Una rivisitazione in chiave moderna dell'iconico film del 1992 che celebra la cultura dello streetball di Los Angeles e riprende la sfida sportiva e linguista fra due giocatori di basket, uno nero e l'altro bianco. Espandi ▽
Il nero Kamal e il bianco Jeremy sono entrambi promesse fallite del basket americano. Prima nemici, poi partner e infine amici, i due riprenderanno a battere i campi da basket di strada in tornei da due contro due, sognando di vincere il montepremi di un torneo ufficiale per sistemare le rispettive vite e consentire soprattutto a Kamal di tornare ai livelli che il suo talento meriterebbe. Il remake di
Chi non salta bianco è, diretto nel 1992 di Ron Shelton, adatta situazioni e dialoghi alle nuove forme di razzismo e politicamente corretto della cultura americana e non sfigura nemmeno troppo. Più che l’esibita arguzia di citazioni e riferimenti, a rendere il film tutto sommato solido è proprio la scelta di puntare sui dialoghi per dare ritmo ed energia al racconto, gestendo la sfida linguistica fra il nero e il bianco alla pari di quella sportiva. A mancare a questa nuova versione del film è purtroppo una regia capace di fare quello che riusciva a Ron Shelton e cioè filmare il basket come una danza erotica, energica e sensuale, mostrando come il corpo e la performance riescano laddove falliscono parole e pensieri.