writer58
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domenica 29 gennaio 2017
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palloncini sgonfi...
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Spoler alert: nella recensione vi sono anticipazioni sulla trama e il finale del film.
Dopo aver visto l'ottimo "Whiplash", avevo aspettative discretamente alte nei confronti di "La La Land". La sequenza iniziale, in effetti, mi è parsa molto promettente: una gigantesca coda di vetture bloccata su un'autostrada che costeggia Los Angeles diventa lo scenario per un'esibizione di danza acrobatica, di musica trascinante e di canto collettivo sul tema di "Another Day of Sun". Un piano sequenza funambolico (in realtà si tratta di tre riprese tra di loro ben montate) di sei minuti che rappresenta un'esplosione di energia e di :allegria molto coinvolgenti.
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Spoler alert: nella recensione vi sono anticipazioni sulla trama e il finale del film.
Dopo aver visto l'ottimo "Whiplash", avevo aspettative discretamente alte nei confronti di "La La Land". La sequenza iniziale, in effetti, mi è parsa molto promettente: una gigantesca coda di vetture bloccata su un'autostrada che costeggia Los Angeles diventa lo scenario per un'esibizione di danza acrobatica, di musica trascinante e di canto collettivo sul tema di "Another Day of Sun". Un piano sequenza funambolico (in realtà si tratta di tre riprese tra di loro ben montate) di sei minuti che rappresenta un'esplosione di energia e di :allegria molto coinvolgenti.
Sfortunatamente, da quel momento, il film si affloscia e si sgonfia come fosse un palloncino bucato da mani dispettose.
La storia narrata è di una banalità sconcertante: due giovani che inseguono il proprio sogno artistico (diventare attrice di teatro e aprire un club di jazz, rispettivamente) si scontrano con le difficoltà proprie dello star system hollywoodiano. Provini frustranti e un lavoro dietro la cassa di un bar, per lei; un impiego come pianista in un locale di samba, pochissimi soldi e scarsissime prospettive di sviluppo professionale per lui. Si conoscono, fingono di trovarsi antipatici, si avvicinano, si mettono insieme dichiarando di essere innamorati l'uno dell'altra, si incoraggiano reciprocamente ad andare avanti, raggiungono il successo, si separano. Si ritrovano qualche anno dopo, lei è diventata una stella del cinema dopo un film girato in Francia, lui ha aperrto un club di jazz affollato di clienti e aficionados, incrociano gli aguardi, forse si amano ancora, ma la vita li ha allontanati. Lei ha una bambina da un altro, un'occhiata colma di rammarico e titoli di coda.
La storia pare un puro pretesto per introdurre i numeri musicali. Peccato che questi numeri mi siano sembrati convenzionali e mediocri, anche sul piano tecnico e coreografico. I due protagonisti (Ryan Gosling ed Emma Stone) appaiono poco ispirati. Lei ha un costante sorriso amaro stampato sulla faccia, lui è inespressivo e discretamente impacciato (anche come ballerino), c'è poca alchimia tra entrambi, i personaggi di contorno sono decorativi e prescindibili. Le coinquiline di Mia si distinguono solo per i colori dei vestiti, utili a formare una coreografia policroma, i membri del gruppo con cui Sebastien suona sono stereotipati e clichè.
Al di là del messaggio convenzionale e falsamente consolatorio (se sei tenace, puoi realizzare i tuoi sogni), il film lascia una sensazione di sconcerto. Come se il citazionismo che percorre buona parte della produzione filmica attuale (da Stranger things a Hateful Eight, per nominare due proposte molto diverse tra di loro) qui fosse depotenziato e ridotto ad operazione di mera confezione, un involucro sgargiante che riveste un prodotto esile, fragile e solo formalmente innovatore
Un prodotto che è stato candidato a 14 premi Oscar, a riprova dell'inguaribile propensione dell'industria culturale americana a premiare.i cosiddetti "eventi" e non la qualità intrinseca delle proposte.
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samanta
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lunedì 27 febbraio 2017
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penso che dovremo aspettare e poi vedere...
