francescoizzo
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domenica 26 febbraio 2017
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molto carino, esagerati tutti quei premi e candidature però...
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Da 14 candidature all'Oscar nel film c'è sicuramente la graziosaggine (si dice così?) ed avvenenza di Emma Stone. La storia è carina e divertente, e ci si immedesima anche nel protagonista, invidiandolo pure, fino ad un certo punto del film , per la sua love story con lei. Molto umane sono le paure di lei dei provini e del pubblico, e le sue recriminazioni a lui. Ed anche il di lui accettare il posto nella band commerciale per fare cassa; che poi lo cambia anche dentro e lo impigrisce nei suoi sogni. Bella è la storia della zia alcoolizzata di lei nel suo ultimo provino, e l'elogio dei sognatori e degli idealisti.E l'epilogo del film è molto realistico, con la donna ormai di successo che si sposa un uomo di successo abbandonando il suo precedente amore.
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Da 14 candidature all'Oscar nel film c'è sicuramente la graziosaggine (si dice così?) ed avvenenza di Emma Stone. La storia è carina e divertente, e ci si immedesima anche nel protagonista, invidiandolo pure, fino ad un certo punto del film , per la sua love story con lei. Molto umane sono le paure di lei dei provini e del pubblico, e le sue recriminazioni a lui. Ed anche il di lui accettare il posto nella band commerciale per fare cassa; che poi lo cambia anche dentro e lo impigrisce nei suoi sogni. Bella è la storia della zia alcoolizzata di lei nel suo ultimo provino, e l'elogio dei sognatori e degli idealisti.E l'epilogo del film è molto realistico, con la donna ormai di successo che si sposa un uomo di successo abbandonando il suo precedente amore. Tutto molto carino quindi; solo che tutti 'sti premi e candidature li trovo eccessivi. Se non fosse che ormai gli standard del gusto e non solo sono crollati (Trump è presidente degli USA, il movimento di Beppe Grillo il primo partito d'Italia, si chiamano dottori persone che hanno studiato due o tre anni all'Università, ecc... ecc...) , e quindi il carino è diventato stupendo e meraviglioso, ed il brutto ed il rozzo normali ed accettabili nel comune sentire.
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marcobrenni
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martedì 7 marzo 2017
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la la land - un film retrò ma carino
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Non sto a rinarrare la storia che è stata già esposta a iosa. È un mezzo musical retrò carino, ben recitato, ma nulla di più. Dico "mezzo" musical, perché le scene da vero musical sono invero scarsine anche di numero rispetto alle aspettative. L'atomsfera è chiaramente retrò come piacerebbe a Woody Allen - il regista usa infatti gli stessi filtri e colori che danno un aria nostalgico-romantica come negli ultimi di film di Allen. Musical a parte c'è molto Woody Allen in questo film: scene paradossali, insoddisfazione artistica, voglia di essere creativi-originali ma che si scontra le difficoltà della vita e le esigenze commerciali reali, sovente frustranti.
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Non sto a rinarrare la storia che è stata già esposta a iosa. È un mezzo musical retrò carino, ben recitato, ma nulla di più. Dico "mezzo" musical, perché le scene da vero musical sono invero scarsine anche di numero rispetto alle aspettative. L'atomsfera è chiaramente retrò come piacerebbe a Woody Allen - il regista usa infatti gli stessi filtri e colori che danno un aria nostalgico-romantica come negli ultimi di film di Allen. Musical a parte c'è molto Woody Allen in questo film: scene paradossali, insoddisfazione artistica, voglia di essere creativi-originali ma che si scontra le difficoltà della vita e le esigenze commerciali reali, sovente frustranti. Capovolgimenti sentimentali improvvisi, pure con scene oniriche di possibili vite ad esito diverso, per poi ripiombare in un a realtà un po' deludente. Questo ritorno al reale è forse il lato più autentico del film, ove i sogni, slanci e ambizioni giovanili, poi rientrano nella solita casualità della vita reale che sovente gioca scherzi imprevedibili. C'è pure un po' di filosofia "Match Point" alla Woody Allen, ove cose infime decidono poi tutto il decorso successivo della vita, con esiti diversi da quello immaginati-sognati. Ottima le recitazioni, soptrattutto della vivacissima e molto espressiva Emma Stone; bravo pure il protagoista Gosling.
