annalisarco
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mercoledì 1 febbraio 2017
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la la dream
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La la land, ovvero la terra dei sogni, Hollywood, meta indiscussa di artisti e sognatori, di chi della realtà poco gli importa perché, alla fine, l’unica realtà in cui vive è quella nella sua testa. La storia vede protagonista un’aspirante attrice, Mia (Emma Stone), affrontare innunerevoli provini senza mai ottenere la parte. E Sebastian (Ryan Gosling), un amante della musica jazz combattuto tra il desiderio di mantenere fede alle sue scelte artistiche e il bisogno di guadagnarsi da vivere seguendo le mode musicali richieste dal mercato. Per un artista é semplicemente umiliante doversi esibire a livelli molto piú bassi delle proprie capacitá, oltre ad essere frustrante il non essere nemmeno considerati perché “fuori dalle richieste di mercatoâ€.
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La la land, ovvero la terra dei sogni, Hollywood, meta indiscussa di artisti e sognatori, di chi della realtà poco gli importa perché, alla fine, l’unica realtà in cui vive è quella nella sua testa. La storia vede protagonista un’aspirante attrice, Mia (Emma Stone), affrontare innunerevoli provini senza mai ottenere la parte. E Sebastian (Ryan Gosling), un amante della musica jazz combattuto tra il desiderio di mantenere fede alle sue scelte artistiche e il bisogno di guadagnarsi da vivere seguendo le mode musicali richieste dal mercato. Per un artista é semplicemente umiliante doversi esibire a livelli molto piú bassi delle proprie capacitá, oltre ad essere frustrante il non essere nemmeno considerati perché “fuori dalle richieste di mercatoâ€. Non c’é spazio per quella pura passione se essa non rispetta i gusti di un mondo ormai unanime nelle scelte, per un genere ormai superato o rimasto nei cuori di una minoranza. Una lotta tra rimanere fedele a te stesso e cedere ai compromessi, ma non é forse vero che cedere significa non essere più te stesso? Chazelle riesce a realizzare un film indiscutibilmente perfetto tecnicamente, nei suoi impeccabili piani sequenza, nei suoi riferimenti al cinema classico. Ryan Gosling ed Emma Stone sembrano le incarnazioni perfette di due moderni artisti dell’epoca, modernitá di pensieri unita alla classicità dei gusti artistici. Le movenze nella recitazione, nelle sequenze musicali e perfino ambientazioni e riprese richiamano quel cinema che ha fatto la storia, che in modo elegante e semplice raccontava la storia più vecchia del mondo: l’uomo. Sembra tutto scontato e naturale quando siamo di fronte ad uno schermo, in realtà non ci soffermiamo mai a pensare quanto lavoro ci sia stato dietro. Quelle note provenienti dal pianoforte suonato da Sebastian che ci hanno incantato nella loro bellezza musicale anche grazie alla naturalezza dell’artista, sono frutto del lavoro di mesi dell’attore Ryan Gosling che no, il pianoforte non lo sapeva proprio suonare. Questa è la magia del cinema, lui ti ha convinto, tu hai creduto che fosse uno dei più talentuosi musicisti jazz mai sentiti. O Emma Stone, attrice i cui sguardi eloquenti sembrano nati per essere immortalati in un primo piano, ma che allo stesso tempo é in grado di convincere anche nelle riprese a campo largo grazie alle movenze del suo corpo in pieno stile cinema muto, film che tutti amiamo ma che non fanno parte della generazione dell’attrice neanche 30enne. Sembra tutto molto scontato, eppure il lavoro e la bravura che vi è dietro per portare lo spettatore a restare incollato alle poltrone per due ore é tutt’altro che nella norma. Se La La Land mette d’accordo tutti (almeno spero) sull’impeccabilitá del piano tecnico, pareri contrastanti nascono quando si parla di quale sia il tema principale della storia. Musical? Storia d’amore? Sogno americano? Nessuna delle tre, ed è qui che sta la più grande maestria della sceneggiatura: Mia e Sebastian sono innamorati sÃ, ma non superficialmente. Il loro legame nasce dall’arte, dalla loro passione per la musica, dalla loro comune stranezza e dal non avere nulla a che fare con questo mondo. Il loro amore nasce per una delle ragioni più pure, la purezza. Entrambi sono onesti con loro stessi, sono artisti, inseguono il loro sogno, non si adattano al mondo che li circonda e per questo rimangono veri e puri, QUESTO è quello che li unisce. È amore, è stima, è passione comune, è sana follia, è desiderio di fare della propria arte la loro vita, è la costante lotta nel rimanere sé stessi senza farsi cambiare dal mondo. Trovare una persona che capisca questo e cerca di fare lo stesso è più che un dono, é un legame che non può finire neanche se la vita dovesse separarvi. La La Land è esclusivamente per i sognatori, per gli scoppiati, per chi sa di non entrarci nulla con questo mondo e per chi sceglie di vivere da “strambo stralunato†piuttosto che arrendersi e uniformarsi. È un messaggio per tutti coloro che mantengono viva una sana follia con orgoglio, un messaggio per dire “non siete soli, continuate a sognareâ€.