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Ho rivisto il film e ritengo necessaria un'integrazione al mio precedente commento (I sogni si possono realizzare) esprimendo alcune considerazioni più approfondite. Confermo quelli che sono punti critici (che non invalidano la bellezza del film) ad esempio un certo appesantimento nella seconda parte: eliminerei la scena superflua del matrimonio della sorella di Seb e alleggerirei la scena delle fotografie della band eliminando la "macchietta" del fotografo. Invece avrei dato più peso alla scena prima dell'epilogo in cui Mia e SEb parlano nel parco dell'Osservatorio ovvero inserendo una scena successiva magari prima della partenza di Mia per Parigi per chiarire le loro aspettative future.
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Ho rivisto il film e ritengo necessaria un'integrazione al mio precedente commento (I sogni si possono realizzare) esprimendo alcune considerazioni più approfondite. Confermo quelli che sono punti critici (che non invalidano la bellezza del film) ad esempio un certo appesantimento nella seconda parte: eliminerei la scena superflua del matrimonio della sorella di Seb e alleggerirei la scena delle fotografie della band eliminando la "macchietta" del fotografo. Invece avrei dato più peso alla scena prima dell'epilogo in cui Mia e SEb parlano nel parco dell'Osservatorio ovvero inserendo una scena successiva magari prima della partenza di Mia per Parigi per chiarire le loro aspettative future.Confermo e valuto ancora di più le note positive:
l'idea brillante e geniale di riproporre un musical anni '50 ma profondamente rivisto anche nelle coreografie, con una musica che pur costituendo la nervatura del film, è contenuta rispetto alla parte narrativa, di qui una brillante sceneggiatura. Un'ottima colonna sonora con alcuni pezzi (come City of Stars) che rimarranno nella storia musicale del cinema. e poi una brillante recitazione dei due protagonisti. Gli Oscar dati sono 6 (14 erano francamente troppi) dispiace per quello del miglior film, ma quest'anno doveva vincere a giudizio della maggioranza dei commentatori il politically correct (ossessione degli americani e non solo ...). Ma allora Hollywood dovrebbe dare i premi a tema ogni anno indicando il tema sociale che deve vincere! Nel 1941 Furore di Ford forse il più bel film americano sulle ingiustizie sociali non vinse bensì "Rebecca la prima moglie" e Ford vinse solo il premio della regia, ma allora erano altri tempi e altri protagonisti ,si premiava la qualità e si cercava di non coinvolgere la politica.
A mio avviso occorre approfondire il tema del film e cioé se successo e amore siano inconciliabili ovvero se possano coesistere. A mio parere Mia e Seb sono legati non solo dall'amore, ma anche da un progetto comune di vita: si aiutano reciprocamente nelle aspirazioni di aprire un locale di Jazz e di diventare attrice.Seb cerca di trovare una soluzione che gli permetta un futuro con Mia. E' fondamentale la telefonata di Mia con la madre che Seb ascolta nella stanza vicina, Mia dopo aver detto che Seb vuole aprire un locale, a domanda se ha un lavoro stabile risponde di no ma che troverà una soluzione. Il volto di Seb diventa pensieroso e nella scena successiva accetta si suonare nellla band di Keith, dove troverà il successo anche economico pur non suonando il "suo" jazz. Nel successivo litigio tra i due infatti a Mia che si lamenta dei suoi tour e gli contesta di avere dimenticato i suoi sogni, lui dice che aveva cercato un lavoro stabile perché credeva che lei lo volesse. Però Seb non abbandona Mia ma l'aiuta ed è per merito suo che fa il provino che le permetterà di partecipare ad un importante film. Nel colloquio successivo Mia dirà a Seb "ti amerò per sempre" che gli risponderà "anche io ti amerò per sempre", ma alla domanda che cosa sarà di loro lui risponde "Penso che dovremo aspettare e poi vediamo".Seb ha continuato il progetto che aveva già prospettato a Mia grazie al lavoro stabile evidentemente trova i mezzi per abbondonare la band ed aprire il locale di Jazz puro che aveva sognato e non dimentica Mia, infatti lo chiama Seb's con il logo inventato da lei e oltre la musica offfre drinks come Mia aveva proposto, mentre lui avrebbe voluto chiamarlo piano e pollo (bird) e offrire oltre la musica pollo e birra. Mia invece non ha aspettato Seb e ha accantonato i progetti con lui, perché se sono passati 5 anni e lei si è sposato ed ha una bambina di 2 anni, calcolando anche la gravidanza e un rapido fidanzamento vuol dire che subito dopo il suo primo film aveva voluto dimenticare ogni progetto comune ed anche il suo amore per Seb.
