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Ultimo aggiornamento lunedì 29 luglio 2019
La storia di Wladyslaw Strzeminski, vittima delle persecuzioni del regime comunista per non aver adeguato la sua arte astratta ai dettami del realismo socialista. In Italia al Box Office Il ritratto negato ha incassato 95,7 mila euro .
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Nella Polonia del 1948 l'artista e teorico dell'arte Władysław Strzemiński gode di fama e rispetto sia in patria che all'estero. Nella città natale di Łódź è docente all'Accademia di Belle Arti, membro dell'Unione degli Artisti e fondatore del Museo cittadino di Arte Moderna. Ha una figlia ancora bambina ma sveglia, una moglie gravemente malata in ospedale e una squadra di allievi adoranti. Il destino gli ha regalato un immenso talento artistico e uno spirito libero, ma gli ha portato via sia una gamba che un braccio. L'infermità non gli impedisce comunque la produzione di tele, così come il perfezionamento della teoria dell'Unionismo, di cui è il cofondatore. Ad ostacolarlo senza tregua è invece la radicalizzazione del comunismo, alla quale l'artista si oppone fino alla morte.
L'artista che celebra l'artista. L'opera del compianto Andrzej Wajda sul pittore connazionale Władysław Strzemiński è diventata involontariamente il suo testamento spirituale.
Ne avrebbe girati altri di film, anche da novantenne quale era, ma purtroppo il grande regista polacco ha deciso che era tempo di affidare alla Memoria il suo operato da irriducibile poeta per immagini della Storia, spesso tragica, del proprio Paese. Ironicamente, come lui è stato anche il pittore ritratto in Afterimage (Immagini residue): un uomo integro e visionario, una figura di riferimento per il suo tempo nonché profetica per l'avvenire.
Wajda considerava Strzemiński "uno degli artisti polacchi di maggior talento" e un resistente ad ogni imposizione dello stalinismo feroce di quegli anni. Il biopic che gli dedica è il condensato di un'esistenza devota all'arte e alla sua "protezione", ma anche un inno al perseguimento della libertà creativa ad ogni costo. Attraverso il racconto del pasionario Strzemiński, Wajda ripropone dunque i temi a lui cari "confezionati" in una rappresentazione coerente all'estetica formale del pittore celebrato.
Lo stile adottato, infatti, inneggia a un'essenzialità ai limiti del concettuale, esattamente come andava predicando uno dei teorici più vivaci dell'arte astratta. In questo senso il regista visualizza attraverso il segno cinematografico la comprensione teorica di Strzemiński, colui che per Wajda aveva "capito il sentiero dell'arte moderna". Da lodare la luce e i colori adottati nella fotografia di Paweł Edelman. Film importante, a tratti commovente e certamente definitivo.
IL RITRATTO NEGATO disponibile in DVD o BluRay |
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Nella Polonia de del 1948 , un artista , docente all'Accademia delle Belle Arti , non accetta di piegarsi alla radicalizzazione del comunismo ( realismo socialista tendente ad avvicinare le masse attraverso l'arte ) , fino a sacrificare tutto ciò che lo circonda , gli affetti più cari : la moglie, la figlia, l'allieva, se stesso.
Il film “Afterimage”, titolo internazionale, narra gli ultimi quattro anni della vita del pittore polacco Wladyslaw Strzeminski, una figura storica che aveva conosciuto Chagall, Malevic e Rodcenko. Siamo nel 1948 a Lodz, in Polonia. Varsavia è distrutta e Lodz funge da capitale de facto, buona parte degli apparati governativi e amministrativi nazionali avevano sede lì.
Polonia 1948. Il buonumore di una classe di studenti che apprendono l’arte di dipingere a olio durante una lezione all’aria aperta contagia l’insegnante, il pittore 55enne Strzeminsky (Boguslaw Linda), il quale, nonostante le gravi menomazioni subite nella prima guerra mondiale quando era sui venti anni - mano sinistra e gamba destra amputate - e l’età non più [...] Vai alla recensione »
Il testamento spirituale di Andrzej Wajda è un terribile atto d'accusa nei confronti della storia e delle falsificazioni ideologiche, dell'ipocrisia e dell'opportunismo troppo umani, ma anche un atto di fede nell'arte, ancor più nei Maestri, portatori di quella scintilla di speranza, anche nei periodi più tetri, che può divenire una fiaccola quando [...] Vai alla recensione »
Un film che si basa sulla storia di un artista nella società polacca e nella transizione dalla fine della seconda guerra mondiale alla democrazia. Ma quale democrazia? Un regime occhiuto soffoca ogni legittima aspirazione artistica e di libertà, in un socialismo reale interpretato dalla burocrazia meglio in Polonia che nella stessa madre patria.