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cristian
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mercoledì 8 febbraio 2017
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la felicità nel sogno.
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Scritto (Whiplash; 10 Cloverfield Lane) e diretto (Whiplash) dal giovane e oramai lanciatissimo regista statunitense Damien Chazelle, La La Land, già premiatissimo, si appresta ad essere il mattatore della serata degli Oscar (con ben 14 nominations) e a diventare, probabilmente e non per tutti, uno dei film più importanti degli ultimi anni. Fotografia affidata a Linus Sandgren (Promised Land; American Hustle - L’apparenza inganna; Joy). Musiche di Justin Hurwitz (Whiplash). Ryan Gosling ed Emma Stone appaiono perfettamente connessi l’un con l’altro sfoggiando una prestazione molto fresca e credibile.
Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) sono due giovani sognatori in cerca di fortuna e ispirazione nella cinematografica Los Angeles.
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Scritto (Whiplash; 10 Cloverfield Lane) e diretto (Whiplash) dal giovane e oramai lanciatissimo regista statunitense Damien Chazelle, La La Land, già premiatissimo, si appresta ad essere il mattatore della serata degli Oscar (con ben 14 nominations) e a diventare, probabilmente e non per tutti, uno dei film più importanti degli ultimi anni. Fotografia affidata a Linus Sandgren (Promised Land; American Hustle - L’apparenza inganna; Joy). Musiche di Justin Hurwitz (Whiplash). Ryan Gosling ed Emma Stone appaiono perfettamente connessi l’un con l’altro sfoggiando una prestazione molto fresca e credibile.
Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) sono due giovani sognatori in cerca di fortuna e ispirazione nella cinematografica Los Angeles. Mia aspira a diventare un’attrice e nel frattempo, tra un provino e l’altro, lavora in una tavola calda, mentre Sebastian è un pianista jazz col sogno di riaprire un vecchio club dismesso dove poter suonare la sua musica, legata ai grandi del passato. I due si incontreranno e si ameranno, ma riusciranno a far convivere aspirazioni così diverse?
Damien Chazelle, con La La Land,mette tra le mani del pubblico un’opera frizzante, giovane, malinconica e sognatrice. E così, dopo il buon riscontro ottenuto con Whiplash, il regista e sceneggiatore statunitense confeziona un prodotto alla portata di tutti ma non per questo da tutti apprezzata. La La Land arriva nelle sale italiane già con un bel carico di premi guadagnati (e ancora da guadagnare) ed è forse proprio questo che ha creato delle aspettative troppo alte in una parte di pubblico la quale alla fine, come avviene quasi sempre in tali casi, rimane delusa. E’ già di per sé difficile scrollarsi di dosso le montagne di giudizi altrui prima di entrare in sala (ci vorrebbe una stanza dedicata alla purificazione sacra lungo i corridoi. Devo proporlo!), figuriamoci in un caso come questo in cui il film è pluripremiato ancor prima di poterne appurare personalmente la genuina qualità. Anyway… La La Land ci presenta una Los Angeles tutta cinematografica. Più volte viene da chiedersi in che periodo storico ci si trovi. Come una sorta di materializzazione dei sogni e della malinconia dei due protagonisti Mia e Sebastian, ogni cosa lungo le strade e nei locali losangelini sembra portare lo spettatore continuamente avanti e indietro nel tempo. Chazelle fa sì che le parti recitate risultino prevalenti in modo percepibile rispetto a quelle musicali le quali costituiscono la porzione maggiormente citazionista del film (si va da Singin’ in the rain a West Side Story). Limitate le abilità canore di Gosling e Stone le quali però risultano tutt’altro che spiacevoli all’ascolto quando messe alla prova. I due attori interpretano egregiamente i rispettivi ruoli. E’ sui loro volti che si