Nel finale, veramente bello, Mia va dietro insistenza del marito nel locale di Seb, e rimane annichilita quando vede il nome da lei creato e sul palco comparire Seb che rimane anche lui sorpreso e si mette a suonare il motivo che suonava quando si incontrarono per la prima volta. Mia sogna allora ad occhi aperti come sarebbe stata più felice se avesse mantenuto il suo amore per Seb. Dopo che lui ha smesso di suonare chiede al marito di andare via e guarda Seb che gli sorride e gli fa un cenno a cui lei risponde e sorride a sua volta. Il regista aveva dato nella sceneggiatura questa indicazione "E' quel genere di sorriso che si fa ad occhi chiusi quando ti manca qualche cosa". Mia e Seb si lasciano per sempre o si incontreranno di nuovo? Per me la risposta è data dal fatto che si sono incontrati ( non conta il diverbio in autostrada) davanti a un pianoforte e si sono incontrati dopo 5 anni di nuovo davanti a un pianoforte con lui che ha suonato il motivo che aveva suonato la prima volta facendo così sognare Mia.
Un bel film, merita 5 stelle.
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lbavassano
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domenica 29 gennaio 2017
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aurea mediocritas
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Dove eccelle il film di Damien Chazelle? Perché sicuramente in qualcosa deve eccellere un film capace di fare il tutto esaurito fin dal primo spettacolo pomeridiano, come da molti anni non vedevo. In quasi tutto deve eccellere un film destinato a fare incetta dei massimi premi della cinematografia mondiale, e già molto ben avviato su tale strada. Certo, sarebbe sciocco attendersi una grande storia in un genere in cui, come i grandi classici ci hanno insegnato (non sempre però, soprattutto in anni più recenti), la storia deve essere un mero pretesto, la trama non deve riservare sorprese ma seguire i binari ben consolidati del sentimento amoroso, senza inutili complicazioni se non quelle ampiamente prevedibili sulla base del canone.
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Dove eccelle il film di Damien Chazelle? Perché sicuramente in qualcosa deve eccellere un film capace di fare il tutto esaurito fin dal primo spettacolo pomeridiano, come da molti anni non vedevo. In quasi tutto deve eccellere un film destinato a fare incetta dei massimi premi della cinematografia mondiale, e già molto ben avviato su tale strada. Certo, sarebbe sciocco attendersi una grande storia in un genere in cui, come i grandi classici ci hanno insegnato (non sempre però, soprattutto in anni più recenti), la storia deve essere un mero pretesto, la trama non deve riservare sorprese ma seguire i binari ben consolidati del sentimento amoroso, senza inutili complicazioni se non quelle ampiamente prevedibili sulla base del canone. In ciò sicuramente non sbaglia il film di Chazelle, se non quando si appesantisce inutilmente nel riepilogare se stesso dal punto di vista di ciò che sarebbe potuto accadere, forse nel timore, assolutamente infondato, di essere stato troppo complesso per il proprio pubblico. Le coreografie? Quelle sì dovrebbero sorprendere in un musical, ma non lo fanno, già viste e riviste e ben deboluccie, non certo all'altezza dei modelli cui esplicitamente si ispirano. La musica? Non mi pare proprio, o solo quando il regista da sfogo alla propria passione jazzistica (tradita però rispetto al, per molti punti di vista ottimo, "Whiplash"). Per il resto qualche canzoncina orecchiabile, poco più. Gli interpreti? Bravi sicuramente nel fare quello che evidentemente non è il loro mestiere, ballare e cantare, ma siamo lontani anni luce dai grandi interpreti, ed anche la recitazione pare adeguarsi al livello di un compitino privo di errori, e questo è un vero peccato.
Ma forse è proprio qui la risposta, e in quel timido applauso che ha salutato la fine della proiezione. Eccelle nell'aurea mediocritas, nel saper accontentare larghissime fasce di pubblico, senza la pretesa di stupirle, di sorprenderle, venendo incontro alle loro aspettative. Il che, sia ben chiaro, non è un demerito. E' così che la fabbrica dei sogni celebra al meglio se stessa quale industria dell'intrattenimento. Non si parli però di grande cinema.
