tool
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martedì 12 luglio 2022
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film buono per un attore immenso
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La trama del film segue una filologia alquanto semplice fino all'invito in TV, poi diventa di complessa comprensione , quasi si lascia allo spettatore la possibilità di interpretare il finale in maniera libera.
Il film tutto sommato ha dei picchi molto alti accopmagnato da altri più bassi ma di breve durata.
Tuttavia l'interpretazione di Phoenix è così mostruosamente vera che lo innalza nell'olimpo dei grandi dove da tempo era atteso.
Lui è l'anima del film, lui è il film!
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stefania
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lunedì 31 gennaio 2022
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vite di scarto
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Un capolavoro, che con la scusa dei fumetti, entra nel cuore delle persone che ne possiedono uno vivo. Una denuncia contro le ingiustizie, gli abusi, i soprusi. Da una grande amarezza, scaturisce una risata che non ha nulla di demoniaco, ma piuttosto di umano. Si rifà per Joker, e l'interprete dá, ancora una volta, una dimostrazione del suo talento e versatilità. Da vedere
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fabio silvestre
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domenica 19 dicembre 2021
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la follia omicida del clown joker
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il film ambientato a Gotham City, città invasa dai bustoni neri di spazzatura, ha come assoluto protagonista Arthur Fleck (Joaquin Phenix) che sbarca il lunario come clown e che vive ancora con la madre malata. Anche Arthur, dal fisico scheletrico, soffre di disturbi neurologici e - oltre ad avere frequenti allucinazioni - nei momenti di tensione gli viene una risata schizofrenica. Il suo sogno è di partecipare come cabarettista al famoso show televisivo condotto da Murray Franklin (Robert De Niro). Purtroppo una serie di eventi negativi e traumatici daranno corpo alla follia omicida del clown Joker. Il dramma dello stato d'animo e delle problematiche caratteriali e neurologiche di Arthur è interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix a cui si deve il plauso per una performance attoriale di gran livello dando al suo personaggio una intensa credibilità.
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il film ambientato a Gotham City, città invasa dai bustoni neri di spazzatura, ha come assoluto protagonista Arthur Fleck (Joaquin Phenix) che sbarca il lunario come clown e che vive ancora con la madre malata. Anche Arthur, dal fisico scheletrico, soffre di disturbi neurologici e - oltre ad avere frequenti allucinazioni - nei momenti di tensione gli viene una risata schizofrenica. Il suo sogno è di partecipare come cabarettista al famoso show televisivo condotto da Murray Franklin (Robert De Niro). Purtroppo una serie di eventi negativi e traumatici daranno corpo alla follia omicida del clown Joker. Il dramma dello stato d'animo e delle problematiche caratteriali e neurologiche di Arthur è interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix a cui si deve il plauso per una performance attoriale di gran livello dando al suo personaggio una intensa credibilità. La sceneggiatura è ben articolata e le 2 ore del film scorrono veloci con alcune scene molto forti e di grosso impatto emotivo. A rendere la pellicola valida soccorrono una ottima fotografia, una azzeccata colonna sonora ed infine un montaggio impeccabile dove il regista alterna momenti calmi a situazioni di forti tensioni. Voto: 8/10.
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francesca9
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martedì 7 dicembre 2021
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è tutto una causa-effetto
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Ho visto solo di recente il film, incuriosita anche dalle varie critiche generali.
Nella società falsa in cui vive, ciò che condiziona profondamente il protagonista sono le sue mancanze: una personalità forte in grado di reagire ai problemi della vita insieme a una famiglia solida alle spalle fatta di attenzioni ed affetto.
Arthur è chiaramente una figura oppressa in una società frivola e ipocrita, e che, come accade alla fine di tutte le dittature, arriva ad un punto in cui esplode. In tutti gli esseri umani ci sono due aspetti, il buio e la luce, e lui ha scelto di stare dalla parte del primo.
I sentimenti che provoca sono il compatimento, la pietà ma anche l’obiettività nel capire che al giorno d’oggi, sempre di più, ognuno guarda solo il proprio orticello senza mai curarsi del prossimo.
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Ho visto solo di recente il film, incuriosita anche dalle varie critiche generali.
Nella società falsa in cui vive, ciò che condiziona profondamente il protagonista sono le sue mancanze: una personalità forte in grado di reagire ai problemi della vita insieme a una famiglia solida alle spalle fatta di attenzioni ed affetto.
Arthur è chiaramente una figura oppressa in una società frivola e ipocrita, e che, come accade alla fine di tutte le dittature, arriva ad un punto in cui esplode. In tutti gli esseri umani ci sono due aspetti, il buio e la luce, e lui ha scelto di stare dalla parte del primo.
I sentimenti che provoca sono il compatimento, la pietà ma anche l’obiettività nel capire che al giorno d’oggi, sempre di più, ognuno guarda solo il proprio orticello senza mai curarsi del prossimo. Di conseguenza, il bisogno innato di amore e di una famiglia presente diventa prioritario.
Un film per me sopravvalutato (ne ho visti di migliori) e non credo che in futuro lo rivedrò perché l’ho trovato a tratti quasi annoiante, ma comprendo la straordinaria attorialità di Joaquin che ha meritato l’Oscar senza nessun dubbio.
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rikitikitawi
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martedì 16 novembre 2021
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la congiura dei pazzi
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Film noioso , stantio, una trama scontata e tirata per i capelli , sembra il vestito di Arlecchino cucito con pezze improbabili. Forse una regia più sapiente l'avrebbe rendento un po'
Il mio voto finale è un 4 !
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tunaboy
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martedì 29 giugno 2021
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recensione joker
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Sensazione mediatica dello scorso anno, “Joker”, diretto da Todd Phillips e interpretato da un magistrale Joaquin Phoenix, racconta le origini del celeberrimo villain della DC Joker.
In una Gotham City sporca e trasandata vive Arthur Fleck, un comico fallito affetto da gravi disturbi mentali.
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Sensazione mediatica dello scorso anno, “Joker”, diretto da Todd Phillips e interpretato da un magistrale Joaquin Phoenix, racconta le origini del celeberrimo villain della DC Joker.
In una Gotham City sporca e trasandata vive Arthur Fleck, un comico fallito affetto da gravi disturbi mentali. Vittima di numerosi abusi e abbandonato dalla sua comunità, Arthur trova rifugio solo nella sua casa, dove, insieme alla sua madre malata, può assistere allo show del suo idolo, Murray Franklin (interpretato da Robert de Niro). Dopo essere stato licenziato dal suo precario lavoro da clown, durante uno dei numerosi abusi, il protagonista uccide tre ragazzi nella metropolitana: data l’appartenenza dei ragazzi ad una famiglia ricca di Gotham, il gesto viene letto dagli strati più bassi della società come un atto di ribellione nei confronti dei ricchi, e quindi la figura di Arthur diventa simbolo di numerose e violenti proteste (l’identità del vero assassino, Arthur, rimane ignota, dato che durante il delitto era ancora travestito da clown). Da qui Arthur si renderà conto di ciò che è stato in grado di creare e porterà avanti una serie di altri crimini che culmineranno nel climax finale: Arthur, invitato come ospite al Murray Franklin Show, finirà per uccidere il conduttore, per poi essere arrestato nel caos delle proteste, ormai trasformatesi in guerriglia urbana, che dilaniavano Gotham. In tutto questo, il film è intervallato da sequenze della realtà e sequenze che mostrano le fantasie di Arthur, portando lo spettatore a dubitare di cosa sia vero e cosa no. Di conseguenza, non possiamo essere certi se questo finale corrisponda alla realtà o meno: infatti, questa avrebbe potuto essere una delle svariate sequenze fantastiche, data l’inverosimiglianza degli accaduti.
Il film si presenta come un prodotto di ottima fattura sotto alcuni aspetti, ma possiede anche gravi mancanze sotto altri: si passa da una recitazione ottima ed una colonna sonora ricercata e raffinata ad una scrittura con numerosi punti deboli. Il soggetto del film, infatti, presenta due problemi principali a mio parere: in primo luogo, tenta in ogni modo di farci forzatamente empatizzare con un personaggio col quale è quasi impossibile farlo, facendolo così risultare patetico e a volte al limite dell’imbarazzante; inoltre, come già detto, il film si sforza di trasmette un messaggio di critica sociale, il quale però è fondato su basi troppo generiche e ha un pretesto incerto. Infatti, buona parte della critica si basa sul concetto del “povero contro ricco” senza addentrarsi in nulla di più specifico, rendendo impossibile la comprensione, e di conseguenza la condivisione, delle forze motrici di questa rivoluzione. Se questo non bastasse, l’intera protesta è sfociata dal gesto omicida di Arthur, gesto totalmente ingiustificato e senza nessun significato politico.
Inoltre, vorrei far notare quanto questo film prenda in prestito dalla filmografia di Martin Scorsese e come voglia porsi al livello di quella Nuova Hollywood che rese tanto famoso il regista sopra citato, risultando però in quella che, a mio parere, può essere considerata solo come una brutta copia.
Voto: 3/5
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aldiquadeisogni
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sabato 8 maggio 2021
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l'inquietudine del joker
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Inquietudine... Inquieti si può vivere per sempre, vittime di sé stessi e delle fauci del mondo che ci siamo costruiti, all'interno del quale ci siamo barricati, povere vittime di un sistema che di vittime si ciba, famelico figlio di una mai sazia schiera di orfani che dilania ogni anima, per accrescere sempre più quel miserabile senso di onnipotenza che in essa si sviluppa quando chi, più debole, soccombe svanendo nelle tenebre della sua lunga e selvaggia ombra di indifferenza. ...Scintille, sconcertanti nella loro quotidiana banalità, eventi irrilevanti... sono sguardi, parole, risate, silenzi...che, pur "normali" agli occhi di tutti, appaiono privi di essenza alcuna e che invece, una essenza hanno, ciclonica, devastante: l'essenza di chi vaga nell'universo del disastro cosmico generatosi ai piedi dello scherno comune e di una globale indifferenza.
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Inquietudine... Inquieti si può vivere per sempre, vittime di sé stessi e delle fauci del mondo che ci siamo costruiti, all'interno del quale ci siamo barricati, povere vittime di un sistema che di vittime si ciba, famelico figlio di una mai sazia schiera di orfani che dilania ogni anima, per accrescere sempre più quel miserabile senso di onnipotenza che in essa si sviluppa quando chi, più debole, soccombe svanendo nelle tenebre della sua lunga e selvaggia ombra di indifferenza. ...Scintille, sconcertanti nella loro quotidiana banalità, eventi irrilevanti... sono sguardi, parole, risate, silenzi...che, pur "normali" agli occhi di tutti, appaiono privi di essenza alcuna e che invece, una essenza hanno, ciclonica, devastante: l'essenza di chi vaga nell'universo del disastro cosmico generatosi ai piedi dello scherno comune e di una globale indifferenza. ...scintille, che luccicano nel creato fuoriuscite dall' anima di chi implode, innescato dalla miriade di piccole ed insignificanti negazioni che il vivere stesso spande giorno dopo giorno sulle sue membra, come fosse, ormai, una seconda pelle. ...avvilito, spento, smorto ed impotente, caduto ai piedi di sé stesso e della immorale coscienza di sé, osserva ora attonito il riflesso distorto dell' anima sua, attraverso lo specchio degli anni, ricordando ciò che avrebbe voluto diventare e che non è mai stato in grado di essere. ...fiamma che divampa, diviene fuoco, calore, boato, collera, rabbia, risentimento, vulcano, delirio...Diviene ciò che di più incontenibile possa scaturire da ciò che di meno naturale esiste al mondo: l'indole umana. Snaturata, sorta dal connubio dell'intelligenza, dell'istinto, della passione e dell'ira, fattori divenuti fonte inesauribile di un risentimento ed una indecenza tali che, solo l'uomo, attraverso il suo bieco essere è capace di sviluppare, di accrescere ed irradiare, fino all' annientamento di ogni qualsivoglia simbolo di positività e speranza che possano mai tentar di crescergli attorno. ...l'intero suo Cosmo è in fiamme; si trasforma espandendosi. Phoenix, riesce a dar volto, vita e fattezze umane a tutto ciò che con grande disagio e sofferenza provoca le mille e contrastanti emozioni che emergono mentre si assiste a questa tragica fantomima. L'astratto diviene realtà concretizzandosi frequentemente nell'incoscienza di una società allo sbando. Rimane nello spettatore, il desiderio che tutto finisca al più presto, la volontà che tutto possa svanire..., che la pace possa finalmente carezzare quel volto, che quella risata possa assumere il senso liberatorio che il protagonista insegue in tutta la propria esistenza, fino a esserne dilaniato, con l'animo di chi assiste, impotente alla sua autodistruzione.
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wolvie
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domenica 14 marzo 2021
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populismo o fumetto ?
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Il personaggio del Joker, nasce come nemesi fumettistica del più famoso Batman, anch' esso creato da Bob Kane per le serie a fumetti della DC Comics. Nel corso del tempo il Joker ha avuto vita sia televisiva che cinematografica:
1) Cesar Romero nel 1966 per la serie tv con Adam West nei panni dell' Uomo Pipistrello;
2) Jack Nicholson nel 1989 nel film di Tim Burton, antagonista di Michael Keaton;
3) Heat Ledger nel 2008 nel secondo capitolo della trilogia di Christopher Nolan, dove sono botte da orbi con Christian Bale;
4) Pur con qualche difficoltà filologica anche nel telefilm "Gotham" vediamo un simil Joker interpretato da Dominic Monagham;
5) Jared Leto nel film "Suicide Squad";
Per finire arriva un dimagritissimo Joaquin Phoenix a narrarci le origini (non acide), in un contesto non canonicamente DC extense universe, anche se con tutti i crismi della narrazione, inserendo anche Thomas e il piccolo Bruce Wayne, tant' è che il pre finale, con l'assassinio dei genitori del futuro Batman, potrebbe collocarsi come trade d union con il primo film di Tim Burton (o quasi).
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Il personaggio del Joker, nasce come nemesi fumettistica del più famoso Batman, anch' esso creato da Bob Kane per le serie a fumetti della DC Comics. Nel corso del tempo il Joker ha avuto vita sia televisiva che cinematografica:
1) Cesar Romero nel 1966 per la serie tv con Adam West nei panni dell' Uomo Pipistrello;
2) Jack Nicholson nel 1989 nel film di Tim Burton, antagonista di Michael Keaton;
3) Heat Ledger nel 2008 nel secondo capitolo della trilogia di Christopher Nolan, dove sono botte da orbi con Christian Bale;
4) Pur con qualche difficoltà filologica anche nel telefilm "Gotham" vediamo un simil Joker interpretato da Dominic Monagham;
5) Jared Leto nel film "Suicide Squad";
Per finire arriva un dimagritissimo Joaquin Phoenix a narrarci le origini (non acide), in un contesto non canonicamente DC extense universe, anche se con tutti i crismi della narrazione, inserendo anche Thomas e il piccolo Bruce Wayne, tant' è che il pre finale, con l'assassinio dei genitori del futuro Batman, potrebbe collocarsi come trade d union con il primo film di Tim Burton (o quasi).
Sarebbe complicato provare a spiegare il successo di critica del film (tra Leoni d oro e Oscar), in mano ad un regista più che commerciale, che viene dalla trilogia di "Una Notte da Leoni" e capolavori !!! come "RoadTrip ".
L' evidente calo di attrazione/qualità del cinema d' autore e forse la sua incapacità di rappresentare e vedere il mondo per le masse, porta questi prodotti (comunque mediamente buoni) alla ribalta dei festival di cinema più importanti.
