moviesaddicted
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martedì 7 maggio 2013
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quando clint fa clint
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E che gli vuoi dire a Clint? Un film belissimo. Come sempre Estwood toglie, non aggiunge e il film ti regala momenti di puro cinema. Una faccia che non vedevo da Sergio Leone, una regia superba, una storia commovente e calata nel contesto americano di periferia tra problemi di integrazione e violenza si, forse con qualche forzatura, ma decisamente ottima. Bene hanno fatto i Gorillaz a dedicargli un singolo perchè come attore e regista è un'icona.
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shiningeyes
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martedì 16 aprile 2013
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un duro un po' meno duro
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Questa volta, Clint decide di esplorare i temi del razzismo, delle divisioni culturali e della triste perdita di valori della gioventù americana.
Essa avviene in una storia complessa e ben sceneggiata, raccontata attraverso gli occhi di un vecchio burbero razzista veterano di guerra, Walt Kovalski, interpretato da Clint alla sua vecchia maniera, sempre efficace. L'anziano, ma grintoso Walt, dovrà fare i conti con la sua situazione di solitudine, dopo la morte dell'amatissima moglie, e la troverà nella, inizialmente, odiatissima famiglia Hmong immigrata, sua vicina di casa. Dopo aver strappato il giovane Tao dalle grinfie di una baby gang capeggiata da suo cugino, Walt si troverà nelle grazie della famiglia di Tao, e quest'ultimo, si troverà sotto la sua ala protettrice, guadagnandosi la sua amicizia e stima.
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Questa volta, Clint decide di esplorare i temi del razzismo, delle divisioni culturali e della triste perdita di valori della gioventù americana.
Essa avviene in una storia complessa e ben sceneggiata, raccontata attraverso gli occhi di un vecchio burbero razzista veterano di guerra, Walt Kovalski, interpretato da Clint alla sua vecchia maniera, sempre efficace. L'anziano, ma grintoso Walt, dovrà fare i conti con la sua situazione di solitudine, dopo la morte dell'amatissima moglie, e la troverà nella, inizialmente, odiatissima famiglia Hmong immigrata, sua vicina di casa. Dopo aver strappato il giovane Tao dalle grinfie di una baby gang capeggiata da suo cugino, Walt si troverà nelle grazie della famiglia di Tao, e quest'ultimo, si troverà sotto la sua ala protettrice, guadagnandosi la sua amicizia e stima. Purtroppo, la baby gang deciderà di commettere malefatte che faranno imbestialire Walt, che ormai malato di cancro all'ultimo stadio, deciderà di passare all'azione per redimersi dai suoi peccati (uccisioni ingiustificate durante la guerra di Corea) che non lo hanno mai lasciato in pace.
Oltre a trovarci di fronte ad una strepitosa sceneggiatura, ci troviamo di fronte anche, un personaggio di eccezionale caratura e tremendamente ammirevole come Walt; ogni sua battuta è ormai citazione. E vero che è una vita che Clint ricicla il suo stesso personaggio, ma questa volta lo aggiorna e lo rende un po' più sensibile e umano, ci fa vedere anche che, lo stesso attore sembra essere afflitto da una vecchiaia che non si riesce più a nascondere dalla sua mitica figura di duro.
Ma levando il lavoro di valore effettuato dalla regia e dal carattere impersonato da Clint, c'è da premiare l'ottima prova di Bee Vang, che sembra tutt'altro che intimorito nel recitare accanto ad una leggenda come Clint; spero di vederlo nuovamente al lavoro, il ragazzo.
“Gran Torino” è l'ennesima prova di qualità di un regista capace di raccontarci storie di notevole complessità e importanza, che sanno sempre come farci riflettere nel modo giusto. Facendoci sperare che continui a fare film per altri 10 anni, età permettendo.
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toty bottalla
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martedì 16 aprile 2013
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la coscienza sapiente del burbero!
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Ancora clint, ancora eastwood a regalarci la visione di un bel film, qui, in un personaggio complesso in evoluzione durante il corso del racconto, il burbero un pò razzista che però sceglie sempre il bene annullando poi il pregiudizio spendendo la fine della sua vita per giusta causa, recuperando, in fondo, quella medaglia regalata prima a thao, ora si, simbolo di eroismo, sceneggiatura essenziale e in certi casi poco marcata, del bel film di eastwood non mi piace il titolo, e chi se ne frega, direte voi...appunto! Saluti.
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darkenry
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giovedì 17 gennaio 2013
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un grandioso eastwood
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Gran Torino è un film drammatico del 2008 diretto da Clint Eastwood. La trama parla di Walt Kowalski, polacco reduce dalla guerra del Vietnam e operaio in pensione di una fabbrica di automobili, che vive in un quartiere abitato da orientali che lui non vede di buon occhio. Soprattutto i suoi vicini che sono immigrati Hmong del sud-est asiatico. Quando però una banda giovanile inizierà a prendersela contro di loro, Walt dovrà accorrere in loro difesa. Il film riesce ad avere sullo spettatore un enorme impatto emotivo e riesce anche a far ridere e piangere nello stesso momento. Fantastica l'interpretazione di Clint Eastwood che riesce a farci conoscere bene il suo personaggio, grottesco ma senza mai esagerare.