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filippo catani
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mercoledì 1 febbraio 2017
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capolavoro per occhi e orecchie
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Los Angeles. Una giovane ragazza cerca di sfondare nel mondo del cinema mentre un ragazzo cerca di farlo nel mondo della musica e del jazz in particolare. Un giorno i due si incontreranno.
Solo la prima sequenza con il primo balletto sull'autostrada e sulle macchine fa strabuzzare gli occhi per ritmo, vivacità, musica e colori. La pellicola vola nel corso delle due ore alternando sapientemente momenti di recitazione a balli e canti. Stone e Gosling sono straordinari. L'unica cosa a uscire ammaccata da questa meravigliosa visione è il cuore ma per non rovinare la sorpresa a chi deve ancora vederlo non si può assolutamente dire di più. Lo aspettiamo sicuro trionfatore agli Oscar e davvero con merito specialmente per Chazelle che almeno a me personalmente non aveva troppo convinto con il suo film precedente.
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Los Angeles. Una giovane ragazza cerca di sfondare nel mondo del cinema mentre un ragazzo cerca di farlo nel mondo della musica e del jazz in particolare. Un giorno i due si incontreranno.
Solo la prima sequenza con il primo balletto sull'autostrada e sulle macchine fa strabuzzare gli occhi per ritmo, vivacità, musica e colori. La pellicola vola nel corso delle due ore alternando sapientemente momenti di recitazione a balli e canti. Stone e Gosling sono straordinari. L'unica cosa a uscire ammaccata da questa meravigliosa visione è il cuore ma per non rovinare la sorpresa a chi deve ancora vederlo non si può assolutamente dire di più. Lo aspettiamo sicuro trionfatore agli Oscar e davvero con merito specialmente per Chazelle che almeno a me personalmente non aveva troppo convinto con il suo film precedente. E' davvero impossibile non ritrovarsi l'indomani a fischiettare una delle canzoni del film.
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fabio_66
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venerdì 24 febbraio 2017
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film immenso... non per tutti purtroppo
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Il film fu ideato da un Chazelle ancora studente; prima di Wiplash trovò un produttore, che poneva dei limiti cui rifiutò. Dopo il successo di Wiplash ottiene un buon budget per La La Land, dove per un imprescrutabile disegno si ritrova la storia dello stesso regista, ed anche direi del suo compagno di studi Hurwitz, che da solo incassa tre candidature agli Oscar.
Grande film, lo dico subito. Immenso film. per la Regia, la musica, i testi delle canzoni, la scenografia, le location, le interpretazioni, i costumi ecc... ma soprattutto per la cura maniacale dei dettagli, dei colori, dei lunghi e difficili piani sequenza. Ed ancor di più per aver posizionato il film fuori dal tempo.
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Il film fu ideato da un Chazelle ancora studente; prima di Wiplash trovò un produttore, che poneva dei limiti cui rifiutò. Dopo il successo di Wiplash ottiene un buon budget per La La Land, dove per un imprescrutabile disegno si ritrova la storia dello stesso regista, ed anche direi del suo compagno di studi Hurwitz, che da solo incassa tre candidature agli Oscar.
Grande film, lo dico subito. Immenso film. per la Regia, la musica, i testi delle canzoni, la scenografia, le location, le interpretazioni, i costumi ecc... ma soprattutto per la cura maniacale dei dettagli, dei colori, dei lunghi e difficili piani sequenza. Ed ancor di più per aver posizionato il film fuori dal tempo. Anni 50? 60? con il cellulare e le macchine elettriche? Lì per lì ho pensato fosse stupido confondere con questi elementi... ma poi ho capito che l'essere fuori dal tempo dà mano libera al regista per riempire di immaginario filmico la pellicola: gli studios, la villa con piscina, il tramonto, il molo, i piano bar...
Certo non è per tutti; leggendo i commenti di altri e il voto finale non mi sono ritrovato assolutamento; e mi sono chiesto perchè. Ecco... non è un film per tutti e questo spiega gli alti voti della critica e i relativamente bassi voti del pubblico. Si deve avere un occhio attento alla tecnica filmica, all'estetica, all'immaginario. Non credo Chazelle volesse fare un film per tutti, anzi. Quando Chazelle propose il film prima di Wiplash gli fu proposto di renderlo più "commerciale", Rock e non Jazz, cantanti e ballerini professionisti e non attori ballerini e cantanti, un lieto fine eccetera... lui rinunciò a farlo... sapendo quindi che la sua idea pur potendo essere un successo non era per tutti.