rende visibile il protagonista della pellicola, ovvero il sogno, così intangibile eppure sempre percepito come realizzabile. Scopo stesso della vita di ognuno dovrebbe essere quello di riuscire a realizzare i propri sogni. Percorrere quella strada che si conosce soltanto all’imbocco, il cui percorso è misterioso e sconosciuto, può condurre così vicino al sogno da poterlo sfiorare e può a volte, il più delle volte, ingannare, deludere tanto da far pensare che in realtà non ne vale la pena. E’ proprio però dallo sconforto che si deve ricavare nuova linfa utile a ricominciare il tragitto verso ciò che si desidera. Sebastian e Mia sono innamorati ma con sogni personali tanto diversi da farli essere consapevoli, da sempre, che da un momento all’altro le loro strade dovranno dividersi per poi, chissà, incrociarsi nuovamente in un futuro che vedrà i loro desideri realizzati o meno. Nel film viene inoltre mostrata la ramificazione del sogno, ovvero quella strada secondaria, meno tortuosa da percorrere, che si intraprende quando si decide di mollare, quando si viene vinti dall’esasperazione e ci si accontenta di una brutta copia di ciò che si inseguiva all’inizio. La La Land è un abbraccio alla vita nonostante tutto. Sogno, speranza, malinconia pervadono i nostri protagonisti in una pellicola leggera, che si fa seguire con piacere, e mai con noia, fino alla fine. Tuttavia, nonostante l’indiscutibile qualità di musiche, scenografia e interpretazione, in La La Land manca, per me, il trasporto emotivo. Il film ha emozione, nostalgia, freschezza ma sembra che queste restino lì, che si tengano a debita distanza, non varchino lo schermo e non colpiscano in pieno lo spettatore. La trama non è difficilmente prevedibile e inoltre Chazelle cade in alcuni dei più classici cliché del cinema. Se mi fosse stato concesso avrei aggiunto mezza stella in più alla mia valutazione ma nemmeno mi son sentito di arrotondare a quattro. La La Land glorifica il sogno innalzandolo a fonte primaria della nostra felicità.
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vitospericolato
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sabato 11 febbraio 2017
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troppo bello per essere vero
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Il film è straordinario, due ore di pura magia. Stupendo il finale, felice e allo stesso tempo triste. Stupenda la canzone City of stars. Purtroppo e' verissimo che il film, come avverte la stessa locandina, è per sognatori. Per chi, come me, ha smesso di sognare, o meglio di credere ai propri sogni, lo scontro, una volta usciti dal cinema, con la cruda e mediocre realtà, lascia un senso di amarezza infinita.
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carlo145
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domenica 12 febbraio 2017
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un film aut aut
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E' incredibile la massa di commenti generati da questo film! E per di più di generi totalmente opposti.Come ha detto qualcuno sembra un film da amare o da odiare, senza vie di mezzo. Ebbene la mia è una via di mezzo: mi sono piaciuti molto i numeri musicali.... fantastica l'apertura sulla strada per L.A.! Ballerini fantastici, il tutto estremamente affascinante e catturante. Finita la musica tutti dentro le proprie vetture, soli come all'inizio, prima che si iniziasse a sentire suonare... Forse che la musica unisce?... domanda retorica. Ma certo che unisce, ma fino a un certo punto. Fantastica l'esibizione di John Legend: brano straordinario, dal punto di vista musicale, vocale, degli arrangiamenti e delle vocalist: straordinarie!!! I numeri di balletto tra i due protagonisti meno coinvolgente: Goslin abbastanza legnoso, anche se intenso e con una massimo tre espressioni per tutta la durata del film.