Insomma un bel film commerciale soprattutto per i giovani con la morale che non bisogna mai rinunciare, nonostante tutto, ai propri sogni. Però non esageriamo definendolo pure un capolavoro.
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ziosam
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venerdì 29 settembre 2017
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"il ragazzo è giovane, ma si farà"
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Del regista di LaLaLand si potrebbe dire "il ragazzo è giovane, ma si farà". Film certamente originale, un "musical nonmusical" a tratti entusuasmante, e di certo uno dei pochi che trasmettono emozioni. Stupore a tratti per le coreografie, sorriso semipermanente per l' ironia pervasiva, tristezza d'amore (chi non ne ha provata?), attenzione per la trama, peraltro scontata. Ma non è certo la trama il protagonista dell'opera, semmai lo sono la fotografia, le musiche e gli attori: versatili, poliedrici, espressivi ed estensivi.
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Del regista di LaLaLand si potrebbe dire "il ragazzo è giovane, ma si farà". Film certamente originale, un "musical nonmusical" a tratti entusuasmante, e di certo uno dei pochi che trasmettono emozioni. Stupore a tratti per le coreografie, sorriso semipermanente per l' ironia pervasiva, tristezza d'amore (chi non ne ha provata?), attenzione per la trama, peraltro scontata. Ma non è certo la trama il protagonista dell'opera, semmai lo sono la fotografia, le musiche e gli attori: versatili, poliedrici, espressivi ed estensivi. Bravi, tutti, senza se e senza ma.
Il film parla con le immagini, con la scelta delle inquadrature e delle luci, riprendendo a tratti elementi da Birdman ("piano unico, drone volante") e da Whiplash, dello stesso autore ora già più maturo.
E' ricco di citazioni: da Fred Astaire ad Ave Cesare (citazione di citazioni), passando per quel capolavoro di Anna Karenina versione Joe Wright, e perfino per Sliding Doors.
Ambisce ad essere un Kolossal, e potrebbe anche riuscirci - se solo si rivedessero una stonatura (la scena surreale della danza fra le stelle) e tutta una parte in cui perde ritmo. Nel complesso, buon lavoro: non so quanti Oscar vincerà, ma di sicuro si è ben meritato i suoi sette Golden Globe. Se poi si è anche amanti del Jazz, non si può fare a meno di innamorarsi di LaLaLand, che ben ne trasmette l'essenza. Voto nel complesso 8, ma in molte parti 10.
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francescoizzo
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lunedì 27 febbraio 2017
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davvero molto carino, troppi premi e candidature
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Da 14 candidature all'Oscar nel film c'è sicuramente la graziosaggine (si dice così?) ed avvenenza di Emma Stone.
La storia è carina e divertente, e ci si immedesima anche nel protagonista, invidiandolo pure, fino ad un certo punto del film , per la sua love story con lei. [+]
Da 14 candidature all'Oscar nel film c'è sicuramente la graziosaggine (si dice così?) ed avvenenza di Emma Stone.
La storia è carina e divertente, e ci si immedesima anche nel protagonista, invidiandolo pure, fino ad un certo punto del film , per la sua love story con lei.
Molto umane sono le paure di lei dei provini e del pubblico, e le sue recriminazioni a lui. Ed anche il di lui accettare il posto nella band commerciale per fare cassa; che poi lo cambia anche dentro e lo impigrisce nei suoi sogni.
Bella è la storia della zia alcoolizzata di lei nel suo ultimo provino, e l'elogio dei sognatori e degli idealisti.E l'epilogo del film è molto realistico, con la donna ormai di successo che si sposa un uomo di successo abbandonando il suo precedente amore.
Tutto molto carino quindi; solo che tutti 'sti premi e candidature li trovo eccessivi. Se non fosse che ormai gli standard del gusto e non solo sono crollati (Trump è presidente degli USA, il movimento di Beppe Grillo il primo partito d'Italia, si chiamano dottori persone che hanno studiato due o tre anni all'Università, ecc... ecc...) , e quindi il carino è diventato stupendo e meraviglioso, ed il brutto ed il rozzo normali ed accettabili nel comune sentire.
