E’ un prodotto fresco, un inno all’amore in ogni sua form e alla sua delusione, con colonne sonore azzeccate e una coppia premiata e blasonata: Emma Stone e Ryan Gosling.
Film musical diretto con sapienza da Damien Chazelle, La la land, tra i più premiati dell’Hollywood Foreign press association, vincitore di sette Golden Globe e candidato ai prossimi Oscar, descrive molto semplicemente una storia, tra le tante, tra un’aspirante attrice Mia (Emma Stone) e un pianista di jazz “vecchio stile” Sebastian (Ryan Gosling) trasferitisi a Los Angeles in cerca di fortuna.
Lei tra un provino e l’altro serve caffè ai tavoli vagheggiando di diventare una star del cinema, lui sbarca il lunario suonando nei piano bar. Si incontrano casualmente nella città degli angeli, e la passione scatterà rapida e inaspettata. Goffi e teneri cercheranno -con la forza del loro amore- di far fronte alle asperità della vita in cui loro stessi rimarranno invischiati nel duplice ruolo di carnefici e vittime.
In una realtà che soffoca, schernisce e mette in conflitto la natura stessa di un rapporto puro come l’amore, La La Land intreccia sogni di ascesa immancabilmente dissolti come neve al sole, bellezza visiva, arte, immagginario e soprattutto tanta bella musica condita con scelte stilistiche azzeccate che coinvolgono anche i caratteri più cinici.
Come sottrarsi al fascino di un inizio ex abrupto di Another day of sun con un ballo in pieno traffico che sa di kitsch oppure in Someone in the crowd dove i protagonisti quasi volano come rarefatte immagini nell’aria celeste?
Difficile, anche star dietro alla travolgente passione, quella che anima gli alti e bassi del duetto, fatta di incoraggiamento e sostegno reciproco.
Difficile far fronte al dinamismo, orchestrato schematicamente in stagioni, quelle della vita, iniziate con la primavera dell’amore sbocciato, dell’estate dei successi e dell’“inverno” della crisi.
E tra estate e inverno, via via che le aspirazioni bussano timide alla porta della realtà e le scelte divengono, appunto, sempre più critiche, l’amore di Mia e Sebastian dovrà affrontare strade irte di pericoli che metteranno in discussione il loro rapporto.
Può l’amore esser più forte delle ambizioni professionali?
Sarebbe riduttivo considerare il film come un semplice vistuosismo stilistico di una storia d’amore. Perchè la pellicola di Chazelle non è solo discettazione romantica del nobile sentimento quanto elegia, abbandono, rimorso per scelte non fatte, seguendo binari che avrebbero potuto andare ben oltre i territori conosciuti del nostro preconcetto. E lo fa, di questo si deve atto al cineasta e alla bravura della giovane coppia al terzo film insieme, con una leggerezza d’altri tempi (come il testardo convincimento di Sebastian verso la musica jazz primigenia) e un passato che non vuole diventare presente.
L’intelligenza di La La land oltre alla bravura visiva sta nel dolce-amaro, nel liquore dentro il tiramisù che dà quella nota di retrogusto alcolico che non guasta al palato. Questo film, negli sguardi e nei sorrisi amari, conferma tale sentimento, riuscendo a conquistare occhi, cuore e accontentando anche i palati più sopraffini.
Dal 26 gennaio al cinema.
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