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Gran Torino è un film drammatico del 2008 diretto da Clint Eastwood. La trama parla di Walt Kowalski, polacco reduce dalla guerra del Vietnam e operaio in pensione di una fabbrica di automobili, che vive in un quartiere abitato da orientali che lui non vede di buon occhio. Soprattutto i suoi vicini che sono immigrati Hmong del sud-est asiatico. Quando però una banda giovanile inizierà a prendersela contro di loro, Walt dovrà accorrere in loro difesa. Il film riesce ad avere sullo spettatore un enorme impatto emotivo e riesce anche a far ridere e piangere nello stesso momento. Fantastica l'interpretazione di Clint Eastwood che riesce a farci conoscere bene il suo personaggio, grottesco ma senza mai esagerare.
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spike
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martedì 4 dicembre 2012
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capolavoro.
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Un film semplice, onesto, intenso. Clint ha girato il suo capolavoro assoluto. Il cinema, made in USA, duro e puro come lo intendevano i maestri del passato.
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massimo49
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venerdì 30 novembre 2012
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quando la vecchiaia è giovinezza.
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Un Clint in gran forma, con lo sguardo duro che nasconde tante amarezze, tante frasi non dette. Un uomo che mostra la sua aggressività come un cavaliere mostrava la propria armatura. In realtà un cuore buono e dolce, pronto al sacrificio estremo pur di far trionfare la giustizia. Si esce dal cinema sereni e consapevoli che questo mondo non è ancora precipitato a Sodoma e Gomorra. C'è ancora speranza e questo barlume di luce viene da un vecchio legionario che non ha mai rimosso la tragedia di aver ucciso un nemico coreano in guerra. Nella sua catarsi, finalmente trova la pace interiore e l'armonia ricercata inutilmente per tutta la vita. Un vero capolavoro, degno del migliore John Ford, un angelo dalla scorza dura.
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pattie
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giovedì 22 novembre 2012
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grazie clint
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Difficile restare indifferente.
Ho iniziato la visione di Gran Torino controvoglia, condizionata da un pregiudizio, i pochi cenni di trama che avevo letto su un giornale non mi avevano convinto: un protagonista vecchio, niente azione, nessuna storia d'amore....
Quale colossale abbaglio e che meravigliosa rivelazione!
Mi sono sorpresa a simpatizzare con lo scorbutico e intrattabile "vecchione" polacco, a ridere delle sue occhiatacce ai vicini, ai nipoti, alla vita.
Gradissimo, monumentale personaggio, ricco di risvolti psicologici profondi e imprevisti, pennellato con maestria e delicatezza dall'esperienza e dalla sensibilità di Clint Eastwood che ormai è certamente un Maestro della sceneggiatura, della regia e della recitazione, del linguaggio cinematografico.
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Difficile restare indifferente.
Ho iniziato la visione di Gran Torino controvoglia, condizionata da un pregiudizio, i pochi cenni di trama che avevo letto su un giornale non mi avevano convinto: un protagonista vecchio, niente azione, nessuna storia d'amore....
Quale colossale abbaglio e che meravigliosa rivelazione!
Mi sono sorpresa a simpatizzare con lo scorbutico e intrattabile "vecchione" polacco, a ridere delle sue occhiatacce ai vicini, ai nipoti, alla vita.
Gradissimo, monumentale personaggio, ricco di risvolti psicologici profondi e imprevisti, pennellato con maestria e delicatezza dall'esperienza e dalla sensibilità di Clint Eastwood che ormai è certamente un Maestro della sceneggiatura, della regia e della recitazione, del linguaggio cinematografico.
Il film prende le mosse da un funerale e si chiude con un altro funerale, poche settimane di vita intensa in mezzo che fanno trovare a due giovani asiatici la forza per affrontare la vita e al vecchio Kowalski la forza per affrontare la morte; legati strettamente gli uni all'altro dell'amore che nasce dal rispetto reciproco e dalla cura.
Alla fine non fa male la conclusione anzi mi è apparsa logica, naturale, addirittura poetica.
Ho rivisto mio nonno, la sua imponenza fisica, la sua fermezza, la sua ironica testardaggine, i suoi occhi severi che mi amavano tanto.
Grazie Clint.
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lucac1993
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sabato 17 novembre 2012
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eccezionale capolavoro del grande clint
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Uno straordinario capolavoro partorito dal Maestro dagli occhi più glaciali di Hollywood! Gran Torino è un film davvero da non perdere!
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4ng3l
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venerdì 21 settembre 2012
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l'essenza della grandezza in un solo film
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Un film enorme, per bellezza, qualità e spietato realismo. Non viene tralasciato niente e ciò che colpisce insieme alle altre caratteristiche tecniche, è la semplicità, ovvero la totale assenza di elementi artificiali in ogni singola scena. Non c'è finzione, c'è solo la vita, la dura vita raccontata in maniera diretta ed emozionante come quasi nessun film ha mai saputo fare. Clint Eastwood immortale, una recitazione potente ed equilibrata, che narra un personaggio complesso ma grande davvero grande, fuori e dentro. Ti fà percepire le difficoltà ed il sentimento, che nel bene o nel male avvolge quasi tutti i protagonisti. Non si può non farsi stringere dall'energia che questo film trasmette, senza dimenticare riflessioni sul tema sociale e politico che lasciano ampiamente il segno.