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ashtray_bliss
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giovedì 19 gennaio 2017
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una frizzante, leggera e malinconica pellicola.
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La La Land non è il solito musical e nemmeno la solita commedia romantica. Il film firmato Chazelle è un ottimo e rinfescante ibrido che riesce ad unire più generi creando una pellicola deliziosamente romantica e retrò intrisa di molteplici riferimenti ai grandi film del passato, volendo in questo modo, essere un omaggio al cinema d'un tempo, ma allo stesso modo riesce a risultare una pellicola fresca, frizzante e leggera in pieno stile Woody Allen che intrattiene piacevomente il pubblico senza risultare oltremodo pesante ma mantenendo alcune note spiccatamente malinconiche. Proprio come la vita stessa. Un musical atipico e disomogeneo che rappresenta un inno alla vita e al inseguire sempre i propri sogni senza mai rinunciarvi, ambientato in una Los Angeles affascinante e magica quanto non mai, fatta di eleganti locali jazz, vivaci colori, e studios cinematografici.
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La La Land non è il solito musical e nemmeno la solita commedia romantica. Il film firmato Chazelle è un ottimo e rinfescante ibrido che riesce ad unire più generi creando una pellicola deliziosamente romantica e retrò intrisa di molteplici riferimenti ai grandi film del passato, volendo in questo modo, essere un omaggio al cinema d'un tempo, ma allo stesso modo riesce a risultare una pellicola fresca, frizzante e leggera in pieno stile Woody Allen che intrattiene piacevomente il pubblico senza risultare oltremodo pesante ma mantenendo alcune note spiccatamente malinconiche. Proprio come la vita stessa. Un musical atipico e disomogeneo che rappresenta un inno alla vita e al inseguire sempre i propri sogni senza mai rinunciarvi, ambientato in una Los Angeles affascinante e magica quanto non mai, fatta di eleganti locali jazz, vivaci colori, e studios cinematografici. Una città che non dorme mai e che raccoglie i sogni e le aspirazioni dei due giovani protagonisti che si incontrano e si innamorano condividendo per un periodo di tempo, le loro rispettive passioni: la musica e il cinema. Alla fine entrambi riuscinanno a spiccare nel duro mondo dell'entertainment losangelino ma per farlo dovranno rinunciare a percorrere il resto del tragitto insieme e ormai maturi e autodeterminati dovranno assumersi la responabilità di tracciare un percorso individuale.
Supportato da una fotografia vivida e spettacolare, arrichito da alcune riuscitissime pianosequenze e coadiuvato da una musica rigorosamente jazz dal ritmo incalzante La La Land conquista e convince anche grazie ai suoi protagonisti in stato di grazia. Vi troviamo infatti un ottimo e impegnato Ryan Gosling e una eterea e malinconica Emma Stone i quali impersonano al meglio la maggior parte dei giovani che si imbarcano per L.A. con una valigia piena di speranze e sogni da realizzare. Ecco così che prende vita un musical dove non rubano la scena balletti e canti corali ma la danza, la musica e il canto si integrano in modo naturale e mai forzato nella narrazione della storia tra Mia e Sebastian risultando divertenti e al contempo convincenti.
Le pecche del film? A parte la mancanza di originalità nella storia d'amore che si consuma tra i belli protagonisti, purtroppo non si può non notare la durata probabilmente eccessiva del film oltre due ore, e alcune scene abbastanza ripetitive (la noia è in agguato quando si presentano) nello script. Nel complesso però, La La Land risulta davvero un'opera vincente, classica ma al tempo stesso moderna, una parabola sempre attuale di due anime desiderose di vivere delle proprie passioni le quali si incontrano e si amano ma sotto le luci abbaglianti di una L.A. sempre in movimento ma anche crepuscolare ma si ritrovano separati l'uno dall'altra. Molto bella e poetica la sequenza finale del film, onirica e malinconica al tempo stesso, che lascia una sensazione agrodolce negli spettatori. In definitiva si tratta di un film leggero e delicato ma visivamente coinvolgente, un inno a vivere in pieno la vita, accogliendo l'amore che s'incontra, ma senza mai smettere di credere e lottare per i propri sogni. 3/5.
