Chiamami col tuo nome |
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Un film di Luca Guadagnino.
Con Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar.
continua»
Titolo originale Call me by your name.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- Italia, Francia, USA, Brasile 2017.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 25 gennaio 2018.
MYMONETRO
Chiamami col tuo nome
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IO ERO UN ELIO DIVERSO. NICCHIA E GRAZIA, MA...di ContediBismantovaFeedback: 1552 | altri commenti e recensioni di ContediBismantova |
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mercoledì 28 marzo 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E' sicuramente un ottimo film, se non altro per il livello di interpretazione e per la bellezza delle immagini. Eppure qualcosa non mi convince appieno, oppure nella migliore delle ipotesi diciamo che "non mi appartiene". Ebene sì: io sono stato Elio, avevo 17 anni negli anni '80 ed avevo le stesse turbe passionali, la stessa carica ormonale, la stessa sensibilità ed instabilità introspettiva. Io sono un Elio autentico, la mia testimonianza vale: ma è testimonianza diversa. Profondamente diversa. L'Elio del film è un Elio di nicchia, un Elio alto-borghese che rappresenta al massimo l'uno per mille dei suoi coetanei di allora ma anche di oggi. L'enorme villa con la servitù, il gigantesco parco con gli stagni, la coppia gay di sessantenni vestiti di rosa. Si fa bene a citare Bertolucci, è la sua piazza. Ma tornando a noi... ma quando mai? Negli anni '80 per la gente comune non vi era nulla di simile a tutto questo, l'omosessualità era un dramma segreto e ben custodito, c'erano le grandi discoteche e si rientrava presto, c'era la italo-dance e nessuno ascoltava gli "Psichedelic Furs" e nemmeno il solito tormentone sorrentiniano Talkin Heads, ma fatemi il piacere. Ascoltavamo Madonna, Michael jackson e i Duran Duran, i più musicalmente impegnati gli U2 e i Police. La vita gay era un sottobosco d'avventura fra siepi dei parchi e battuages noti o improvvisati, i nostri social erano gli annunci sui muri dei cessi pubblici, dove mettevi il numero di casa poi passavi interi pomeriggi davanti alla cornetta per la paura che rispondesse tua madre!! Avevo quei mocassini colorati bianchi-rossi e blu, devo averli ancora in solaio da qualche parte, tutto qua. La conversazione davanti al monumento è un outing un po' troppo rapido per i timori di allora - e forse anche di oggi - ma la migliore propensione al confronto dialettico su lettere e cultura dei ragazzi di allora rispetto a quelli di oggi è verosimile (anzi: è verità assoluta! il colossale svuotamento di contenuti che hanno subito - caratterizza - i ragazzi di oggi è purtroppo tangibile). Un'altra considerazione purtroppo va fatta, ahimè: Guadagnino si è affrettato a dire di non aver fatto un film sull'amore gay ma sull'amore punto. Apprezzabile, ma se sostituiamo Oliver con una ospite femmina coetanea, non c'è molto di più di qualche film "di genere" già visto negli anni 70 con Alessandro Momo e la solita zia. Se sostituiamo Elio invece la storia che ne risulterebbe cadrebbe addirittura nella noia.. che possono fare un ragazzo e una ragazza in una villa? La grazia e la castità assoluta in cui il film volutamente si snoda (nessun nudo frontale, solo una toccata di pacco sui vestiti e poc'altro) lo rende digeribile in prima serata, ma poi alla fine non ti rimane granchè, soprattutto se sei stato un Elio autentico ma non ti riconosci appieno sullo schermo. Se avesse mangiato quella pesca forse si sarebbe svuotato il cinema... "lo vuoi vedere un vero malato"? due secondi di panico assoluto: ecco tutto ciò che mi ha emozionato ieri.
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