manuel m.72
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sabato 16 maggio 2009
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un uomo con la u maiuscola
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Gran Torino è la parabola di un uomo che realizza sé stesso nella sua fragilità. Un uomo che - stupidamente - prende a pugni la vita e poi - sapientemente - sorride alla morte. Un uomo che sputa sangue e alla fine lo raccoglie, come un cane che fa i suoi bisogni e poi se li mangia, per non sporcare. Un uomo, in altre parole, con la sua dignità, di essere umano, fallace ed eroe. Un uomo che impara ad amare sé stesso odiando gli altri, ed arriva ad amare gli altri più di sé stesso. Un uomo morto, come tanti, che risorge dalla morte, come pochi. Il messaggio è divino, di redenzione, contro e per l’America di oggi, che non perdona: odia pure, quanto vuoi, perché tanto amerai, più di ogni tuo volere.
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manuel m.72
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venerdì 15 maggio 2009
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un uomo con la u maiuscola
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Gran Torino è la parabola di un uomo che realizza sé stesso nella sua fragilità. Un uomo che - stupidamente - prende a pugni la vita e poi - sapientemente - sorride alla morte. Un uomo che sputa sangue e poi lo raccoglie, come un cane che caga e poi se la mangia, per non sporcare. Un uomo, in altre parole, con la sua dignità, di essere umano, fallace ed eroe. Un uomo che impara ad amare sé stesso odiando gli altri, ed arriva ad amare gli altri più di sé stesso. Un uomo morto, come tanti, che risorge dalla morte, come pochi. Il messaggio è divino, di redenzione: odia, quanto vuoi, perché amerai, oltre ogni tuo volere.
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gabriella
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giovedì 14 maggio 2009
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la collera e il perdono
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Clint Eastwood ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper recitare, tant'è che alcuni tra i suoi personaggi interpretati sono diventati leggenda nella storia del cinema, ma si conferma, oggi più che mai regista e interprete di altissimo livello e notevole spessore.
Il suo è un cinema corale, classico, di quello che sa scavare profondamente dentro l'animo umano e che mette a nudo senza reticenza alcuna, miserie e nobiltà.
Walt Kowalscky è un uomo che l'età ha reso stizzoso e insofferente a un mondo che sta cambiando, che si porta appresso le cicatrici della guerra in Corea e che guarda con disprezzo i suoi vicini di casa orientali. Del resto ha anche un pessimo rapporto con i suoi figli e con i nipoti e la perdita della moglie accentua il suo carattere collerico aumentando le distanze con la sua famiglia.
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Clint Eastwood ha dimostrato nel corso della sua carriera di saper recitare, tant'è che alcuni tra i suoi personaggi interpretati sono diventati leggenda nella storia del cinema, ma si conferma, oggi più che mai regista e interprete di altissimo livello e notevole spessore.
Il suo è un cinema corale, classico, di quello che sa scavare profondamente dentro l'animo umano e che mette a nudo senza reticenza alcuna, miserie e nobiltà.
Walt Kowalscky è un uomo che l'età ha reso stizzoso e insofferente a un mondo che sta cambiando, che si porta appresso le cicatrici della guerra in Corea e che guarda con disprezzo i suoi vicini di casa orientali. Del resto ha anche un pessimo rapporto con i suoi figli e con i nipoti e la perdita della moglie accentua il suo carattere collerico aumentando le distanze con la sua famiglia.Tutto cambia quando il figlio dei suoi vicini, istigato da una banda di balordi , cerca di rubargli l'auto che Walt conserva gelosamente in garage, la sua Gran torino.
Dopo la prima furibonda reazione, Walt comincia a familiarizzare con i suoi vicini che dimostrano di apprezzarlo e stimarlo nonostante il suo carattere scontroso e burbero, quelle persone, delle quali all'inizio non sopportava l'intrusione, diviene la sua famiglia e per il ragazzino, "ladro mancato", diventa una specie di padre.Alla fine della sua vita, Walt compie il più grande atto d'amore che un uomo possa dare, trovando la pace che per tutta la vita aveva cercato.
Film da non perdere, bellissimo, intenso , grande cinema.
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oldboy2006
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mercoledì 13 maggio 2009
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l'ennesima conferma: grande cinema...
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Un film personale e maturo. Una storia apparentemente buonista ma estremamente vera e profonda. Un grande Clint Eastwood. Splendida la canzone finale.
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houssy
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mercoledì 13 maggio 2009
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gran torino: gran film
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Che film! Che grande, grandissimo film! Quando si emerge dalla visione di questo capolavoro, per qualche minuto si resta muti, attoniti, sordi agli stimoli del mondo civilizzato, poi la voglia di condividere quello che si ha appena visto diventa incontenibile. Verrebbe voglia di fermare i passanti per strada per raccontare loro la bellissima parabola di Gran Torino, per guardarli negli occhi mentre la meraviglia si fa largo nelle loro menti e mentre a fior di labbra giurano che si precipiteranno al cinema per vedere di persona quella meraviglia. Pochi film sono in grado di attivare questo meccanismo, pochi memorabili film, l'ultima fatica di quel vecchio leone di Clint Eastwood ha molti motivi per essere memorabile.
