filippotognoli
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giovedì 26 gennaio 2017
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"city of stars"
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Chazelle dopo averci sorpreso e folgorato con "Wiplash", alza di molto l'asticella e punta dritto agli Oscar. "La la land" e' un grande film d'amore, con tanti livelli di lettura. L'amore tra i due protagonisti, l'amore per la musica jazz, l'amore per la recitazione, l'amore per i propri sogni e passioni. Tutto girato sotto forma di musical con infinite citazioni e rimandi ai piu' grandi film di hollywood. La scena iniziale e' un chiaro omaggio a "West side story", con i rumori delle auto che si fondono e trasformano in musica. La coppia Emma Stone Ryan Gosling funziona alla perfezione, tanto che in alcuni momenti sembra addirittura che recitino fuori copione, da tanto spontanei e affiatati sono.
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Chazelle dopo averci sorpreso e folgorato con "Wiplash", alza di molto l'asticella e punta dritto agli Oscar. "La la land" e' un grande film d'amore, con tanti livelli di lettura. L'amore tra i due protagonisti, l'amore per la musica jazz, l'amore per la recitazione, l'amore per i propri sogni e passioni. Tutto girato sotto forma di musical con infinite citazioni e rimandi ai piu' grandi film di hollywood. La scena iniziale e' un chiaro omaggio a "West side story", con i rumori delle auto che si fondono e trasformano in musica. La coppia Emma Stone Ryan Gosling funziona alla perfezione, tanto che in alcuni momenti sembra addirittura che recitino fuori copione, da tanto spontanei e affiatati sono. La prova della Stone e' una volta di piu' da sottolineare come semplicemente straordinaria. Il suo ruolo le calza a pennello, in quanto sembra veramente nata e cresciuta per recitare. Dopo "Birdman", dove gia' era stata eccezionale, questa volta riesce, se possibile, ancora a migliorarsi. Come detto, con 14 nomination, il film arriva da assoluto e meritato favorito, quantomeno nelle categorie di miglior film, attori, colonna sonora, canzone e scenografia. Ritmo, musica e sceneggiatura assolutamente trascinanti. Lasciatevi trasportare e ne rimmarete ammaliati. Voto 10!
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robert eroica
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sabato 28 gennaio 2017
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lo spazio della malinconia
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“Alla gente piace vedere quelli che realizzano le loro passioni, perché ricorda loro quello che hanno dimenticato” dice Mia, la protagonista dello straordinario “La La Land” di Damien Chazelle. Sta parlando con Sebastian, che vorrebbe aprire un locale tutto suo, in cui si suona il jazz delle origini, quello di Charlie Parker e Louis Armstrong. Mentre lei vorrebbe fare l’attrice e forse, un colpo inaspettato della sorte, sta per regalarle una grande opportunità. Mia e Sebastian, due sognatori fuori dal tempo, sagomati nel lato meno appariscente delle colline di Hollywood, nella Los Angeles calda ed elettrica che sembra quella di “Un sogno lungo un giorno” di Coppola, altro viaggio indimenticabile negli archetipi di un genere e di un intero immaginario.
