Gran Torino

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Un film di Clint Eastwood. Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Christopher Carley.
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Azione, durata 116 min. - USA 2008. - Warner Bros Italia uscita lunedì 15 novembre 2021. MYMONETRO Gran Torino * * * 1/2 - valutazione media: 3,60 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
vik domenica 22 marzo 2009
la solitudine in una società che cambia Valutazione 4 stelle su cinque
59%
No
41%

x antonella e aldo Posso capire chee le persone hanno gusti personali e specifici ke nn devono corrispondere per forza con tutti gli altri ,ma dire cose inesistenti e senza fatti vuol dire parlare a vanvera.Si è parlato di Lettere da iwo jima,e nello stesso tempo parli di razzismo?E chi mai ha avuto il coragio di girare un film su una prospettiva "nemica" della guerra in lingua originale cosi splendidamente... e poi per dire in quel film abbiamo visto o no du scene dove si presentano americani.è estremamente ridcolo parlare di razzismo per un regista che nei sui film ha trattato le tematiche più importanti,più attuali della nostra società,con coraggio,sentimento,e professionalità come pochi. [+]

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westgate martedì 24 marzo 2009
non ha bisogno di commenti. Valutazione 5 stelle su cinque
55%
No
45%

Semplicemente meraviglioso, un tema duro da affrontare raccontato in maniera "leggera" e allo stesso tempo drammatica, come pochi maestri sanno fare. Easwood, dopo "Lettere da Iwo Jima", riprende la tematica del razzismo ma questa volta ce la porta di fianco a casa rendendola così più reale e tangibile, con il rigore formale che contraddistingue i suoi film da regista: sembra quasi un'ossessione maniacale, nulla è lasciato al caso, tutto è perfettamente bilanciato per regalare emozioni e farci pensare ma senza diventare morboso, senza ricorrere a facili eccessi. <> E' un dispiacere vedere che tante persone hanno espresso giudizi negativi su questo film portando argomentazioni del tutto prive di fondamento: in che modo potrebbe fomentare la violenza e il razzismo? In quale parte si farebbe propaganda alla giustizia personale? Al di là del fatto che il film possa essere piaciuto o meno, penso sia il caso di fermarsi un attimo a riflettere prima di scrivere certe cavolate. [+]

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everbigod venerdì 27 marzo 2009
un ritratto indelebile Valutazione 4 stelle su cinque
58%
No
42%

Walt Kowalski è un anziano vedovo che vive in periferia. E' un veterano della guerra in Corea ed ha per vicini degli asiatici. Ama il suo cane, la birra e una splendida auto, modello Gran Torino, curata e accudita quasi fosse una figlia. Odia i suoi vicini e non si fa scrupoli a farglielo capire. Il giorno in cui il giovane Thao, interpretato da Bee Vang, spinto dalla gang del cugino si introduce nel suo garage per rubargli l'auto riesce a farlo fuggire, ma ben presto le cose cambiano. Si affeziona al destino del giovane Thao e riceve dalla comunità coreana tutto l'affetto e il rispetto che i suoi figli e nipoti gli negano. Walt è un vecchio burbero e insofferente ai "topi di fogna"che gli girano intorno ma non ama l'ingiustizia e quando tutto si complica sarà lui a fare giustizia per tutti e a riscattare se stesso. [+]

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andrea bongiovanni giovedì 9 aprile 2009
la fine del far west Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

Una cosa in particolare mi è piaciuta di quest’ultima opera - canto del cigno? - del vecchio Clint: il rifiuto, finalmente, del mito americano dell’individuo che si fa giustizia da sé, del giustiziere solitario, mito forte e radicato nella cultura statunitense, legato strettamente alla legittimità dell’uso - e abuso - privato delle armi. Un mito che affonda nella storia dei pionieri, del far west, di uno Stato giovane che cresce e si espande, e conquista, e stermina, più per iniziativa privata, della “società civile”, che per pianificazione pubblica, fin dai padri pellegrini del Mayflower. Un mito che Eastwood ha sempre sposato, che io ricordi, anche nel recente e pur bellissimo “Mystic river”, dove il ristabilimento dell’ordine, anche se in modo tragicamente sbagliato, è affidato alla vendetta personale. [+]

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[+] mah... (di ugobagna)
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/bizzarrevisioni.iobloggo.com martedì 14 aprile 2009
il capolavoro quando meno te l'aspetti Valutazione 5 stelle su cinque
80%
No
20%

Se un buon film (americano) si giudicasse solamente dal numero di oscar portati a casa, Gran Torino sarebbe un film minore nella carriera di Eastwood. Diciamo subito che non è così: Gran Torino è un Gran Film. Walt Kowalski, scorbutico settantenne, ultimo superstite di un’America ormai estinta (paese anche per vecchi), è la summa di ciò che Eastwood ha rappresentato nell’immaginario iconografico statunitense: un po’ ispettore Callaghan, diviso tra buoni propositi e cattive maniere, un po’ cowboy, sempre pronto ad ingaggiare duelli nel nuovo west, quello delle periferie cittadine infestate dalle gang. Rimasto ormai l’unico americano del quartire (in realtà anche lui di origine polacche) passa le giornate nel suo microcosmo fatto di birre e giardinaggio, presidiando la sua casa come un fortino minacciato dai vicini asiatici, gli stessi che combattè quarant’anni prima nella guerra di Korea. [+]

