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The Crown, il destino di una regina

Metà regina e metà... donna, moglie, madre, sorella: il personaggio di Elisabetta II è al centro di The Crown. Da oggi su Netflix.
di Lorenza Negri

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venerdì 4 novembre 2016 - Netflix

Metà regina e metà... donna, moglie, madre, sorella. The Crown, biopic e period contemporaneo incentrato su Elisabetta II d'Inghilterra, sarà disponibile con i primi dieci episodi da oggi. Il Paese che a oggi ha sfornato i costume drama più memorabili - e non necessariamente i più sfarzosi, tra i migliori ci sono drammi che accantonano reali e nobiltà a favore di contadini e operai, come The Village o The Mill - fornisce al canale digitale uno dei più talentuosi sceneggiatori della Gran Bretagna, Peter Morgan, per raccontare i primi anni del regno di Elisabetta, il più longevo del Regno Unito.

Per sempre divisa tra sentimento e dovere, la regina che non ama le manifestazioni emotive - l'unico difetto che i sudditi le attribuiscono secondo The Queen, biopic del 2006 firmato sempre da Morgan con Helen Mirren nei panni della regnante e ambientato all'indomani della morte di Lady Diana - ha vissuto fin dall'infanzia con una maledizione.
Lorenza Negri

Elizabeth ha costantemente dovuto fare i conti con gli scandali matrimoniali dei suoi parenti, e di questa condanna Morgan farà il fil rouge della prima stagione, che copre la vita della principessa ventenne all'indomani delle nozze fino all'incoronazione, ai primi anni di regno - gli ultimi del mandato di Churchill - e al conflitto egiziano.


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Per ogni zio, sorella, figlio di Elisabetta, c'è stato un partner divorziato che ha creato scompiglio nel regno: i reali non possono sposarsi civilmente, pena l'esclusione dalla corte.

La prima stagione si apre sulle ultime settimane di mandato dell'amatissimo padre, il re Giorgio VI già protagonista del pluripremiato Il discorso del re, costretto a subentrare al trono dopo che il più popolare e spigliato fratello Edoardo VIII abdicò per sposare la divorziata americana Wallis Simpson.
Lorenza Negri

Il peso della corona per un uomo timido e balbuziente, verrà insinuato, accorciò la vita all'uomo, ed Elisabetta è stata perseguita dal ripetersi della medesima situazione con la sorella Margaret, innamorata del pilota della RAF divorziato Pete Townsend e con il figlio Carlo, deciso a rifarsi una vita con Camilla Parker Bowles.
La frattura tra i doveri di regina - colei che non può mai agire e tanto meno governare, ma fare da "balia" ai suoi ministri e bacchettarli al momento opportuno - e quelli di figlia (del re Giorgio impersonato da un nevrotico Jared Harris), sorella (della popolare socialite Margaret incarnata da Vanessa Kirby), moglie (del superficiale Filippo, un Matt "Doctor Who" Smith in versione bionda) genera il dramma che permea le trame della prima annata più dei conflitti politici di un periodo in cui la corona inglese navigava in acque fosche.


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Il peso della corona e di The Crown, intesa come produzione (la più costosa mai realizzata da Netflix) ricade sulla 32enne Claire Foy (l'Anna Bolena del period Wolf Hall), pacata e pragmatica, e al contempo intimamente scossa e dilaniata come Helen Mirren ci ha svelato essere la regina in The Queen.

La stessa Mirren ha incarnato di nuovo la regina dell'opera teatrale "The Audience", diretta da Stephen Daldry, uno dei registi di The Crown, e dallo stesso Peter Morgan, da sempre interessato a narrare i retroscena recenti dalla famiglia reale britannica e del suo governo.
Lorenza Negri

Tutta l'opera di Morgan si ispira a personaggi reali (pun intended): dallo script del teso dramma politico incentrato sulla relazione tra Blair e Gordon Brown The Deal (2003, diretto da Stephen Frears, già regista di The Queen, e interpretato da Michael Sheen, il quale in The Queen e I due presidenti, tv movie del 2010 sempre firmato da Morgan sul rapporto tra Tony e Bill Clinton, ha ripreso il ruolo del primo ministro), alle percettive sceneggiature ispirate da re Enrico VIII - il tv movie in due parti Henry VIII del 2003 e il film L'altra donna del re (2008). E poi dal brillante e scarno Longford (2006, diretto dal Tom Hooper di Il discorso del re) all'escursione sullo scandalo americano del Watergate Frost/Nixon - il duello (2008) fino ai non politici, bensì sportivi The Damned United (2009, sullo scontroso allenatore della squadra di calcio del Leeds Brian Clough, diretto da Hooper con Sheen protagonista) e Rush (2013, sull'altrettanto pungente Niki Lauda, campione di Formula 1).


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