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E' incredibile la massa di commenti generati da questo film! E per di più di generi totalmente opposti.Come ha detto qualcuno sembra un film da amare o da odiare, senza vie di mezzo. Ebbene la mia è una via di mezzo: mi sono piaciuti molto i numeri musicali.... fantastica l'apertura sulla strada per L.A.! Ballerini fantastici, il tutto estremamente affascinante e catturante. Finita la musica tutti dentro le proprie vetture, soli come all'inizio, prima che si iniziasse a sentire suonare... Forse che la musica unisce?... domanda retorica. Ma certo che unisce, ma fino a un certo punto. Fantastica l'esibizione di John Legend: brano straordinario, dal punto di vista musicale, vocale, degli arrangiamenti e delle vocalist: straordinarie!!! I numeri di balletto tra i due protagonisti meno coinvolgente: Goslin abbastanza legnoso, anche se intenso e con una massimo tre espressioni per tutta la durata del film. Quello che a mio avviso fa acqua è la storia, dato che si tratta di un film che dovrebbe avere una storia. E' su questo che ho voluto puntare uscendo dal cinema e discutendo cogli altri. Tutti sembravano ubriacati da musica e balletti, dando per scontato il finale. Ma che succede in quei 5 anni?!? Un film dove si punta tutto sulla costruzione di un rapporto e poi lo si lascia svanire così, senza un perché, senza un percome.... A mio avviso il personaggio della Stone ne esce peggio: sembrerebbe aver fatto delle scelte estremamente convenzionali e opportunistiche: sposata con questo signor nessuno (il giudice del suo ultimo provino?) che sembrerebbe contrastare con tutta la costruzione precedente del personaggio.... anche se qualche avvisaglia sembrerebbe averla data: a) quando non si mostra esattamente felice al primo concerto di Goslin; b) quando si rifiuta di seguirlo nel suo tour perché :"... ha tutti i vestiti in casa (!) e non sarebbe opportuno (!)".
Goslin invece sembrerebbe rimasto fedele al suo sogno, probabilmente ancora innamorato di lei (ma anche questo resta nel vago): dopo essersi costruito una carriera seguendo l'invito di lei ad entrare nella band di Legend, coi soldi fatti acquista il locale che sognava chiamandolo esattamente come lei aveva proposto...
E così, dopo una sorta di finale alla 'Sliding doors' lei , andandosene gli lancia un'occhiata di difficile interpretazione: è costernata, si sente in colpa perché si rende conto di aver gettato via un sogno? Lui, attonito, dopo un po' le sorride, come perdonandola e sottintendendo che così è la vita....
Il bello è stato che tutti noi maschi eravamo dalla parte dio Goslin, tutte le femmine dalla parte della Stone.... ma naturalmente scherzandoci sopra! E la cosa più stupefacente era che venivano date letture opposte: per i maschi era Goslin quello veramente innamorato e, di fatto tradito.... per le donne il contrario!
Ma probabilmente la responsabilità va tutta ai vuoti di sceneggiatura.....
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veronica
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mercoledì 15 febbraio 2017
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viva i sognatori
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Questo è un film per i sognatori e penso che la speranza e la creatività sono due delle cose più importanti al mondo. “
Quando sono entrata al cinema per vedere il discusso “La La Land” ho pensato: “ Adesso questo film lo massacro” Ero convinta di vedere il SOLITO musical!
Invece il fantasioso mondo di Damien Chazelle mi ha incantata, scacciando a suon di Jazz tutti i pensieri negativi accumulati.
Non solo mi sono ricreduta approvando TUTTE le 14 nomination, che mi sembravano leggermente esagerate ma mi ha provocato una emozione cosi’devastante da tramutare il primo primo pensiero in “ Ecco perche’amo il cinema!”
Da anni seguo Emma Stone e Ryan Gosling e non è la prima volta che vedo i due bravi artisti insieme.
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Questo è un film per i sognatori e penso che la speranza e la creatività sono due delle cose più importanti al mondo. “
Quando sono entrata al cinema per vedere il discusso “La La Land” ho pensato: “ Adesso questo film lo massacro” Ero convinta di vedere il SOLITO musical!
Invece il fantasioso mondo di Damien Chazelle mi ha incantata, scacciando a suon di Jazz tutti i pensieri negativi accumulati.
Non solo mi sono ricreduta approvando TUTTE le 14 nomination, che mi sembravano leggermente esagerate ma mi ha provocato una emozione cosi’devastante da tramutare il primo primo pensiero in “ Ecco perche’amo il cinema!”
Da anni seguo Emma Stone e Ryan Gosling e non è la prima volta che vedo i due bravi artisti insieme.
In Crazy , Stupid, Love la chimica tra i due era evidente, La La Land ha semplicemente confermato la loro magnetica unione. Dietro a questo film non si cela solo un gran lavoro recitativo ma emergono altre doti che la Stone e Gosling,dopo mesi di studio ed esercizio , ci hanno magnificamente donato portando La La Land a un livello superiore.