Se quindi qualcuno si immaginava un fim tipo Fame, grandi ballerini e cantanti... si sbaglia di grosso. Il punto di forza che lo rende capolavoro non è tanto musica e balletto, ma il sogno. il punto più alto del sogno e quindi la chiave del film è l'ultima audizione di Mia quando parla del tuffo nella Senna. Lì si capisce anche un titolo ostico come La La Land, la Terra dei La La... il mondo dei sogni.
Gli auguro un gran successo agli Oscar, dove si contrapporrà a Mel Gibson, bel film... ma molto più semplice... per tutti.
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tomdoniphon
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sabato 4 febbraio 2017
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indimenticabile
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Los Angeles: Sebastian (Ryan Gosling) è un pianista innamorato della musica jazz. Mia (Emma Stone) è un’aspirante attrice che lavora alla caffetteria degli studi Warner (di fronte alla finestra dove Bogard disse addio alla Bergman in Casabalanca). Si incontreranno e si innamoreranno, ma i propri rispettivi sogni alla fine li allontaneranno.
Musical e romanticismo sfrenato si fondano magistralmente in un’opera che richiama il grande Cinema dell’epoca classica hollywoodiana (ma anche i musical del francese Demy e i melodrammi inglesi di Powell e Pressburger), per la sua innata capacità di andare oltre l’ordinario realismo e per cogliere nel profondo le emozioni.
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Los Angeles: Sebastian (Ryan Gosling) è un pianista innamorato della musica jazz. Mia (Emma Stone) è un’aspirante attrice che lavora alla caffetteria degli studi Warner (di fronte alla finestra dove Bogard disse addio alla Bergman in Casabalanca). Si incontreranno e si innamoreranno, ma i propri rispettivi sogni alla fine li allontaneranno.
Musical e romanticismo sfrenato si fondano magistralmente in un’opera che richiama il grande Cinema dell’epoca classica hollywoodiana (ma anche i musical del francese Demy e i melodrammi inglesi di Powell e Pressburger), per la sua innata capacità di andare oltre l’ordinario realismo e per cogliere nel profondo le emozioni.
La la Land non si esaurisce però in un semplice omaggio al grande Cinema del passato: rifiuta l’happy ending, perché l’amore travolgente e la ricerca dei propri sogni devono comunque fare i conti con la realtà.
Due ore di musica, colori, una Los Angeles mai così bella e un finale che (come tutto il film) entra di diritto nella Storia del Cinema: Mia, trasportata dalle note della canzone suonata da Sebastian, immagina come sarebbe stata la sua vita se le cose fossero andate diversamente. Alla fine dell'esibizione, emozionata, uscendo dal locale accompagnata dal marito, si volta per l’ultima volta verso Sebastian con gli occhi lucidi: si scambiano un ultimo sorriso, prima di dirsi per sempre addio.
È riduttivo dire che è il film dell’anno. È il film degli anni a venire.
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deborahm
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venerdì 10 febbraio 2017
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il cinema di un tempo
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*****SPOILER*****
La La Land è il nuovo film diretto e scritto da Damien Chazelle, un musical che mette in scena commedia e dramma talmente bene da lasciarci piacevolmente spiazzati per tutto il corso dei 128 minuti.
Il film riceve quattordici candidature agli Academy Awards 2017 e ad oggi risulta già vincitore di sette Golden Globe su sette candidature. Nonostante il giovane regista Damien Chazelle non abbia alle spalle una lunghissima carriera, abbiamo avuto già modo di conoscerlo per Whiplash, piccola chicca del 2015 che meritò diversi premi agli Academy Awards. Il giovane regista statunitense sembra non voler nascondere il particolare interesse che rivolge alla musica e scrive un nuovo film in cui, di nuovo, la componente sonora è un elemento primario che fa da contesto ad una storia bellissima.
