Titolo originale | Io sono Mia |
Anno | 2019 |
Genere | Biografico, |
Produzione | Italia |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Riccardo Donna |
Attori | Serena Rossi, Maurizio Lastrico, Lucia Mascino, Dajana Roncione, Antonio Gerardi Nina Torresi, Daniele Mariani, Francesca Turrini, Fabrizio Coniglio, Gioia Spaziani, Duccio Camerini, Simone Gandolfo, Corrado Invernizzi, Edoardo Pesce, Samuel Garofalo, Enzo Paci, Francesco Gaudiello, Lorenzo Gioielli, Guido Roncalli, Eva Aedovini, Michele Baronio, Piero Cardano, Cristina Castigliola, Simone Colombari, Roberto Cordero, Luca D'Addino, Armando Maria De Nicola, Stefano Guerrieri (II), Fortunato Marco Iannaccone, Salvatore Langella, Chiara Meniconi, Gabriele Orlando, Duilio Paciello, Franco Pietropaoli, Erika Rotondaro, Luca Scapparone, Marco Scuotto, Mauro Serio, Emanuele Vito, Marco Zangardi. |
Uscita | lunedì 14 gennaio 2019 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,77 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 18 gennaio 2019
Argomenti: I film e le serie che hanno raccontato il Festival di Sanremo
Ci sono artisti che, come pochi, hanno saputo esprimere lo spirito del proprio tempo e, anzi, persino anticiparne il corso. Tra questi c'è Mia Martini. In Italia al Box Office Mia Martini - Io sono Mia ha incassato 307 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Domenica Berté detta Mimì è quel tipo di artista che gli anglofoni definiscono unsung hero (ops, heroine): un talento non adeguatamente riconosciuto e sostenuto dall'industria discografica e di conseguenza anche dal pubblico. Sacrosanto e meritorio, quindi, che la RaiFiction di Eleonora Andreatta abbia voluto portare al grande pubblico la sua biografia: parziale, simbolico risarcimento alla vittima di un pregiudizio mortificante e fatale, ma anche veicolo di divulgazione di un modello femminile indipendente e anticonvenzionale.
Io sono Mia sulla carta condensa due decenni di attività (i '70 e gli '80, con rapidi flashback di turbolento clima familiare a Bagnara Calabra) e punta ad essere più cose: "evento" cinematografico sull'onda del successo di Fabrizio De André - Principe libero (2018) richiamato, anche graficamente, nel poster; opera pop e rassicurante che incontri il gusto della platea televisiva; tributo musicale, al contempo anche reviviscenza, nuovo sfruttamento del repertorio dell'interprete.
Sceneggiato da Monica Rametta (La kryptonite nella borsa e Un bacio di Ivan Cotroneo, con cui ha firmato anche le fiction tv Tutti pazzi per amoreTutti pazzi per amore, Una grande famiglia, Sirene), Io sono Mia può contare sulla consulenza di Loredana e Olivia Berté ma sconta le assenze pesanti di due personaggi cardine nella vita della Martini: l'amico Renato Zero e il compagno Ivano Fossati (che non hanno aderito al progetto), qui sublimati parzialmente sia per motivazioni che fisionomia nel compagno di uscite Toni (Daniele Mariani) e nel partner fotografo Andrea (Maurizio Lastrico).
La scelta di alternare realtà e invenzione, creando la compresenza di discografici dai nomi reali e altri inventati e neppure accreditati (come Tino Notte, l'impresario che sarebbe alla fonte della maldicenza nei confronti di Mia) in sé non sarebbe un demerito, se ciò non andasse a scapito della definizione dei caratteri, che spesso poggia su dialoghi iper esplicativi, da narrativa rosa più popolare, e abbozzi caricaturali dei personaggi di contorno. Come se in una prima fase Io sono Mia fosse stato pensato come una serie in più episodi per poi venire "ridimensionato" a lungometraggio. E se non venissero drasticamente esclusi gli aspetti problematici: il tentato suicidio nella breve esperienza di carcere, i rapporti tesi con i familiari e i colleghi, il sodalizio, creativo ma anche competitivo, con Fossati, le circostanze del decesso. Una compressione inevitabile, considerato lo sforzo di ridurre in un paio d'ore anche due decenni determinanti per l'emancipazione femminile (che non fa capolino se non tramite una battuta di Loredana, l'appropriata Dajana Roncione).