Anzi, dire che solo è un Musical è riduttivo: La La Land è un OMAGGIO all'arte cinematografica, musicale e teatrale ; un inno alla danza , alla vecchia Hollywood e al romanticismo che spesso in altre pellicole del genere viene mielosamente ostentato.
Racchiude così tanti aspetti della creatività da sembrare assurdo che insieme combacino alla perfezione, ed è stata questa la bravura di Chazelle:mischiare il vecchio con il nuovo realizzando qualcosa di fresco, originale e moderno.
E' lampante che in questa pellicola si nasconda una perfezione maniacale.
Ogni tassello è al posto giusto: la superlativa e a sprazzi ironica sceneggiatura, le musiche , il montaggio, le meticolose inquadrature, la moltitudine di costumi , le performance. Tutto è minuziosamente perfetto e legato.
Per questo credo che si tratti di un film che resterà nella memoria del cinema, e che Damien Chazelle sia riuscito magicamente a raccontare una reale storia d'amore in modo irreale, dando vita ad una miriade di emozioni.
Ammetto che la noia attendesse la sua entrata trionfale ma tutta la splendida colonna sonora mi ha sorprendentemente rapito, portando gli sbuffi che spesso mi accompagnano nelle pellicole in cui ci sono canti e danze a livello zero. La canzone “City of the Stars” ha addirittura provocato in me una fase di lacrime a flusso continuo! Prima volta nella mia vita !
Insomma,è un film trascinante, soprattutto nella seconda parte.
Lo spettatore si ritrova inconsciamente a riflettere sulla propria vita ed è la sensazione che più Amo di questo straordinario mondo, quando un film e tutto ciò che ha portato alla sua creazione riesce a produrre in me una forza che alle volte fatico a trovare….la forza di pormi la domanda giusta.
Per alcuni può sembrare una trama banale, già vista ma che male c'è a credere che nonostante la vita possa essere difficile, quello in cui noi crediamo può realizzarsi.
Che male c'è a pensare che l'amore possa dar forza ai propri sogni.
VIVA I SOGNATORI.
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sergiofi
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sabato 18 febbraio 2017
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la la land, un manuale per cacciatori di sogni
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La scelta del musical per raccontare quanto costa inseguire e realizzare il proprio sogno personale si è rivelata la più giusta. Soprattutto quando un tema e un genere così sfruttati dal cinema, ma sempre benvenuti quando il prodotto finale viene confezionato in modo impeccabile, sono trattati con amabile leggerezza. Alzi la mano chi si aspettava una scelta simile proprio da un regista geniale come Damien Chazelle, due anni dopo aver girato quel piccolo capolavoro che è stato Whiplash. In una Los Angeles vista da una prospettiva diversa dal solito, ma che resta la “city of stars” che fa da sfondo alla vicenda, si snoda il tortuoso percorso che porterà Mia e Sebastian a realizzare i loro diversi obiettivi.
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La scelta del musical per raccontare quanto costa inseguire e realizzare il proprio sogno personale si è rivelata la più giusta. Soprattutto quando un tema e un genere così sfruttati dal cinema, ma sempre benvenuti quando il prodotto finale viene confezionato in modo impeccabile, sono trattati con amabile leggerezza. Alzi la mano chi si aspettava una scelta simile proprio da un regista geniale come Damien Chazelle, due anni dopo aver girato quel piccolo capolavoro che è stato Whiplash. In una Los Angeles vista da una prospettiva diversa dal solito, ma che resta la “city of stars” che fa da sfondo alla vicenda, si snoda il tortuoso percorso che porterà Mia e Sebastian a realizzare i loro diversi obiettivi. La storia e il film sono interamente concentrati su Emma Stone e Ryan Gosling, sempre al centro della scena, che regalano un’interpretazione da incorniciare all’interno di quei canoni della sottrazione propugnati da Italo Calvino come indice della leggerezza. La storia, mai sopra le righe come è giusto che sia quando si parla di una materia così eterea, conferma - come ha scritto Carson McCullers - che il cuore è un cacciatore solitario. Se si tratta di inseguire un sogno, due cuori nati per battere insieme possono anche migrare verso orizzonti altri. Perché se non si lotta per inseguire un sogno, il proprio sogno, a che serve essere vivi?