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“Alla gente piace vedere quelli che realizzano le loro passioni, perché ricorda loro quello che hanno dimenticato” dice Mia, la protagonista dello straordinario “La La Land” di Damien Chazelle. Sta parlando con Sebastian, che vorrebbe aprire un locale tutto suo, in cui si suona il jazz delle origini, quello di Charlie Parker e Louis Armstrong. Mentre lei vorrebbe fare l’attrice e forse, un colpo inaspettato della sorte, sta per regalarle una grande opportunità. Mia e Sebastian, due sognatori fuori dal tempo, sagomati nel lato meno appariscente delle colline di Hollywood, nella Los Angeles calda ed elettrica che sembra quella di “Un sogno lungo un giorno” di Coppola, altro viaggio indimenticabile negli archetipi di un genere e di un intero immaginario. In che anno siamo in “La La Land” ? Se non fosse per l’uso del cellulare non lo sapremmo definire esattamente, e si respira un’aria di classicità perduta, di echi grandiosi, di felicità irrecuperabili. E’ uno spazio della malinconia che una regia stupefacente, di Demien Chezelle, riesce a rendere fluida e accattivante. Ryan Gosling è perfetto per aderenza al ruolo, ma Emma Stone ha una forza e una intensità emotiva lacerante e, non bella e non agile, riesce ad emozionare profondamente con una interpretazione “senza pelle” di una sincerità che non può non colpire. Sacrosanta la Coppa Volpi a Venezia. Ci sono, in “La La Land” sequenze notturne magnifiche che ricordano il cinema di Minnelli (impossibile non pensare a “Dancing in the dark” durante i momenti dell’innamoramento dei protagonisti e per un attimo, quando il film, nel finale, esce da se stesso per poi rientrarvi, a “Un americano a Parigi”) e altre, coreografate alla perfezione (come l’incipit in tangenziale) che si rifanno a musicals più recenti come quelli di Bob Fosse e Milos Forman (“Hair”). E c’è la forza di un cinema americano finalmente libero e pregiudicato nel mettere, alla lettera, in scena la forza del sogno e della fantasia. Poi, ogni sogno, si sa, comporta un prezzo. E il finale, di una tristezza inaudita, rivela che siamo tutti uomini e donne del regno della pioggia. Che quando piangono scompaiono. E infatti Mia e Sebastian si lanciano un timido sorriso, per continuare ad esistere, all’interno del proprio sogno. VOTO: 10
#FILMDAGUSTARE
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marce84
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domenica 29 gennaio 2017
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l'amore a ritmo di jazz
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Se il cinema è sogno ad occhi aperti, magia, leggerezza, La La Land centra in pieno l’obiettivo. Il film richiama alle atmosfere sognanti e malinconiche della Hollywood degli anni Cinquanta e trasporta lo spettatore nella magia che ogni storia d’amore racchiude in sé. All’interno del film, la musica ha un ruolo fondamentale sia perché sottolinea le scene più importanti, sia perché viene utilizzata per veicolare sogni, sentimenti e trasportare lo spettatore. Il film è incentrato su una storia d’amore: i due personaggi sono entrambi sognatori, ma vivono un presente arido, in cui si sentono soli e incompresi. Essi ardono nel trovare qualcuno che li capisca e in cui rispecchiarsi.
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Se il cinema è sogno ad occhi aperti, magia, leggerezza, La La Land centra in pieno l’obiettivo. Il film richiama alle atmosfere sognanti e malinconiche della Hollywood degli anni Cinquanta e trasporta lo spettatore nella magia che ogni storia d’amore racchiude in sé. All’interno del film, la musica ha un ruolo fondamentale sia perché sottolinea le scene più importanti, sia perché viene utilizzata per veicolare sogni, sentimenti e trasportare lo spettatore. Il film è incentrato su una storia d’amore: i due personaggi sono entrambi sognatori, ma vivono un presente arido, in cui si sentono soli e incompresi. Essi ardono nel trovare qualcuno che li capisca e in cui rispecchiarsi. Ed entrambi, nonostante i primi scontri, si rivedono l’uno nell’altro, si aiutano, si sostengono, si amano. Ma come spesso succede l’amore vero è intenso e brucia velocemente e viene sostituito da difficoltà e incomprensioni. La vita li allontanerà, ma nello sguardo di entrambi luccica quel sentimento che sarà per sempre e grazie al quale sono riusciti a realizzare entrambi i loro sogni. Il film sottolinea la forza dell’amore, dei folli, dei sognatori e lo fa a ritmo di jazz oppure sulle melodie di una danza vorticosa. Come a voler dire che l’amore, come i sogni, sono una sorta di sospensione dalla realtà, una sorta di ebrezza, di follia, di giramento di testa, di scuotimento. E che solo chi riesce a perdersi, come fanno i due protagonisti ballerini dentro una danza vorticosa e sognante, riescono a ritrovare se stessi e la propria essenza. Due scene rappresentano in modo emblematico il film in modo romantico e malinconico: Mia, durante l’ultimo provino che racconta della zia di Parigi e della sua follia, che è un po’ anche la sua folle ostinazione nel perseverare un sogno, nonostante qualunque cosa le tarpasse le ali. E poi l’incontro anni dopo di Mia dentro il locale di Seb, i loro sguardi, i silenzi, lo splendido sogno d’amore di Mia durante l’esecuzione del pianoforte. In questa scena c’è riassunta, invece, tutta la concezione dell’amore del regista: come a dire che l’amore, quello vero, è per sempre e va al di là di incomprensioni, divisioni e, anche se le vicissitudini della vita li allontanano, se uno dei due si sposa e ha una famiglia, quel sentimento, quel brivido che li lega è indissolubile e durerà nel tempo.