Un film bellissimo. L'arte come libertà politica di pensiero e di religione
Una giovane pittrice arriva con tele e cavalletto su una collina affollata di artisti al lavoro. Cerca il professor Strzeminski, grande pittore e mutilato di guerra che in quel momento, ritto sulle stampelle (gli mancano una gamba e mezzo braccio), si trova con alcuni allievi in uno dei punti più alti di quel luogo idilliaco. Riconosciuta la giovane, l'artista le fa un cenno come per dire "arrivo". [...] Vai alla recensione »
Come sempre il cinema di Wajda non ritrae la Storia, ma la interroga, ed è per questo, esso stesso, una grande lezione di storiografia. In tempi di abbondanza di "film su fatti realmente accaduti" e "biopic" a tutto tondo, questo film così diverso è davvero un diamante sotto la cenere, parafrasando il titolo che rese famoso, in tutto il mondo, il regista polacco (Popió i diament, t.
Pochi altri cineasti hanno saputo modificare il corso della Storia come ha fatto lui. I suoi film - da I dannati di Varsavia a L'uomo di ferro - hanno contribuito a far cadere la cortina di ferro e a porre fine alla Guerra Fredda. E lui, Andrzej Wajda, cattolico polacco della stessa generazione di Karol Wojtyla, è diventato un'icona della Polonia post-comunista.
Vediamo solo quello di cui siamo consapevoli, e quello di cui siamo consapevoli non sono immagini reali, ma immagini residue - in polacco powidoki -, le sole davvero nostre. Questo insegna ai suoi allievi Wadysaw Strzemiski (Boguslaw Linda). E Powidoki è il titolo originale di Il ritratto negato (Polonia, 2016, 98'). Nel suo ultimo film, finito poco prima di morire, il novantenne Andrzej Wajda racconta [...] Vai alla recensione »
Artisti sotto la dittatura. In "Opera senza autore" Florian Henckel von Donnersmarck - il regista di "Le vite degli altri", spioni e spiati nella Germania dell'est - aveva romanzato la vita di Gerhard Richter. Prima il nazismo che mette al bando l'arte degenerata, poi il realismo socialista, ultima tappa Berlino dove va forte l'astrattismo (e il nostro eroe vorrebbe solo dipingere quel che il cuore [...] Vai alla recensione »
Terminato nel 2016, poco prima della morte dell'autore, arriva ora nelle sale "Il ritratto negato", ultimo lungometraggio del grande regista polacco Andrzej Wajda. Racconta gli ultimi anni del pittore Wladislaw Strzeminski. Nato a Minsk nel 1893, formatosi in Russia, dove aveva collaborato con Kandinskij, Malevic e Chagall, ai tempi della Rivoluzione d'ottobre, si era trasferito nel 1922 in Polonia [...] Vai alla recensione »
Ha il valore di un testamento poetico l'ultimo film di Wajda uscito nell'anno della sua scomparsa (2016), candidato all'Oscar Powidoki che esce ora nelle sale con il titolo Il ritratto negato, dove si raccontano gli ultimi due anni di vita (1950-52) di un celebre artista polacco dell'avanguardia, Wladislaw Strzeminski, morto di stenti, disperazione e tubercolosi per non essersi voluto piegare ai dettami [...] Vai alla recensione »
A due anni dalla sua uscita e dalla morte del regista Andrzej Wajda arriva in Italia il suo ultimo film, che ci fa conoscere un episodio sconosciuto della Polonia del dopoguerra. Il pittore e teorico dell'arte Wladyslaw Strzeminski è un grande esponente dell'Unionismo, ha lavorato con Chagall e Malevic e ha dato vita al museo d'arte moderna a Lodz, il secondo al mondo.