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elgatoloco
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martedì 27 febbraio 2018
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il sogno al potere
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In questo "La la Land"(2016, di Damien Chazelle), se è vero che l'autore-regista prende spunto -ma criticamente-da "Les Parapluies de Cherbourg"e da"Dancing in the Rain", il film è però dominato da altro , ossia dal sogno di una vita(il jazz per il pianista uomo, la recitazione per la donna). Il sogno, le re^ve, the dream, non l'immaginazione("L'ima au pouvoir", slogan del 1968)che è comunque molto più"mentale", più filtrato, anzi mediato dal pensiero razionale o meglio logico-deduttivo, è qui la forza motrice dei due protagonisti, che si amano follemente ma non lo riconoscono neppure a loro medesimi, tanto da finire per vivere due vite diverse, con altri(o meglio, lei sposata abbastanza infelicemente, lui da solo), ma si sognano(appunto)sempre: straordinarie le bellissime sequenze di sogno quando la protagonista(un'eccelsa Emma Stone)ascolta, ormai da donna sposata e madre, il concerto dell'"amato"(ma la reciproca conoscenza era anche iniziata male, con tanto di offese in un ingorgo nel traffico)-un altrettanto straordinario Ryan Gosling.
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In questo "La la Land"(2016, di Damien Chazelle), se è vero che l'autore-regista prende spunto -ma criticamente-da "Les Parapluies de Cherbourg"e da"Dancing in the Rain", il film è però dominato da altro , ossia dal sogno di una vita(il jazz per il pianista uomo, la recitazione per la donna). Il sogno, le re^ve, the dream, non l'immaginazione("L'ima au pouvoir", slogan del 1968)che è comunque molto più"mentale", più filtrato, anzi mediato dal pensiero razionale o meglio logico-deduttivo, è qui la forza motrice dei due protagonisti, che si amano follemente ma non lo riconoscono neppure a loro medesimi, tanto da finire per vivere due vite diverse, con altri(o meglio, lei sposata abbastanza infelicemente, lui da solo), ma si sognano(appunto)sempre: straordinarie le bellissime sequenze di sogno quando la protagonista(un'eccelsa Emma Stone)ascolta, ormai da donna sposata e madre, il concerto dell'"amato"(ma la reciproca conoscenza era anche iniziata male, con tanto di offese in un ingorgo nel traffico)-un altrettanto straordinario Ryan Gosling. e lo sogna... o meglio sogna una vita diversa con lui-nulla di patinato, da rivista, appunto "patinata"... Uno dei pochi film, in cui la musica(jazz ma non solo)entra sinergicamente nel film, non semplicemente"completandolo"ma divenendo forza trainante, "combustibile"assoluto, in una sintesi che oserei definire perfetta.La questione , poi, se si tratti di un musical del tutto o solo parzialmente appare, francamente, oziosa... El Gato
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andrea1974
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sabato 28 gennaio 2017
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triste, solitario y final
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La noia è in agguato: per vincerla si inizia allora a cercare le citazioni contenute nel film, ad attivare l'enciclopedia cinematografica che è dentro di noi. Sarà la stessa piscina di Hollywood Party? Sarà il lampione di Singing in the Rain? Saranno le auto di Grease? Sarà il caffè di Harry ti presento Sally? Sarà il piano bar di Casablanca? Sarà la donna del cinema muto che cerca in platea il suo amato? E' come trovarsi all'interno di un parco divertimenti a tema, una Disneyland del cinema: ma non sempre le abbuffate danno gusto e sapore; non sempre il gioco delle allusioni è un gioco intelligente.
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La noia è in agguato: per vincerla si inizia allora a cercare le citazioni contenute nel film, ad attivare l'enciclopedia cinematografica che è dentro di noi. Sarà la stessa piscina di Hollywood Party? Sarà il lampione di Singing in the Rain? Saranno le auto di Grease? Sarà il caffè di Harry ti presento Sally? Sarà il piano bar di Casablanca? Sarà la donna del cinema muto che cerca in platea il suo amato? E' come trovarsi all'interno di un parco divertimenti a tema, una Disneyland del cinema: ma non sempre le abbuffate danno gusto e sapore; non sempre il gioco delle allusioni è un gioco intelligente. Di cinema che vive di cinema anche i fratelli Coen hanno parlato, in Ave, Cesare! E il gioco continua: Mia, donna del cinema e del teatro, e Sebastien, uomo della musica e del jazz da piano bar, si incontreranno mai? Sono forse metafora di miti antichi greci, di muse delle arti? Sono emblema esistenziale amletico, essere o non essere, sogno o realtà, arte o commercio, affetti o lavoro? O è una storia di un innamoramento leggero leggero in pura commedia anni '50? L'eterno ritorno, il ciclo delle stagioni, è anche l'eterno ritorno del cinema: il film fa del cinema stesso un mito. Ci sono alcuni momenti che meritano un applauso a scena aperta, come la sequenza iniziale o il balletto tra Sebastien e Mia, altre sequenze davvero estenuanti che provocano sbadigli. Novità sta nel finale, triste e solitario; il sogno americano dell'Happy End non si realizza, c'è la mediazione, c'è qualcosa che abbiamo irrimediabilmente perduto e non troveremo mai: e nasce il rimorso. Su questo, il film è davvero politicamente scorretto. E' un bel film, con due attori simpatici, una trama scontata scontata, buone scenografie, felici intuizioni tra innamoramento e delusione: però non mi spiego la candidatura a 14 premi Oscar. Davvero li merita?