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sabato 28 gennaio 2017
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pomposo ma un po' scontato
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L'attesissimo la la land,vincitore di numerosi premi,come succede spesso con questi film,rispetta solo in parte le aspettative.L'atmosfera sognante(fatta di panorami incantevoli di Los Angeles,di corpi in volo e vestiti dai colori sgargianti)e la forza della musica(che si esprime qui in vari modi,dal travolgente jazz a melodie malinconiche)non sono accompagnate da contenuti altrettanto validi.La trama infatti,che ruota intorno a una coppia di persone ognuna con i propri desideri,appare scontata e oltretutto non del tutto ben costruita(si inizia ad evolvere in maniera efficace solamente dalla metà del film).I due protagonisti, dopo percorsi differenti e entrambi difficoltosi,riusciranno a trovare la forza per realizzare i propri sogni(sottolineando allo spettatore come sia importante non abbandonarli mai)ma per farlo si perderanno l'un l'altro,anche se il loro amore resterà(come avviene alla coppia dell'alleniano "Cafè society").
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L'attesissimo la la land,vincitore di numerosi premi,come succede spesso con questi film,rispetta solo in parte le aspettative.L'atmosfera sognante(fatta di panorami incantevoli di Los Angeles,di corpi in volo e vestiti dai colori sgargianti)e la forza della musica(che si esprime qui in vari modi,dal travolgente jazz a melodie malinconiche)non sono accompagnate da contenuti altrettanto validi.La trama infatti,che ruota intorno a una coppia di persone ognuna con i propri desideri,appare scontata e oltretutto non del tutto ben costruita(si inizia ad evolvere in maniera efficace solamente dalla metà del film).I due protagonisti, dopo percorsi differenti e entrambi difficoltosi,riusciranno a trovare la forza per realizzare i propri sogni(sottolineando allo spettatore come sia importante non abbandonarli mai)ma per farlo si perderanno l'un l'altro,anche se il loro amore resterà(come avviene alla coppia dell'alleniano "Cafè society").Buonissima comunque l'interpretazione di Emma Stone e Ryan Gosling(l'intensità dei loro sguardi nella scena finale è struggente).Consigliato
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domenica 26 febbraio 2017
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grande regia ma trama scontata
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Sicuramente il regista ha dato il meglio di sé. Un film che è un susseguirsi di grandi prove di tecnica registica. La musica è a tratti interessante. Tuttavia nel complesso appare un pò pretenzioso e autoreferenziale sino a diventare adulante delle Holliwood che potrà premiarlo. La trama è banale.
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enricodanelli
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mercoledì 31 gennaio 2018
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una esperienza agghiacciante
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Non interesserà a nessuno, ma solo dopo quasi un anno trovo la voglia e la forza di scrivere la mia personale esperienza nel vedere questo film: disgusto. E quel che è peggio questa sensazione spiacevole non si è limiatata al solo film in questione, ma si è propagata a macchia d'olio: per diversi mesi non sono più riuscito a vedere con piacere un film, un po' come dopo una scorpacciata di formaggio avariato non si riesce più ad apprezzare alcun formaggio per diverso tempo a seguire, se non per tutta la vita. Questo film irreale e caricaturale trasuda infatti celluloide di pessima qualità da tutti i pori, in misura tale da far passare la voglia di andare al cinema.