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andrew86
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mercoledì 1 febbraio 2017
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film magico, etereo
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La la land è un film che entrerà di diritto tra i classici, o forse lo è già . E' un film iconico, ogni immagine, ogni scenografia, sembra già parte della storia del cinema. E pochi, pochissimi film, sono in grado di entrare nell'immaginario collettivo come sta facendo e come farà La la land. E' un film che non ha bisogno di colpi di scena (seppur presenti) o di una trama veloce piena di azione per centrare il suo obiettivo. E' un film dolce, tra le nuvole, che crea un'atmosfera e una magia in chi lo guarda difficili, molto difficile da spiegare e da comunicare a parole. E, secondo me, è questo che devono fare i grandi film... rapire lo spettatore e farlo volare. Forse è vero, è un musical dedicato ai sognatori, a chi lo è stato e a chi lo sarà per sempre.
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La la land è un film che entrerà di diritto tra i classici, o forse lo è già . E' un film iconico, ogni immagine, ogni scenografia, sembra già parte della storia del cinema. E pochi, pochissimi film, sono in grado di entrare nell'immaginario collettivo come sta facendo e come farà La la land. E' un film che non ha bisogno di colpi di scena (seppur presenti) o di una trama veloce piena di azione per centrare il suo obiettivo. E' un film dolce, tra le nuvole, che crea un'atmosfera e una magia in chi lo guarda difficili, molto difficile da spiegare e da comunicare a parole. E, secondo me, è questo che devono fare i grandi film... rapire lo spettatore e farlo volare. Forse è vero, è un musical dedicato ai sognatori, a chi lo è stato e a chi lo sarà per sempre. Un plauso lo merita la colonna sonora, splendida e coinvolgente come non se ne sentivano da un po': ogni singola canzone, ogni nota ti prende e ti fa volare... Complimenti La la land, sei entrato piano piano nella mia vita e sei già finito tra i miei film preferiti di sempre.
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p0vr0
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domenica 12 febbraio 2017
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il sogno di damien
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Damien Chazell doveva trovare un modo per esorcizzare quello che gli stava di fronte: LA ed i suoi Studios, la macchina tritatutto del massimo del business cinematografico, una metropoli e i suoi cittadini che si nutrono e si fanno alimento di tutto questo.
La musica e' la sua ispirazione e quindi niente di piu' facile che andarsi a rispolverare le videocassette di Singing in the rain e A star is born per iniziare a pensare ad una LA da sogno. Un posto dove gli ideali e la creativita' hanno ancora spazio e riescono a fare la differenza, una citta' solare dove si puo' vivere di un sogno, dove il nuovo si deve nutrire del passato per crescere, dove si passeggia tra le scenografie di storie immaginate che sono diventate storia, e dove si vola tra le stelle, cantando e ballando.
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Damien Chazell doveva trovare un modo per esorcizzare quello che gli stava di fronte: LA ed i suoi Studios, la macchina tritatutto del massimo del business cinematografico, una metropoli e i suoi cittadini che si nutrono e si fanno alimento di tutto questo.
La musica e' la sua ispirazione e quindi niente di piu' facile che andarsi a rispolverare le videocassette di Singing in the rain e A star is born per iniziare a pensare ad una LA da sogno. Un posto dove gli ideali e la creativita' hanno ancora spazio e riescono a fare la differenza, una citta' solare dove si puo' vivere di un sogno, dove il nuovo si deve nutrire del passato per crescere, dove si passeggia tra le scenografie di storie immaginate che sono diventate storia, e dove si vola tra le stelle, cantando e ballando. Questo ci voleva a Damien Chazelle, questa e' la citta' in cui puo' fare il suo ingresso trionfale.
A tratti entusiasmante, con Ryan Gosling simpatico e sornione (come sempre, ma suona davvero lui il piano ?) ed Emma Stone bellissima star, il film trasforma una storia d'amore bella e malinconica (ma usuale) in un susseguirsi di sorprese cinematografiche. La tecnica fotografica ha fatto passi da gigante dal 1950 e i balletti non sono piu' solo coreografici ma diventano coinvolgenti, o meglio e' la coreografia che e' cambiata e non li vedi piu' dall'esterno ma vieni coinvolto dentro la scena in una serie infinita di trovate godibili e divertenti. Un musical moderno e giovane, reinventato, e quindi riportato ai suoi fasti originari.