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*****SPOILER*****
La La Land è il nuovo film diretto e scritto da Damien Chazelle, un musical che mette in scena commedia e dramma talmente bene da lasciarci piacevolmente spiazzati per tutto il corso dei 128 minuti.
Il film riceve quattordici candidature agli Academy Awards 2017 e ad oggi risulta già vincitore di sette Golden Globe su sette candidature. Nonostante il giovane regista Damien Chazelle non abbia alle spalle una lunghissima carriera, abbiamo avuto già modo di conoscerlo per Whiplash, piccola chicca del 2015 che meritò diversi premi agli Academy Awards. Il giovane regista statunitense sembra non voler nascondere il particolare interesse che rivolge alla musica e scrive un nuovo film in cui, di nuovo, la componente sonora è un elemento primario che fa da contesto ad una storia bellissima. L’approccio in La La Land è completamente diverso dalla cruda aggressività di Whiplash, e dona allo spettatore un profondo e delicato senso di romanticismo che unisce tradizione ed evoluzione.
Il film racconta la storia d’amore tra un’aspirante attrice che lavora come barista in un café, Mia (Emma Stone) e un musicista jazz, Sebastian (Ryan Gosling). A seguito dei diversi fallimenti accumulati ai vari casting, nel tentativo di divenire una star Hollywoodiana, Mia decide di passare una serata con le sue amiche. Al ritorno a casa, la donna è sola e lungo la strada è attratta da una melodia proveniente da un piano bar che la spinge ad entrare, è qui che incontra Sebastian, il quale essendo stato licenziato, la ignora totalmente. I due sono destinati ad incontrarsi diverse volte fin quando, durante il loro primo appuntamento, nella visione di “Gioventù bruciata”, nasce in loro un istinto che neanche uno splendido paesaggio era riuscito a scatenare: i due capiscono di provare qualcosa l’una per l’altro e questa consapevolezza li porterà a viaggiare in luoghi terreni e fantasiosi, trascinando gli spettatori con loro in quella “City of Stars” che tutti sognano.
La loro storia d’amore è legata dai sogni che vogliono realizzare: Mia vorrebbe diventare un’attrice affermata, mentre Sebastian vorrebbe aprire un proprio piano bar dove poter spingere la morente scena jazz di Los Angeles. Nonostante le diverse passioni, però, i due non riescono ad immaginare una vita separati, finché Sebastian non decide, a malincuore, di entrare in un gruppo che tradisce la sua idea conservativa di jazz. Al contrario, Mia insiste col proseguire lungo il percorso che lo stesso Seb gli aveva indicato e porta avanti la scrittura di un monologo che metterà in scena da lì a poche settimane. Le loro aspirazioni li porteranno a dividersi: Sebastian è sempre in tour e non ha tempo per stare con Mia, lei cerca di realizzarsi nel mondo del cinema proponendosi con il suo monologo che avrà un esito tutt’altro che positivo. Dopo cinque anni ritroviamo una Mia affermata nel mondo del cinema e con una famiglia. Casualmente una sera è spinta da una canzona ad entrare in un locale: il “Seb’s”; qui trova come proprietario e musicista il suo grande amore Sebastian. Nel momento in cui i loro sguardi si incontrano entra in scena la nostalgia dei tempi passati. Sebastian inizia a suonare al piano il loro tema d’amore ed entrambi immaginano come sarebbe stata la loro vita se fossero rimasti insieme. Terminato il brano, i due si scambiano un ultimo sguardo, pieno di amore, tristezza, dolore ma allo stesso tempo di comprensione. Il finale è un mix di emozioni per gli attori e per gli spettatori: non sappiamo se essere felici perché i due hanno portato a compimento il loro sogno, o tristi perché, proprio per questo, la loro splendida storia è finita. Ad ogni modo il film risplende di un amore intenso, un amore vero, lontano dalla possessività e la fisicità mostrata spesso nel cinema moderno, ma che risplende della gioia per un gesto o più semplicemente per un sorriso, quello che i due si scambiano nel finale.