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alex62
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venerdì 27 gennaio 2017
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non ci credo!
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È sempre la solita fola: l'unico amore vero è quello non realizzato…e non solo questo.
Ce la raccontano di continuo e noi per lo più ci caschiamo puntualmente.
Perché quelli fra noi (pochi, temo) che hanno il coraggio di credere davvero ai propri sogni, d'inseguire il proprio desiderio dominante con tutte le forze, sono destinati magari a conseguire lo scopo di una vita, ma senza il partner ideale accanto. Senza la persona più importante, l'unica che ha creduto a quella idea folle e apparentemente irrealizzabile.
Emma Stone è incantevole, leggiadra, sognante, brava a ballare e cantare, ma da attrice, non da “fenomeno”.
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È sempre la solita fola: l'unico amore vero è quello non realizzato…e non solo questo.
Ce la raccontano di continuo e noi per lo più ci caschiamo puntualmente.
Perché quelli fra noi (pochi, temo) che hanno il coraggio di credere davvero ai propri sogni, d'inseguire il proprio desiderio dominante con tutte le forze, sono destinati magari a conseguire lo scopo di una vita, ma senza il partner ideale accanto. Senza la persona più importante, l'unica che ha creduto a quella idea folle e apparentemente irrealizzabile.
Emma Stone è incantevole, leggiadra, sognante, brava a ballare e cantare, ma da attrice, non da “fenomeno”. Invece Ryan Gosling non sa né cantare né tanto meno ballare; se la cava invece molto bene al pianoforte. Inoltre in questo film non riesce, al contrario del solito, a forare lo schermo con la sua aria scanzonata e naturalmente simpatica - forse perché eccessivamente preoccupato dell'impegno (per lui sovrumano) del canto e del ballo. Infatti le scene più belle sono quelle dialogate, dove la caratura dei due attori viene fuori e in forma smagliante.
Sorprendente la regia di Chazelle, che già aveva dato ottima prova di sé in Whiplash, grande prova anche per Miles Teller e il veterano J. K. Simmons. Chazelle dimostra qui una grande padronanza di mezzi anche in un prodotto estremamente sofisticato come il musical.
Cosa dire? Non è un capolavoro, non merita tutto il clamore sollevato e probabilmente il profluvio di Oscar che si abbatterà a breve sulla produzione.
Sarebbe bello se smettessimo di credere alle fole e a sperare invece nell'amore che si vive ogni giorno accanto alla persona che abbiamo scelto e che ci ha scelto. A cercarlo senza mai arrenderci alla routine e a relazioni incomplete e imperfette. A diffidare del delirio solipsista che, alla fine, è solo onanismo.
Non c'è un obiettivo che realizza una vita senza alcuna condivisione, senza nessun altro o addirittura contro tutti. Nessuno si realizza da solo.
Nessuno si salverà da solo!
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domenica 26 febbraio 2017
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sopravvalutato - per chi non ha cultura cinematografica
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Film banale, con storia banale, prevedibile, poco fantasiosa. A tratti noioso. Musiche non di livello per un musical. Se non si ha cultura cinematografica il film pare bello, se si ha visto Jesus Christ, Rocky horror, ma anche solo il semplice Grease o Singin' in the rain. Il film è bruttino e poco significativo. Contiene diverse citazioni ad altri musical...ma questo non fa un bel film. il film è bruttino. Da sabato pomeriggio sul letto.
[+] e hair dove lo mettiamo ?
(di effepi57)
[ - ] e hair dove lo mettiamo ?
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