ed espressioni facciali ripetitivi che finiscono con il dare la sensazione di un inarrestabile deja vu.