La La Landè un classico dei film Hollywoodiani d’altri tempi, di quelli che lasciano lo spettatore senza parole, ma con il cuore pieno di emozioni uniche. Nel corso del film c’è un continuo rimando ai musical anni ’50 ’60 ed è proprio questo che lo rende un film unico nel suo genere. La scelta del musical in questo caso è stata l’unica e la più giusta affinché il vero messaggio del film riuscisse ad arrivare al cuore e all’anima dello spettatore. La fotografia è sublime quando all’inizio del film propone all’occhio dello spettatore un mélange di colori vivaci, non a caso ciò che spicca di più è l’uso dei colori primari; alla fine del film, invece, prevalgono i colori scuri che, insieme alle favolose musiche nostalgiche, creeranno la giusta empatia per godersi a pieno la conclusione del film.
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nerone bianchi
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domenica 29 gennaio 2017
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una storia banale raccontata in maniera geniale
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La storia è una di quelle che nel cinema è stata raccontata decine e decine di volte: due si conoscono, si promettono amore eterno, sono felici, poi la vita divide le strade, si perdono, si ritrovano, lei è sposta con un altro ed ha anche un figlio, si rivedono per caso e nei loro occhi si legge l'amarezza per il dono che non hanno saputo cogliere. La forza di questo film non sta dunque nella particolarità della vicenda, sta invece nella maniera con cui ci viene raccontata.
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La storia è una di quelle che nel cinema è stata raccontata decine e decine di volte: due si conoscono, si promettono amore eterno, sono felici, poi la vita divide le strade, si perdono, si ritrovano, lei è sposta con un altro ed ha anche un figlio, si rivedono per caso e nei loro occhi si legge l'amarezza per il dono che non hanno saputo cogliere. La forza di questo film non sta dunque nella particolarità della vicenda, sta invece nella maniera con cui ci viene raccontata. Siamo di fronte ad un uso così creativo ed ingegnoso delle immagini che restiamo stupiti di come le stesse siano in grado di catturarci all'inizio per lasciarci andare solo dopo l'apparizione della scritta fine. I primi cinque minuti mettono già le cose in chiaro, la sequenza della presentazione sul cavalcavia intasato di traffico, con i personaggi che escono dalle automobili, è semplicemente fenomenale. Ci sono decine di minuti senza dialogo, lasciati al solo scorrere delle immagini, che testimoniano della forza del linguaggio cinematografico e della capacità visionaria del regista: il pezzo nel planetario, l'assolo di tromba e tanti altri momenti sono puro genio.
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[+] complimenti!
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kimkiduk
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lunedì 30 gennaio 2017
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chazelle se la canta a sè stesso
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Innanzitutto segno 5 stelle anche se non è un capolavoro ... la parola capolavoro è solo per pochi, ma quattro sono poche nel panorama di oggi. Faccio questa precisazione adesso per spiegare il titolo che ho dato.
Sebastian "Gosling" cerca di salvare il jazz; Chazelle cerca di salvare il musical. Ma Chazelle fa dire nel film che tutto ha il proprio tempo, il jazz quello vero era rivoluzionario era un cambiamento dei tempi e chi cerca di relegare tutto il vecchio ai giorni nostri non può che salvare l'idea in se stesso, non nel cambiamento della società.
Dico questo per dire che a me il film è piaciuto tantissimo anche se certo, come ho letto da altri, non si paragona a Weste Side Story, a Singin In The rain, a Saturday Night Fever, a New York New York o a Grease.
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Innanzitutto segno 5 stelle anche se non è un capolavoro ... la parola capolavoro è solo per pochi, ma quattro sono poche nel panorama di oggi. Faccio questa precisazione adesso per spiegare il titolo che ho dato.
Sebastian "Gosling" cerca di salvare il jazz; Chazelle cerca di salvare il musical. Ma Chazelle fa dire nel film che tutto ha il proprio tempo, il jazz quello vero era rivoluzionario era un cambiamento dei tempi e chi cerca di relegare tutto il vecchio ai giorni nostri non può che salvare l'idea in se stesso, non nel cambiamento della società.
Dico questo per dire che a me il film è piaciuto tantissimo anche se certo, come ho letto da altri, non si paragona a Weste Side Story, a Singin In The rain, a Saturday Night Fever, a New York New York o a Grease.
Ma non si paragona perchè, come ha detto Chazelle, questo è il suo film, di uno che evidentemente ama il musical, ma che è del 2017. Come chi fa Jazz adesso non è Dizzy Gillespie o Miles Davis o Charlie Parker tanto per citarne tre, ma non vuol dire che non si può fare del buon Jazz al Seb'S.