Ormai novantenne, Andrzej Wajda ha realizzato nel 2016 un'opera che si può definire testamentaria non solo perché è la sua ultima, ma perché è una summa poetica del suo cinema. Stavolta l'«uomo di marmo» è Wladyslaw Strzeminsk (1893 - 1952), fondamentale figura dell'avanguardia polacca prima che gli ottusi guardiani dell'ideologia saliti al potere nella Polonia sovietizzata del dopoguerra non facessero [...] Vai alla recensione »
Càpita così spesso che tendiamo a non farci più caso. Il titolo italiano è fuorviante. Non c'è un ritratto che sia negato, in quest'ultimo film di Andrzej Wajda. Anzi, il film riesce a esserlo in maniera convincente, e paradossale, un ritratto, del pittore e professore Wadysaw Strzemiski, anche se "in assenza", ovviamente, affidato all'incarnazione magnetica offerta dall'attore protagonista, Bogusaw [...] Vai alla recensione »
Ha fatto giusto in tempo, il grande Andrzej Wajda, a presentare al Festival di Gdynia, a fine settembre 2016, il suo ultimo film Il ritratto negato. Il maestro polacco di L'uomo di marmo e Katyn, 65 anni di splendida carriera da cineasta che va dalla palma d'Argento 1957 a Cannes per I dannati di Varsavia a quella d'Oro nel 1981 per L'uomo di ferro, il film su Walesa e Solidarnosc, dal Leone d'Oro [...] Vai alla recensione »
"Il titano polacco" ha combattuto fino alla fine per la dignità del suo Paese. La sua arma era il cinema, e in tutta la sua vita ha rifiutato la propaganda facile, per schierarsi contro la retorica di ogni regime totalitario. Prima il nazismo, poi il comunismo, e intanto la Polonia piangeva la sua libertà perduta. La capitale bruciava durante la guerra ne I dannati di Varsavia, il suo secondo film. [...] Vai alla recensione »
Con tre anni di ritardo arriva in sala l'ultimo film di Andrzej Wajda, presentato a Toronto nel 2016, un mese prima della sua morte. Visto oggi, sembra anticipare Opera senza nome: le disavventure dell'arte nel mondo del realismo socialista. Qui la vittima è un pittore astratto già affermato, Wadysaw Strzeminski, allievo di Malevic e fondatore del neoplasticismo con la moglie, la scultrice Katarzyna [...] Vai alla recensione »
La luce che entra dalla finestra e che gli serve per dipingere viene offuscata durante una manifestazione da un gigantesca bandiera su cui è stampato il ritratto di Stalin, e lui non esita a tagliarne la stoffa. Un atto sovversivo che dà inizio alla persecuzione del pittore Wadisaw Stzremiski, reo di non attenersi ai principi del realismo socialista che lo Stato polacco impone agli artisti.
È un film su cui si possono spendere molti aggettivi Il ritratto negato, opera postuma del grande regista Andrzej Wajda (deceduto il 9 ottobre 2016): nobile e austero, fiero e appassionato. E anche un po' deprimente. A causa della storia, che è quella - autentica - degli ultimi quattro anni (dal 1948 al 1952) di vita del pittore polacco Wladyslaw Strzeminski, nome meno noto di Malevich, Kandinsky e [...] Vai alla recensione »
Nella Polonia del dopoguerra, il noto pittore Wadysaw Strzemiski insegna all'Accademia delle Belle Arti di ód. Grande artista e coautore della teoria dell'Unismo, Strzemiski aveva acquisito fama già prima del secondo conflitto mondiale. I suoi studenti vedono in lui il "messia della pittura moderna", a differenza della Direzione universitaria e del Ministero della Cultura che ne hanno un'opinione [...] Vai alla recensione »
Il comunismo uccide. Come e forse peggio di tutte le altre dittature che certo non si sono risparmiate. Per informazioni chiedere ad Andrzej Wayda che con Powidoki mette in scena la drammatica vita di un artista polacco non allineato che paga con i soprusi e la vita la sua scelta di dissidenza. Uno squarcio di luce su un personaggio poco noto fuori dalle Polonia in un film decisamente bello quanto [...] Vai alla recensione »