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Che film! Che grande, grandissimo film! Quando si emerge dalla visione di questo capolavoro, per qualche minuto si resta muti, attoniti, sordi agli stimoli del mondo civilizzato, poi la voglia di condividere quello che si ha appena visto diventa incontenibile. Verrebbe voglia di fermare i passanti per strada per raccontare loro la bellissima parabola di Gran Torino, per guardarli negli occhi mentre la meraviglia si fa largo nelle loro menti e mentre a fior di labbra giurano che si precipiteranno al cinema per vedere di persona quella meraviglia. Pochi film sono in grado di attivare questo meccanismo, pochi memorabili film, l'ultima fatica di quel vecchio leone di Clint Eastwood ha molti motivi per essere memorabile. Gran Torino racconta l'America, quell'America vecchia, bigotta, xenofoba, bastarda, razzista e chiusa in se stessa, una nazione che si è sporcata le mani, che non ha paura a rimboccarsi le maniche, che sa molto della morte e poco della vita. L'America dimenticata e abbandonata dai suoi figli, disprezzata dai suoi nipoti, lasciata sola a marcire sotto un portico a bere birra. Gran Torino racconta tutto questo e molto di più, racconta la speranza, la caparbietà, la capacità di capire e di cambiare. L'America raccontata dal corpo vecchio e martoriato di Clint è una nazione stanca, incredula, capace di accettare il diverso come unica speranza per sentirsi ancora viva, l'America ritratta in Gran Torino è incapace di perdonarsi ma capacissima di cambiare rotta, abbandonando l'odio e la vendetta, abbracciando la morte per liberarre la vita. Tutto questo e tutti noi, attraverso le rughe, il ghigno e lo sguardo di selce di un grandissimo attore ed immenso regista. Grande, grandissimo film!
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale, impossibile trattenere le lacrime.
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ciccio
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giovedì 7 maggio 2009
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ottimo film.
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un capolavoro,semplicemente straordinario! il vecchio clint colpisce ancora!
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massimiliano di fede
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mercoledì 6 maggio 2009
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un'automobile che fa riflettere
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In questo film Clint Eastwood, vuole ripercorrere un tema molto attuale e particolare, che vede divise etnie diverse che hanno contribuito a formare clan che spesso e volentieri impongono una violenza fuori dal comune. la parte dell'americano vecchio stampo e razzista gli si addice bene, sopratutto quando poi da vecchio burbero si trasforma in paladino in difesa dei più deboli, anche se questi sono asiatici. Il film si compone di scene di vita quotidiana, l'intolleranza verso i vicini, verso i suoi stessi figli che non stima, una vita in solitario che ha raggiunto l'apice dopo la morte della moglie. E poi la protagonista silenziosa di questo film, la Gran Torino, l'automobile prodotta dalla Ford a cavallo della fine degli anni 60 fino alla metà degli anni 70, che il vecchio burbero custodisce in maniera maniacale.
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In questo film Clint Eastwood, vuole ripercorrere un tema molto attuale e particolare, che vede divise etnie diverse che hanno contribuito a formare clan che spesso e volentieri impongono una violenza fuori dal comune. la parte dell'americano vecchio stampo e razzista gli si addice bene, sopratutto quando poi da vecchio burbero si trasforma in paladino in difesa dei più deboli, anche se questi sono asiatici. Il film si compone di scene di vita quotidiana, l'intolleranza verso i vicini, verso i suoi stessi figli che non stima, una vita in solitario che ha raggiunto l'apice dopo la morte della moglie. E poi la protagonista silenziosa di questo film, la Gran Torino, l'automobile prodotta dalla Ford a cavallo della fine degli anni 60 fino alla metà degli anni 70, che il vecchio burbero custodisce in maniera maniacale. Un film dalle tante sfaccettature comiche e drammatiche che porta ad un finale che noi tutti vorremmo diverso, ma che in fondo finisce bene. Possiamo dire che Eastwood, dopo essere un attore versatile con tantissimi film all'attivo, è diventato uno dei registi più geniali del nostro tempo. E' un'ottimo film, che merita in pieno le 4 stelle.
Massimiliano Di Fede www.fmfilm.it
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petronius arbiter
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mercoledì 6 maggio 2009
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mah,che dire...
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Un sei meno meno stiracchiato.
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(di manuel m.72 )
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lunetta
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giovedì 30 aprile 2009
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clint è una certezza...
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...la certezza di vedere sempre un ottimo film. Non è un film da oscar, come million dollar baby, ma è così pulito, asciutto (come un cowboy?) nella narrazione; non ci sono parole di troppo, non ci sono sconti. I deboli in america pagano: non si può essere ragazzi adolescenti e badare più ai fiori che non a farsi una reputazione da bullo. Clint è un razzista, misantropo, ma è anche un cavaliere senza paura, neanche quella di morire di tumore, con qualche macchia (quella del soldato che in corea ha ucciso per ordini superiori), ma, come tutti i cavalieri, schierato dalla parte dei deboli e degli oppressi.
Un pò triste il rapporto con i figli e nipoti: troppo arido. Ma forse lui sa bene che loro, i ragazzi americani ricchi e annoiati, non hanno alcun bisogno di un cavaliere povero in canna.
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matauitatau
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lunedì 27 aprile 2009
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prodotto di livello upim
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Mi sono pure lasciato convincere a vederlo.
Bah...veramente una cosetta da poco prezzo di quelle di cui si e' gia' capito tutto prima di andarlo a vedere.
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(di matauitatau)
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[+] eh si'...
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