Alla fine, nella storia, a dispetto di tutto quello detto finora, e' la realta' dello star-system che vince sull'amore, ma attenti a non farsi ingannare perche' nel sorriso di Mia che esce dal locale c'e' la promessa che il successo non puo' mai farci dimenticare, ne' puo' fare a meno, (del)l'ideale e la creativita da cui e' nato.'
La La Land e Damien Chazelle insegnano.
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sabato 18 febbraio 2017
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la la land, manuale per cacciatori di sogni
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La scelta del musical per raccontare la strada da imboccare per inseguire e realizzare il proprio sogno personale si è rivelata la più giusta. Soprattutto quando un tema e un genere così sfruttati dal cinema, ma sempre benvenuti quando il prodotto finale viene confezionato in modo così impeccabile, sono trattati con amabile leggerezza. Alzi la mano chi si aspettava una scelta simile proprio da un regista geniale come Damien Chazelle, due anni dopo aver girato quel piccolo capolavoro che è stato Whiplash. In una Los Angeles vista da una prospettiva diversa dal solito, ma che resta la “city of stars” che fa da sfondo alla vicenda, si snoda il tortuoso percorso che porterà Mia e Sebastian a realizzare i loro diversi obiettivi.
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La scelta del musical per raccontare la strada da imboccare per inseguire e realizzare il proprio sogno personale si è rivelata la più giusta. Soprattutto quando un tema e un genere così sfruttati dal cinema, ma sempre benvenuti quando il prodotto finale viene confezionato in modo così impeccabile, sono trattati con amabile leggerezza. Alzi la mano chi si aspettava una scelta simile proprio da un regista geniale come Damien Chazelle, due anni dopo aver girato quel piccolo capolavoro che è stato Whiplash. In una Los Angeles vista da una prospettiva diversa dal solito, ma che resta la “city of stars” che fa da sfondo alla vicenda, si snoda il tortuoso percorso che porterà Mia e Sebastian a realizzare i loro diversi obiettivi. La storia e il film sono interamente concentrati su Emma Stone e Ryan Gosling, sempre al centro della scena, che regalano un’interpretazione da incorniciare all’interno di quei canoni della sottrazione propugnati da Italo Calvino come indice della leggerezza. La storia, mai sopra le righe come è giusto che sia quando si parla di una materia così eterea, conferma che il cuore è un cacciatore solitario (come ha scritto Carson McCullers). Se si tratta di inseguire un sogno, due cuori fatti per battere insieme possono anche migrare verso orizzonti altri e diversi. Perché se non si lotta per inseguire un sogno, il proprio sogno, a che serve essere vivi?
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tmpsvita
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sabato 25 febbraio 2017
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damien chazelle ritorna in salsa musical con il jazz
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Da Damien Chazelle, regista di uno dei miei film preferiti ( Whiplash), non potevo che aspettarmi un vero capolavoro, viste anche le numerosissime recensioni positive e premi vinti. Ma questo La La Land è veramente un capolavoro? Sì....e no. Mi spiego meglio: dal punto di vista tecnico è un film oggettivamente straordinario, sia per la meravigliosa regia, che delizia i nostri occhi con superbi movimenti di macchina e primi piani eccellenti ( soprattutto quelli sulla bellissima Emma Stone), sia per la colonna sonora sempre perfettamente in sintonia con quello che si vede all'interno della sequenza, sia per i costumi che mettono in risalto i corpi degli attori e che sono sempre contestualizzati in una fotografia alcune volte calda e accogliente, altre volte fredda e triste, altre volte ancora dipinge lo schermo come se si fosse all'interno di un sogno.
