Titolo originale | Manifesto |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Australia, Germania |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Julian Rosefeldt |
Attori | Cate Blanchett, Erika Bauer, Carl Dietrich, Marie Borkowski Foedrowitz Ea-Ja Kim, Marina Michael, Hannelore Ohlendorf, Ottokar Sachse, Ruby Bustamante, Ralf Tempel, Jimmy Trash, Andrew Upton. |
Uscita | lunedì 23 ottobre 2017 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,60 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 maggio 2021
Cate Blanchett protagonista di alcuni monologhi ispirati ai manifesti artistici della storia. In Italia al Box Office Manifesto ha incassato 81,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il Manifesto del Partito Comunista raccontato da un homeless, i motti dadaisti recitati da una vedova a un funerale, il Dogma 95 descritto da una maestra ai suoi alunni e così via. 13 personaggi diversi: ogni personaggio uno scenario, ogni scenario un movimento celebrato attraverso intensi monologhi. A dare corpo a queste parole una sola attrice: Cate Blanchett calata in 12 personaggi diversi. Lo si potrebbe definire in molti modi Manifesto. Uno di questi potrebbe essere: documentario.
Definire 'documentario' questa opera di Julian Rosefeldt rischia di essere molto riduttivo.
Non perché il genere documentario sia una forma minore di espressione mediale (il successo che sta meritatamente riscontrando in questi anni ne costituisce una testimonianza inattaccabile). Il fatto è però che in questa occasione si va oltre le regole che definiscono il genere per offrire allo spettatore un'esperienza unica.
Non a caso, prima di arrivare sul grande schermo, è nato come installazione. L'esperienza è unica perché una sola attrice ha prestato se stessa per fare esistere esseri umani contestualizzati in ambiti totalmente differenti l'uno dall'altro. Cate Blanchett ci aveva già dato grande prova di trasformismo interpretando Bob Dylan in Io non sono qui ma in questa occasione supera se stessa considerando anche il tempo ristretto (12 giorni) delle riprese.
Ma non si tratta di puro e semplice virtuosismo attoriale (che di per sé sarebbe comunque già sufficiente per apprezzare il film) perché l'obiettivo è decisamente elevato. Rosefeldt rilegge un gran numero di 'manifesti' per saggiarne la consistenza e la presa (se ancora c'è) sul rapporto odierno tra società, arte e vita quotidiana. Andiamo così da Marx a Lars Von Trier passando per Marinetti, Kandinsky, Apollinaire, Fontana, Breton, Éluard e innumerevoli altri. Le loro parole, le loro ribellioni (giovanili e non) vengono fatte proprie da una punk tatuata oppure da una CEO a una festa privata ma proprio questa apparente astrazione le fa risuonare con maggiore evidenza interpellandoci.
Non è obbligatorio sapere tutto del Futurismo o del Situazionismo così come del Surrealismo o del Minimalismo. Anzi, stranamente, ci si accorgerà che meno se ne sa più quelle invettive o quelle definizioni che non lasciano spazio ad alternative acquisiranno una energia che si fa nuova proprio perché ignorata. Il confronto e la riflessione saranno inevitabili e produttivi.
MANIFESTO disponibile in DVD o BluRay |
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"Manifesto" s'impone come un lungometraggio audace e ben riuscito. Un' opera d'arte. Fuori da schemi, canoni e predefinizioni (proprie purtroppo di molti lungometraggi) non risparmia lo spettatore in fatto di originalità e innovazione. In alcuni momenti smarrisce per la velocità, per le parole incisive, per quel vortice di annientamento dell'arte stessa.
Manifesto è un film (o documentario?) ambizioso, molto impegnativo e per intenditori. Ieri a Roma lo proiettavano solo in un’unica saletta di 60 posti (stretti) allo spettacolo pomeridiano. Schiacciata in seconda fila senza lo spazio per le gambe e con la testa rivolta all’insù non mi sono potuta gustare lo spettacolo come avrebbe meritato.
Acclamato al Sundance Film Festival e pensato inizialmente come installazione artistica, il video progetto artistico Manifesto finisce sul grande schermo per una tre giorni in cui sarà possibile ammirare appieno tutto il talento e la versatilità di un'attrice del calibro di Cate Blanchett.
Nel film si succedono con soluzione di continuità tredici diverse situazioni, personaggi, caratterizzazioni, performance ed espressioni artistiche che la vedono trasformarsi radicalmente di volta in volta. Il titolo preannuncia una galleria di manifesti, appunto, come quello del Partito Comunista raccontato da un homeless, il Dogma 95 spiegato da un'insegnante, o i motti dadaisti sulle labbra di una vedova a un funerale. L'incarnazione perfetta del camaleontismo magnetico di un'artista. Questo restituisce, sfrutta e porta al cinema Julian Rosefeldt, che ha girato il tutto in undici miracolosi giorni.
Nessuno stupore per chi conosce approfonditamente il percorso artistico di un'interprete che - come le sue migliori colleghe, da Tilda Swinton a Meryl Streep - ha fatto della continua metamorfosi un segno distintivo e un fil rouge che percorre instancabile i suoi vent'anni di carriera.
Impossibile non pensarla con la corona in testa e le vesti sfarzose di Elizabeth, il film che l'ha consacrata regalandole un personaggio memorabile che le valse il suo primo Golden Globe. Se nel thriller di Sam Raimi The Gift era l'inquietante visionaria Annie Wilson, nella saga di Il signore degli anelli sfoggiava vesti lunari nei fiabeschi panni di Dama Galadriel, con i boccoli lunghi, la coroncina in testa, le orecchie da elfo e una luce fuori dal comune che pareva emanare dall'interno.
Dodici personaggi in cerca di manifesto. Perché l'autore, in tal caso, viene a scomparire. Si stacca dalla medietà di certo cinema contemporaneo l'uber-manifesto dell'artista tedesco Julian Rosefeldt, ardito e arguto cantore di disgiunzioni audio/visive ad alto tasso semantico. Originato dalla propria omonima video installazione, Manifesto adotta il talento di Cate Blanchett in dodici performance opportunam [...] Vai alla recensione »
Dei grandi attori si dice che siano in grado di rendere interessante anche l'elenco telefonico. In Manifesto del regista e artista tedesco Julian Rosefeldt, Cate Blanchett si cimenta con materiale non molto allettante, trasformandolo grazie a un'interpretazione sorprendentemente divertente. Anzi, per la precisione, grazie a tredici interpretazioni. All'inizio Blanchett interpreta un senza tetto che [...] Vai alla recensione »