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Il film analizza la situazione psicologica da parte di un fratello e di una sorella, intenti ad accudire la madre nel corso degli ultimi suoi mesi di vita in quanto gravemente malata di cuore e ricoverata presso una struttura specializzata. In verità il film più che sulla madre, si concentra ad evidenziare lo stato d'animo della figlia, interpretata da una Margherita Buy, come sempre, molto espressiva. In particolare, c'è un continuo rimando ai suoi sprazzi di memoria, in bilico tra rimorsi ed illusione nel ritenere tutto sommato la propria madre non particolarmente grave. Inoltre l'attenzione viene focalizzata dalla sua attuale sdituazione affettiva e sociale non particolarmente felice, dal momento che ella è reduce da un fallimento matrimoniale e , nell'ambito della sua professione di regista, sta girando una pellicola riguardante il tema dei licenziamenti giovanili che pare non convincerla pienamente nei dettagli. La pellicola, più in generale, si sofferma pertanto ad incentrare l'attenzione sui delicatissimi momenti di malinconica convivenza presso un freddo ospedale tra i figli e appunto la madre ormai in stato terminale. Il mio giudizio personale è che questo film sicuramente evidenzia il suo buon spessore narrativo grazie ad una regia perfetta e ad un'altrettanto interpretazione magistrale da parte di Margherita Buy e del regista Nanni Moretti, ma per il resto, considerando il delicato tema trattato, non vi ho trovato elementi di particolare originalità o di ricchezza narrativa, limitandosi a coinvolgere lo spettatore verso un lento e laconico senso di tristezza che la pellicola trasmette man mano che volge verso il finale. Alla fine il risultato mi sembra essere sicuramente più che discreto, ma nulla di più.
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