Inoltre io adoro i film che parlano di film e di cinema in generale. Quasi tutti i più grandi registi sono caduti nella "loro nostalgia" e nel rievocare il loro vero amore. Un film fatto camminando tra gli Studios di Hollywood è bello. Un film che rievoca Grease o Casablanca è bello. Un film che parla dell'amore e della passione per la musica o il cinema è bello. Un film che fa scegliere la passione all'amore è bello. E non è soltanto patetico o nostalgico.
Una particolare citazione, pur se non sono un esperto in materia, è per il montaggio che mi è sembrato meraviglioso; così come la sceneggiatura, che scorre benissimo salvo l'inizio del secondo tempo un pizzico piatta .... ma in più di due ore si accetta.
Unica pecca forse è l'interpretazione di Gosling non eccelsa sembra fuori dal personaggio, a volte impacciato a differenza di una ottima, ma non stratosferica, Emma Stone, che si contenderà sicuramente l'Oscar con la Portman di Jackie secondo me.
Finale splendido, come doveva finire ... meno male non melenso e con un ulteriore richiamo ad altro film Sliding Doors.
Ho trovato La La Land migliore di quanto pensassi, forse troppe le 14 nominations, date solo a Titanic e Eva contro Eva, ma siamo nel 2017 il cinema non è quello degli anni 30/40/50/60 ha una funzione diversa.
Va solo salvato e non paragonato.
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maurizio meres
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domenica 29 gennaio 2017
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credere in un sogno
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Vedere questo film è chiudere gli occhi e sognare,due giovani,ognuno crede in un qualcosa d importante,l'uno sprona l'altro,credono in un sogno irrealizzabile,lei spera un giorno di diventare attrice,lui di crescere musicalmente in ciò che crede il jazz,sospinti dal grande entusiasmo della giovinezza riescono nello scopo,l'amore che nasce si nasconde dietro un euforia sfrenata e non riesce ad esplode neanche attraverso le delusioni,entrambi sono consapevoli che tra loro l'amore è solo un sogno.
Sicuramente vedere questo film in un concepimento di vita attuale,dove la banalità,l'insensibilità sociale e il poco tempo per riflettere e sognare,si potrebbe rimanere delusi,ma il cinema è una evasione e così deve essere interpretato.
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Vedere questo film è chiudere gli occhi e sognare,due giovani,ognuno crede in un qualcosa d importante,l'uno sprona l'altro,credono in un sogno irrealizzabile,lei spera un giorno di diventare attrice,lui di crescere musicalmente in ciò che crede il jazz,sospinti dal grande entusiasmo della giovinezza riescono nello scopo,l'amore che nasce si nasconde dietro un euforia sfrenata e non riesce ad esplode neanche attraverso le delusioni,entrambi sono consapevoli che tra loro l'amore è solo un sogno.
Sicuramente vedere questo film in un concepimento di vita attuale,dove la banalità,l'insensibilità sociale e il poco tempo per riflettere e sognare,si potrebbe rimanere delusi,ma il cinema è una evasione e così deve essere interpretato.
Tra un ottimo free jazz,che ripercorre i grandi precursori,e dei brani orecchiabili che sintetizzano il film nei momenti più dolci,balletti nostalgici accompagnati da canzoni stile musical, fanno da contorno ad una storia semplice ma efficace,tutto scorre via splendidamente fino ad arrivare ad un finale fantastico,che potrebbe essere interpretato banale,ma non lo è,in quanto vedendosi dopo cinque anni le loro menti si fondono al solo sguardo dando vita ad una storia nella storia,come se in un mondo parallelo ritornando indietro nel tempo in una preciso momento,un gesto,una parola,un atteggiamento avrebbe cambiato il loro percorso di vita"interpretazione riservata ai sognatori"
Attori splenditi,grande saggio di bravura in un completezza e maturazione artistica a 360 gradi.
Il bravissimo Chazelle,giovanissimo regista sceneggiatore detta i tempi attraverso una bellissima fotografica ed effetti scenici appropriati,un modo colorato,ovattato,in una ambientazione quasi favolistica.
Film gradevolissimo da vedere,sicuramente meritevole dei riconoscimenti attribuiti.
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