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Un film enorme, per bellezza, qualità e spietato realismo. Non viene tralasciato niente e ciò che colpisce insieme alle altre caratteristiche tecniche, è la semplicità, ovvero la totale assenza di elementi artificiali in ogni singola scena. Non c'è finzione, c'è solo la vita, la dura vita raccontata in maniera diretta ed emozionante come quasi nessun film ha mai saputo fare. Clint Eastwood immortale, una recitazione potente ed equilibrata, che narra un personaggio complesso ma grande davvero grande, fuori e dentro. Ti fà percepire le difficoltà ed il sentimento, che nel bene o nel male avvolge quasi tutti i protagonisti. Non si può non farsi stringere dall'energia che questo film trasmette, senza dimenticare riflessioni sul tema sociale e politico che lasciano ampiamente il segno.
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ultimoboyscout
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sabato 25 agosto 2012
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la lezione del diavolo bianco.
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Uno dei film del regista che preferisco, di quello che mi hanno emozionato come solo un burbero sa fare, con un personaggio che si è magnificamente cucito addosso. Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, conduce una vita solitaria, è vedovo, ha pessimi rapporti coi figli e le loro famiglie, detesta il giovane prete che lo tartassa per portarlo in chiesa ma soprattutto è "circondato" da immigrati orientali che ormai popolano il suo quartiere nel quale vive col cane e l'amata Gran Torino e dal quale non se ne vuole andare. Conoscerà, forzatamente, il giovane vicino di casa orientale che come rito di iniziazione ha ricevuto l'ordine di rubargli la macchina: da li la sua vita cambierà profondamente, inizierà ad insegnare la vita al ragazza e riceverà in cambio il suo affetto e la sua stima oltre a quella della sorella che gli insegnerà a non rifiutare il diverso.
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Uno dei film del regista che preferisco, di quello che mi hanno emozionato come solo un burbero sa fare, con un personaggio che si è magnificamente cucito addosso. Walt Kowalski è un reduce della guerra di Corea, conduce una vita solitaria, è vedovo, ha pessimi rapporti coi figli e le loro famiglie, detesta il giovane prete che lo tartassa per portarlo in chiesa ma soprattutto è "circondato" da immigrati orientali che ormai popolano il suo quartiere nel quale vive col cane e l'amata Gran Torino e dal quale non se ne vuole andare. Conoscerà, forzatamente, il giovane vicino di casa orientale che come rito di iniziazione ha ricevuto l'ordine di rubargli la macchina: da li la sua vita cambierà profondamente, inizierà ad insegnare la vita al ragazza e riceverà in cambio il suo affetto e la sua stima oltre a quella della sorella che gli insegnerà a non rifiutare il diverso. "Gran Torino" riprende temi vecchi e sempri cari al regista, quelli affrontati con successo in "Mystic river" e "Million dollar baby", ovvero la presa di coscienza della responsabilità dei padri (veri o mentori) nei confronti dei figli, confrontandosi da vicino con un altro tema sempre più ricorrente nei film di Eastwood, la morte. Si concede qualche sprazzo da commedia pura, la violenza esplode all'improvviso investendo in pieno lo spettatore messo di fronte alle ingiustizie che la vita riserva, è un film commovente in linea con le ultime opere del regista riuscendo a far convivere temi scottanti con una leggerezza assolutamente inusuale per film di genere, coniuga l'odio con la tenerezza, la tensione con l'ironia e si apre con un funerale e chiude il cerchio con un secondo funerale. Commuove ma senza melassa, utilizza parolacce ma non appare mai volgare e non si capisce (e non è la prima volta che accade...) perchè agli Oscar sia stato ignorato a favore dell'altro film celebrato del regista "Changeling". Eastwood riesce a mettere in rilievo i lati più profondi, oscuri e meno esposti dell'animo umano, lo fa con estrema forza ma con altrettanto estremo garbo, con l'auto che rappresenta il perfetto alter ego del protagonista. Eastwood si avvale della collaborazione di uno sceneggiatore esordiente, Nick Schenk (complimenti davvero!) e ci regala un finale struggente in cui si susseguono colpa e perdono in un poetico crescendo. Stupendo il limbo che ci viene presentato, quello in cui Walt vive, rosicchiato dal rimorso e spaventato, anzi terrorizzato, dal futuro, che poi è lo stesso in cui vive in maniera diversa Thao. Film importante, necessario, spiazzante e maestosamente devastante, in Wat Kowalski Clint Eastwood raccoglie il meglio dei suoi personaggi storici e questo film, tra i suoi capolavori non solo cinematografici ma soprattutto morali, segna un'epoca chiudendola.
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