Un procedimento che insomma isola e ritaglia la protagonista dal contesto, come una di quelle figure da libri in 3D, che balzano in primo piano per restarci. Risulta presto evidente, infatti, che la regia di Riccardo Donna (veterano della fiction RAI) sia concentrata a enfatizzare le performance musicali, girate come degli "a parte", estremamente curate, in termini di prestazione canora, qualità musicale, montaggio e ricostruzione d'epoca. Da un'ampia discografia (diciassette album) il film seleziona solamente cinque brani, tutte hit: 'Padre davvero', 'Piccolo uomo', 'Minuetto', 'E non finisce mica il cielo', 'Almeno tu nell'universo'. In un arco che va dal '71 all'89, ovvero dall'inizio della carriera sotto il nome di Mia Martini all'emozionante interpretazione sanremese del brano di Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio. Si tratta di nuove incisioni, prodotte da Mattia Donna e La Femme Piège (già autori delle colonne sonore delle fiction Come fai sbagli, La strada di casa) interpretate da Serena Rossi (Un posto al soleUn posto al sole, Ammore e malavita), la cui poliedricità e somiglianza fisica con "Mimì", nonché il trionfo nello show tv Tale e quale, deve aver verosimilmente costituito l'innesco del progetto.
Se la Rossi dà diligentemente tutta se stessa per far brillare un'interprete così rilevante della nostra canzone, è anche vero che la sua solarità innata non sempre combacia con l'indole contraddittoria e ribelle e lo stile interpretativo asimmetrico e chiaroscurale di "Mimì". Di lei ripetutamente si evidenziano le tensioni romantiche (come nel riuscito scambio di affinità con Franco Califano / Edoardo Pesce) o le difficoltà date dall'ostilità dell'ambiente professionale, ma senza mai approfondire le asperità caratteriali.
Ricostruzione prevalentemente mimetica, oltremodo semplificatoria ed ecumenica, Io sono Mia trova il proprio ritmo ed equilibrio grazie a un solido escamotage di scrittura: l'invenzione dell'intervista alla cantante ad opera della giornalista Sandra Neri (Lucia Mascino, con Antonio Gerardi nel ruolo dell'impresario Crocetta la più convincente e misurata del cast). Il personaggio "terzo", neutro, rispetto a tutti gli altri, a cui Mia affida la propria verità, in un lampo di solidarietà di genere. Non è casuale che a lei spetti la battuta che rende giustizia all'artista scomparsa nel 1995: "non c'è vocazione o talento che sopravviva alla mancanza di successo e non c'è torto maggiore che privare qualcuno della possibilità di esprimersi".
MIA MARTINI - IO SONO MIA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€12,99 | – | |||
€12,99 | – |
Soltanto una precisazione Raffaella, quell'intervista non è inventata, la feci io nel marzo del 1989 per "Epoca", se vuole le faccio avere una copia. Tanto per ristabilire una verità che riguarda Mia, ma anche la mia carriere di giornalista. Grazie. Paolo Butturini
Si doveva scegliere tra l’omaggio alla grande persona ed artista Mia Martini ed il documento biografico. Si è optato per il primo. Mimì ce l’ha fatta ad emergere, trionfare, decadere e ri-trionfare. Con la sua voce, la sua caparbietà e grazie ai grandi autori che hanno creduto in lei.Si capisce subito, tuttavia, che il “film della vita” della cantante sia estremamente edulcorato.
Che dire ...Serena Rossi, oltre ad essere una cantante intonata ed espressiva, si e' anche innamorata del suo personaggio...Mia....ed ha cercato di esprimerlo con passione ..con tutta la passione che lei conosceva,,,,Ma Mimi' non puo' essere studiata...o amata....o consacrata...perche' il risultato e' sempre qualcosa di deludente.
Grande emozione !!! Film molto bello , ben fatto, interpretato in maniera egregia . Non condivido la critica di my movie . Quando sarà trasmesso in Rai lo riguarderò e lo consiglio caldamente . Bello !!! Mi ha regalato grande emozione e rinnovata amarezza per la cattiveria e stupidità umana .
Film bellissimo ed emozionante che ricostruisce la carriera di una grande artista e di un periodo storico della musica italiana con passione e precisione. Sceneggiatura encomiabile e protagonista che spiazza per la bravura. Poco altro da dire.
Il racconto della vita di Mia Martini prende piede da una fittizia intervista, fatta partire 48 ore prima il suo ritorno sulle scene, nell'edizione sanremese 1989 in cui vinse il premio della critica con il brano Almeno tu nell'universo, in cui la cantante (interpretata da Serena Rossi) ripercorre i momenti salienti della sua carriera ad una giornalista (Lucia Mascino) che inizialmente la snobba (è [...] Vai alla recensione »
Dopo il successo di Fabrizio De André - Spirito libero, RaiFiction tenta il bis con un film su Mia Martini, scritto dalla sceneggiatrice tv Rametta. Un Bohemian Rhapsody nostrano, verrebbe da dire, perché la biografia della cantante è semplificata (attorno a cinque brani: Padre davvero, Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il cielo e Almeno tu nell'universo) e edulcorata (droga: non sia mai). [...] Vai alla recensione »
1989, Festival di Sanremo. Dopo sei anni di assenza forzata, Mia Martini torna sul palco dell'Ariston, in gara con Almeno tu nell'universo. È la grande rentrée di una tra le voci italiane più incredibili del secolo scorso, vergognosamente messa ai margini dall'industria e dal circo di nani e ballerine dei vari palinsesti televisivi con l'infamante diceria che portasse sfortuna.