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Non interesserà a nessuno, ma solo dopo quasi un anno trovo la voglia e la forza di scrivere la mia personale esperienza nel vedere questo film: disgusto. E quel che è peggio questa sensazione spiacevole non si è limiatata al solo film in questione, ma si è propagata a macchia d'olio: per diversi mesi non sono più riuscito a vedere con piacere un film, un po' come dopo una scorpacciata di formaggio avariato non si riesce più ad apprezzare alcun formaggio per diverso tempo a seguire, se non per tutta la vita. Questo film irreale e caricaturale trasuda infatti celluloide di pessima qualità da tutti i pori, in misura tale da far passare la voglia di andare al cinema. A cominciare dalla trama scontatissima e dallo squallido personaggio di Mia (cinico e incoerente) questo film ricorda allo spettatore quello che tutti volutamente ci dimentichiamo quando andiamo al cinema: tutti i film sono finzione e cercano di rappresentare la realtà in pochi minuti, ma sempre finzione rimangono. Cercando di ricreare atmosfere americane di altri tempi, il film riesce solo ad intontire lo spettatore con colori sgarcianti e dialoghi piatti. La recitazione della antipatica protagonista è in linea con il resto: mostruoso il primo piano del provino, una attrice al culmine della sua bruttezza con gli occhi a palla sgranati per cercare di magnetizzare lo spettatore e fargli dire per compassione "poveretta, ma quanto si sforza !". Anni luce lontano dalla stupenda e misurata recitazione di Natalie Portman in Jackie. Cerco infine di capire le differenze con un altro film musicale come Grease e riesco a trovare una risposta solo nel fatto questo film di oggi è artefatto, commerciale, iniziato già con lo scopo di vincere gli Oscar mentre Grease è fresco, artigianale, improvvisato, nato senza pretese per poi diventare la poesia di una generazione.
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[+] buttiamoci sulla corazzata potemkin
(di rikitikitawi)
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eugenio
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domenica 22 gennaio 2017
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musical tra amore e nostalgia
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E’ un prodotto fresco, un inno all’amore in ogni sua form e alla sua delusione, con colonne sonore azzeccate e una coppia premiata e blasonata: Emma Stone e Ryan Gosling.
Film musical diretto con sapienza da Damien Chazelle, La la land, tra i più premiati dell’Hollywood Foreign press association, vincitore di sette Golden Globe e candidato ai prossimi Oscar, descrive molto semplicemente una storia, tra le tante, tra un’aspirante attrice Mia (Emma Stone) e un pianista di jazz “vecchio stile” Sebastian (Ryan Gosling) trasferitisi a Los Angeles in cerca di fortuna.
Lei tra un provino e l’altro serve caffè ai tavoli vagheggiando di diventare una star del cinema, lui sbarca il lunario suonando nei piano bar.
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E’ un prodotto fresco, un inno all’amore in ogni sua form e alla sua delusione, con colonne sonore azzeccate e una coppia premiata e blasonata: Emma Stone e Ryan Gosling.
Film musical diretto con sapienza da Damien Chazelle, La la land, tra i più premiati dell’Hollywood Foreign press association, vincitore di sette Golden Globe e candidato ai prossimi Oscar, descrive molto semplicemente una storia, tra le tante, tra un’aspirante attrice Mia (Emma Stone) e un pianista di jazz “vecchio stile” Sebastian (Ryan Gosling) trasferitisi a Los Angeles in cerca di fortuna.
Lei tra un provino e l’altro serve caffè ai tavoli vagheggiando di diventare una star del cinema, lui sbarca il lunario suonando nei piano bar. Si incontrano casualmente nella città degli angeli, e la passione scatterà rapida e inaspettata. Goffi e teneri cercheranno -con la forza del loro amore- di far fronte alle asperità della vita in cui loro stessi rimarranno invischiati nel duplice ruolo di carnefici e vittime.
In una realtà che soffoca, schernisce e mette in conflitto la natura stessa di un rapporto puro come l’amore, La La Land intreccia sogni di ascesa immancabilmente dissolti come neve al sole, bellezza visiva, arte, immagginario e soprattutto tanta bella musica condita con scelte stilistiche azzeccate che coinvolgono anche i caratteri più cinici.
Come sottrarsi al fascino di un inizio ex abrupto di Another day of sun con un ballo in pieno traffico che sa di kitsch oppure in Someone in the crowd dove i protagonisti quasi volano come rarefatte immagini nell’aria celeste?
Difficile, anche star dietro alla travolgente passione, quella che anima gli alti e bassi del duetto, fatta di incoraggiamento e sostegno reciproco.
Difficile far fronte al dinamismo, orchestrato schematicamente in stagioni, quelle della vita, iniziate con la primavera dell’amore sbocciato, dell’estate dei successi e dell’“inverno” della crisi.
E tra estate e inverno, via via che le aspirazioni bussano timide alla porta della realtà e le scelte divengono, appunto, sempre più critiche, l’amore di Mia e Sebastian dovrà affrontare strade irte di pericoli che metteranno in discussione il loro rapporto.