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Da Damien Chazelle, regista di uno dei miei film preferiti ( Whiplash), non potevo che aspettarmi un vero capolavoro, viste anche le numerosissime recensioni positive e premi vinti. Ma questo La La Land è veramente un capolavoro? Sì....e no. Mi spiego meglio: dal punto di vista tecnico è un film oggettivamente straordinario, sia per la meravigliosa regia, che delizia i nostri occhi con superbi movimenti di macchina e primi piani eccellenti ( soprattutto quelli sulla bellissima Emma Stone), sia per la colonna sonora sempre perfettamente in sintonia con quello che si vede all'interno della sequenza, sia per i costumi che mettono in risalto i corpi degli attori e che sono sempre contestualizzati in una fotografia alcune volte calda e accogliente, altre volte fredda e triste, altre volte ancora dipinge lo schermo come se si fosse all'interno di un sogno. Le interpretazioni sono davvero ottime, soprattutto quella di Emma Stone che qui ha dato il meglio di se. Invece da Ryan Gosling mi aspettavo un qualcosina di più, non che non sia stato bravo, però si è limitato ad interpretare la sua parte senza eccellere. Degno di nota il finale che lascia senza parole ma solo con un po' di amaro in bocca e che fa pensare moltissimo. In generale, però, speravo di più dal punto di vista emotivo. Perché se verso metà film fino alla fine sono rimasto davvero soddisfatto, l'inizio l'ho trovato abbastanza lento e il film ci ha messo un po' troppo a dare il meglio di se. Anche perché la sceneggiatura non mi ha colpito particolarmente. Peccato perché l'ho trovato un vero capolavoro mancato. VOTO 8,5/10
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howlingfantod
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sabato 25 febbraio 2017
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città delle stelle
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Come poter pensare che in un film, una narrazione che prende lo spunto da vicende reali quindi, all improvviso la scena si trasformi e quelle persone che poco prima occupavano uno spazio reale e quotidiano, come trovarsi in un ingorgo in autostrada come nella scena iniziale, si mettano a cantare e ballare dando sfogo alla loro gioia? E’ irreale, è magico, è più di un film di fantascienza, è la magia del cinema che rende omaggio ad un genere ormai tramontato, quello del musical. E’ come se quelle musichette leggere ad un certo punto dal nulla venissero a galla dal nostro interno perché anche noi vogliamo essere spensierati, leggeri, liberi, ballare, cantare, innamorarsi.
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Come poter pensare che in un film, una narrazione che prende lo spunto da vicende reali quindi, all improvviso la scena si trasformi e quelle persone che poco prima occupavano uno spazio reale e quotidiano, come trovarsi in un ingorgo in autostrada come nella scena iniziale, si mettano a cantare e ballare dando sfogo alla loro gioia? E’ irreale, è magico, è più di un film di fantascienza, è la magia del cinema che rende omaggio ad un genere ormai tramontato, quello del musical. E’ come se quelle musichette leggere ad un certo punto dal nulla venissero a galla dal nostro interno perché anche noi vogliamo essere spensierati, leggeri, liberi, ballare, cantare, innamorarsi. Questa è la leggerezza e la poesia di La La Land, che però non è solo questo. E’ anche un omaggio al fantasmagorico mondo del cinema, un po’ meta-cinematografico in questo: Mia (Emma Stone) la co-protagonista del film lavora in un bar degli studios della Warner e sogna di fare l’attrice, il film trabocca di citazioni cinematografiche, da Casablanca, fino a tutte le locandine dei vecchi film che fanno la comparsa qua e la nel corso del film, fino ai due innamorati che addirittura fanno una puntata allo stesso osservatorio astronomico di “Gioventù bruciata”, con la bellissima scena del ballo fra le stelle dei due, è anche un omaggio alla grande tradizione del jazz, tanto amata da Sebastian (Ryan Gosling), jazz che li farà incontrare e vivere la loro storia d’amore. Le loro strade si separeranno, fra recriminazioni, fallimenti e rispettive aspirazioni Lui è un appassionato del jazz, quello storico, vero, non le contaminazioni, eppure si lascia cooptare da un gruppo che fa un blando Rythm and blues, le convenzioni, si è svenduto in qualche modo, lei diventa attrice, grazie a lui che le dice che l’hanno cercata per un audizione. Si separeranno anche dopo essersi giurati amore eterno, lei diventerà alla fine quell’attrice che aveva sempre desiderato essere e lui riuscirà a metter su quel locale che aveva sempre sognato dove si suona il “vero” jazz. Alla fine si rivedranno proprio lì e la scintilla sarà ancora lì, come in tutte le più consolidate sceneggiature da commedia romantica strappalacrime, come per dirci che l’amore vince sempre, ma meno male non c’è il lieto fine almeno quello che gli amanti più mielosi del genere si aspetterebbero, perché era tutto un sogno la bellissima trovata della sceneggiatura che crea il flashback della scena iniziale quando Mia e Sebastian si incontrano nel locale jazz dove lui suonava il piano, benché il loro sorriso di addio finale, quando i due oramai hanno preso le loro strade diverse nelle loro vite è ancora lì, negli occhi di tutti gli spettatori.
