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Dentro il cinema di Pietro Marcello. Due appuntamenti per scoprire il regista su Più Compagnia

La baracca e Il passaggio della linea, le prime opere del regista di Martin Eden. Il 18 e il 21 giugno alle 21.00 su Più Compagnia. ACQUISTA UN BIGLIETTO
di Tommaso Tocci

lunedì 15 giugno 2020 - News

Il percorso di Pietro Marcello affiora alla distanza, proprio come i personaggi che mette in scena. L’ultima tappa del viaggio, quella che lo ha issato ai vertici del cinema italiano e gli ha dato una statura globale, è la parabola di Martin Eden (guarda la video recensione), l’adattamento inaspettato e insolito del romanzo di Jack London il cui protagonista Luca Marinelli è stato premiato come miglior attore all’ultimo Festival di Venezia.
 

La carriera di Pietro Marcello, però, merita di essere indagata nella sua originalità e nelle sue stranezze, lontana dai percorsi convenzionali e fatto di documentari dall’espressività unica, come La baracca e come Il passaggio della linea, che la piattaforma Più Cinema propone il 18 e 21 giugno.

Risalenti rispettivamente al 2005 e al 2007, i due film precedono non soltanto i lungometraggi di finzione del Marcello più recente (Bella e perduta e Martin Eden (guarda la video recensione)), ma anche il documentario La bocca del lupo che per primo lo portò alle attenzioni della critica nel 2009. Ospitano quindi la nascita della sua poetica, e contengono in modo complementare le due anime delle storie che il regista è sempre andato a cercare. 

Una è quella dell’appartenenza, del luogo inteso come scelta di radicamento seppur difficile: ne La Baracca, Maurizio, trovatosi senzatetto, erige una casupola su una scalinata nel centro di Napoli tra le proteste di alcuni passanti. L’altra, con Il passaggio della linea, illumina invece quel cinema del viaggio e della ricerca che rende le opere di Marcello così eterogenee e spurie. Un documentario tutto ambientato a bordo dei treni notturni, in cui immagini di banchine in penombra e lo sferragliare costante dei binari intervallano testimonianze di passeggeri per la vita, di gente ai margini, e di chi per costrizione o per reclamazione fa della sua esistenza un tramite tra due realtà.

Gli spettatori che hanno ammirato la patina e la grana che come un velo malinconico si sovrapponevano alla Napoli (e poi Genova, altro luogo terminale per Marcello ne La bocca del lupo) di Martin Eden (guarda la video recensione), ritroveranno la stessa cura pittorica nel reale di questi due documentari. Il treno espresso, reliquia di un’Italia vintage e fuori tempo e dunque icona perfetta delle opere di Marcello, è una delle tante linee che tracciano i contorni del paese, da nord a sud, dal miracolo economico alla miseria contemporanea. È un viaggio anche nel mondo del lavoro e nella coscienza di classe, parente di altro ottimo cinema nostrano (Il mio paese di Vicari, La zuppa del demonio di Ferrario), versione concreta e amara della ferrovia come metafora cinematografica (in fondo uno Snowpiercer svuotato della distopia), e introdotto da una citazione di George Simenon sulle linee di confine più o meno legittime. 

Proprio quel Simenon del 1958, tormentato dal ripiombare al di qua della linea nonostante gli sforzi di una vita, ma che almeno può dire di essere stato “uno dei pochissimi a tornare di spontanea volontà al punto di partenza”, cattura l’essenza di Martin Eden stesso, prima consumato dalla ricerca del successo e poi incapace di accettarlo. E di Arturo, anziano in lotta che dormiva sui treni, e di Maurizio, che imperturbabile sistema il materasso nella baracca sulla scalinata e va in stazione a prendere l’acqua dai bagni pubblici. Personaggi che vivono là dove non ci aspettiamo, individui che spariscono per un po’ e poi ritornano.

Per capirne l’essere contro, occorre capirne l’essere fuori - dal tempo, dalla comunità, dallo spazio - ed è questa l’identità mobile indagata da Pietro Marcello in una filmografia piena di sorprese. Navi, treni, scalinate e vicoli: ogni linea diventa una traiettoria, dandosi il cambio di film in film, in un presente fotografato come se fosse passato, e in documentari raccontati come se fossero folklore urbano. 

La baracca e Il passaggio della linea saranno disponibili in streaming sulla piattaforma Più Compagnia giovedì 18 giugno e domenica 21 giugno alle ore 21.00. Si può acquistare il biglietto fino a 2 ore dopo l'orario di inizio di uno spettacolo. Il film rimane disponibile per 24 per chi ha acquistato il biglietto.  

L’omaggio fa parte del progetto “L'Archivio del Festival dei Popoli presenta”, il ciclo di incontri e proiezioni che propone film di registi, oggi di successo o affermati, che hanno debuttato come documentaristi proprio al festival fiorentino, dall'archivio del Festival dei Popoli che consta di oltre 25 mila titoli.


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