Può l’amore esser più forte delle ambizioni professionali?
Sarebbe riduttivo considerare il film come un semplice vistuosismo stilistico di una storia d’amore. Perchè la pellicola di Chazelle non è solo discettazione romantica del nobile sentimento quanto elegia, abbandono, rimorso per scelte non fatte, seguendo binari che avrebbero potuto andare ben oltre i territori conosciuti del nostro preconcetto. E lo fa, di questo si deve atto al cineasta e alla bravura della giovane coppia al terzo film insieme, con una leggerezza d’altri tempi (come il testardo convincimento di Sebastian verso la musica jazz primigenia) e un passato che non vuole diventare presente.
L’intelligenza di La La land oltre alla bravura visiva sta nel dolce-amaro, nel liquore dentro il tiramisù che dà quella nota di retrogusto alcolico che non guasta al palato. Questo film, negli sguardi e nei sorrisi amari, conferma tale sentimento, riuscendo a conquistare occhi, cuore e accontentando anche i palati più sopraffini.
Dal 26 gennaio al cinema.
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andrella67
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giovedì 23 marzo 2017
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cento citazioni non fanno un film
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Ma solo a me La La Land non è piaciuto? Eppure Whiplash era un bel film, mi ero illusa (sì, illusa) di aver trovato in Damien Chazelle un regista interessante, giovane e da seguire nel corso della sua carriera. E invece, cosa mi trovo a guardare? Un film di una banalità sconcertante, con un intreccio infantile, scontato e paraculissimo; due attori odiosi, (lei con quegli occhi da cerbiattona lacrimevole e quei vestitini che uno va bene, due anche, al terzo iniziano a disturbare e il quarto mi esce già dagli occhi, lui che ha un'espressione da pirla che metà basta, arricchita da ciuffetto fintamente spettinato che scende sugli occhi), imprecisi nel ballo e inetti nel canto; una Los Angeles già vista al punto da necessitare di continue citazioni per giustificare tanta mancanza di originalità; una colonna sonora accettabile ma senza ispirazione (salvabile solo la sequenza iniziale in autostrada dove, guardacaso, i due bambocci non compaiono e il piano sequenza ha un suo perché).
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Ma solo a me La La Land non è piaciuto? Eppure Whiplash era un bel film, mi ero illusa (sì, illusa) di aver trovato in Damien Chazelle un regista interessante, giovane e da seguire nel corso della sua carriera. E invece, cosa mi trovo a guardare? Un film di una banalità sconcertante, con un intreccio infantile, scontato e paraculissimo; due attori odiosi, (lei con quegli occhi da cerbiattona lacrimevole e quei vestitini che uno va bene, due anche, al terzo iniziano a disturbare e il quarto mi esce già dagli occhi, lui che ha un'espressione da pirla che metà basta, arricchita da ciuffetto fintamente spettinato che scende sugli occhi), imprecisi nel ballo e inetti nel canto; una Los Angeles già vista al punto da necessitare di continue citazioni per giustificare tanta mancanza di originalità; una colonna sonora accettabile ma senza ispirazione (salvabile solo la sequenza iniziale in autostrada dove, guardacaso, i due bambocci non compaiono e il piano sequenza ha un suo perché). Persino il Cinemascope e l'utilizzo scolastico del colore mi hanno irritato, anche quello come se dicesse “guarda come siamo bravi a offrirti tutta intera la tavolozza di sfumature”. Credevo di trovare uno sguardo originale sul musical, genere che peraltro io adoro: West Side Story, Jesus Christ Superstar, Hair ok, capolavori, ma persino Sette spose per sette fratelli, Grease e Mamma mia sono infinitamente meglio di questo pasticcio colloso, insipido, insapore che conta sulla mise en place per far colpo. Credevo di vedere qualcosa di innovativo dove per innovazione non si intenda solo citare e imitare i classici (quello si chiama manierismo), insomma qualcosa di cui stupirmi, appassionarmi, divertirmi. Invece mi sono solo annoiata. Ciao ciao Chazelle, sei già esaurito e dire che sei giovane: a cinquantanni cosa fai?
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