Un film certo molto americano, il grande sogno americano c’è tutto e sembra pure realizzarsi, ed è chiaro che un film così farà incetta di statuette a dispetto di storie più crude, reali e che interrogano le nostre coscienze. Per inciso io l’Oscar lo darei a Fuocoammare, così poco americano, almeno nell’era del trumpismo.
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ninopellino
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lunedì 24 aprile 2017
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non tutti i sogni si realizzano
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Questo film del regista Damien Chazelle inizia e prosegue nel corso di tutto il primo tempo come una commedia gradevole in pieno stile musical, dove la storia d'amore dei due protagonisti, il pianista jazz Sebastian e Mia, aspirante attrice, è magnificamente supportata da momenti musicali e scenografici che rendono la pellicola, nel suo insieme, assolutamente piacevole e capace di trasmettere tanto buon umore. Molto bella, ad esempio, la sequenza iniziale dove un ingorgo autostradale si trasforma piano piano in una sorta di pista da ballo con gli autisti che, scendendo dalle loro auto ferme per il traffico, iniziano a cantare e a ballare. Non c'è che dire: questa scena rappresenta uno dei tanti esempi di come il Cinema americano resta tuttora ancora avanti rispetto al resto della cinematografia mondiale.
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Questo film del regista Damien Chazelle inizia e prosegue nel corso di tutto il primo tempo come una commedia gradevole in pieno stile musical, dove la storia d'amore dei due protagonisti, il pianista jazz Sebastian e Mia, aspirante attrice, è magnificamente supportata da momenti musicali e scenografici che rendono la pellicola, nel suo insieme, assolutamente piacevole e capace di trasmettere tanto buon umore. Molto bella, ad esempio, la sequenza iniziale dove un ingorgo autostradale si trasforma piano piano in una sorta di pista da ballo con gli autisti che, scendendo dalle loro auto ferme per il traffico, iniziano a cantare e a ballare. Non c'è che dire: questa scena rappresenta uno dei tanti esempi di come il Cinema americano resta tuttora ancora avanti rispetto al resto della cinematografia mondiale. La trama ci narra le vicende dei due protagonisti innamorati alle prese con i loro sogni nel poter realizzare le loro aspettative future: lui, appunto, di diventare un famoso pianista ed aprire un locale di sua proprietà; lei, di poter diventare un'attrice famosa, nonostante che i diversi provini nei quali ella si sottopone, sembrano non avere alcun esito positivo. Ma è proprio grazie al loro amore che i due innamorati si sostengono a vicenda, sostenendosi nei momenti difficili della vita, affrontando insieme gli ostacoli che si sovrappongono ai loro desideri. Il secondo tempo invece appare molto diverso dal primo: si attenuano i momenti entusiastici a livello scenografico e anche musicale, mentre subentrano momenti più riflessivi e, direi, quasi lenti a livello di sceneggiatura. Da questo cambio di stile, lo spettatore sembra essere avvertito che probabilmente il finale del film non si concluderà in maniera gioviale e allegra, come invece la pellicola illusioramente sembra aver fatto intendere fino ad un certo punto. Emma Stone, pertanto, dopo aver interpretato la giovanissima Jill Pollard nel grande film "Irrational man" di Woody Allen, si comenta di nuovo nel ruolo di una donna che ad un certo punto cambia il proprio pensiero intimo, ma soprattutto il proprio sentimento d'amore, conducendo direttamente o indirettamente alla disfatta psicologica il proprio partner. Se però nel film "Irrational man" vi era tutta una dettagliata analisi sulla psicologia dei personaggi (parliamoci chiaro, Woody Allen continua ad essere unico nel suo genere) in questo film del regista Chazelle, il cambio è determinato da un improvviso passaggio temporale della trama di ben 5 anni dopo, dove allo spettatore non risulteranno mai molto chiare le motivazioni sul perché la giovane Mia, dopo essersi finalmente realizzata nel campo lavorativo in terra francese, abbandonerà il suo sogno d'amore con Sebastian, sposando un altro uomo. Un finale pertanto all'insegna della disilluisone di un sogno d'amore e dove prevale una sola grande morale: non tutti i sogni possono realizzarsi nella vita.
