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La resurrezione di Superman

Incontro con realizzatori e cast di L'uomo d'acciaio.
di Robert Bernocchi

In foto i protagonisti de L'uomo d'acciaio, a Taormina per presentare il film.
Henry Cavill (Henry William Dalgliesh Cavill) (41 anni) 5 maggio 1983, Jersey (Gran Bretagna) - Toro. Interpreta Clark Kent / Superman nel film di Zack Snyder L'uomo d'acciaio.

martedì 18 giugno 2013 - Incontri

Non era un compito facile riportare sullo schermo Superman. Solo sette anni fa, usciva la versione di Bryan Singer, che però non otteneva i risultati di pubblico che è lecito attendersi da un personaggio cosi popolare. Ecco allora arrivare Zack Snyder, che di remake (L'alba dei morti viventi), adattamenti di fumetti (Watchmen) e 3D (Il Regno di Ga'Hoole - La leggenda dei guardiani) se ne intende. Ma quelli erano gli obiettivi dei realizzatori all'inizio di questa avventura, che ha portato alla creazione de L'uomo d'acciaio, già partito forte negli Stati Uniti con 123 milioni di dollari nel primo weekend? Ce ne parlano nella splendida cornice del festival di Taormina, dove hanno presentato il loro lavoro.

Non ha dubbi il produttore Charles Roven: "abbiamo cercato di portare Superman nel ventunesimo secolo. Il film originale di Donner è stato realizzato in un'epoca più semplice, in cui si potevano tratteggiare i personaggi in bianco e nero. Noi dovevamo mostrare anche le sfumature, in particolare nei cattivi".

Approfondisce il discorso la sua collega Deborah Snyder. "Il problema del Superman classico, è che rendeva difficile per il pubblico riconoscersi, visto che era un uomo perfetto. Qui invece lo mostriamo in un viaggio di scoperta, mentre deve affrontare tanti problemi legati alla sua diversità, quindi è più facile per la gente rapportarsi con lui".

Dei film originali parla anche il nuovo uomo d'acciaio, Henry Cavill. "Le pellicole di Donner giocavano con la sospensione dell'incredulità, per cui Lois Lane non riconosceva Superman quando vedeva Clark Kent, solo perché lui portava un paio di occhiali. Non invece volevamo creare un maggiore realismo e per il quello il rapporto tra i due si sviluppa in maniera differente da quello che siamo abituati a vedere".

Ma in questo realismo, non mancano i riferimenti importanti, come rivela il regista Zack Snyder. "Non è certo un caso che il nostro Superman abbia 33 anni e tutti lo vogliano uccidere. La citazione della vita di Cristo è evidente, ma ce lo potevamo permettere, perché qui funziona bene. Con tanti altri supereroi, questa metafora non sarebbe stata efficace".

A questo punto, dopo l'ottimo risultato americano, viene naturale chiedere a Snyder cosa ci riserva il futuro, magari un sequel di questo film o la pellicola tanto attesa dedicata alla Justice League. "Non è mai troppo presto per parlare di certi progetti, certo è che abbiamo messo tutte le idee che avevamo in questo film, quindi adesso cosa possiamo fare? Comunque, anche se dopo il successo di Avengers c'è grande voglia di compiere la stessa operazione con l'universo della DC Comics e portare sullo schermo la Justice League, non mi sono certo sentito costretto a mettere altri personaggi in questo film, allo stesso modo in cui Nolan non ha certo inserito Aquaman nei suoi Batman".

Amy Adams conferma come l'idea di mostrare le difficoltà di Superman da giovane funzioni bene. "Molti adolescenti potranno riconoscersi in questi problemi. In effetti, anch'io da ragazzina mi sentivo strana e ancora adesso preferisco stare con un piccolo gruppo di persone, lontana dalla folla". Intanto, fa piacere sapere che il suo progetto sulla vita di Janis Joplin sta andando avanti, magari potrebbe essere il film che le farà vincere l'Oscar dopo 4 nomination senza successo.

Tocca invece a Russell Crowe la consueta domanda in conferenza stampa su quali sono i giovani registi italiani che conosce e apprezza, ma lui sapientemente riesce a dribblarla. "Talmente tanti che è impossibile ricordarli tutti". L'attore conferma anche di non aver visto i film di Richard Donner, cosa piuttosto strana per chi all'epoca del primo episodio aveva 14 anni.

Anche Michael Shannon ha una rivelazione da fare. Lui i film originali li ha visti quando sono usciti, ma in realtà era un fan di Guerre stellari. Poi, si sofferma sui personaggi di Zod e di Faora-Ul. "Non credo che normalmente sarebbero cosi violenti, ma in questa situazione, le circostanze richiedono misure estreme e loro hanno nel DNA uno spirito guerriero. Per questo, sono due personaggi tragici, che non hanno possibilità di scelta".

Un'opinione condivisa anche dall'attrice tedesca Antje Traue, finora (poco) nota per un ruolo in Pandorum - L'universo parallelo e che racconta come è stata selezionata per la pellicola. "Ero a Berlino e ho saputo del cast del film, cosi ho registrato la mia audizione e l'ho inviata. Ovviamente, pensavo di non avere nessuna speranza, ma invece dopo un po' mi hanno contattata e mi hanno chiesto di venire a Los Angeles".

Comunque, per uno dei massimi simboli a stelle e strisce, è curioso avere un cast formato da un inglese (Henry Cavill) nei panni di Superman, come suoi genitori nel film un australiano/neozelandese (Russell Crowe) e un'israeliana (Ayelet Zurer), un'attrice nata in Italia (Amy Adams) per la nuova Lois Lane e un'interprete tedesca come villain di Krypton. Sicuramente una coincidenza, ma molto efficace per la promozione mondiale del film.

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