Advertisement
Diabolic, Diabolich, Diabolicus: i tre misteri di Diabolik

Dietro al nome di Diabolik si nascondono, come in un gioco di scatole cinesi, almeno tre misteri. Il primo letterario. Il secondo reale. Il terzo cinematografico. E in tutti e tre i casi c’è di mezzo un omicidio. 
ACQUISTA IL FILM SU IBS CON 3€ DI SCONTO »

di Ilaria Ravarino

Luca Marinelli (39 anni) 22 ottobre 1984, Roma (Italia) - Bilancia. Interpreta Diabolik nel film di Marco Manetti, Antonio Manetti Diabolik.
venerdì 1 aprile 2022 - Focus

Di Diabolik ce n’è uno, ed è il personaggio creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, nato ufficialmente nel novembre del 1962 e battezzato dalla casa editrice milanese Astorina. Volto alla Robert Taylor, “divisa” nera, occhi di ghiaccio, Diabolik è stato il protagonista di oltre 900 numeri di albi a fumetti per un totale di circa 150 milioni di copie vendute in 60 anni. Anche al cinema Diabolik è rimasto fedele a se stesso: nella versione del 1968 di Mario Bava come in quella, più moderna, del Diabolik con Luca Marinelli dei fratelli Marco e Antonio Manetti, primo di una trilogia dedicata allo spietato genio del crimine.

Eppure dietro al nome di Diabolik si nascondono, come in un gioco di scatole cinesi, almeno tre misteri.

Il primo letterario. Il secondo reale. Il terzo cinematografico. E in tutti e tre i casi c’è di mezzo un omicidio.

ACQUISTA IL FILM SU IBS CON 3€ DI SCONTO
DIABOLIC, L’ASSASSINO VENDICATIVO
Si faceva chiamare Bob Jkanth, Eta William o Bill Skyline, ma il nome con cui è diventato famoso è il suo: Italo Fasan, giallista e giornalista di nera, autore di romanzi e narrativa breve negli anni Cinquanta, sceneggiatore negli anni Sessanta e scrittore del primo romanzo in cui compare il nome di Diabolik. Anzi: Diabolic, come si firma l’assassino seriale protagonista del suo giallo "Uccidevano di Notte". Pubblicato il primo aprile del 1957 dalla casa editrice romana Boselli, e uscito al prezzo di 150 lire nella collana “Gialli della Metropoli”, il libro – oggi praticamente introvabile - racconta la storia di un capitano della polizia di New-York, più deduttivo che attivo, più incline al divano che alla strada, impegnato nella cattura di un serial killer apparentemente introvabile.

Un uomo sfuggente, che ama sfidare la polizia annunciando i propri delitti per mezzo di lettere, firmate appunto “Diabolic”, con cui semina indizi che dovrebbero portare alla sua cattura. Quando finalmente ai suoi polsi scattano le manette, la sua identità stupisce e desta scandalo: Diabolic è un famoso attore della tv, che, dopo aver ricevuto la diagnosi di un tumore, decide di impiegare l’anno di vita che gli rimane per uccidere tutte le persone che odia.

Fu un successo? In un certo senso il libro di Fasan lasciò il segno. Tanto che l’anno successivo fu ripubblicato, con un titolo leggermente diverso (Diabolic: uccidevano di notte) e una nuova introduzione, intitolata “L’assassino non ha letto l’ultimo capitolo”. Nel frattempo, in effetti, era successo qualcosa. Diabolic era tornato a colpire. Ma stavolta per davvero.

DIABOLICH, IL COLD CASE
Un serial killer come quello del libro di Fasan, si disse subito, nel 1958, quando scoppiò il caso dello Zodiac di Torino: un assassino efferato che non solo aveva ucciso un ragazzo di 27 anni con diciotto coltellate, ma poi si era dileguato nell’ombra, divertendosi a inviare alla polizia del capoluogo piemontese una serie di messaggi criptici da decifrare per trovare la soluzioni del caso. Solo che, a differenza dell’originale, Diabolich – questo il nome con cui si firmava l’assassino – non sarà mai arrestato.

La vittima, un operaio foggiano emigrato al Nord per lavorare in Fiat, era stata ritrovata nel retrobottega di un calzolaio, in via Fontanesi 20, da un dirigente dell’azienda insospettito dalla sua assenza. Accanto al corpo un biglietto, il primo di una lunga serie («Troverete l’assino»: errore casuale o voluto? Non si scoprirà mai), che portò finalmente al fermo di un uomo, un ex compagno d’armi della vittima, arrestato e ritenuto per quattro mesi  il colpevole dell’omicidio.

A scagionarlo fu lo stesso Diabolich, che continuò a scrivere lettere alla polizia fino al 16 marzo del 1959, quando firmò l’ultimo messaggio: «Il mio delitto – scrisse - non è un gioco da ripetersi». Poi più nulla. Il caso non sarebbe mai stato risolto. Ma le sorelle Giussani lessero tutta la storia, e al momento di battezzare il loro criminale non ebbero dubbi: si sarebbe chiamato Diabolik.

DIABOLICUS, ASSASSINO PER RIDERE
Ma poco prima che il Diabolik delle Giussani vedesse la luce, fu il cinema a dare vita all’ultima incarnazione dell’assassino in nero, stavolta in parodia: nei primi mesi del 1962 uscì una commedia in cui un assassino in calzamaglia, con cappuccio nero e pugnale, compiva una serie di delitti colpendo gli eredi di una famiglia nobiliare. L’intento era fare il verso al film Sangue blu di Robert Hamer, con Alec Guinness, ma dopo il libro di Fasan, e il delitto di Torino, il regista Steno non ebbe dubbi: il film, parodia del genere poliziesco, si sarebbe chiamato Totò Diabolicus. E per la prima, e ultima volta, il mondo avrebbe riso di Diabolik.


ACQUISTA IL FILM SU IBS CON 3€ DI SCONTO

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati