iaoquinti
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giovedì 16 gennaio 2020
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film da pagliacci
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Ahahahhahah questo schifo di film, candidato all Oscar? Ahahahahahahhaah non riesco a smettere di ridere.
Come fate a definire drammatico un film del genere? Todd Philips, un regista che non ha saputo far altro che film demenziali adesso chissà come mai tira fuori il filmone dell' anno? Posso capire che per un utente medio di netflix abituato a vedere porcate abissali questo possa essere uno dei migliori film della sua inutile vita, anche perché non ne vedrà molti altri.
Da My movies e dai critici però non mi aspettavo assolutamente una reazione del genere. Questo denota tristemente il fatto di come una ricca campagna pubblicitaria possa gonfiare talmente tanto un film mediocre da nascondere tutti gli altri che magari meritano qualcosa di più.
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Ahahahhahah questo schifo di film, candidato all Oscar? Ahahahahahahhaah non riesco a smettere di ridere.
Come fate a definire drammatico un film del genere? Todd Philips, un regista che non ha saputo far altro che film demenziali adesso chissà come mai tira fuori il filmone dell' anno? Posso capire che per un utente medio di netflix abituato a vedere porcate abissali questo possa essere uno dei migliori film della sua inutile vita, anche perché non ne vedrà molti altri.
Da My movies e dai critici però non mi aspettavo assolutamente una reazione del genere. Questo denota tristemente il fatto di come una ricca campagna pubblicitaria possa gonfiare talmente tanto un film mediocre da nascondere tutti gli altri che magari meritano qualcosa di più. Di drammatico c è solo questo, il resto è ridicolo.
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(di stefania)
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giuseppe
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lunedì 13 gennaio 2020
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pessimo
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Joker uccide d' impulso, contro volere, sovrastato dalle ferite e dall' odio accumulato in una società mostruosamente ingiusta.Joker continua a uccidere ma la sua gia' è una premeditata vendetta su tutto e tutti.Joker uccide ancora e con la crudeltà e la
musica jazz che accompagna le sue violenze siamo già giunti al puro gusto del male. Joker continua a uccidere per poi ballare estasiato: siamo all' assassinio, all' odio, alla follia e alla violenza quale modo di essere e piena realizzazione di se'. Joker ammazza ancora, ed in televisione il suo modo di fare diviene nelle sue parole una filosofia. Questa filosofia è però falsa, perché il contesto in cui viviamo non potrà mai arrivare a giustificare tutto ciò che facciamo.
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Joker uccide d' impulso, contro volere, sovrastato dalle ferite e dall' odio accumulato in una società mostruosamente ingiusta.Joker continua a uccidere ma la sua gia' è una premeditata vendetta su tutto e tutti.Joker uccide ancora e con la crudeltà e la
musica jazz che accompagna le sue violenze siamo già giunti al puro gusto del male. Joker continua a uccidere per poi ballare estasiato: siamo all' assassinio, all' odio, alla follia e alla violenza quale modo di essere e piena realizzazione di se'. Joker ammazza ancora, ed in televisione il suo modo di fare diviene nelle sue parole una filosofia. Questa filosofia è però falsa, perché il contesto in cui viviamo non potrà mai arrivare a giustificare tutto ciò che facciamo. Non siamo dei burattini e oltre un certo segno il male è sempre una scelta. Il film è un esaltazione di odio omicida e di delirio i quali cercano di essere falsamente e pericolosissimamente giustificati con ragioni sociali. Pellicola per questo socialmente pericolosa Credo che l' arte debba sempre porsi la responsabilità dei suoi messaggi e la responsabilità di dire la verità .
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la camy
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mercoledì 8 gennaio 2020
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joker l'elogio della follia
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JOKER, L' ELOGIO DELLA FOLLIA!
Innanzitutto mi inchino davanti alla magnifica interpretazione da Oscar di Joaquin Phoenix che in un batter d'occhio, ti cattura nel suo personaggio come in una sorta di transfert, andando oltre, dunque, l'effetto empatico.
I primi piani, gli sguardi, le movenze, quella risata al limite tra il contagioso divertente e il sintomo evidente di un disagio patologico, sono gli ingredienti accattivanti che conducono lentamente lo spettatore nella mente e nel corpo del protagonista, e nella sua vita. Non c'è cattiveria in Arthur.
C'è una persona che per vivere, lavora, ed il suo lavoro è fare il Clown, far sorridere la gente e portare allegria e felicità.
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JOKER, L' ELOGIO DELLA FOLLIA!
Innanzitutto mi inchino davanti alla magnifica interpretazione da Oscar di Joaquin Phoenix che in un batter d'occhio, ti cattura nel suo personaggio come in una sorta di transfert, andando oltre, dunque, l'effetto empatico.
I primi piani, gli sguardi, le movenze, quella risata al limite tra il contagioso divertente e il sintomo evidente di un disagio patologico, sono gli ingredienti accattivanti che conducono lentamente lo spettatore nella mente e nel corpo del protagonista, e nella sua vita. Non c'è cattiveria in Arthur.
C'è una persona che per vivere, lavora, ed il suo lavoro è fare il Clown, far sorridere la gente e portare allegria e felicità. E sta qui il primo paradosso. Lui che ha una vita triste, solitaria, una madre allettata da accudire, una malattia mentale non ben definita e curata dai farmaci, è l'adepto alla felicità altrui. Una sorta di ossimoro comportamentale che ha l'effetto di stringere una sorta di patto solidale tra spettatore e protagonista. La sua vita si srotola in una città dove la criminalità dilaga per povertà e disoccupazione, abbandonata a se stessa, immersa nell'immondizia, dimenticata anche dalle istituzioni che nulla fanno per risolvere la situazione, se non sfruttarla per una campagna elettorale del tutto personale!
Arthur è un clown! È nato per far sorridere gli altri! Questo gli ha sempre detto sua mamma sin da piccolo, e lui ne è convinto a tal punto da avere un sogno: quello di poter raccontare un giorno le sue barzellette di fronte ad un pubblico che lo applaude, che riconosce il suo talento, fino ad approdare nell'ambito show di Murray Franklin, e che lui segue pedissequamente assieme alla madre. Gratuite sono dunque le angherie che il quotidiano a volte gli riserva. Insopportabili le frequenti ingiustizie e le violenze incassate per tradimento, per abbandono, per l'arroganza della gente cosiddetta "normale". Chi stabilisce il confine tra ciò che è giusto e sbagliato? Chi stabilisce il confine tra sanità mentale e follia? La reazione di Joker è quella di un folle che degenera, o quella di una qualunque persona "normale" che all'ennesimo sopruso reagirebbe con quell'unico linguaggio che rende visibile l'invisibile? Ecco perché Joker dall'antieroe si trasforma nell'eroe per il quale si fa il tifo. Ecco perché diventa comprensibile la genesi dell'intolleranza, della rabbia, e di quella violenza che si vendica delle iniquità subite e che pertanto appare meno deprecabile! Queste le premesse che ribaltano la tradizionale divisione manichea ove quelli che sembrano i cattivi "fuori"(agli occhi degli altri) sono invece buoni "dentro" e quelli che sembrano i buoni "fuori" sono invece cattivi "dentro", nell'animo.
E la follia di Joker allora che ruolo ha nei crimini che poi commette? Quella risata che sembra sbeffare la vita, quella vita che non gli ha mai offerto nulla di buono, quella risata che sembra divertirlo come artefice del male, è però anche intrisa di un lamento, un guaito inascoltato, una richiesta d'aiuto di cui nessuno si è mai occupato!!! È facile dunque fraintendere il messaggio di un film denuncia come questo. Sembra infatti inneggiare la violenza e la vendetta piuttosto che condannare tanta crudeltà come frutto di una malattia mentale.
Ma è forse più sano l'atteggiamento di una società che vive nell'indifferenza dello status dei più deboli, nell'arroganza dei propri privilegi e della propria presunta normalità??
Ecco perché JOKER è un film di grande impatto emotivo, nel quale quasi tutti possono identificarsi, e dal pericoloso effetto emulatore per il sottile confine tra finzione e realtà!
La Camy
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lorenzo colovini
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giovedì 2 gennaio 2020
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crudo, affascinante, asperrimo. imperdibile
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Arthur Fleck, alias Joker, non è un barbone. Ha una casa (vecchia ma dignitosa), un lavoro per quanto non gratificante, una madre. Non, dunque, uno degli ultimi. Ma uno dei (tanti) penultimi. Quelli “dimenticati”, quelli che per la società sono un peso. Disagiati, dolenti, spesso vittime di gratuite cattiverie, con un carico di speranze deluse e velleitarie, insieme illusi e rassegnati e, soprattutto, disperatamente soli. La sola certezza è di non interessare a nessuno, di non essere mai davvero “ascoltati”, neppure dall’assistente sociale. Nessuno a cui rivolgere il suo personale grido di dolore in una Gotham City livida e minacciosa, ma non distopica (il mondo degli altri funziona regolarmente), traboccante di pattume e di gentaglia.
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Arthur Fleck, alias Joker, non è un barbone. Ha una casa (vecchia ma dignitosa), un lavoro per quanto non gratificante, una madre. Non, dunque, uno degli ultimi. Ma uno dei (tanti) penultimi. Quelli “dimenticati”, quelli che per la società sono un peso. Disagiati, dolenti, spesso vittime di gratuite cattiverie, con un carico di speranze deluse e velleitarie, insieme illusi e rassegnati e, soprattutto, disperatamente soli. La sola certezza è di non interessare a nessuno, di non essere mai davvero “ascoltati”, neppure dall’assistente sociale. Nessuno a cui rivolgere il suo personale grido di dolore in una Gotham City livida e minacciosa, ma non distopica (il mondo degli altri funziona regolarmente), traboccante di pattume e di gentaglia. Arthur quasi per caso scopre la strada della ribellione, il gusto acre e inebriante della violenza (e lo spettatore con lui: impossibile non compiacersi quando massacra i tre giovinastri in metropolitana). Straordinariamente centrati e organici al racconto i vecchi classici di soundtrack (la cavalcata dell’auto della polizia con Joker a bordo nella città in rivolta sulle note di White Room dei Cream è da delirio!). Monumentale la prova attoriale di Joaquin Phoenix, ora guitto, ora dolente reietto, ora leggiadro ballerino, ora vendicatore. Un po’ Edipo, un po’ Amleto. Film crudo, affascinante e asperrimo. Imperdibile.
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martina martoglio
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domenica 29 dicembre 2019
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i-m-m-e-n-s-o
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Entro in sala con poca curiosità, frastornata positivamente dalla trilogia di Nola su Batman e l'immensa interpretazione di Ledger del suo Joker.
"Nulla potrà battere quel Joker" mi ripeto più e più volte prima di entrare in sala.
Boy I was wrong...so wrong. Sono rimasta TRAVOLTA da questa interpretazione e dalla sua psicologia interna.
Qui non stiamo parlando di un semplice film. Qui stiamo parlando di una introspezione psicologica di un bambino prima, di un adulto poi e infine di un criminale che non aveva altri sbocchi se non...diventare pazzo.
Ma non una follia becera e stupida, una follia interna giustificata anche dalla sua completa irrazionalità.
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Entro in sala con poca curiosità, frastornata positivamente dalla trilogia di Nola su Batman e l'immensa interpretazione di Ledger del suo Joker.
"Nulla potrà battere quel Joker" mi ripeto più e più volte prima di entrare in sala.
Boy I was wrong...so wrong. Sono rimasta TRAVOLTA da questa interpretazione e dalla sua psicologia interna.
Qui non stiamo parlando di un semplice film. Qui stiamo parlando di una introspezione psicologica di un bambino prima, di un adulto poi e infine di un criminale che non aveva altri sbocchi se non...diventare pazzo.
Ma non una follia becera e stupida, una follia interna giustificata anche dalla sua completa irrazionalità. La scena con cui lascia andare il nano aprendogli la porta con una inconsueta calma è...poesia cinematografica.