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paolorol mercoledì 15 aprile 2009
questa è l'america,brutta,sporca & cattiva! Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

Consiglio a chiunque si sia fatto convincere che l'America è la terra promessa di dare uno sguardo a questo realistico film. Il 95% della gente vive in catapecchie squallide e fatiscenti (da noi le chiamiamo "baracche",quelle casupole in legno che si incendiano in continuazione e sono spazzate via dal primo tornado). Le armi si comprano al supermercato senza ricetta medica. Gli abitanti sono brutti e obesi. La cultura è quella dei reality tv. E il personaggio così ben descritto e interpretato da Eastwood è ben calato in questo universo povero e fragile, dove diventare fascisti,razzisti o nazisti è un gioco da ragazzi, basta entrare in contatto con la marginalità e sentirsi soli e abbandonati dalle istituzioni. [+]

[+] ottima analisi (di mauro)
[+] ho qualche dubbio sul realistico (di micetto)
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tommynini mercoledì 15 aprile 2009
gran torino,grande clint Valutazione 4 stelle su cinque
64%
No
36%

Straordinario film del vecchio Clint,bellissima la sceneggiatura basata su di una storia semplice densa di aspetti psicologici,inutile raccontare la trama,si tratta della vecchiaia con tutte le implicazioni che essa comporta,solitudine ,abbandono,speranza di una vita serena negata.Poi improvvisamente due fratelli riaccendono la gioia di vivere e di morire per una causa.Interpreti eccezzionali giovanissimi,tante volte si dimentica quanto siano difficili le parti dei cattivi,ecco qui troviamo dei ragazzi imbattibili come recitazione,è un film sul razzismo e sui nefasti preconcetti che lo accompagna ,insomma un film memorabile.Nel film CLint ritorna per un attimo nelle vesti dell'ispettore Callaghan,un piccolo cammeo delizioso che strizza l'occhio alla spettatore. [+]

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lunetta giovedì 30 aprile 2009
clint è una certezza... Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

...la certezza di vedere sempre un ottimo film. Non è un film da oscar, come million dollar baby, ma è così pulito, asciutto (come un cowboy?) nella narrazione; non ci sono parole di troppo, non ci sono sconti. I deboli in america pagano: non si può essere ragazzi adolescenti e badare più ai fiori che non a farsi una reputazione da bullo. Clint è un razzista, misantropo, ma è anche un cavaliere senza paura, neanche quella di morire di tumore, con qualche macchia (quella del soldato che in corea ha ucciso per ordini superiori), ma, come tutti i cavalieri, schierato dalla parte dei deboli e degli oppressi. Un pò triste il rapporto con i figli e nipoti: troppo arido. Ma forse lui sa bene che loro, i ragazzi americani ricchi e annoiati, non hanno alcun bisogno di un cavaliere povero in canna.

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lisbeth domenica 30 agosto 2009
ancora su gran torino Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Clint riempie la scena per tutta la durata del film, personaggio e interprete gigantesco, rinnova i fasti di un genere epico/tragico in cui l’eroe, solitario, attraversa lo spazio scenico dominandolo e plasmandolo a sua misura. Walt Kowalski (citazione da Brando del Tram che si chiama Desiderio) prende le distanze da tutti (“non chiamarmi Walt, io sono il signor Kowalski”), vive da vecchio misantropo reduce dagli incubi della guerra in Corea, di cui conserva cimeli e angosce non rimosse, dove “ti danno una medaglia per aver ucciso un uomo” e la cosa peggiore che fai “non è quella che ti hanno ordinato di fare”. Emblematico quel gesto, ripetuto, di sparare solo con la mano. Walt guarda con odio i vicini vietnamiti (“musi gialli”), membri di un’etnia Hmong trascinata lì dalla guerra del Vietnam in cui erano stati alleati degli americani, osserva con malcelato fastidio i nipoti deficienti con piercing, i figli, grossi e ottusi borghesi, il pretino infervorato che vorrebbe ricondurlo all’ovile e che sopporta solo per il ricordo dell’adorata Dorothy (il suo funerale apre il film sommessamente). [+]

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el tronco lunedì 8 marzo 2010
old cowboy, young heart Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Il vecchio Clint si conferma, dopo averci regalato pellicole del calibro di “Mystic River” e “Million Dollar Baby”, tanto per citarne alcune, uno dei più grandi registi (e interpreti) viventi.“Gran Torino”, segna il proseguimento della sua cine-meditazione sociologica/filosofica/metafisica sulla civiltà odierna. Una meditazione che oggi, con questa sua nuova uscita, si è fatta sociologica in primis, dato che il film comincia a strutturarsi trattando della diffidenza e del pregiudizio verso ciò che (apparentemente) non fa parte di noi, incarnato qua nel vicino dagli occhi a mandorla. Ma dire che il regista si è fermato a questo punto, sarebbe riduttivo, e non possiamo ignorare i continui riferimenti alla solitudine senile e allo scetticismo religioso, per non parlare della psicologia da reduce di guerra, che offrono interessanti spunti dell' Eastwood-pensiero. [+]

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