Arthur Fleck, vita spesa da disadattato nella suburra di Gotham, si arrabatta come può per sopravvivere, tra lavori precari e cure ad una madre in perenne terapia con psicofarmaci (come lui d'altronde). La madre crede, che in gioventù, quando era a servizio dei Wayne, fu messa incinta dal magnate e che da quel rapporto nacque Arthur.
Lui ci crede veramente e cerca il contatto umano con Thomas, ricevendo invece un cazzotto e il suo disprezzo.
Oramai la discesa agli inferi è inevitabile, armato di pistola Arthur si vendichera' di tre yuppie che lo stanno malmenando in metropolitana, ma la catarsi avverrà in diretta televisiva durante lo spettacolo di Murray Franklin, dove grazie ad una serie di eventi Arthur (in arte Joker) è stato invitato (lo show assomiglia tantissimo al David Letterman show, già sede di un massacro con il gas, attraverso le pagine della graphic novel scritta da Frank Miller "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro").
Populismo che esplode in un' onda di disordini e caos in città, che eleggerà il Joker come nuovo leader degli oppressi, dei poveri e dei disadattati, contro l' agio sociale e la ricchezza dell' establishment.
Finale all' Arkam Asylum.
La presenza di R.De Niro, si correla, volente o nolente, con il film "Re per una Notte" di Martin Scorsese del 1982, mentre in questo film Bob prende il posto che fu di Jerry Lewis, però, penso che il sottotesto finisca qui, oltre alle riprese che si adattano visivamente al 1981 (anno in cui si svolge la storia), ovvero, con richiami formali al periodo cinematografico statunitense fine anni '70 e inizi anni '80.
In sostanza un film discreto, non certo un capolavoro, che solleva forse anche qualche facile dubbio etico.
Sarà mica stata colpa della presidenza Trump?
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stenoir
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venerdì 5 marzo 2021
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il lato oscuro di un "clown"
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Una nuova rivisitazione del celebre e malvagio personaggio dei fumetti della DC, nato come alter-ego e nemesi di Bat-Man; in questo film, diretto da Todd Phillips, però, delle storie di Bob Kane, oltre ad alcuni nomi “classici”, come Gotham City (altri non è che la New York del 1981, anno in cui nella Big Apple si registrò, secondo le cronache, un livello di violenza mai raggiunto, probabilmente, né prima né dopo e ritengo tale scelta non casuale), il manicomio Arkham e la famiglia Wayne, c’è poco altro. Uno straordinario Joaquin Phoenix è Arthur Fleck, un uomo con problemi mentali, schizofrenico, ostile verso gli altri e nei confronti della società, così come gli altri e la società sono ostili verso lui, o almeno questo è ciò che percepisce Arthur.
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Una nuova rivisitazione del celebre e malvagio personaggio dei fumetti della DC, nato come alter-ego e nemesi di Bat-Man; in questo film, diretto da Todd Phillips, però, delle storie di Bob Kane, oltre ad alcuni nomi “classici”, come Gotham City (altri non è che la New York del 1981, anno in cui nella Big Apple si registrò, secondo le cronache, un livello di violenza mai raggiunto, probabilmente, né prima né dopo e ritengo tale scelta non casuale), il manicomio Arkham e la famiglia Wayne, c’è poco altro. Uno straordinario Joaquin Phoenix è Arthur Fleck, un uomo con problemi mentali, schizofrenico, ostile verso gli altri e nei confronti della società, così come gli altri e la società sono ostili verso lui, o almeno questo è ciò che percepisce Arthur. Espliciti sono i riferimenti a Re per una notte (con la differenza che in Joker, Robert De Niro interpreta il conduttore dello show, mentre nel film del 1983 il personaggio televisivo era un Jerry Lewis, ormai alle “battute finali” della propria carriera; proprio come De Niro/Pumpkin nel film di Scorsese, anche Arthur sogna di partecipare al proprio show televisivo preferito)e a Taxi Driver, nell’alienazione e nella distruzione psicofisica del protagonista che, per entrambi, sfocia nelle rispettive, drammatiche e indimenticabili, scene finali.
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mr.rizzus
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mercoledì 24 febbraio 2021
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capolavoro
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