Il discorso finale davanti la TV è un discorso alla società, un monito all'ipocrisia.
Niente, non ci sono parole. Questo è davvero un capolavoro assoluto che fa solo impallidire il cinema (già di per sé) in fase calante degli ultimi 10 anni.
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(di stefania)
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boffese
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giovedì 12 dicembre 2019
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joaker phoenix
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Finalmente Joker , ma non pensate ad un cine-comic , non prendetelo sottogamba , questa e' la storia di molti , e' la storia di Arthur Fleck un ragazzo problematico , vittima di bullismo , schizofrenico e affetto da un disturbo di depersonalizzazione.
Personalmente ero diffidente , una diffidenza dovuta al regista e alla difficolta' di poter dirigere una pellicola cosi' complessa ,aveva una bomba innescata ed era molto semplice passare dal capolavoro , al classico flop che punta solo al box office.
Invece Todd Phillips ha fatto bingo , ha sbancato il botteghino con il DC comics piu' autoriale della storia cinematografica , non ha voluto strafare , ma e' riuscito a regalarci una pellicola accecante e disturbante ,che ti mette a disagio non solo per quel paio d'ore , anzi lo stomaco comincera' a soffrire soprattutto nei giorni seguenti.
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Finalmente Joker , ma non pensate ad un cine-comic , non prendetelo sottogamba , questa e' la storia di molti , e' la storia di Arthur Fleck un ragazzo problematico , vittima di bullismo , schizofrenico e affetto da un disturbo di depersonalizzazione.
Personalmente ero diffidente , una diffidenza dovuta al regista e alla difficolta' di poter dirigere una pellicola cosi' complessa ,aveva una bomba innescata ed era molto semplice passare dal capolavoro , al classico flop che punta solo al box office.
Invece Todd Phillips ha fatto bingo , ha sbancato il botteghino con il DC comics piu' autoriale della storia cinematografica , non ha voluto strafare , ma e' riuscito a regalarci una pellicola accecante e disturbante ,che ti mette a disagio non solo per quel paio d'ore , anzi lo stomaco comincera' a soffrire soprattutto nei giorni seguenti.
La vera bravura del regista e' stata quella di affidarsi pienamente a Joaquin Phoenix, ad oggi senza dubbio il miglior attore in circolazione , da anni capace di performance straordinarie come nel Gladiatore , Walk the line , The Master , I'm still here , The Sister's brothers e Don't worry.
L'interpretazione che da' ad un personaggio cosi' dannatamente ricco di tristezze , e' strepitosa , il suo sguardo inquieto e penetrante ,la risata soffocata , la sua postura scheletrica e ingobbita regala emozioni incredibili.
Buono lo script affidato a Scott Silver , che avevo molto amato per The Fighter di O. Russell.
Poi c'e' tutto il resto , la psicologia degli emarginati , la fine del capitalismo , l odio verso il diverso , la responsabilita' politica delle istituzioni , la condanna morale delle TV , il caos incontrollabile dei nostri tempi , il disagio sociale , un mixer di tutto quello che e' intorno a noi .
Ve l avevo gia' detto , non prendetelo per un semplice cine-comic , e' un Leone d'oro.
Voto : 9--
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astromelia
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mercoledì 11 dicembre 2019
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disturbante
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in realtà 3 stelle e mezza, non mi convince fino in fondo,mi pone solo domande scena per scena ma non lo reputo un capolavoro,piuttosto una conferma di phoenix che qui ribadisce i ruoli di tutta la sua filmografia e che gli sta cucito addosso appositamente....alcune scene risultano mozzate (saranno state tagliate in montaggio?), oscar? può darsi ma non esaltiamoci,l'opera è fedele a se stessa,nessuna invenzione ma una sorta di deja-vu.............
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alexnapoleone
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martedì 10 dicembre 2019
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rappresentazione fisica della malattia mentale.