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miguel angel tarditti
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domenica 29 gennaio 2017
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se verifica el eterno retorno?
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Una clásica comedia musical sobre el amor, y no sólo.
El estilo, la estética, es la hollywoodiana de la comedia musical, que tanto han producido los estadounidenses a lo largo de todos los tiempos.
Y de eso son amos y señores, con films que forman la antología del género.
Seguramente La La Land, pasará a formar parte de esa historia del musical porque desde ese punto de vista es excelente, diría espectacular.
Las coreografías son asombrosamente bellas, ya desde el largo plano secuencia del inicio, extraordinario, en una autopista atascada, que arrastra fuera de sus vehículos a bailarines desenfrenados, que cantan y sus saltos “vuelan” entre los autos, con un virtuosismo magnético.
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Una clásica comedia musical sobre el amor, y no sólo.
El estilo, la estética, es la hollywoodiana de la comedia musical, que tanto han producido los estadounidenses a lo largo de todos los tiempos.
Y de eso son amos y señores, con films que forman la antología del género.
Seguramente La La Land, pasará a formar parte de esa historia del musical porque desde ese punto de vista es excelente, diría espectacular.
Las coreografías son asombrosamente bellas, ya desde el largo plano secuencia del inicio, extraordinario, en una autopista atascada, que arrastra fuera de sus vehículos a bailarines desenfrenados, que cantan y sus saltos “vuelan” entre los autos, con un virtuosismo magnético.
También el dueto entre los dos magníficos protagonistas, es de gran belleza, forma y sincronía.
La música, preponderantemente Jazz, es deliciosa por cierto.
El ritmo musical y cuanto sea referido a la técnica cinematográfica, es de un cuidado inobjetable: fotografía, encuadres, composición, escenografías.
El tema, argumento, tiene como base principal el amor, pero no sólo.
Hace un tiempo un amigo actor-escritor me preguntó que elegiría yo entre el amor y el arte en caso de una encrucijada.
Le respondí que el amor, cosa con la que él coincidió.
Bueno, si los personajes de este film (Mia y Sebastián), al estilo Woody Allen, hubieran bajado de la pantalla y me hubieran preguntado lo mismo que mi amigo (hubieran tenido la misma respuesta!), el final del film hubiera sido el the end tradicional del género romántico.
Pero como ellos son ficción y yo soy realidad, el concierto entre realidad y ficción no se produjo y la película tuvo el desenlace que tuvo. (Cosa que me reservo prudentemente de contar)
Pero aparte del conflicto amoroso, el film muestra también la lucha por llevar adelante una vocación, y las dudas existenciales que se deben enfrentar para defenderla, si es verdaderamente una pasión.
Podría decir que la importancia del film no pasa por la originalidad del conflicto y que en vez, su merito pasa por la danza, por la música, por el arte de combinar imágenes, y muy especialmente por la performance de los dos protagonistas.
Emma Stone, impagable por su carisma, con un ángel inigualable y con una verdad que deleita. Transita el personaje con una fluidez y comodidad admirables. Actúa, canta y baila en modo excelso. Maravillosa!
Ryan Gosling, igualmente excelente, con gran histrionismo y calidad como músico, como bailarín y como actor. Magnifico!
Ambos sobresalientes. Ellos, la coreografía, la fotografía, el montaje, y la dirección de Damien Chazelle (de solo 31 años), hacen que el film sea merecedor de los premios ya obtenidos: 7 Golden Globes, 1 Coppa Volpi,
1 London Awards, y que sea candidato a 14 Oscars para la próxima edición.
El eterno retorno nietzscheano si realiza aquí, y el cine nos devuelve el antiguo musical. Claro que, con una visión modernizada, en una época en que la técnica desafía la artesanal creatividad humana.
Lo importante es, como sostenía Walter Benjamín, que el aura de la obra original sobreviva. Sobrevive si emociona, si mueve sentimientos, si hace reflexionar, y aquí el film entretiene, sorprende y emociona. No es poco.
michelangelotarditti@gmail.com
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