Chiamami col tuo nome |
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Un film di Luca Guadagnino.
Con Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar.
continua»
Titolo originale Call me by your name.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- Italia, Francia, USA, Brasile 2017.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 25 gennaio 2018.
MYMONETRO
Chiamami col tuo nome
valutazione media:
3,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Idillio, tra Teocrito e Virgiliodi stelaudiFeedback: 110 |
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mercoledì 28 marzo 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Per quanto un parere possa essere soggettivo, trovare difetti in questo film è quasi impossibile: la straordinaria cura verso i dettagli e la grandezza della regia che ci regala delle riprese davvero straordinarie e uniche delle campagne cremasche negli anni ‘80, valorizzandone la natura lontana e incontaminata dall’industrializzazione, sono elementi che contribuiscono a rendere il tutto ancora più spontaneo e naturale. Gli sfondi paesaggistici svolgono un ruolo centrale durante tutto il racconto , affrontato con estrema eleganza, dei vari passi che portano alla scoperta di se stessi e all’innamoramento . Ci tengo a sottolineare che non si tratta di un film omosessuale ma su un primo amore, un amore “normale” o meglio, come traspare durante tutto lo svolgimento ,un amore naturale. Film unico nel suo genere, fiero della sua natura, denso nelle immagini e intenso nei sentimenti che caratterizzano i brevi monologhi che lasciano spazio a scene mute di sguardi e gesti d’affetto tra i protagonisti. Non c’è finzione, non ci sono stereotipi, in questo consiste la grandezza del regista, il quale rompe gli schemi del genere evitando temi come l’isolamento e l’emarginazione sociale. In particolare il regista ha già compiuto il balzo che si auspica possa fare il mondo intero in un futuro prossimo in relazione alla capacità di vedere l’amore in modo universale e non più in termini riduttivi e categorici. Se nel complesso il film inizialmente non mi ha spostato in modo particolare, è solo dopo aver ascoltato il monologo del padre di Elio a pochi minuti dalla fine, che il film mi ha toccato sul personale: si tratta di un messaggio che tutti abbiamo vissuto; si tratta di un invito in primis a Elio, che può essere ampliato a tutti gli spettatori, ovvero quello di non reprimere mai ció che sentiamo, e cercare di vivere al massimo i propri sentimenti senza soffocarli per protezione verso noi stessi; Invita a farci travolgere dai sentimenti senza alcuna riserva, e se questo dovesse comportare dolore, va bene cosi perché dall’altra parte abbiamo avuto la fortuna di vivere momenti irripetibili di felicità immensa. Bisogna farlo ogni volta che se ne ha la possibilità in quanto non farlo fa sì che col tempo ci si renda conto che quella paura di rimanere feriti ci ha impedito di vivere un’esperienza incredibile e meravigliosa. . . . “Soffochiamo così tanto di noi per guarire più in fretta che a 30 anni siamo prosciugati, e ogni volta che ricominciamo con qualcuno diamo sempre meno, ma renderti insensibile così da non provare nulla è un gran peccato. I cuori che abbiamo nel corpo ci vengono dati una volta sola”
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