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Questo film è un trattato di psichiatria allo stato puro. Joaquin Phoenix e la pellicola questione mostra senza troppi sofismi la nascita e l'evoluzione della psicosi schizofrenica e riporta il concetto di malattia mentale allo stato fisico. Mostra il meccanismo dell'anaffettività e l'instaurarsi in questa mancanza il meccanismo di pensiero lucido che muta in pensiero psicotico. Una descrizione cinematografica artistica come poche.
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carbo
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domenica 24 novembre 2019
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temi da film d'autore per un comic movie
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Alla evidente prova strepitosa d'attore del protagonista, fatto senz'altro sorprendente ma non nuovo quando si parla di un personaggio di per sè strepitoso come Joker, si unisce un ventaglio di argomenti affrontati ed esposti non tipico di un Comic Movie ma di un film d'autore.
Primo fra tutti e centrale nell'iter narrativo è la scala di grigi che circonda e compone le nostre vite. Lungi da considerare la crudeltà di Joker come un "bianco=buono" e "nero=cattivo" il film analizza a narra il percorso di un essere umano la cui cattiveria cresce in funzione delle batoste della vita ed ai propri sentimenti. Una sorta di Breakng Bad che porta il protagonista a compiere azioni degne e peggiori di un malavitoso e di un assasino ma che lo spettatore quasi giustifica essendo al corrente di quanto vissuto da Arthur.
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Alla evidente prova strepitosa d'attore del protagonista, fatto senz'altro sorprendente ma non nuovo quando si parla di un personaggio di per sè strepitoso come Joker, si unisce un ventaglio di argomenti affrontati ed esposti non tipico di un Comic Movie ma di un film d'autore.
Primo fra tutti e centrale nell'iter narrativo è la scala di grigi che circonda e compone le nostre vite. Lungi da considerare la crudeltà di Joker come un "bianco=buono" e "nero=cattivo" il film analizza a narra il percorso di un essere umano la cui cattiveria cresce in funzione delle batoste della vita ed ai propri sentimenti. Una sorta di Breakng Bad che porta il protagonista a compiere azioni degne e peggiori di un malavitoso e di un assasino ma che lo spettatore quasi giustifica essendo al corrente di quanto vissuto da Arthur.
Secondo e non meno importante è l'abbandono degli esseri umani all'interno della società da parte dell'organizzazione precostituita.
Nessuno si interessa o ha modo di curare veramente Arthur, ma lo isola, lo manda ai bordi della società e la sublimazione di questo concetto avviene con la presenza di Arthur alla trasmissione televisiva: "Cosa si ottiene se una società abbandona una persona con problemi psichiatrici? Accade che la società ottiene quello che si merita". E come non essere d'accordo con il protagonista, che nonostante la sua follia dilgante comunica un concetto così vero e brutale.
Ulterore tema è la necessità dell'Arte come valvola di sfogo e di uscita dalle proprie paure e difficoltà della vita.
Arthur è una persona con soli pensieri negativi e con una infelicità latente e persistente. Solo durante i propri balletti trova un sorriso, solo come Joker trova una sua soddisfazione. Indossare una maschera nella società è per tutti noi una liberazione e l'arte permette di farlo, mischiando quello che noi siamo davvero con ciò che vorremmo essere per ottenerne gioia. La rutilante sequenza di eventi che travolge il protagnista scatta con la perdita d questa valvola di sfogo, confermando che l'Arte è e deve essere necessaria nella vita di un essere umano.
Ultimo tema sociale ed inquietane è la gestione dell'opinione pubblica che risulta indomabile e che segue ahinoi logiche di ribellione al sistema e cerca la figura dell'antieroe per poter liberarsi delle oppressioni sociali. La passione con cui i cittadini prendono vigore dall'episodio di cronaca dell'omicidio nella metro è al tempo stesso inquietante e figlio di una società che non trova piu' nei suoi leader l'esempio da seguire ma che si oppone tifando per l'antieroe assassino, così come noi spettatori che ci troviamo coinvolti nella storia di uno dei cattivi piu' violenti e folli della storia DC e ci troviamo costretti a fare il tifo per lui.
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gian.ab
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venerdì 22 novembre 2019
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un capolavoro
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un vero e proprio capolavoro. Merita l'Oscar
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